In oltre vent’anni i motori di ricerca hanno plasmato la conoscenza di miliardi di persone. Qualsiasi dubbio, basta chiedere a Google… o no?
Se trovi subito una risposta a quello che cerchi, non vale sempre la pena scorrere le pagine della SERP e confrontare le fonti. Spesso, ci bastano i risultati che si sono piazzati nelle prime posizioni in organico (SEO), giusto? Bastano i riassunti che rispondono direttamente riportando la fonte (snippet, posizione 0), le inserzioni (SEA). Allora quei risultati diventano verità facili da consultare e da credere. Verità largamente diffuse e considerate autorevoli:
- a livello globale Google, nel 2024, infatti elaborava circa 8 miliardi di ricerche al giorno;
- Bing,150 milioni;
- Yahoo! 120 milioni;
- DuckDuckGo, 100 milioni;
- Yandex 100 milioni;
- Ecosia, 20 milioni.
Alla luce di queste stime è evidente che i motori di ricerca tradizionali non sono ancora superati.
I modelli di IA possono fare da motori di ricerca avanzati
C’è un tempo naturale che deve trascorrere prima che una tecnologia sia adottata largamente. Le alternative ai motori di ricerca tradizionali, già ci sono da anni. Quindi non pensiamo che, se oggi i motori di ricerca sono consultati da decine di miliardi di persone globalmente, sarà necessariamente così anche tra poco tempo.
- ChatGPT in UE, attualmente è utilizzato come motore ricerca da 41,3 milioni di utenti mensili.
- Negli Stati Uniti, su 1500 persone di età compresa tra i 18 e i 76 anni prese in esame da HigherVisibility, il 71,5% dichiara di avere utilizzato almeno una volta l’IA per fare ricerca. Il 14% ne fa questo utilizzo quotidianamente.
- Secondo Statista, gli utenti AI globali (tra lavoro e ricerca) diventeranno circa 730 milioni entro il 2030.
Google intanto si adatta con l’AI Overviews, utilizzato da oltre un miliardo di persone al mese.
Le IA sostituiranno i motori di ricerca tradizionali?
Già da qualche anno, svariati modelli di IA si utilizzano come motori di ricerca avanzati, perché danno risposte immediate, elaborate in adattamento al comando che tu gli dai (il prompt). Certo: le risposte dell’IA si basano sui risultati dei motori di ricerca, perché i modelli di AI si addestrano con quei dati. Ma solo in parte e a volte fino a una certa data.
Ai modelli di intelligenza artificiale puoi dare in pasto libri, manuali, immagini, video, dati personali. C’è Grok, per esempio, che cerca in tempo reale sul social X. E non è il solo modello che lo fa e che ha anche funzioni di deep search.
Guardiamo in faccia la realtà… in tutti i sensi
Rispetto a motori di ricerca tradizionali è imparagonabile la mole di informazioni a cui accede un’IA e come le elabora in base a richieste molto specifiche. Ti fanno da motore di ricerca su misura.
Ma l’IA ha parecchi limiti. Infatti, a forza di macinare dati, questi si esauriscono. Con le resistenze della privacy e dei diritti d’autore, si può trovare in punti di stallo. Già è diffuso l’addestramento con dati sintetici: ovvero dati che vengono da altre IA. Quindi può variare molto l’attendibilità e l’affidabilità del modello in base a questo.
La qualità della ricerca con IA è assicurata?
Se vuoi usare l’IA come motore di ricerca avanzato devi analizzare le risposte che ti dà e metterle alla prova. Chiedi fonti al modello, valle a vedere. Fai check di attendibilità con altri modelli di IA. Oppure – e qui stiamo arrivando al punto – fai verifiche incrociate sui motori di ricerca.
Altrimenti è come fare una ricerca su Google e cliccare alla cieca sul primissimo risultato che vedi.
L’IA ad oggi è un supplemento dei motori di ricerca tradizionali
Nulla esclude che miliardi di persone possano spegnere il cervello, e diventare ricevitori passivi di risposte elaborate artificialmente: che spesso sono sfumate o addirittura totalmente errate.
