# Sitemap per AI crawler – Kilobit Web Agency > Questo file raccoglie estratti e metadati delle nostre pagine e articoli per supportare i modelli di linguaggio nell’analisi dei contenuti di Kilobit Web Agency, specialisti in realizzazione siti web e digital marketing. > In questo file: 1. Elenco riassuntivo di Pagine e Articoli: [Titolo] – [URL] – [Meta description] 2. Sezione "Detailed Content": Titolo, Published, Modified, URL (e Categorie per gli articoli) Riassunto (prima delle 400 parole) Contenuto (prime 400 parole) --- ## Pagine - [Realizzazione Siti Web Roma](https://kilobit.it/realizzazione-siti-web-roma/): Realizzazione siti web a Roma per consulenti, avvocati e professionisti. Siti affidabili e su misura. Scopri i nostri servizi digitali. - [Promo Palestre](https://kilobit.it/promo-palestre/): Per titolari di palestre che vogliono DAVVERO nuovi iscritti Più iscritti in palestra nei primi 60 giorni — nessun rischio... - [Realizzazione Siti Web Torino](https://kilobit.it/realizzazione-siti-web-torino/): Realizzazione siti web a Torino con Kilobit: design su misura, SEO e supporto per aziende e professionisti. Scopri di più! - [Gestionale su Misura](https://kilobit.it/gestionale-su-misura/): Seleziona e crea le funzioni ideali per raggiungere adesso gli obiettivi che hai sempre desiderato con un gestionale su misura per te! - [Agenzia di Comunicazione Torino](https://kilobit.it/agenzia-comunicazione-torino/): Proponi il tuo bene o servizio ad utenti realmente interessati. Proteggi ed aumenta le prestazioni delle tue campagne. - [Comunicazione Social](https://kilobit.it/comunicazione-social/): Studiamo la comunicazione per i nostri clienti come fosse un abito del sarto, su misura e con il loro stile. Richiedi un preventivo gratuito con Kilobit. - [Sviluppo NFT](https://kilobit.it/agenzia-sviluppo-nft/): Realizza il tuo progetto NFT con Kilobit! Utilizziamo tecnologie e strumenti all'avanguardia per costruire la vostra piattaforma NFT. - [Sito E-commerce](https://kilobit.it/sito-e-commerce/): Raggiungere più clienti, semplifica le transazioni e aumenta le tue vendite. Affida a Kilobit lo sviluppo del tuo sito e-commerce. - [Sito Web](https://kilobit.it/sito-web/): Avere un sito è una soluzione pratica per essere presenti su internet con efficacia. Affida a Kilobit la realizzazione del tuo sito web. - [SEO e SEA](https://kilobit.it/seo-e-sea/): Le strategie di SEO e SEA permettono in maniere diverse di piazzarsi nelle prime posizioni. Affida a Kilobit l'ottimizzazione del tuo sito. - [Software e Gestionali](https://kilobit.it/software-gestionali/): Automatizza e facilita processi che altrimenti portano via tempo e denaro. Affida a Kilobit la realizzazione del tuo software gestionale personalizzato. - [Amazon FBA](https://kilobit.it/amazon-fba/): Vendi i tuoi prodotti direttamente su Amazon®, aumenta la visibilità e semplifica la logistica. Ottieni una consulenza gratuita con Kilobit. - [Blog](https://kilobit.it/blog/): Qualsiasi sia il tuo livello di esperienza nel web, i nostri articoli specifici possono aiutarti a stare al passo. Esplora il nostro blog. - [Contatti](https://kilobit.it/contatti/): Dove, come e quando trovarci. Utilizza i nostri contatti per prenotare un appuntamento in sede, dal Lunedì al Venerdì dalle 9:30 alle 17:30. - [Portfolio](https://kilobit.it/portfolio/): Ecco cosa può fare Kilobit per i suoi clienti. Esplora il nostro portfolio per accedere a una scheda più dettagliata. - [Home](https://kilobit.it/): Web Agency Torino - Kilobit, esperti in siti web e digital marketing. Contattaci ora per massimizzare la crescita del tuo business digitale. --- ## Articoli - [L'AI è una minaccia reale per il content creator?](https://kilobit.it/articolo/ai-minaccia-reale-per-il-content-creator/): Sei un content creator che teme di perdere il lavoro per colpa dell'AI? O invece sei l'ex cliente che fa tutto con l'AI? Parliamo. - [Oltre la copertina dell'interfaccia utente](https://kilobit.it/articolo/oltre-copertina-interfaccia-utente-siti-web/): L'interfaccia utente del tuo sito genera impressioni immediate nelle persone. Come si costruisce una prima impressione senza superficialità? - [Crescono le truffe sui social: come difendersi?](https://kilobit.it/articolo/crescono-le-truffe-sui-social-come-difendersi/): Fanno parte della quotidianità di milioni di persone e nel mazzo c'è chi vuole andare a pescare: non farti fregare dalle truffe sui social! - [L'AI farà il lavoro dello sviluppatore web?](https://kilobit.it/articolo/ai-fara-il-lavoro-dello-sviluppatore-web/): Lo spettro della sostituzione appare alla spalle dello sviluppatore web: ci crede? Gli ride in faccia? Fingerà di non vederlo? Ne avrà paura? - [E invece lo sai cos'è