Il sole è tramontato da un pezzo, la strada è vuota, le tapparelle delle finestre sono chiuse, solo alcune luci squadrate resistono. Mentre tutti gli altri dormono, c’è qualcuno al lavoro notturno in quella finestra più vicina. Ma chi è?
Sviluppatori, grafici, copywriter e altri freelance del digitale spesso si trovano a operare davanti al PC quando la maggior parte del mondo dorme. Forse là dentro c’è uno di loro.
Capiamo se chi è lì a lavorare di notte lo ha scelto o no. Cerchiamo di capire se può essere una preferenza personale sostenibile e alla quale ci si può abituare.
Chiamando a supporto studi scientifici e la supervisione del Centro Clinico Piemonte, capiremo se fa male a tutti a prescindere dalla convinzioni, includendo chiunque ci sia in quella stanza.
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Il lavoro notturno può essere necessità
Il lavoro notturno al PC è una via percorsa da tanta gente per ragioni molto diverse e che porta a stati d’animo opposti. Per alcuni è necessario. Pensa a chi lavora in team globali e ha collaborazioni su fusi orari differenti: consegne, riunioni, disponibilità da dare. Oppure pensa a chi si dimena tra scadenze serrate o impreviste e ha bisogno di ore extra per non cadere (o per buttarsi) in una consegna bucata o nel buco nero del burnout.
Altre volte è una scelta
Dettata da una ricerca di maggiore produttività: le ore notturne, silenziose e prive di distrazioni, possono essere l’ambiente ideale per concentrarsi profondamente ed evocare la creatività. Non c’è nessuno a distrarti. Non ci sono notifiche, controlli di scadenze, riunioni che ti spezzano il ritmo, telefonate che ti fanno perdere tempo. Ci sei tu con il tuo lavoro da fare e basta.
Il lavoro notturno digitale diventa una stile di vita
C’è chi si percepisce come più funzionale di notte, chi dopo il tramonto si sente più energia e massima lucidità: ma sono solo sensazioni e percezioni o c’è davvero chi si adatta?
Ci si può abituare al lavoro notturno senza pagarla a livello di salute fisica e mentale?
C’è chi sostiene che l’essere umano sia intrinsecamente adattabile e possa con le giuste accortezze invertire il proprio ciclo sonno-veglia senza danni significativi per la salute. Quasi tutta la comunità scientifica smentisce, affermando e dimostrando che il nostro orologio biologico è profondamente radicato. Forzarlo porta inevitabilmente a squilibri, con ripercussioni sulla salute fisica e mentale.
Eppure c’è tanta gente che empiricamente – attraverso percezioni ed esperienze – sembra stare bene e non riportare squilibri. La percezione non è tutto. Ma prima di smontare chi crede che il lavoro notturno sia sostenibile a livello di salute, tocca vedere su cosa si basano.
Chi sostiene che ci si possa abituare senza conseguenze, quali ragioni ha?
Il corpo umano ha una notevole capacità di adattamento. Pacifico. Ma i cultori del lavoro notturno credono che il corpo umano si possa esercitare per invertire il ciclo naturale sonno-veglia: ma come?
- Seguendo una routine costante: anche nei giorni liberi, dormire sempre alle stesse ore diurne.
- Esponendosi alla luce artificiale in maniera controllata: è necessario utilizzare occhiali anti-luce blu, filtri sui monitor e mantenere l’ambiente di sonno completamente isolato.
- Seguendo un programma di dieta e attività fisica: chi ha detto che chi lavora di notte si nutre solo di sacchi di patatine, ramen confezionato e delivery? Chi resiste per anni al lavoro notturno, spesso sta attento a come mangia e ad allenarsi.
Le 3 ragioni principali che invece ne negano la sostenibilità
Chi nega la possibilità di un adattamento completo e innocuo al lavoro notturno al PC si fonda su evidenze scientifiche diffuse e solide. Secondo loro, i cultori del lavoro notturno dovrebbero ricordarsi di un piccolo dettaglio chiamato orologio biologico.
E basandosi su questo si sviluppano 3 argomentazioni principali, che sono di monito e a tutela di chi fa del lavoro notturno al PC uno stile di vita:
1) Il ritmo circadiano è intrinseco
C’è poco da fare: il corpo umano è geneticamente programmato per essere attivo di giorno e riposare di notte. E ciò non riguarda solo il sonno. Ma a che fare anche la produzione ormonale, con la digestione, con la regolazione della temperatura corporea e altre funzioni vitali. Scombinarlo sempre è uno stress che il corpo non può permettersi a lungo termine.
