Un sito multilingua non è mica una bacchetta magica. Molte aziende infatti credono che basti tradurre il sito in inglese per diventare “internazionali”, e quindi aumentare le visite, il posizionamento su Google e le conversioni.
Ma il sito multilingua è uno strumento utile solo se risponde a una strategia. Altrimenti può diventare con molta facilità un labirinto di pagine duplicate, testi tradotti male: dove l’utente si disorienta e perde tempo.

La qualità percepita cala, con effetti sul brand, sulla sua offerta e sulla fiducia che ripone l’utente istintivamente nel tuo sito. Così te lo bruci: il tuo “sito multilingua” viene abbandonato e non raggiungi chi pensavi di intercettare.
Non tutte le attività hanno bisogno di un sito multilingua
Se lavori con clienti locali è molto più vantaggioso ottimizzare ciò che già hai, invece di moltiplicare contenuti che non leggerà nessuno. Potresti avere soltanto bisogno di un sito localizzato nella tua lingua e chiudere qui questo articolo.
Se invece lavori tra varie parti di Italia, Spagna, Germania, Stati Uniti, Cina… potresti aver bisogno di un sito multilingua: qui scopri quando serve davvero, quando invece complica le cose, e quali alternative esistono per comunicare con un pubblico internazionale.
Un sito multilingua non è solo un sito tradotto
Deve arrivare a target diversi non solo a livello di linguaggio scritto. Quindi i contenuti, l’URL e le strategie SEO si devono personalizzare per ogni lingua e Paese.
Un sito multilingua perciò è un sistema di siti paralleli – simili ma distinti – ognuno con i propri testi, meta tag e URL. Quindi le pagine in altre lingue NON sono duplicati tradotti, ma pagine collegate tra loro con un diverso lavoro di localizzazione ed esperienza utente.
Come minimo, si deve poter passare da una lingua all’altra con un pulsante. Ma esiste anche il tag hreflang, che aiuta Google a capire quale versione mostrare direttamente a chi. Più siti web tradotti “a mano” senza logica SEO non sono un sito multilingua.
Quando ti serve davvero un sito multilingua
Abbiamo capito che un sito multilingua ha senso solo quando ti conviene investire in un lavoro studiato. Andiamo più nel pratico:
- Ti serve se vuoi vendere e spedire all’estero (o se già lo fai). Infatti limitarsi all’inglese, può limitare il coinvolgimento. E in più, la lingua ti fa piazzare nella SEO locale del paese che ti interessa.
- Se collabori con partner internazionali.
- Se ricevi tanto traffico da altri Paesi e vuoi migliorare la user experience di chi ti trova su Google.
Quando invece un sito multilingua non ti serve proprio
- La tua attività lavora su base locale.
- Il traffico estero che ricevi è poco o zero.
- Hai poche risorse per un lavoro SEO localizzato in altri paesi e per traduzioni affidabili.
- Gestisci tutto da solo e già fai fatica a tenere aggiornati i tuoi contenuti in una lingua sola.
Ecco: in questi casi aggiungere versioni linguistiche “tanto per” non solo diventa inutile ma rischia di danneggiare la SEO che già hai. Meglio un sito in una sola lingua – ma ben ottimizzato – che due versioni scarsamente ottimizzate che si mordono a vicenda.
Oggi allora non ti serve proprio un sito multilingua. Almeno non adesso. Magari se la tua attività si espande – e se la sua natura lo implica – proprio attraverso un lavoro localizzato oggi, potresti raccogliere domani le opportunità e le basi per fare la stessa cosa all’estero.
Con calma: un passo alla volta, così ci lavorerai meglio e potresti anche scoprire che non ti servirà mai.
Le 4 domande che dovresti farti prima di investire in un sito multilingua
Ogni attività ha le sue dinamiche e le sue visioni. Potresti avere ottime ragioni di farti un sito multilingua, ma non aver ancora focalizzato l’obiettivo più conveniente. Prima di tradurre il tuo sito in inglese, tedesco o giapponese, fermati un attimo e analizza questi fattori:
- Volumi di traffico.