l'UI?](https://kilobit.it/articolo/e-invece-lo-sai-cosa-e-ui/): UI = interfaccia utente. Parliamo della messa in atto di un'esperienza progettata per un sito web, per un e-commerce, per un'app... - [Come lavorare da casa meglio... cucinando e lavando i piatti](https://kilobit.it/articolo/come-lavorare-da-casa-meglio-cucinando-e-lavando-i-piatti/): Le microattività come cucinare e lavare i piatti hanno impatto positivo sul benessere psicofisico: ottimo per chi può lavorare da casa. - [L'IA può soppiantare i social media manager?](https://kilobit.it/articolo/ia-puo-soppiantare-i-social-media-manager/): Se fai il social media manager e hai paura che l'IA ti sostituisca, dai una letta qui: la questione è molto più sfumata di quello che credi. - [Il segreto per siti web che convertono? La User Experience](https://kilobit.it/articolo/il-segreto-per-siti-web-che-convertono-la-user-experience/): Qui entriamo nel vivo della User Experience applicata a siti web ed e-commerce: l'obiettivo è convertire. Parola d'ordine? Chiarezza. - [I video con AI manderanno a casa i professionisti?](https://kilobit.it/articolo/video-con-ai-manderanno-a-casa-i-professionisti/): I video fatti con AI ti minacciano? Trova informazioni e spunti per adattarti all'ondata tecnologica senza perdere umanità e lavoro. - [Chi è l'UX designer? Cosa fa e come comunicarci](https://kilobit.it/articolo/chi-e-ux-designer-cosa-fa-e-come-comunicarci/): Studioso degli utenti, l'UX designer diventa la loro voce e progetta i percorsi ottimali per coinvolgerli, incoraggiarli e convertirli. - [È solo un periodo o è burnout? I 20 segnali da osservare](https://kilobit.it/articolo/e-solo-un-periodo-o-burnout-20-segnali-da-osservare/): Scopri di più sul burnout in questo articolo scritto combinando la nostra esperienza personale con la consulenza del Centro Clinico Piemonte. - [Le pubblicità saranno fatte tutte con l'IA?](https://kilobit.it/articolo/le-pubblicita-saranno-fatte-tutte-con-lia/): Per capire se tutte le pubblicità saranno fatte con l'IA, dobbiamo andare a fondo su cos'è la pubblicità e come le persone percepiscono l'IA. - [UX Design: impara a creare l'esperienza su un sito](https://kilobit.it/articolo/ux-design-impara-a-creare-esperienza-su-un-sito/): Impara a scegliere il target, ad ascoltarlo, a testare e a guidarlo nell'esperienza di navigazione che desideri creare. Scopri l'UX Design. - [Hai subìto una truffa online? Cosa fare in 7 mosse](https://kilobit.it/articolo/hai-subito-una-truffa-online-cosa-fare-in-7-mosse/): Hai subìto una truffa online: non sei né la prima né l'ultima persona. Quindi niente panico e segui i consigli di Kilobit per rimediare oggi. - [L'IA può davvero fare concorrenza ai grafici?](https://kilobit.it/articolo/lia-puo-davvero-fare-concorrenza-ai-grafici/): Alcuni modelli di IA restituiscono risultati impressionanti: ma basta questo per sostituire i grafici? Ci si deve preoccupare? Scopriamolo. - [10 trucchi per gestire il lavoro da casa (senza impazzire)](https://kilobit.it/articolo/10-trucchi-per-gestire-il-lavoro-da-casa-senza-impazzire/): Il lavoro da casa offre tanta libertà, ma non tutti la sanno gestire tempo, energie, motivazione e il bilanciamento tra lavoro e vita privata. - [Data breach aumentano nel 2025: ecco perché ti riguarda](https://kilobit.it/articolo/data-breach-aumentano-nel-2025-ecco-perche-ti-riguarda/): I data breach sono violazioni informatiche. Oggi sono di più e riguardano pure privati e PMI. Nessuno è al sicuro, ma tutti possono prevenire. - [Ma davvero l'IA sostituirà i copywriter?](https://kilobit.it/articolo/ma-davvero-lia-sostituira-i-copywriter/): 4 motivi per cui l'IA può sostituire il copywriter e 4 motivi per cui il copywriter è insostituibile. Tante risposte oltre la sostituzione. - [Aspetta: ma lo sai cos'è l'UX?](https://kilobit.it/articolo/aspetta-ma-lo-sai-cosa-e-ux/): Leggi questo articolo e scoprirai tutto sull'UX: dalla teoria alla pratica, come determina il successo o il fallimento di un'impresa. - [I motori di ricerca sono superati e la SEO non servirà più?](https://kilobit.it/articolo/i-motori-di-ricerca-sono-superati-e-la-seo-non-servira-piu/): L'intelligenza artificiale e la ricerca vocale sostituiscono i motori di ricerca? La SEO e la SEA quindi non servono più? Scoprilo qui. - [Mistral AI: l'open-source europea](https://kilobit.it/articolo/mistral-ai-opensource-europea/): La filosofia open-source arriva anche in Francia: Mistral AI, la recente startup di ex ricercatori Meta e DeepMind, lancia due modelli... - [Mindful Marketing: quando rallentare paga](https://kilobit.it/articolo/mindful-marketing-quando-rallentare-paga/): Sostenibilità, rispetto, autenticità e trasparenza: i 4 valori del Mindful Marketing che escono dalla carta per