Grazie all’aumento del traffico web e delle relative soluzioni di marketing, aprire un e-commerce diventa una scelta sempre più diffusa e in diversi casi vantaggiosa. Infatti chi fa impresa o possiede un negozio fisico diffonde i suoi prodotti in nuovi mercati. È possibile intraprendere nuove attività che prima non esistevano, perché operano esclusivamente online fornendo materiale multimediale, software e servizi in digitale. Le aziende si espandono, trovano nuovi clienti e facilitano i contatti con i fornitori. Enormi piattaforme diffuse a livello mondiale mettono a disposizione spazi promozionali e servizi logistici.
E intanto nel metaverso crescono negozi e attività commerciali in realtà virtuale dove si scambiano criptovalute, con solidi diritti d’autore sugli NFT, e attraverso blockchain che assicurano valori tracciabili e condivisi su reti a registro distribuito.
Vendere online in più modalità ormai è alla portata di tutti e i confini stanno sparendo.
Hai intenzione finalmente di aprire un e-commerce ma non hai le idee chiare?
Qui ci sono i concetti base per orientarti.
Aprire un un e-commerce indiretto
La prima scelta da prendere prima di aprire un e-commerce dipende da cosa vendi. Per esperienza nostra, vanno per la maggiore i corrispettivi virtuali dei negozi fisici. Quindi delle vetrine online dove sono esposti gli stessi prodotti che si trovano nel negozio fisico. In questo caso si parla di e-commerce indiretto. I vantaggi di questa scelta sono molti.
Innanzitutto i clienti possono vedere e acquistare i tuoi prodotti comodamente da casa, oppure con uno smartphone o un tablet ovunque si trovino. Poi si possono raggiungere clienti anche al di fuori della propria città.
Inoltre un e-commerce crea un canale diretto con la propria pubblicità, quindi la ottimizza. In altre parole, se un cliente cerca un prodotto e vede la tua ads su Google, se l’annuncio porta a un e-commerce acquisterà direttamente da lì invece di dover uscire di casa e venire al negozio. Più passaggi si risparmiano, più facilmente si vende.
Le criticità stanno nello stoccaggio e nella spedizione, che vedremo più avanti approfondendo i modelli di business.
Aprire un e-commerce diretto
L’e-commerce diretto invece si svolge interamente online. I vantaggi sono l’assenza di logistica e stoccaggio, ma questo restringe il campo di offerta. Infatti interessa esclusivamente la compravendita di materiale multimediale, fornitura di software, servizi digitali, e i casi in cui il venditore non possiede il prodotto.
Tipologie di e-commerce a seconda delle parti coinvolte
- B2B (business to business): si esercita tra un’impresa e l’altra. Un esempio è il rapporto tra azienda e fornitore.
- B2C (business to consumer): indica un rapporto tra azienda e consumatore. Uno dei casi più rappresentativi è Amazon.
- C2C (consumer to consumer): un esempio sono le aste online o le piattaforme di compravendita.
- C2B (consumer to business): è quando i consumatori offrono un prodotto o un servizio ad aziende o imprese: è il caso di liberi professionisti ingaggiati online o di blogger e influencer che pubblicizzano un prodotto.
- B2A e C2A (business to administration, consumer to administration): commercio elettronico relativo alle pubbliche amministrazioni. Il rapporto coinvolge sia business che consumatori. Queste modalità di e-commerce nel nostro paese sono arretrate, ma la comodità, la fruibilità e una risposta positiva sempre più diffusa incoraggiano la conversione dai metodi tradizionali.
Modelli di business per aprire un e-commerce.
Ora andiamo a vedere i principali modelli di business per e-commerce. Quali sono quelli adatti a te? Considera che questi modelli si possono combinare e possono essere applicati secondo le tipologie che hai appena letto,
Dropshipping (senza spedizione)
La piattaforma di e-commerce espone i prodotti e processa i pagamenti.
