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Come scegliere il font giusto: guida per web, social e brand

Come ci regoliamo per scegliere il font giusto? Cosa dobbiamo considerare di più? L’estetica? Il proprio gusto? Basta che si legga la scritta e va bene così? Sì: in alcuni casi può pure funzionare così. Ma ti stai affidando al caso: sicuramente meno di scegliere con la benda sugli occhi…

uomo d'affari bendato sceglie tra simbolo font dollaro o font punto interrogativo

… ma più di quanto potresti e varrebbe la pena fare.

Scegliere il font giusto è una decisione strategica che influenza la percezione che hanno le persone del tuo brand, l’accessibilità, le visite, le permanenze: le conversioni. Un tassello della costruzione e della diffusione  comunicativa.

Se meglio ti si vede, più ti si vede, più ti si conosce per quello che esattamente vuoi trasmettere.

E per favorire questo, non esiste un solo font giusto.

Perché la scelta del font è strategica nel marketing digitale

Scegliere il font giusto significa definire il tono e la personalità del brand prima ancora che vengano letti i contenuti. La tipografia web quindi non è solo questione di elementi grafici – che si vedono i designer per conto loro, o che uno sviluppatore implementa su un sito in base agli spazi o alla sua iniziativa casuale. Si tratta un linguaggio visivo in grado di comunicare:

Quindi nella realizzazione di un sito web, di una campagna social o di una grafica pubblicitaria, il font incide direttamente sulla percezione del marchio: perché è effettivamente un primo approccio, che dà una prima impressione istintiva.

Un font allora dovrebbe essere deciso nell’ottica di una strategia di marketing digitale per migliorare:

Se vuoi andare a verificare, ti consiglio quest’articolo e questo studio di eye tracking. E intanto passiamo al cuore di questa guida.

Come cambia la scelta del font tra sito, social e branding

La coerenza del font in ogni contenuto e piattaforma dello stesso brand può sembrare la via migliore: scegli il font che ti caratterizza e butti quello in tutto.

In un’ottica di marketing digitale più approfondita però ogni canale si deve valutare a sé: perché ha le sue regole, il suo pubblico, il suo scopo. Quindi il carattere tipografico adatto a un post di Instagram potrebbe risultare poco leggibile per i titoli di un articolo SEO. E qua già arriviamo a distinguere tra font per indicizzare e font destinati a immagini: perché anche con gli OCR e gli algoritmi di Google ci dobbiamo confrontare, oltre che con le persone… e con mezzi specifici!

Come scegliere il font per un sito web

La priorità è la leggibilità digitale. I font devono essere chiari, reattivi e ben resi su ogni dispositivo. Meglio limitarsi a due famiglie tipografiche massimo: una per titoli e sottotitoli, una per il corpo del testo. Ma in un sito multipagina dove sono espressi servizi molto diversi tra loro e destinati a target diversi… perché non sbizzarrirsi con un font dedicato?

L’importante è che ci siano questi criteri fondamentali:

  1. Compatibilità per ogni browser e sistema operativo.
  2. Mantenere gerarchia tipografica in termini di dimensione e peso.
  3. Rimanere leggeri, comprimendo i file font caricati sul sito e limitandoli.
  4. Rispettare l’accessibilità (verifica la tua qui).

Font per articoli e contenuti editoriali

Qua devi pensare alla leggibilità prolungata, alla comprensione: quindi alla chiarezza e a evitare l’affaticamento visivo. Font come Serif classici o morbidi – e con un’interlinea di intorno 1.4/1.6 – fanno il lavoro loro, senza starci troppo a pensare.

Come scegliere il font per i social

Devi catturare l’attenzione in pochi secondi. In un feed visivo saturo, la tipografia è linguaggio chiaro e immediato:

  1. Evita come la peste font complessi e sottili, perché su un cellulare sono illeggibili.
  2. Fa che siano leggibili sia su sfondi chiari, che su sfondi scuri.
  3. Cerca di usare lo stesso font in tutti i post e nelle loro anteprime e sottotitoli, in modo da rafforzare la coerenza visiva del brand: in 2 secondi si deve capire che sei tu.