diventare driver economici. - [Accessibilità siti web: entro il 28 giugno bisogna adeguarsi](https://kilobit.it/articolo/accessibilita-siti-web-entro-il-28-giugno-bisogna-adeguarsi/): L'accessibilità dei siti web presto sarà ufficialmente obbligatoria. Scopri se e cosa devi fare per conformarti e come evitare una multa! - [Lo sai che puoi vendere su YouTube?](https://kilobit.it/articolo/lo-sai-che-puoi-vendere-su-youtube/): Sì, si può vendere su YouTube più di quanto comunemente si pensa. In questa piccola guida, scopri da dove iniziare e come partire. - [UGC marketing: l'evoluzione del passaparola](https://kilobit.it/articolo/ugc-marketing-levoluzione-del-passaparola/): Con l'UGC marketing gli utenti ti sponsorizzano con contenuti fatti da loro. Una mano lava l'altra: questo è il patto. Scopri di più. - [Come riconoscere i Fuffa Guru (e chi non lo è)](https://kilobit.it/articolo/come-riconoscere-i-fuffa-guru-e-chi-non-lo-e/): Scambiare un professionista serio per un Fuffa Guru, è un errore tanto quanto lo è farsi ingannare: come si fa a riconoscere la differenza? - [Copyright IA: cosa sta succedendo in UK?](https://kilobit.it/articolo/copyright-ia-cosa-succede-in-uk/): In UK gli artisti combattono a suon di firme e album silenziosi contro le leggi sul copyright nel contesto dell'addestramento IA. Vediamo. - [Le 12 truffe online più diffuse in Italia nel 2025: riconoscile, evitale e previenile](https://kilobit.it/articolo/12-truffe-online-riconoscile-evitale-previenile/): Qui scopri come i truffatori si prendono gioco delle nostro emozioni e come riconoscere, evitare e prevenire le truffe online. - [ChatGPT 4.5: sviluppi e confronti con altri modelli](https://kilobit.it/articolo/chatgpt-4-5-sviluppi-e-confronti-con-altri-modelli/): OpenAI lancia ChatGPT 4.5 in attesa della versione 5.0. Vediamo intanto sviluppi e confronti con gli altri modelli di tutto il mondo. - [Skype ci dirà addio il 5 Maggio 2025](https://kilobit.it/articolo/skype-ci-dira-addio-il-5-maggio-2025/): Skype ci sta dando l'addio: è un brutto colpo, ma il passaggio è graduale... e poi ci sono alternative che - forse - potremmo amare lo stesso. - [Perché il neuromarketing nel 2025 va capito e approfondito](https://kilobit.it/articolo/perche-il-neuromarketing-nel-2025-va-capito-e-approfondito/): Il neuromarketing nel 2025 riguarda ognuno di noi: pubblicità, media, stimoli... un po' tutti vendiamo e consumiamo. Scopri di più. - [Intelligenza artificiale generale: esiste davvero?](https://kilobit.it/articolo/intelligenza-artificiale-generale-esiste-davvero/): Il mondo corre verso l'intelligenza artificiale generale: cos'è, come ci si sta lavorando, quando (e se) arriverà e perché è ancora teoria. - [Gamification nel marketing digitale: vendere intrattenendo](https://kilobit.it/articolo/gamification-nel-marketing-digitale-cosa-e-e-perche-usarla/): La gamification, con tecniche di sfida e ricompensa, sponsorizza, fidelizza e converte. Applicazioni, vantaggi, esempi ed errori da evitare. - [Davvero l'epoca degli OCR è finita?](https://kilobit.it/articolo/epoca-degli-ocr-e-finita/): L'avvento dei Vision Language Models mette in discussione l'utilizzo degli OCR: ma davvero sono in grado di sostituirli oggi? - [Vitruvian-1: l'IA italiana economica compete coi giganti](https://kilobit.it/articolo/vitruvian-1-lia-italiana-economica-compete-coi-giganti/): Come può un modello italiano entrare in competizione con giganti come ChatGPT, Gemini, Grok e DeepSeek? Scoprilo dall'occhio da marketing. - [Grok 3: chi è il figlio ambiguo di Elon Musk?](https://kilobit.it/articolo/grok-3-chi-e-il-figlio-ambiguo-di-elon-musk/): Grok 3 è un modello che con le sue funzioni e il suo approccio di fondo ci fa riflettere sulle attuali tendenze dei nostri tempi. - [LinkedIn nel 2025 è ancora utile a trovare lavoro?](https://kilobit.it/articolo/linkedin-nel-2025-e-ancora-utile-a-trovare-lavoro/): LinkedIn è nato per trovare lavoro e fare rete: ma nel 2025 è davvero ancora utile e indispensabile? Quando serve? Come ci si lavora? - [Regolamentazione intelligenza artificiale: OpenAI dice la sua](https://kilobit.it/articolo/regolamentazione-intelligenza-artificiale-openai-dice-la-sua/): OpenAI in un contesto dove l'intelligenza artificiale è di interesse politico ed economico muove alcune proposte di regolamentazione... - [TikTok chiude nel 2025? Capiamo cosa succede](https://kilobit.it/articolo/tiktok-chiude-nel-2025-capiamo-cosa-succede/): Migliaia di persone in Italia domandano a Google se "TikTok chiude". Facciamo chiarezza, raccontando le motivazioni dietro questa ipotesi. - [Ban di TikTok in Albania: conseguenze sul marketing digitale](https://kilobit.it/articolo/ban-tiktok-in-albania/): Quello in Albania non è l'unico ban