Chi l’ha detto che Facebook non presenta più novità, che è addirittura morto e che è solo per boomers che si mandano Buongiornissimo caffè?
Questo social network nel corso degli anni è decisamente cambiato, adattandosi alle nuove vesti che hanno assunto le piattaforme. Piattaforme che, da canali per fare conoscenza, si sono trasformate in enormi spazi pubblicitari, mezzi di intrattenimento e di divulgazione. Insomma, possiamo dire che i social sono “la nuova TV”, nel senso che hanno avuto un impatto culturale paragonabile.
Quindi si aggiorna anche Facebook, con 5 principali novità che non riguardano soltanto funzioni specifiche, ma politiche. Cambiamenti quindi che ci aprono una finestra su come si sta ponendo Meta nell’attuale quadro mondiale, con le big tech che stanno dimostrando chiaramente il loro reale potenziale sociale e politico.
Indice dei contenuti
1) Facebook introduce il sistema Community Notes
Già ne abbiamo parlato: Meta ha cestinato il fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Ispirandosi al modello già adottato da X (ex Twitter di Elon Musk), Facebook negli USA ora utilizza il sistema Community Note. Come funziona?
Gli utenti aggiungono note contestuali ai post, fornendo informazioni aggiuntive e aiutando a contrastare la disinformazione senza ricorrere alla censura diretta. Una soluzione decentralizzata, che secondo Facebook è una novità che dovrebbe responsabilizzare la comunità, bilanciare i contenuti e promuovere un dibattito più trasparente e bilanciato. Ma davvero la partecipazione attiva degli utenti e la qualità delle informazioni fornite bastano a questo?
Un organo esterno e qualificato forse può essere più imparziale rispetto a utenti che hanno opinioni di pancia. Persone che arrivano a conclusioni polarizzate senza informarsi approfonditamente, da una parte perché magari neanche hanno accesso a certi dati, dall’altra perché potrebbero mancare gli strumenti per evitare di cadere in interpretazioni troppo soggettive. Ma soprattutto: chi ci garantirà che non saranno un’ondata di bot a valutare i contenuti?
2) Meno censura: le fake news saranno il prezzo della libertà?
Meta rivede le sue politiche di moderazione, adottando un approccio più permissivo su temi sensibili come l’immigrazione e l’identità di genere. Questo cambiamento nasce dall’intento di favorire un dibattito politico più aperto, riducendo il rischio di censura eccessiva che potrebbe limitare la libertà di espressione. Le nuove linee guida si concentrano principalmente sulla rimozione di contenuti che violano le leggi locali o che rappresentano una minaccia diretta, mentre le opinioni controverse saranno meno soggette a moderazione.
È forte la tentazione di apprezzare totalmente questa scelta. Ma se combiniamo questa politica all’eliminazione di organi di fact-checking esterni, ci accorgiamo di due potenziali pericoli: la proliferazione di fake news e uno squilibrio tra libertà e sicurezza informatica.
3) Eliminazione dei filtri AR di terze parti
Questo già lo abbiamo visto trattando le novità di Instagram 2025. Ora i filtri facciali e gli effetti di realtà aumentata creati da sviluppatori terzi non ci sono più. Questa decisione segna una svolta significativa nella strategia di Meta, che nel frattempo si concentra su piattaforme emergenti di computing, come gli occhiali AR e la realtà virtuale. Il programma Spark AR (che permetteva agli sviluppatori di creare e distribuire filtri personalizzati) infatti è stato progressivamente dismesso. Ora abbiamo a disposizione soltanto effetti ufficiali gestiti direttamente da Meta.
Come è successo per Instagram, anche qui ci si divide. Da una parte abbiamo utenti che temono la perdita di opportunità creative, dall’altra una piattaforma che professa una promozione dell’autenticità e che promette esperienze AR più avanzate e integrate con il suo ecosistema hardware.