2) La qualità del sonno diurno è inferiore
Il sonno non è solo una questione di quantità di ore. Ma anche di qualità. Dormi 6/8 ore in pieno giorno? Non ti ricaricano come le ore notturne, perché ci sono condizioni biologiche e ambienytali che non favoriscono il sonno. A meno che non hai una camera perfettamente isolata termo-acusticamente, anche se dormi ti stai privando cronicamente di gran parte del tuo sonno.
E questo ha effetti cumulativi su tutte le funzioni fisiologiche e cognitive.
3) Il lavoro notturno si paga a lungo termine
Sarà pure che il lavoro che fai oggi ti ripagherà a lungo termine. Ma a livello di salute, il lavoro notturno la farà pagare al tuo corpo, alla tua mente e al tuo cuore (in tutti i sensi). Quindi non ingannarti valutando che oggi non senti nulla.
Le 7 conseguenze del lavoro notturno prolungato secondo la scienza
Piccolo disclaimer prima di continuare: ogni persona è libera di fare quello che si sente e che crede sia più giusto per sé.
E ricorda che lavorare di notte al PC ogni tanto o per un periodo limitato di tempo (anche se prolungato) può essere meno dannoso di chi si alza alle 7 di mattina per lavorare ma poi dopo 10 ore sta al bar a sfondarsi di spritz, patatine e pizzette.
Qua ti riporto evidenze e studi scientifici che spero ti invitino a riflessioni e a piccoli cambi di rotta, se necessario. Poi vedremo come equilibrarsi per continuare a fare quello che ci piace o che ci è necessario con meno rischi possibile per la nostra salute fisica, mentale ed emotiva.
1) Alterazione del ritmo circadiano e disturbi del sonno
Come abbiamo detto, dentro di noi c’è un orologio biologico che regola il ciclo sonno-veglia e la stragrande maggioranza delle funzioni fisiologiche che ci tengono in piedi. Se alteri questo delicato meccanismo, puoi cadere nell’insonnia o in un’eccessiva sonnolenza diurna. Quindi, a lungo andare, sarai sempre meno vigile e concentrato. E questo non lo dice il copywriter di Kilobit… ma l’Istituto Superiore di Sanità.
2) Impatto sulla salute metabolica
I meccanismi di regolazione del glucosio e del metabolismo sono essenziali per il mantenimento dell’omeostasi energetica del corpo.
Andando a sbilanciare questi equilibri attraverso un sonno disordinato e nelle ore meno indicate, si può arrivare ad alterazioni nella regolazione della glicemia, nella conversione dei nutrienti che assumi in energia utilizzabile e nell’immagazzinamento dell’energia in eccesso.
Le due conseguenze negative di queste alterazioni possono essere il diabete di tipo 2 e l’obesità (leggi qui lo studio su Pubmed).
3) Aumento dei rischi cardiovascolari
Ce ne sono a bizzeffe di studi epidemiologici che correlano il lavoro notturno prolungato all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Una meta-analisi e revisione sistematica in particolare (che trovi qui) indica che i lavoratori a turni notturni – rispetto a chi lavora di giorno – potrebbero avere un rischio maggiore del 17% di eventi cardiovascolari e quasi il 20% di mortalità in più per le stesse cause. E questo risulta anche dopo aver aggiustato altri fattori di rischio noti come il fumo, l’ipertensione e il diabete.
4) Conseguenze sulla salute mentale (parola di infermiera)
Qui entriamo in un campo delicato, perché neanche il miglior psicoterapeuta o psichiatra del mondo può sempre sapere cosa c’è nella mente di una persona quando è da sola con sé stessa. Tuttavia, a quanto pare, il lavoro notturno prolungato può aumentare i rischi di depressione e ansia: ma perché? Non dovrebbe essere il momento in cui si è più liberi e rilassati?
Ti basta solo un weekend in cui stai più attivo di giorno o una settimana di vacanza in cui segui altri orari, per ritrovarti da capo a dodici con il lavoro che hai fatto per abituare il tuo corpo.
Quindi sarai sempre in debito di sonno ristoratore, anche se dormi. Questa deprivazione cronica ha effetti sulla neurochimica cerebrale e sulla regolazione emotiva. Quindi è facile arrivare a uno stato di stress duraturo.
Se non ci credi chiedilo alle infermiere…
5) Problemi gastrointestinali
Il sistema digestivo umano, come per la regolazione metabolica, è regolato dal ritmo circadiano. Questo influenza:
- secrezione di acidi,
- motilità intestinale,
- assorbimento dei nutrienti.
Rompere il ritmo circadiano e invertirlo, può causare o favorire la gastrite, l’ulcera peptica e la sindrome dell’intestino irritabile (leggi questo studio per verificarlo).