di tiktok: aziende e creator cosa possono fare per evitare che gli cada la terra sotto i piedi? - [X: come si sta evolvendo l'ex Twitter nel 2025](https://kilobit.it/articolo/x-come-si-sta-evolvendo-lex-twitter-nel-2025/): Elon Musk continua sulla sua strada, suscitando come sempre critiche e ammirazione: X si sta rivoluzionando e fa riflettere parecchio... - [I dati sintetici renderanno le AI più stupide?](https://kilobit.it/articolo/i-dati-sintetici-renderanno-le-ai-piu-stupide/): I dati umani per addestrare le AI stanno finendo: i dati sintetici sembrano la soluzione papabile ma presenta diversi rischi. Scopri di più. - [Facebook: le 5 novità del 2025](https://kilobit.it/articolo/facebook-le-5-novita-del-2025/): Dalla clamorosa rinuncia al fact-checking di terze parti negli USA all'integrazione tra app, vediamo le 5 novità di Facebook di quest'anno. - [Qwen 2.5: l'AI di Alibaba che sfida DeepSeek, e non solo](https://kilobit.it/articolo/qwen-2-5-ai-di-alibaba-che-sfida-deepseek-e-non-solo/): Il colosso cinese Alibaba dice la sua nel campo delle AI con il nuovo modello Qwen 2.5-Max: è davvero competitiva come sembra? - [Aggiornamento Instagram 2025: le prime 10 novità](https://kilobit.it/articolo/aggiornamento-instagram-2025-le-prime-10-novita/): Sono uscite le prime novità dell'aggiornamento Instagram 2025. Scopri le nuove funzioni già disponibili, cosa implicano e cosa ci aspetta. - [L'urlo di DeepSeek terrorizza anche l'Occidente](https://kilobit.it/articolo/urlo-di-deepseek-terrorizza-anche-occidente/): II modello DeepSeek R1 dimostra che si può fare un'AI economica ed efficiente. Oltre indagini e accuse, scopriamo dov'è realmente il pericolo. - [Ricerca vocale: come sfruttarla per posizionarsi su Google](https://kilobit.it/articolo/ricerca-vocale-come-sfruttarla-per-posizionarsi-su-google/): Sempre più utilizzata, la ricerca vocale diventa un metodo che esperti e amatori SEO devono studiare per piazzare siti e contenuti. - [Come posizionarsi su Google con gli EEAT](https://kilobit.it/articolo/come-posizionarsi-su-google-con-gli-eeat/): Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità: scopri nel dettaglio i 4 parametri per posizionarsi su Google. - [I telefoni davvero ci ascoltano per proporci pubblicità mirate?](https://kilobit.it/articolo/i-telefoni-davvero-ci-ascoltano-per-proporci-pubblicita-mirate/): Per alcuni è paranoia, per altri è una certezza: ma dov'è la verità? Scopriamo se i nostri telefoni ci ascoltano davvero e se è possibile. - [La ricerca su Google sta cambiando: cos'è la SGE?](https://kilobit.it/articolo/la-ricerca-su-google-e-cambiata-cose-la-sge/): SGE è una tecnologia in fase sperimentale che offre sintesi da più fonti come risultato della ricerca su Google. Scopri come provarla. - [L'intelligenza artificiale ha cambiato i social media](https://kilobit.it/articolo/lintelligenza-artificiale-ha-cambiato-i-social-media/): I social media cambiano insieme alle ultime tecnologie. Scopri come l'AI sta influenzando gli algoritmi delle piattaforme e cosa ci aspetta. - [Come apparire sulla prima pagina di Google](https://kilobit.it/articolo/come-apparire-sulla-prima-pagina-di-google/): Leggi la guida di Kilobit con tutte le migliori pratiche più aggiornate su come apparire sulla prima pagina di Google. - [Meta cestina fact-checking esterno in USA: che succede?](https://kilobit.it/articolo/meta-cestina-fact-checking-esterno-in-usa-che-succede/): Zeckeberg ha parlato chiaro, ma non sono chiare né le vere ragioni né le conseguenze dell'eliminazione del fact-checking esterno in USA... - [Come cambia l'algoritmo dei social nel 2025](https://kilobit.it/articolo/algoritmo-social-2025-come-cambia/): Scopri le direzioni che stanno prendendo oggi gli algoritmi dei maggiori social network e le nuove funzionalità che cambiano le interazioni. - [Il tuo obiettivo del 2025 è dominare la SEO di Google?](https://kilobit.it/articolo/il-tuo-obiettivo-del-2025-e-dominare-la-seo-di-google/): Se per il 2025 ti sei dato come proposito di dominare la SEO di Google, preparati a ricevere una bella delusione. - [I 6 limiti del web 3.0](https://kilobit.it/articolo/web-3-0-limiti/): La decentralizzazione proposta dal Web 3.0 promette privacy, sicurezza e un internet democratico. Ma si può realizzare sostenibilmente? - [Non hai ancora un sito accessibile? Cosa ti stai perdendo](https://kilobit.it/articolo/sito-inclusivo-accessibile/): Avere un sito accessibile offre vantaggi universali ben oltre la questione etica: traffico, SEO, design, responsività... scopri di più! - [Insostenibilità del web: è reale ma si può evitare](https://kilobit.it/articolo/sostenibilita-del-web-insostenibilita/): L'insostenibilità del web si palesa attraverso consumi energetici, divario