Il venditore non possiede il prodotto né lo spedisce, quindi fa da tramite tra cliente e fornitore.
In questo caso i margini di guadagno sono più bassi rispetto ad altri modelli di business, ma sono più basse anche le spese per aprire l’e-commerce e sono inesistenti i costi relativi a logistica, stoccaggio e sede fisica.
Wholesailing (ingrosso)
Consiste nell’acquisto di prodotti in grande quantità per poi rivenderli a un prezzo competitivo. È previsto un ingente volume di vendite per coprire sia gli acquisti, sia le spese legate alla gestione del magazzino, all’imballaggio e alla consegna.
Alibaba ha avuto successo applicando il Wholesailing.
Warehousing (magazzino)
Un’azienda possiede un magazzino, espone i prodotti sulla piattaforma e-commerce e li spedisce direttamente.
Il rischio di accumulare giacenze invendute e dispendiose si può evitare grazie all’approvvigionamento strategico e controllato, spesso automatizzato da software funzionali interni alla piattaforma e-commerce.
Quindi anche aziende con budget e magazzino limitati possono avvicinarsi a questo modello di business.
Whitelabel (etichetta bianca)
Il prodotto del fornitore viene personalizzato da chi lo vende. Qui è importante valutare bene la domanda. Infatti i fornitori richiedono un ordine minimo, che in alcuni casi può superare le vendite previste.
Il Whitelabel lo praticano influencer, artisti grafici, ma anche negozi particolarmente brandizzati. C’è chi per esempio applica etichette personalizzate sulle bottigliette d’acqua, oppure ci sono dei pub che fanno stampare il proprio marchio su delle magliette (o su delle bottiglie) che vendono ai clienti attraverso piattaforme online pubblicizzate dalle pagine social (strategie di Marketing Digitale).
Questo modello di business si presta particolarmente a coltivare la notorietà del marchio (Brand Awareness).
Produzione
Se disponi di risorse solide e vuoi espanderti sul web è il modello di business più adatto a te. L’azienda si occupa di tutti i processi di produzione, stoccaggio e logistica. Quest’ultima, con costi variabili, può essere delegata a terzi (un esempio è il servizio Amazon FBA, del quale offriamo una consulenza specializzata).
Subscription
Prevede abbonamenti mensili o annuali per fornitura di prodotti o servizi.
L’automatizzazione dei processi riduce parecchio i tempi e le risorse impiegate nella gestione.
Qui si gioca sul medio-lungo termine, con l’obiettivo di garantirsi un’entrata costante a cadenza precisa. Tramite Subscription si possono anche attuare strategie di Marketing Digitale, come per esempio offrire abbonamenti a scatola chiusa (e a prezzi convenienti) sia per far conoscere tutta la gamma di prodotti ai clienti che già acquistano da te, sia per incoraggiare nuovi clienti a sceglierti.
Freemium
Cessione gratuita di un prodotto, di un servizio, o parte di essi, in funzione di vendere supplementi premium. Esempi si trovano in tantissimi fornitori di software come antivirus, traduttori, pacchetti Adobe, Office…
Costi per aprire un e-commerce.
Uno dei dubbi maggiori che puoi avere quando decidi di aprire un e-commerce sono di sicuro i costi. È ovvia l’importanza che ha un’attenta valutazione di costi e benefici, per capire se ti conviene investire e come.
I costi sono estremamente variabili. Non esistono prontuari oggettivi da consultare alla svelta.
Quello che possiamo chiarire però sono i fattori da mettere in conto:
- La tipologia di e-commerce e il modello di business che decidi di applicare.
- La piattaforma, comprese le eventuali personalizzazioni grafiche e delle funzioni.
- Eventuali licenze per software.
- L’hosting, cioè la connessione h24 di un computer così che l’e-commerce sia visitabile in ogni momento.
- Sistemi di misurazione (tipo Google Analytics).
- Ottimizzazione SEO e campagne promozionali.
- Qualità del lavoro e tempi di consegna di professionisti/web agency.
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