L’IA diventa umana col deep learning?
Il deep learning permette alle IA di apprendere da enormi quantità di dati allo scopo di comprendere le immagini e il linguaggio naturale: ma l’IA può avere la capacità d’immaginare?
Aggiornati per capire. Capisci per scegliere.
Informati e aggiornati con noi sull’intelligenza artificiale: una delle attuali tecnologie più sensazionali e controverse. Segui la nostra rubrica settimanale, dove cerchiamo di capire insieme come funzionano i vari tipi di intelligenza artificiale, quali sono i campi di applicazioni, i rischi e cosa fare per prevenirli.
Il deep learning permette alle IA di apprendere da enormi quantità di dati allo scopo di comprendere le immagini e il linguaggio naturale: ma l’IA può avere la capacità d’immaginare?
Lo sapevate che l’IA per apprendere, elaborare e migliorarsi si ispira esattamente al funzionamento del cervello umano? Le reti neurali riproducono proprio il sistema di neuroni del nostro cervello, permettendo applicazioni che vanno dalla comprensione del linguaggio naturale al riconoscimento delle immagini. Scopriamo di più e insieme cerchiamo di immaginare implicazioni future utopiche e distopiche.
Anche se si parla più di IA generative, una delle funzioni principali dell’IA è l’analisi e l’elaborazione di dati. E lo fa in maniera incredibilmente più veloce di una persona o di un team. Qualsiasi sia la tua attività nel digitale, vale la pena dare un occhio a strumenti che possono ampliare le possibilità e far risparmiare tempo.
L’IA oggi è sempre più applicata in Italia, diventando un tema che sconfina in ogni campo e che porta controversie e dubbie. Per provare a fare chiarezza, conosciamo l’IA dalle basi: reti neurali, deep learning, machine learning… Con un occhio al marketing digitale scopriamo gli utilizzi, vediamo chi sviluppa in Italia e cosa serve per sviluppare un’IA.
Il marketing digitale prevede analisi ed elaborazione di moltissimi dati, creazione di contenuti, siti, offerte… il tutto con una visione predittiva, basata sulla statistica ma anche sulla tua idea delle realtà e sulle connessioni che sei in grado di creare. Nessun tool può sostituirti, ma sicuramente può darti una mano.
La partnership tra OpenAI ed Apple annunciata nella prima metà di giugno introduce un’integrazione delle IA generative nelle funzionalità di base di Apple come Siri e gli strumenti di scrittura. Un’evoluzione dei dispositivi Apple, senza dubbio, che farà contenti milioni di utenti italiani… Ma le implicazioni per la privacy?
L’intelligenza artificiale è pericolosa? In questo articolo, l’ultimo della nostra rubrica sull’IA, vi mostreremo tutte le prospettive peggiori che potrebbero accadere. Il nostro intento non è spaventarvi o fare clickbait. Finora abbiamo affrontato la complessità dell’argomento in maniera più sfumata possibile… ma crediamo anche che ogni tanto analizzare gli estremi possa essere utile per completare il quadro.
L’intelligenza artificiale influenza le nostre vite in maniere diverse e controverse. Le prospettive utopiche e distopiche relative alla raffinatezza tecnologica delle intelligenze artificiali sono un invito a imparare a muoversi nella complessità. Conoscere sfumature per avere quadri realistici delle possibilità e discernere cosa è vero da cosa è falso, ci permette di essere migliori comunicatori e fruitori di prodotti e servizi.
Vediamo come e se è possibile misurare il QI di un’intelligenza artificiale. L’argomento è complesso, perché i test fatti finora sono sviluppati dall’inizio per l’essere umano, e già la concezione stessa di intelligenza umana è variegata così come lo sono le diverse tipologie di IA.
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale in campo medico, educativo, finanziario e logistico-produttivo, possono avere risvolti pratici ed etici sulla vita di ognuno di noi. Ogni imprenditore digitale dovrebbe conoscerle e capirle, in modo da capire quali sono i bisogni e i desideri sia di chi ci lavora sia di chi fruisce di prodotti e servizi.
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