digitale, impatto culturale e psicologico. Cosa si può fare? - [Basilica di San Pietro virtuale: opportunità o minaccia?](https://kilobit.it/articolo/basilica-di-san-pietro-virtuale-opportunita-o-minaccia/): Il gemello digitale della Basilica di San Pietro è un'opera ambiziosa, che avrà un impatto significativo sulla fruizione artistica. - [Privacy e sicurezza: il web decentralizzato le garantisce?](https://kilobit.it/articolo/privacy-e-sicurezza-il-web-decentralizzato-le-garantisce/): Il mercato dei dati cresce, includendo quelli personali. Il web 3.0 può essere una risposta criticità riguardo privacy e sicurezza? - [Perché due colossi del web investono sull'energia nucleare?](https://kilobit.it/articolo/nucleare-google-amazon/): I due colossi del web con i loro investimenti sul nucleare potrebbero determinare il futuro della produzione e della fornitura energetica. - [Brainrot: che ti succede se stai troppo sui social (male)](https://kilobit.it/articolo/brainrot-che-ti-succede-se-stai-troppo-sui-social-male/): Brainrot indica degrado cognitivo in seguito a un'esposizione eccessiva ai social in maniera inconsapevole. Scopri tutto su questo fenomeno. - [Come la blockchain può decentralizzare il web](https://kilobit.it/articolo/come-la-blockchain-puo-decentralizzare-il-web/): La blockchain è conosciuta per le criptovalute ma oggi offre la possibilità di costruire un web decentralizzato, cioè in mano agli utenti. - [Digital Service Act: di cosa si tratta?](https://kilobit.it/articolo/digital-service-act-di-cosa-si-tratta/): Il Digital Service Act dell'UE è entrato in vigore a Gennaio 2024 ma non tutti lo conoscono. Scopri in cosa consiste e come evitare multe. - [Avere un sito web responsive nel 2024 apre al futuro](https://kilobit.it/articolo/avere-un-sito-web-responsive-nel-2024-apre-al-futuro/): Oggi avere un sito web responsive che si adatti a ogni dispositivo porta vantaggi in termini di visibilità, conversioni e risparmio. - [Sostenibilità digitale: dati e criticità](https://kilobit.it/articolo/sostenibilita-digitale-dati-e-criticita/): Analizziamo i diversi aspetti della sostenibilità digitale, scoprendo criticità e aprendoci a prospettive di miglioramento e risoluzione. - [Sicurezza informatica: il contraltare al progresso digitale](https://kilobit.it/articolo/sicurezza-informatica-darkbert-e-alternative/): I dati sono il pilastro dell'economia globale, compresi queli personali. Le minacce per la sicurezza informatica aumentano... e le risposte? - [Da ChatGPT-5 a Beyond: il futuro dell'intelligenza artificiale](https://kilobit.it/articolo/ai-beyond-futuro-intelligenza-artificiale/): AI Beyond include sviluppi che infrangeranno i limiti odierni dell'intelligenza artificiale. Scopri ciò che c'è oltre in questo articolo. - [L'ascesa delle progressive web apps: che ruolo hanno oggi?](https://kilobit.it/articolo/progressive-web-app/): La progressive web app esiste da 10 anni ma solo oggi se ne sta scoprendo il potenziale. Scopri tutto nel nostro articolo dedicato. - [Il declino di Google AMP](https://kilobit.it/articolo/il-declino-di-google-amp/): Google AMP, nata per velocizzare i siti da mobile, dopo la sua diffusione ha iniziato a mostrare falle che hanno portato al suo declino... - [È possibile creare persone con intelligenza artificiale?](https://kilobit.it/articolo/creare-persone-intelligenza-artificiale/): Creare persone con intelligenza artificiale significa intervenire sulla percezione, sulle aspettative e cambiare il rapporto impresa/cliente. - [Scopri se il Web 3.0 cambierà il mondo digitale](https://kilobit.it/articolo/scopri-il-web-3-0/): Il Web 3.0 potrebbe rivoluzionare il mondo digitale. Scopri applicazioni, criticità e prospettive della decentralizzazione che c'è alla base. - [SearchGPT: il motore di ricerca avanzato di Open AI](https://kilobit.it/articolo/searchgpt-motore-di-ricerca-avanzato-open-ai/): SearchGPT si pone come motore di ricerca avanzato perché include funzioni in tempo reale e comprensione di contesto e linguaggio naturale. - [Personalizzare un sito con AI: come farlo e cosa non fare](https://kilobit.it/articolo/personalizzare-sito-web-ai/): Personalizzare alcuni aspetti del sito con l'AI può ottimizzare customer service ed esperienza utente complessiva. Scopri usi e strumenti. - [DuckDuckGo e il suo servizio di AI privata](https://kilobit.it/articolo/duckduckgo-ai-privata/): La privacy importa sempre di più, soprattutto con l'evoluzione dei modelli AI. Vediamo come tutelarla col servizio di AI privata DuckDuckGo. - [Come sviluppare un modello AI per il tuo progetto](https://kilobit.it/articolo/come-sviluppare-un-modello-ai-per-il-tuo-progetto/): Il tuo progetto vuole una soluzione specifica? Scopri da dove iniziare