Gli algoritmi dei motori di ricerca favoriscono i contenuti scritti secondo le tecniche e gli accorgimenti della scrittura SEO, detta anche SEO copywriting. È importante finire in prima pagina. E non succede a caso.
I contenuti nelle prime posizioni sono sostanzialmente gli unici che visitano gli utenti per rispondere alle loro domande. Se infatti l’articolo è scritto chiaramente e risponde in maniera soddisfacente alle domande, l’utente smetterà di cercare altrove.
Se l’utente attraverso link interni può passare ad altri contenuti pertinenti esplorerà il tuo sito, potrà conoscerlo meglio e se gli piace continuerà a visitarlo in futuro. Questo meccanismo porta traffico e contribuisce a far crescere ancora la visibilità.
E infine, scopo ultimo (ma non sempre l’unico) porta a vendere.
La scrittura SEO è alla base delle strategie di web marketing, e contribuisce ai seguenti risultati:
- visibilità,
- traffico,
- fondazione di un linguaggio riconoscibile,
- quindi un’identità di brand definita e credibile,
- utenti intrattenuti, coinvolti e informati,
- conversione degli utenti in clienti affezionati.
Il focus di questo articoli è sulla scrittura SEO per articoli, ma i concetti di base valgono anche per i contenuti scritti di una landing page o per un post sui social.
Cosa si fa in pratica
Innanzitutto si cercano le parole chiave (keywords) e si analizzano tramite piattaforme che forniscono una serie di dati. Noi, per esempio, utilizziamo Ahrefs e Google Trends combinati.
Si vede quanto sono cercate le parole chiave (volume) e il traffico che potenzialmente si può generare se si utilizzano quelle parole chiave nei contenuti. Poi quanto è difficile piazzarsi in prima pagina.
Così si trovano gli argomenti correlati, le domande ricorrenti e si può anche analizzare la concorrenza.
Incrociando i dati quindi si può procedere alla stesura dell’articolo. Si utilizzeranno le parole chiave nel testo, nei titoli, si tratteranno gli argomenti correlati e si cercherà di rispondere in maniera chiara ed esaustiva alle domande ricorrenti. Come ti accennavamo all’inizio si possono aggiungere link interni per favorire il traffico nel resto del sito, immagini e se necessario link esterni per aggiungere valore all’articolo e approfondire l’argomento, a patto che siano fonti autorevoli.
Lo strumento più comune per aiutarti è il plug-in Yoast SEO per WordPress.
Una volta che il contenuto è stato scritto si ottimizza in chiave SEO con slug e meta descrizione.
Come vedi nell’immagine a sinistra si tratta di compilare l’anteprima che trovi sulla pagina di risultato del motore di ricerca.
Slug è quello che c’è scritto vicino al dominio kilobit.it. In altre parole è quella parte dell’URL che indica precisamente la pagina sul sito web e ne definisce il contenuto.
La meta descrizione fornisce una sintesi.
Slug e meta descrizione contenendo la parola chiave servono pure a indicizzare, quindi a cercare di piazzarsi in prima pagina.
Oltre a questi parametri è utilissimo anche inserire delle immagini e ottimizzarle. Per ottimizzarle bisogna compilare title e attributo alt dell’immagine. Il title è il titolo con cui salvi il file. Va scritto come lo slug, con trattini tra una parola e l’altra. L’attributo alt invece spiega il contenuto dell’immagine. Sia nel title che nell’attributo alt andrebbe inserita la keyword in maniera naturale. Affinché sia così è importante che le immagini che scegli siano coerenti con ciò che stai trattando.
Qualità della scrittura SEO
La qualità dei contenuti scritti che proponi, agli occhi dell’utente riflette la qualità dei tuoi servizi e la tua affidabilità. Perciò la SEO copywriting, oltre a dover “piacere” ai motori di ricerca deve essere indirizzata alle persone che leggono.
Considera pure che gli algoritmi dei motori di ricerca oggi sono sempre più intelligenti. Fino a circa una decina di anni fa bastava scrivere ripetutamente le parole chiave per piazzarsi. Oggi invece le regole tecniche si accordano sempre di più alla fruizione umana.
Le persone poi sono mediamente più abituate a riconoscere i contenuti scritti da qualcuno che conosce l’argomento (non da un bot o da un improvvisato) e che oltre a volersi piazzare in prima pagina desidera che il contenuto arricchisca.
Questo è vantaggioso da tutti i punti di vista.
Sappi che è controproducente creare e pubblicare un contenuto che non apporta un valore concreto, perché quasi certamente gli algoritmi dei motori di ricerca lo penalizzano e quindi neanche lo piazzano in prima pagina.
Se mai si dovesse piazzare, sarebbe controproducente a maggior ragione perché tanti utenti vedrebbero un contenuto di scarsa qualità che va a minare gravemente la credibilità del sito su cui è pubblicato.
Ci vogliono tempo, studio e lavoro per crearsi un’immagine autorevole ma ci vuole pochissimo a farla crollare.
Principali parametri per una buona SEO copywriting
- Pertinenza: quello che scrivi ha davvero a che fare con le ricerche che intercetti? Rispetta il tempo e l’intelligenza delle persone che ti leggono proponendo risposte dirette a quello che hanno cercato. La pertinenza premia sia nell’immediato che a lungo termine.
- Chiarezza: essere chiari nel linguaggio e nella struttura favorisce la lettura e la comprensione dell’argomento. Se promuovi un servizio incoraggi l’utilizzo ed eviti incomprensioni che compromettono la relazione con i tuoi clienti e ti fanno perdere tempo e risorse.
- La giusta lunghezza: un contenuto troppo corto rischia di non essere esaustivo e uno troppo lungo scoraggia la lettura. A seconda dell’argomento va trovata la giusta dimensione. Per l’argomento che stiamo trattando va bene stare intorno alle 1.000 parole.
- Originalità e valore concreto: con la vastità delle informazioni disponibili è quasi impossibile scrivere di qualcosa che non si è mai trattato. Questo non significa che si possa copiare di sana pianta quello che c’è in giro. I motori di ricerca spesso individuano chi copia e lo penalizzano, ed esistono software adatti a scoprire i contenuti copiati. Inoltre un utente accorto cerca da più fonti e vedendo lo storico delle pubblicazioni si rende conto di chi ha copiato chi. La chiave sta nell’utilizzare il linguaggio che appartiene al brand, utilizzare uno stile personale ed elaborare le informazioni apportando la propria esperienza diretta.
- Mirare al target: sapere a chi stai parlando condiziona il linguaggio e tutti i parametri che hai appena letto.
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