Grafiche e Sponsorizzate

In banner, newsletter e annunci il font anche deve massimizzare l’impatto visivo e chiarire. Soprattutto chiarire subito:

  1. Usa un solo font più elaborato e artistico per headline e uno neutro per testo e call to action.
  2. Ottimizza il contrasto e gli spazi bianchi: ti aiuta ad aumentare il tasso di click.
  3. Testa su più formati.
  4. Evita troppe decorazioni.

Come scegliere il font per stabilire linguaggio visivo e immagine di brand

Nel definire una brand identity efficace, la scelta del font è una decisione importante tanto quanto il logo e i colori. La tipografia del brand quindi diventa parte fondamentale della “voce visiva” di un’impresa: trasmette la sua personalità, i suoi valori e il suo posizionamento.

Un carattere Serif può evocare tradizione e affidabilità, un Sans Serif moderno può suggerire innovazione e chiarezza; mentre i font Script o Display sono meglio per loghi o headline: utilizzabili all’occorrenza per specifici contenuti di impatto.

Quindi per scegliere i font adatti al tuo brand, considera che in sito web, social, presentazioni, materiali stampati, grafiche e sponsorizzate  dovranno mantenere una coerenza visiva. Pur non essendo uguali

Sperimenta, testa e non dimenticare di verificare la licenza d’uso commerciale: alcuni font gratuiti infatti non consentono impieghi aziendali o per sponsorizzate. Quindi occhio.

I criteri da seguire nella scelta dei font

Ricapitolando, sai che scegliere il font giusto nel marketing digitale significa unire:

La prima regola che batte tutte è la leggibilità. Non ci sono scuse su questo, nessuna contorsione artistica che regga: la leggibilità prevale sull’aspetto decorativo.

Poi devi valutare:

E naturalmente l’accessibilità.

Gli 8 errori più comuni da evitare

Ora che hai le basi su cosa fare e come orientarti, ti salutiamo così: evita come la peste di:

  1. Usare font troppo diversi: mischiare oltre 3 famiglie tipografiche crea disordine visivo e disorienta rispetta all’immagine di brand.
  2. Scegliere font decorativi per testi lunghi: non sei un frate amanuense. Risparmia a chi ti dovrà leggere una forzatura serenamente evitabile.
  3. Mancare di coerenza tra canali: la coerenza trasmette ordine; l’ordine trasmette sicurezza, che facilmente si può declinare in fiducia. In più, usare i font a caso e incoerentemente trasmette poca cura e carenza di professionalità.
  4. Ignorare la compatibilità con i browser: non tutti i font in tutti i formati si caricano su tutti i browser. Tienine conto: .woff non è il verso del cane ombra cinese che hai visto prima, ma il formato che si adatta a ogni browser. Alcuni file font li puoi convertire in .woff o .woff2, ma alcune licenze commerciale non lo permettono e altri formati perdono variabili, se convertiti.
  5. Appesantire il sito con troppe varianti: ogni peso o stile aumenta i tempi di caricamento della pagina. La velocità di un sito è uno dei fattori principali che fanno la differenza tra visita e abbandono. Valuta tu.
  6. Dimenticare la licenza d’uso: il font è un’opera tecnica e artistica. Alcuni costano, alcuni hanno limitazioni commerciali, altri sono totalmente liberi su siti di stock o integrati in CMS.
  7. Trascurare l’accessibilità: rendendo il sito accessibile aumenti le probabilità che chiunque ti possa leggere e capire. Trascurare questo aspetto non ha senso.
  8. Seguire le mode del momento: lasciati ispirare, ma ricorda che le mode passano presto e ti fanno perdere nella massa. La personalizzazione di tipografie stabili e versatili ti permette invece un’originalità autentica e davvero connotativa.
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