L’esperienza di ricerca su Google ormai si è trasformata. Come abbiamo analizzato, l’algoritmo è cambiato per cercare di fornire un’esperienza di fruizione personalizzata basata sull’analisi di big data e sulla targettizzazione via intelligenza artificiale. L’ultima tecnologia specifica sviluppata e introdotta in fase di sperimentazione dal motore di ricerca più utilizzato in occidente è SGE: acronimo di Search Generative Experience.
Andiamo a scoprire di cosa si tratta per rimanere al passo con gli elementi che stanno ridisegnando il marketing digitale e la SEO, quindi i fattori che determinano come piazzarsi su Google oggi. Questi passaggi, come nostro uso, andremo a farli attenti a mantenere un punto di vista critico e consapevole.
Indice dei contenuti
La SGE offri risultati sintetici della ricerca su Google combinando più fonti
Quindi utilizza l’intelligenza artificiale generativa per individuare i risultati più pertinenti e li combina al fine di fornire una sintesi. Dunque si basa su modelli linguistici avanzati, sviluppati tramite machine learning e deep learning.
Da una parte, infatti, il modello alla base della SGE impara schemi, relazioni semantiche e contesti, fornendo così risposte che non si limitano alla ricerca di parole chiave ma che interpretano l’intento dell’utente; in più il modello continua a imparare e a modificarsi a seconda della risposta degli utenti in termine di interazioni e feedback. Dall’altra, attraverso l’uso di reti neurali profonde che elaborano sempre meglio il linguaggio naturale, il modello è in grado di analizzare e sintetizzare dati complessi, creando risposte più articolate e pertinenti perché comprende il contesto anche se gli vengono poste domande (query) ambigue o articolate.
Non dare per giusto tutto quello che leggi
In soldoni le risposte ci vengono presentate sotto forma di spiegazioni concise o panoramiche che combinano contenuti da diverse piattaforme.
La sintesi delle informazioni riduce notevolmente il tempo di ricerca, ma limita altrettanto la varietà delle fonti che andrai a consultare per trovare quello che cerchi. Inoltre tieni presente che i contenuti generati dipendono fortemente dall’accuratezza dei modelli e delle fonti utilizzate. Fattori che sono sì determinabili dalle risposte di noi utenti ma solo in piccola parte. Infatti il risultato per lo più dipende da come è stato addestrato il modello e da quanto le fonti sono gradite dal motore di ricerca. Su queste non c’è sempre la garanzia. È indispensabile che tu ne tenga conto, perché ne va della tua capacità di pensiero critico ma soprattutto della tua conoscenza.
Alla luce di questo, per farti la tua idea, ti diciamo come attivare questa funzione e come contribuire a testare la SGE. Infatti, come abbiamo detto sopra, è una tecnologia ancora in fase di sperimentazione.
Come attivare e utilizzare SGE per approfondire un nuovo metodo di ricerca su Google
- Per prima cosa vai su labs.google.com/search e accedi con il tuo account Google.
- Cerca la funzione “Search Generative Experience” nella lista.
- Clicca su “Join Waitlist” o attiva direttamente la funzione.
- Ritorna su Google e inserisci una query qualsiasi.
- Visualizza la risposta generata in cima alla pagina, completa di sintesi e link alle fonti.
- Poni domande per approfondire l’argomento.
- Esplora i link suggeriti per ulteriori dettagli.
In questo modo dovresti riuscire a provare SGE e fare la tua parte per testare.
Se non riesci ad accedere prova a utilizzare Chrome e/o una VPN per simulare una connessione dagli Stati Uniti.