- Utenti esteri.
- Potenziale di crescita.
- Se hai le risorse necessarie per una lavorazione ottimale.
- Il tuo proposito.
E per aiutarti rispondi a queste 4 domande:
1) Ricevi visite da paesi esteri?
Apri Analytics o Search Console e guarda da dove arrivano gli utenti sul tuo sito. Se scopri che una parte significativa del traffico proviene da altri paesi, significa che potrebbe valere la pena di investire in un sito multilingua personalizzato per ognuno di quei paesi. Così migliori l’esperienza utente e la permanenza… ma devi sempre fare attenzione a sostenere una struttura del sito più complessa.
2) Hai clienti o richieste dall’estero?
Se sei già a questo punto, tanto di cappello.
Hai domanda dall’estero, quindi un sito multilingua potrebbe servirti.
O magari oggi ti basta una singola landing page ottimizzata per uno specifico paese estero: contattaci direttamente per scoprirlo.
3) Puoi gestire traduzioni e aggiornamenti costanti?
Eh sì: qualunque sito ha bisogno di manutenzione. Se vuoi farti un sito multilingua, devi assicurarti di avere il budget e le competenze per gestire testi, contenuti e revisioni. Se ti mancano, meglio restare su una lingua sola ottimizzata il più possibile.
4) Hai budget o risorse per la SEO internazionale?
Ripetiamo che tradurre non basta. Ogni lingua richiede una keyword research dedicata, link building, URL localizzati e tag hreflang, che abbiamo detto indispensabili per far apparire il tuo sito direttamente nella lingua dell’utente su Google.
Se non puoi contare su figure, competenze e fondi dedicati alla SEO, rischi di lavorare a metà e vanificando quello che hai fatto.
Consiglio spassionato? Investi in una lingua per volta, gradualmente.
I 5 errori più comuni nei siti multilingua
Mica è facile realizzare bene un sito multilingua. Con le possibilità di oggi è vero che si può tradurre ogni lingua. Ma il problema non è nella lingua: è in come viene gestita.
- Traduzione automatiche non revisionate: la sciatteria non paga.
- URL e tag hreflang configurati male: non vorrai che Google mostri una pagina in giapponese a un utente tedesco?
- Keyword identiche in tutte le lingue: non basta tradurre le keyword che hai usato nel tuo sito, perché una traduzione letterale spesso non si accorda alle forme e agli intenti di ricerca delle persone di un determinato Paese.
- Contenuti non aggiornati: perché avere una pagina curatissima in italiano e una pagina in inglese carente? Oltre a essere una mancanza di cura per i tuoi utenti esteri (e un’opportunità mancata di mostrarti al meglio che già hai) Google potrà indicizzare versioni sbagliate, considerare le pagine come contenuti duplicati e ridurre la visibilità complessiva del dominio per scarsa coerenza.
- Localizzazioni ignorate: spesso ti basta la tua immagine di brand, quindi puoi evitare di affidarti a immagini, riferimenti culturali e design per pubblici di altri paesi. Ma ignorare completamente la localizzazione in questi termini è un errore.
E se volessi rivolgerti all’estero senza realizzare un sito multilingua?
Molti si trovano in una via di mezzo in cui potrebbero espandersi ma fare un sito multilingua non conviene. Se sei in questa condizione, puoi avere risultati risparmiando tempo e soldi: come? Basta focalizzarti su un obiettivo chiaro:
- Crea una landing page in inglese con una selezione di contenuti mirati, se vuoi fare campagne internazionali o se vuoi rivolgerti a mercati specifici.
- Organizza un blog bilingue, per determinati articoli personalizzati allo scopo di fare link building e di piazzarti sulle ricerche di alcuni paesi.
- Adatta i social per fare numero di visualizzazioni e traffico. Le immagini e la musica parlano a chiunque. Poi le persone potranno tradursi la caption premendo un tasto su Instagram per esempio.
- E se vuoi studiare il pubblico prima di investire, affidati a consulenze professionali o a plugin e tool automatici che testano la reazione del pubblico.