e i passaggi da seguire per sviluppare un modello AI personalizzato. - [AI open source: le novità arabe nel contesto mondiale](https://kilobit.it/articolo/ai-open-source-novita-arabe-nel-contesto-mondiale/): Di recente si stanno sviluppando tecnologie web dedicate alla lingua araba come modelli AI open source. Scopri come possono interessarci. - [I contenuti generati con l'AI funzionano? Scopriamo quando](https://kilobit.it/articolo/contenuti-generati-con-ai/): Per rispondere, capiamo quando un contenuto generato con l'AI funziona, quando basta a un solo scopo e quando è controproduttivo. - [Analisi predittiva: un potente strumento per aziende e professionisti](https://kilobit.it/articolo/analisi-predittiva-ai/): Scopri come funzionano e come puoi usare modelli AI di analisi predittiva. Strumenti che possono direzionare qualsiasi strategia di vendita. - [Il futuro degli assistenti virtuali](https://kilobit.it/articolo/il-futuro-degli-assistenti-virtuali/): L'evoluzione degli assistenti virtuali migliora diverse branche dell'AI. I modelli saranno sempre più umani e responsivi. Approfondisci qui. - [IBM e Tech Mahindra rinnovano la partnership](https://kilobit.it/articolo/ibm-tech-mahindra-partnership/): Quest'anno si è rinnovata la partnership tra IBM e Tech Mahindra per affrontare diverse sfide nel campo dell'AI. Scopri quali sono. - [Voucher digitali PMI: cosa sono e come richiederli](https://kilobit.it/articolo/voucher-digitali-pmi-cosa-sono-e-come-richiederli/): I voucher digitali per PMI coprono parte dell'investimento in tecnologie innovative. Scopri i bandi per accedere ai fondi ogni anno. - [Automazione intelligente: l'AI che cresce con l'esperienza](https://kilobit.it/articolo/automazione-intelligente-ai-esperienza/): L'automazione intelligente integra AI, machine learning e automazione dei processi per creare sistemi che apprendono attraverso l'esperienza. - [SEO: si può ottimizzare con l'intelligenza artificiale?](https://kilobit.it/articolo/seo-si-puo-ottimizzare-con-ai/): Scopri strumenti e possibilità che offre l'AI per supportarti in tutte le fasi di un lavoro di ottimizzazione SEO... usali con cognizione! - [Arte digitale: scopri cosa puoi fare con l'esempio di Rek0de](https://kilobit.it/articolo/arte-digitale-rek0de/): L'arte digitale plasma la realtà percepita e non solo. Infatti può diventare un lavoro. Analizzando Rek0de ti diamo consigli professionali. - [Le 10 aziende AI più interessanti del momento](https://kilobit.it/articolo/aziende-ai-nel-mondo-innovazione/): Scopri le 10 aziende AI da tutto il mondo che stanno guidando l'innovazione più interessante, rivoluzionaria e ad ampio spettro del momento. - [Progetto Gemini Google: la nuova IA sul mercato](https://kilobit.it/articolo/progetto-gemini-google-ia/): Oggi vi parliamo di un'IA tra le più performanti sul mercato: scopri il Progetto Gemini Google, dalla sua nascita ai suoi prossimi sviluppi. - [Tra IA e social quanto sono al sicuro i tuoi dati personali?](https://kilobit.it/articolo/sicurezza-dati-personali-ia-social/): La sicurezza dei dati personali è un tema cruciale del nostro tempo. Scopri quali sono i rischi sui social e le accortezze da adottare. - [Impara a Conoscere e Riconoscere i Bot](https://kilobit.it/articolo/impara-a-conoscere-e-riconoscere-i-bot/): Saper riconoscere i bot ti aiuta a percepire cosa vedi quando navighi sul web e sui social. Inoltre ti protegge da truffe e disinformazione. - [L'IA diventa umana col deep learning?](https://kilobit.it/articolo/deep-learning-ia/): Il deep learning permette all'IA di elaborare le immagini e il linguaggio naturale in maniera sempre più profonda: ma può renderla umana? - [Reti neurali: come l'IA ricrea il cervello](https://kilobit.it/articolo/reti-neurali-intelligenza-artificiale/): Le reti neurali permettono alle IA di riconoscere immagini ed elaborare il linguaggio naturale. Scopri come funzionano e cosa offrono. - [Che fine ha fatto il metaverso?](https://kilobit.it/articolo/che-fine-ha-fatto-il-metaverso/): Mentre l'IA attira attenzione per utilizzi in larga scala, il metaverso va su settori specifici e nicchie. Scopri utilizzi di VR e AR oggi. - [Piattaforme analisi dati basate su IA](https://kilobit.it/articolo/analisi-dati-ia/): L'analisi dati è una funzione principale dell'IA. Risparmia tempo usando o addestrando IA per campagne marketing, servizio clienti e altro. - [IA oggi: basi, utilizzi e realtà italiane](https://kilobit.it/articolo/ia-oggi-basi-utilizzi-e-realta-italiane/): Conosciamo l'IA: reti neurali, deep learning, machine learning... con un occhio al marketing digitale, scopriamo le applicazioni in Italia. - [Twitterature: crescita o appiattimento?](https://kilobit.it/articolo/twitter-letteratura/): Twitterature