Per adesso i motori di ricerca tradizionali dominano il traffico, vuoi per una questione di accessibilità tecnologica, vuoi per abitudine. Ma che rimarrà sempre così non è una certezza, anzi.
Le AI si integrano ai motori di ricerca tradizionali, determinandone nuovi utilizzi… come per esempio gli assistenti vocali.
Gli assistenti vocali sostituiranno i motori di ricerca tradizionali?
Gli assistenti vocali come Alexa, Siri e compagnia bella ci sono da un bel po’ e lo sappiamo. Ma forse non lo sapevi che secondo i dati di Google, in Italia, già nel 2018, il 27% della popolazione online utilizzava la ricerca vocale su dispositivi mobili.
È chiaro che è da prendere in considerazione e ci si può aspettare un aumento di utilizzo. L’interazione è più comoda, conversazionale. Cambiano l’intento di ricerca, la forma della risposta e il modo in cui i dati vengono selezionati.
Anche qui sorge la stessa criticità dell’IA: la ricerca vocale ti dà risposte pronte. E a differenza delle IA, dove almeno puoi dare prompt molto precisi, a voce è complicato approfondire.
Ma diventano sempre più potenti
È sempre è complicato parlare con l’assistente vocale? Ovviamente, il progresso c’è anche su questo aspetto. GPT-4o Voice, ad esempio, ha una latenza di circa 232 ms, che si avvicina al dialogo umano. Poi è multimodale (quindi elabora contemporaneamente voce, testo e immagini), può tradurre istantaneamente da più lingue. Soprattutto (a differenza di Alexa e simili) ricorda il contesto della conversazione e si adatta dinamicamente. E si può usare da app mobile.
Quindi dimentica – se ce l’avevi in mente – l’idea che gli assistenti vocali siano al livello di un’Alexa di qualche anno fa. Oggi con le IA ci si possono avere conversazioni.
Cosa che, indiscutibilmente, influenza la modalità di ricerca.
Eppure, la ricerca vocale condiziona la SEO… ed è influenzata dalla SEO
I risultati delle ricerche vocali si basano spesso su i risultati di Google. E, allo stesso tempo, le query vocali (stabilite dalle domande che fanno spontaneamente gli utenti) spingono Google a dare risalto a contenuti che rispondono in modo diretto e naturale. Quindi la sintesi “dattilografata” che consigliano gli Yoast su WordPress, può essere messa in discussione. Questo, a favore di risposte espresse in un linguaggio più vicino al parlato.
Con le dovute riserve. Noi infatti utilizziamo una via di mezzo. Creare un ritmo tra frasi da “scrittura” e frasi da “parlato” secondo noi crea il giusto equilibrio di scrittura SEO: tra la comprensione umana e quella dei motori di ricerca.
Tu che ne dici?
5 motivi per cui i motori di ricerca oggi non sono superati
- Soprattutto per le decisioni di acquisto, le persone oggi hanno ancora bisogno di verificare fonti aggiornate dai motori di ricerca e avere a disposizione una vetrina di siti e di annunci tra i quali scegliere.
- I motori di ricerca sono un elemento ancora determinante dell’attuale ecosistema dei siti web e dei social.
- Anche se l’AI generativa e gli assistenti vocali si possono usare indipendentemente dai motori di ricerca, oggi si integrano ad essi e tantissime persone li usano IA e assistenti vocali come supplemento e comodità per richieste rapide.
- Se virtualmente venisse usata solo l’IA per fare lo stesso numero di ricerche che si fanno su Google ogni giorno globalmente, ci sarebbero crisi energetiche. Quindi neanche è attualmente sostenibile una sostituzione in toto.
- La SEO è ancora una pratica che vende: questo è sia un indice, sia una causa della ragion d’essere e dell’attualità dei motori dei ricerca.
E quindi sì, anche la SEO continua servire.
Se ti interessa continuaci a seguire… o contattaci per la tua consulenza.