E ciò avviene solo per l’alterazione dei processi digestivi fisiologici indotti da questa rottura e inversione di ritmo naturale.
Se ci mettiamo insieme anche la facile tentazione di ricorrere a scelte alimentare meno salutari quando si lavora di notte al PC, e al cambio dell’orario dei pasti, avremo un mix poco raccomandabile per il nostro sistema gastrointestinale.
6) Impatto sulle funzioni cognitive
Il nostro orologio biologico interno è intrinseco, come dicevamo. In altre parole siamo fatti per essere operativi dalla mattina presto fino al tardo pomeriggio. Poi, il corpo ci comincia ad accompagnare verso il sonno.
Se viviamo al contrario, stiamo operando nelle ore più svantaggiose.
E questo ha effetti sulle nostre funzioni cognitive (approfondisci qui). Il lavoro notturno prolungato quindi può ridurre:
- la capacità di attenzione,
- di memoria,
- la velocità di elaborazione,
- e le funzioni esecutive, come pianificazione e risoluzione dei problemi.
7) Affaticamento oculare e stress visivo
Chiunque lavori al PC è a rischio di affaticarsi gli occhi. Questo è chiaro. Ma il lavoro notturno può essere un aggravante per l’incidenza e la gravità di questo rischio, perché né le condizioni ambientali né le condizioni fisiologiche sono le migliori per esporsi alle luci blu.
Luci blu (qui trovi approfondimento), che favoriscono una condizione chiamata sindrome da visione al computer, la quale presenta i seguenti sintomi:
- secchezza oculare,
- irritazione,
- rossore,
- visione offuscata o doppia,
- mal di testa.
In più, sostituire la luce del sole con lo schermo di un PC e con una lampadina, ha effetti negativi sulla produzione di melatonina… che – guarda un po’ – ha conseguenze sulla qualità del sonno. E se già dormi male, figurati che circolo vizioso che si va a creare.
E se proprio non puoi fare a meno del lavoro notturno…
Devi scendere a compromessi e sacrificare ancora di più. A meno che tu non sia fisicamente costretta a lavorare di notte, stai scegliendo uno stile di vita che comporta responsabilità maggiori di chi lavora di giorno. Sempre che tu voglia portarlo avanti a lungo senza conseguenze gravi sulla salute.
Pensavi di fare come ti pare mentre gli altri dormono, eh?
Se vuoi che questo stile di vita sia sostenibile devi fare in modo di avere orari di sonno e veglia costanti, anche nei weekend e durante le vacanze. Quindi non puoi fare il ratto da PC notturno durante la settimana e poi ritornare un essere umano illuminato dal sole di mezzogiorno ogni sabato e domenica. Sennò il tuo ritmo circadiano, già invertito, neanche sarà stabile.
Poi devi gestire adeguatamente l’esposizione alla luce blu a seconda di quando ti svegli e di quando vai a dormire. Questo significa che nelle ore precedenti al sonno dovresti quantomeno ridurre l’esposizione, se non evitarla. E se riesci dovresti esporti a luce naturale intensa appena ti svegli. Ma se ti svegli dopo il tramonto, a meno che non ti trovi vicino al Circolo Polare nel momento dell’anno giusto, beh… hai capito.
Occhio a non isolarti e prendi le info sul web con le pinze
Compreso questo articolo. Io come web agency mi sono affidato alla consulenza di un centro clinico multidisciplinare e a fonti autorevoli per dare valore a queste informazioni.
Tuttavia sappi che quanto scritto qui è un’elaborazione generale che non potrà mai e in nessun modo sostituire il parere e le somministrazioni del tuo medico di fiducia e di qualsiasi specialista al quale potrai rivolgerti e che ti conoscerà personalmente.
Io spero di averti dato un po’ di sana informazione e degli spunti interessanti. E a proposito di spunti, mi sento di dirti un’ultima cosa: so quanto è bello il lavoro notturno. Per me che scrivo è splendido perché, quando tutti dormono, mi immergo di più e non mi sento mai disturbato.
Tuttavia ho dovuto darci un taglio, perché per forza di cose mi ero più isolato. Infatti, a meno che non conosci solo vampiri, statisticamente abbiamo poche persone accanto disposte a vivere al contrario e quindi a intrattenere relazioni profonde con chi è attivo solo di notte: perché privarcene?
Perché privarci del confronto che si può avere tra colleghi? Perché privarsi di fare una pausa pranzo e uscire con il sole in faccia (se c’è)?
E alla fine dei conti il lavoro notturno lo puoi sempre adottare di tanto in tanto. Regolarlo non significa abbandonarlo. Vedrai che sarà ancora più bello farsi la nottata immersiva, se davvero lo vuoi e se hai aspettato il momento giusto per farlo.