di Twitter consiste in brevissimi riassunti dei classici della letteratura mondiale. Vediamo esempi e riflettiamoci insieme. - [Inaugurato computer quantistico italiano](https://kilobit.it/articolo/computer-quantistico-italiano/): All'università Federico II di Napoli è stato inaugurato il primo computer quantistico superconduttivo italiano: come funziona? Cosa offre? - [Machine learning per marketing digitale](https://kilobit.it/articolo/machine-learning-per-marketing-digitale/): Una panoramica dei tool che integrano il machine learning per automatizzare e ottimizzare ogni aspetto di una campagna di marketing digitale. - [Digitalizzazione: rivoluziona la tua PMI](https://kilobit.it/articolo/digitalizzazione-pmi/): Siti web, e-commerce e software gestionali: scopri i pilastri della digitalizzazione per le piccole medie imprese. - [OpenAI + Apple: cosa sapere](https://kilobit.it/articolo/openai-apple/): La partnership tra Apple e OpenAI implica diversi e nuovi utilizzi dei dispositivi. Ma i dati sono al sicuro? Come verranno utilizzati? - [Pubblicità efficaci: il ruolo del feedback](https://kilobit.it/articolo/pubblicita-efficaci-feedback/): In un mercato sempre più orientato verso l'utente, il feedback delle persone diventa fondamentale per creare pubblicità efficaci. - [Design nel social media marketing](https://kilobit.it/articolo/design-nel-social-media-marketing/): Applicare il design nel social media marketing ha lo scopi di creare impatto e conversioni. Scopri le domande da porti, principi ed esempi. --- # # Detailed Content ## Pagine > Realizzazione siti web a Roma per consulenti, avvocati e professionisti. Siti affidabili e su misura. Scopri i nostri servizi digitali. - Published: 2025-07-28 - Modified: 2025-07-28 - URL: https://kilobit.it/realizzazione-siti-web-roma/ Kilobit Web Agency su Roma Realizzazione Siti Web a Roma: la presenza digitale per professionisti e imprese Ci si può costruire una reputazione e avere clienti a Roma anche senza realizzare siti web. Infatti hai sempre nuovi clienti con canali tradizionali, non devi mai correre loro dietro e hai così tanto lavoro che devi rifiutarlo... vero? Oggi una presenza digitale autorevole in quasi tutti i settori è il veicolo necessario per arrivare dove vuoi, specialmente se sei un professionista o se hai una PMI. L’obiettivo è farti trovare dai clienti giusti quando hanno bisogno di te, quando sono pronti a riconoscerti, a capire la tua offerta e a percepirla come necessaria e conveniente. Hai appena trovato la tua agenzia web su misura, la tua agenzia creativa a Roma, il tuo studio di comunicazione: chi può realizzare il tuo sito web in ogni suo aspetto. Scopri di più Contattaci ora Perché investire nella realizzazione di un sito web a Roma Roma è piena di mercati competitivi per qualsiasi attività. Ed è piena di gente. Cercare di farsi notare da tutti è inutile, come stare fermi ad aspettare che ti chiamino. I siti web professionali, con un web design strutturato e con dietro un lavoro di SEO localizzata e targettizzata, diventano lo strumento che ti evita di fare le capriole sui social e di perdere tempo con i clienti che non sono in linea con la tua offerta. I siti internet professionali quindi sono la chiave per: UNA PRESENZA DIGITALE AUTOREVOLE TRASMETTERE AFFIDABILITÀ TROVARE I CLIENTI GIUSTI Contattaci ora Come lavora la nostra web agency su Roma Kilobit è la tua agenzia web su misura. Così su misura, che ha importato i suoi servizi di realizzazione siti web anche a Roma, studiati per le necessità e le dinamiche del tuo mercato specifico. Noi ti diamo lo strumento e tutte le istruzioni necessarie per sfruttarlo al meglio. Il resto ce lo metti tu, con la tua identità e professionalità:1Prima ti troviamo e prendiamo il migliore dominio, appoggiandoci a hosting validi2Poi progettiamo il sito, partendo dall’esperienza che l’utente dovrà fare3Riempiamo il tuo sito di contenuti scritti, di immagini, video e funzioni speciali4Adattiamo il sito a ogni dispositivo5Ottimizziamo il piazzamento sui motori di ricerca, incluse le prestazioni tecniche del sito6Rifiniamo la user experience in base ai test di usabilità7Integriamo strumenti di analisi e tracciamento8Dopo il lancio, hai il sito chiavi in mano e assistenza Quali... --- - Published: 2025-06-17 - Modified: 2025-07-08 - URL: https://kilobit.it/promo-palestre/ Per titolari di palestre che vogliono DAVVERO nuovi iscritti Più iscritti in palestra nei primi 60 giorni — nessun rischio e ci paghi solo se funziona. 