4) Le Visualizzazioni hanno più importanza delle Impression
Un’altra novità appena introdotta da Facebook riguarda le metriche di misurazione delle performance dei contenuti. Da quest’anno, in linea con Instagram, sono più importanti le Visualizzazioni delle Impression.
Le Visualizzazioni vengono registrate solo quando un utente effettivamente vede il contenuto, anche solo per un millisecondo; le Impression invece conteggiano il numero di volte in cui un contenuto viene caricato su uno schermo.
Sembra una differenza di poco conto, ma questo rappresenta un cambio di prospettiva significativo per creator e aziende. O meglio: potrebbe rafforzare la necessità già esistente di creare contenuti ancora più immediati e accattivanti, con ganci sempre più coinvolgenti. Cosa che, da una parte lancia sfide interessanti a chi si occupa di narrazione pubblicitaria; dall’altra rischia di penalizzare contenuti meno sensazionalisti e contribuire a favorire l’attuale brainrot causato dall’esposizione costante a contenuti troppo brevi, troppo semplici e inutili.
5) Maggiore integrazione con WhatsApp e Instagram
Un’altra novità Facebook che abbiamo già visto negli aggiornamenti di Instagram. Meta quest’anno ha introdotto nuove funzionalità che permettono di collegare WhatsApp, Facebook e Instagram in modo più fluido.
Tra queste, una delle possibilità più interessanti è quella di condividere gli aggiornamenti di stato di WhatsApp direttamente nelle storie di Facebook e Instagram, semplificando la distribuzione dei contenuti su più social network contemporaneamente. Un altro aspetto rilevante di questa novità è la connessione tra WhatsApp e i visori di realtà virtuale Meta Quest. Ciò permette agli utenti di gestire le proprie chat direttamente tramite dispositivi VR.
Una novità questa che rientra nella strategia di Meta di creare un ecosistema sempre più interconnesso, dove le diverse piattaforme si integrano per offrire un’esperienza utente più fluida. Anche qui, i dubbi sulla gestione dei dati personali e sulla sicurezza delle comunicazioni rimangono.
Facebook con queste novità sta ritornando davvero alle origini?
Mark Zuckerberg quindi attraverso queste novità annuncia ufficialmente una svolta strategica di Facebook per il 2025: riportare la piattaforma alle sue radici e renderla nuovamente un punto di riferimento culturale.
I dettagli specifici di questo cambiamento non sono stati ancora completamente svelati, oltre agli aggiornamenti che abbiamo appena letto. I quali, piuttosto che sembrare un ritorno alle origini, assomigliano a una svolta verso un futuro dove gli utenti hanno sempre maggiore responsabilità, dov’è c’è apparentemente più libertà, ma anche più rischi. Una svolta contraddittoria, dove vediamo un focus sulla community e sull’autenticità, minacciata dalla mancanza di controllo centralizzato che da una parte sembra un bene, ma che dall’altra preoccupa per la possibile proliferazione di disinformazione e di intelligenze artificiali che si spacciano per utenti.
Dunque Facebook non potrà mai ritornare come prima. Facebook non è più e non potrà più essere soltanto uno spazio virtuale dove si ritrovano vecchi amici del liceo o dell’università. Ora Facebook è un mercato aperto, sempre più aperto, e una canale di informazione e disinformazione sempre più libero e incontrollato.
Poi, come al solito, la scelta sta sempre a noi.
Potremmo continuare a usare Facebook per vedere come è invecchiato male un nostro compagno di scuola e poi ritornare a fare la vita nostra: ve lo ricordate Fabris nel film Compagni di scuola di Carlo Verdone?
Potremmo disinformarci ancora più su Facebook di quanto già lo facciano categorie di persone a rischio, perché oggi ne abbiamo ancora maggiore possibilità. Oppure potremmo utilizzare questa possibilità per affrontare insieme le difficili sfaccettature di una realtà sempre più complessa, le quali hanno bisogno di essere discusse in libertà e senza mezzi termini.