L’evoluzione della pubblicità va di pari passo con i cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. Chi fa pubblicità quindi è chiamato a individuare quali sono i simboli e le rappresentazioni dell’immaginario comune, e come questo sono legate a necessità, valori e aspettative.
Da queste poi troverà la comunicazione e le immagini che parlino direttamente alle persone con lo scopo di promuovere e vendere.
Anche gli spettatori delle pubblicità (quindi praticamente chiunque) sono chiamati a capire coscientemente cosa stanno guardando e cosa muove la comunicazione che arriva loro. Ciò perché, in questa epoca di iper-personalizzazione e grazie alle funzioni di personalizzazione del feed dei social, è effettivamente possibile rapportarsi più direttamente con le aziende e con i brand.
Quindi da ruolo di consumatore passivo è auspicabile è possibile diventare un fruitore attivo: un individuo consapevole che sceglie in base a ciò che desidera e che gli serve veramente.
Questo articolo perciò è diretto davvero a tutti.
Indice dei contenuti
Il ruolo dei social media nell’evoluzione della pubblicità
Partiamo subito dai social media che sono diventati mezzi diffusamente fruiti e che hanno aperto nuove frontiere per la pubblicità. Facebook, Instagram, Twitter e gli altri social media permettono alle aziende di interagire con i consumatori attraverso una forma di pubblicità diretta, personalizzata, interattiva, quindi più coinvolgente.
Questi canali inoltre hanno introdotto il concetto di pubblicità virale, dove i contenuti di successo si diffondono rapidamente tra gli utenti. Tale approccio rende più economico per le aziende, sia a livello finanziario che di lavoro, diffondere i propri contenuti perché da una parte gli algoritmi li propongono agli utenti in automatico, dall’altra perché gli utenti stessi condividono con altri utenti.
Le statistiche del 2023
Vediamo quanto effettivamente i social sono stati fruiti nel nostro paese durante l’anno scorso. Secondo i dati di Digital 2023 di DataReportal:
- YouTube: 43,90 milioni di utenti in Italia all’inizio del 2023, con una penetrazione pubblicitaria equivalente al 74,5% della popolazione totale.
- Facebook: 47,4% della popolazione totale, con il 52,9% della popolazione “idonea” (età ≥13 anni).
- Instagram: 26,20 milioni di utenti, equivalenti al 44,4% della popolazione totale,
- TikTok: raggiunto 17,15 milioni di utenti adulti, con una penetrazione pubblicitaria del 34,3% tra gli adulti.
Il ruolo della tecnologia e dei dati nell’evoluzione della pubblicità
Come accennato all’inizio le nuove tecnologie, soprattutto in riferimento ad analisi ed elaborazione dei dati, hanno un ruolo cruciale nell’evoluzione della pubblicità. Questo per quanto riguarda i mezzi di comunicazione e la loro personalizzazione.
Lo abbiamo visto nell’articolo precedente relativo al design marketing quanto l’intelligenza artificiale e il machine learning, giochino un ruolo chiave nell’automazione e nell’ottimizzazione delle campagne pubblicitarie e delle sue strategie. Con la loro velocissima capacità predittiva e analitica queste tecnologie forniscono statistiche immediate anche in tempo reale e permettono di automatizzare processi di inserzione.
Un’altra tecnologia un po’ meno diffusa è la blockchain. Questa si pone come strumento di trasparenza e sicurezza per fronteggiare uno dei problemi principali legati alla quantità enorme di dati disponibili (un altro problema che vedremo tra poco). Parliamo di privacy e frode pubblicitaria. Questo approccio non solo protegge i dati dei consumatori ma rafforza anche la fiducia tra marchi e pubblico.
Le sfide della pubblicità
Ora che abbiamo delineato un panorama degli elementi che nell’insieme portano a una costante evoluzione della pubblicità, vediamo quali sono le sfide attuali:
- Sovraccarico di informazioni: gli utenti sono bombardati da messaggi pubblicitari. Distinguersi e catturare l’attenzione diventa difficile e rischia di alimentare questo sovraccarico.
- Privacy e gestione dei dati: se da una parte è più facile analizzare ed elaborare dati, dall’altra le persone mediamente sono più consapevoli e attente quindi si stanno sviluppando sempre più restrizioni impongono restrizioni relative ad acquisizione e utilizzi.
- Evoluzione rapida delle piattaforme: bisogna continuamente studiare, rimanere aggiornati e in contatto con le persone, quindi mettere a punto strategie pubblicitarie adattabili in corso d’opera.
- Misurazione dell’effetto e del ROI: se da una parte i mezzi per fare pubblicità sono di più ed è possibile acquisire ed elaborare più dati, dall’altra è più complicato misurare l’effetto della pubblicità e il ritorno sull’investimento in quanto è tutto più frammentato.
- Fiducia: è pieno di fake news, c’è una crescente paura dell’IA e una generale sfiducia nei confronti dei media. Diciamocelo: siamo in piena post-verità… quindi farsi credere diventa sempre più complesso.
Come si adatta la pubblicità a queste sfide?
Il sovraccarico di informazioni necessita la creazione di contenuti rilevanti e personalizzati, che si fa utilizzando in maniera intelligente i dati, trovando collegamenti utili e creativi e interagendo direttamente con gli utenti.
Per quanto riguarda le problematiche legate alla privacy possono richiedere e ottenere consensi attraverso pratiche etiche e trasparenti.
Affrontate queste due dinamiche, che sono quelle più complessive, si può passare quindi a uno studio dei dati ottenuti e incrociarli con il rapporto continuo con gli utenti e con lo studio delle piattaforme e della loro comunicazione.
Così, di pari passo, diventa relativamente più semplice misurare l’effetto della campagna pubblicitaria e misurare il ritorno dell’investimento.
Alla fine dunque si avrà una panoramica più attendibile di cosa piace agli utenti e di cosa si fidano.
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