Conoscere l’algoritmo Google è importante per gli specialisti SEO, ma non solo. Sapere almeno cosa sia infatti è utile a chiunque voglia farsi trovare sul motore di ricerca più utilizzato al mondo. E bisogna rimanere sempre aggiornati.
Intanto definiamo un algoritmo una sequenza di istruzioni che portano a un risultato specifico. Nel caso dell’algoritmo Google, la sua funzione è di ranking. Quindi determina l’ordine dei risultati delle ricerche che fanno gli utenti. Per adesso si individuano circa 200 fattori che influiscono, più o meno incisivamente, sull’ordine di piazzamento. Lavorando su questi, si provano a scalare le pagine di risultato.
La criticità è che non si sa esattamente a priori quali fattori incidono maggiormente e come sono legati tra loro. Capirlo meglio è la sfida di oggi. La traccia da seguire parte dagli aggiornamenti che sono stati rilasciati negli anni fino ad arrivare al 2023.
Ma prima partiamo dalle basi.
Indice dei contenuti
Come funziona l’algoritmo Google?
L’algoritmo Google è dinamico. Nel tempo aggiorna i suoi parametri di ranking cercando di premiare risultati che favoriscono la fruizione umana. Prima bastava ripetere spesso la parola chiave nei contenuti per piazzarsi bene. Oggi invece gli standard si sono alzati parecchio. Infatti:
- bisogna proporre pagine strutturate per essere lette facilmente,
- per favorire l’esperienza dell’utente (UX),
- che siano veloci,
- con immagini coerenti,
- con contenuti elaborati in formule uniche e originali,
- che siano autorevoli rispetto ad altre,
- affidabile e credibili,
- inserite in una rete virtuosa di scambi di link con pagini autorevoli, affidabili e credibili.
Ora possiamo ampliare questi fattori e catalogarli per capire meglio cosa effettivamente osserva l’algoritmo Google e a che scopi.
Fattori di rilevanza
Sono quelli basati sul dominio, sui contenuti scritti e sulla loro struttura. L’algoritmo Google considera un sito pertinente alla parola chiave se il nome del dominio la contiene, o è collegabile a essa, e anche se la parola chiave è distribuita bene nei titoli, nello slug e nei testi.
Questi fattori di piazzamento sono i più semplici sui quali agire. Infatti strumenti come Yoast SEO aiutano a rispettarli.
UX
La qualità dell’esperienza dell’utente nel sito (UX) determina il piazzamento nelle pagine di risultato. I contenuti devono essere chiari e leggibili. Il sito deve essere fruibile, veloce e leggero. Va curato visivamente, seguendo principi di graphic e web design che favoriscono insieme l’appetibilità e la qualità dell’esperienza.
Tutto ciò influisce sull’UX, è condizionato da fattori di rilevanza, e influenza in parte l’autorità, la credibilità e l’affidabilità di un sito.
Autorità dei siti
Un fattore di scelta dell’algoritmo Google si basa sull’autorità dei siti. Un sito è più o meno autorevole rispetto ad altri principalmente in base al numero di link esterni e interni, sia in entrata che in uscita. Conta anche la loro qualità, che è data dalla credibilità e dall’autorità dei siti e delle pagine collegate.
Per quantificare l’autorità si usano punteggi numerici utilizzati in molti software di ricerca e analisi SEO. Comunemente c’è un punteggio che va da 1 a 100 riferito direttamente l’autorità del dominio (DA). Ma, su piattaforme come Ahrefs, vengono indicate specifiche come la DRe la AR, relative ai backlink.
L’autorità del sito, attenzione, non rappresenta tutto ciò che conta per piazzarsi. Va monitorata e considerata in sinergia con gli altri fattori.
L’algoritmo Google anti-spam
Una pagina per finire piazzata tra i primi risultati deve essere credibile e affidabile. Una pagina per essere definite credibile deve essere coerente con la ricerca in base sia a fattori di rilevanza che all’UX che all’autorità, legata soprattutto al rapporto con l’autorità degli altri siti con cui si scambia link.
I siti andranno a picco nella pagina di risultato se sono poco credibili e se sono collegati ad altri siti altrettanto poco credibili e poco autorevoli.
Questo perché l’algoritmo Google cerca di fare anti-spam, ovvero di penalizzare contenuti poco fruibili, poco visitati, scarsamente collegati e inaffidabili.
Come si aggiorna l’algoritmo Google? Da Panda a oggi.
Ogni anno ci sono parecchi aggiornamenti, più o meno determinanti. Tra questi ce ne sono alcuni che evolvono significativamente l’algoritmo Google, modificando la sua struttura. L’aggiornamento Panda del 2011 è stato il primo ad agire sull’UX. Penguin del 2012 ha migliorato la funzione anti-spam.
Hummingbird del 2013 permette di ampliare i risultati agendo sul significato di una parola chiave, quindi facendo collegamenti coerenti con le domande relative o con altre parole chiave affini. Pigeon migliora la geolocalizzazione, dandogli più rilevanza in termini di posizionamento. Mobilegeddon cambia l’algoritmo Google dando più rilevanza a siti curati anche nella versione mobile.
Addestramento con reti neurali
BERT nel 2019 integra nell’algoritmo una tecnica basata sulle reti neurali. L’obiettivo è di addestrarlo a funzionare come un cervello. Per ora elabora meglio, in sinergia con gli altri aggiornamenti, il contesto e l’intento di una ricerca.
Aggiornamento algoritmo Google Marzo 2023
L’ultimo aggiornamento dell’algoritmo Google è uscito alla fine di Marzo 2023. L’obiettivo, esteso a tutti i tipi di contenuti in ogni regione e lingua, è di ottimizzare la promozione e premiazione delle pagine web di alta qualità e alto valore.
Alla luce di questo possiamo capire meglio su cosa incentrare le azioni oggi. Sicuramente essere al passo con la qualità dei contenuti, da più punti di vista possibile, è una condizione necessaria e spesso più che sufficiente.
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