9 palestre su 10 ottengono nuovi iscritti già nel primo mese Gestione gratuita per 2 mesi • Budget pubblicitario flessibile • Zero vincoli La maggior parte dei nostri clienti ottengono risultati già nei primi 30-60 giorni. I dettagli li vediamo insieme in call VOGLIO NUOVI ISCRITTI Caro Titolare di Palestra, Se stai leggendo questa pagina, probabilmente ti riconosci in almeno una di queste situazioni: Ricevo nuovi iscritti solo da passaparola, non dal web. Ho investito in agenzie che promettevano risultati... ma nulla è cambiato Gestire la pubblicità mi ruba soldi e tempo prezioso in palestra. Non so quale promozione attira davvero nuovi clienti. Se ti ritrovi anche solo in UNA di queste voci... ... allora quello che sto per mostrarti potrebbe essere la svolta che cerchi da anni. ma prima, lascia che ti faccia una domanda brutale: Quanti soldi hai già buttato in pubblicità che non ti hanno portato nuovi iscritti? Se sei come il 90% dei titolari di palestra che incontro, la risposta è nell’ordine delle centinaia o migliaia di euro. La Storia di Ogni Imprenditore (Forse Anche la Tua) CAPITOLO 1: Provo a fare la pubblicità da solo Metto qualche annuncio online, stampo volantini, magari provo una campagna su Facebook. Risultato? Arrivano solo curiosi o richieste inutili. CAPITOLO 2: Mi affido a un’agenzia “Portiamo clienti nella tua palestra”, mi dicono. Pago, compilo moduli, aspetto. Passano i mesi... nessun vero iscritto. E in più, ti vincolano con un contratto di almeno un anno. CAPITOLO 3: Punto e a capo Cambio offerte, cambio strategia, cambio agenzia. Ma i risultati non arrivano. E mi sembra di essere sempre fermo allo stesso punto. CAPITOLO 4: Cerco qualcuno che ci creda insieme a me Non un fornitore. Non l’ennesima agenzia. Cerco qualcuno disposto a investire con me, a condividere il rischio e i risultati. Qualcuno che non prometta, ma che dimostri. E adesso ti faccio una domanda: Ma cosa succederebbe se ti dicessi che... ESISTE un modo completamente DIVERSO di portare nuovi iscritti in palestra? NON paghi 1 euro all'agenzia fino a quando non vedi risultati REALINON rischi di buttare soldi in pubblicità che non funzionanoNON perdi tempo con offerte o strategie che non portano nuovi clientiNON ti ritrovi a dover fare tutto da soloUn modo dove... --- > Realizzazione siti web a Torino con Kilobit: design su misura, SEO e supporto per aziende e professionisti. Scopri di più! - Published: 2025-05-06 - Modified: 2025-07-28 - URL: https://kilobit.it/realizzazione-siti-web-torino/ Kilobit Web Agency Torino Realizzazione Siti Web a Torino per aziende, professionisti e PMI Realizzare siti web è la base di un’attività online su Torino. Un sito è la vetrina, è il manifesto, è l’identità di un brand offerta agli occhi di milioni di persone. Un sito web è l’opportunità di farsi vedere, conoscere e scegliere. Oggi chiunque può improvvisare una pagina con un logo, qualche frase, due immagini e un form di contatto... ma non tutti sanno farla decollare. Noi di Kilobit invece siamo esperti nella realizzazione siti web a Torino e provincia, grazie alla nostra conoscenza del mercato locale e alla nostra esperienza in SEO e SEA, nella creazione di e-commerce, siti WordPress, marketing digitale, social media, siti con CMS personalizzati, grafica e produzione audiovideo: tutto ciò che serve per piazzarsi online e convertire. Non improvvisare! Vai sul sicuro con Kilobit. Scopri di più Contattaci ora A cosa serve la realizzazione di un Sito Web a Torino? Realizzare un sito web a Torino significa annunciare che c’è una nuova attività sulla piazza: è ora di conoscere il tuo brand, la tua visione, e di approfittare dei tuoi prodotti e servizi. La realizzazione di un sito web quindi serve ad avere visibilità online e attrarre clienti nuovi, così da costruire credibilità, autorevolezza e consolidare la propria presenza sul mercato. Quindi il sito web serve come piattaforma di informazione e promozione attraverso una comunicazione verbale ed estetica che rispecchia la tua identità, cosa offri e come. VISIBILITÀ CREDIBILITÀ CONVERSIONI Contattaci ora Gli step della realizzazione di Siti Web professionali Rivolgersi a un’agenzia digitale di Torino per lo sviluppo di siti internet garantisce un lavoro pulito e su misura per le tue necessità e in relazione ai tuoi target locali. Un lavoro metodico, studiato nel dettaglio in nome dell’ottimizzazione tecnica, artistica, narrativa, comunicativa e della sicurezza. 1Scegliamo domini e hosting sicuri e affidabili2Progettiamo una struttura chiara e intuitiva3Creiamo contenuti di alta qualità (0% IA)4Adattiamo il sito web a ogni dispositivo5Ottimizziamo la SEO e le performance tecniche6Curiamo user experience e accessibilità7Integriamo CMS, strumenti di analisi e tracciamento lead8Offriamo supporto e gestione post lancio Quanto costa far realizzare un Sito Web a Torino? Noi di Kilobit proponiamo un servizio modulare sottoforma di 3 pacchetti senza fronzoli. Puoi optare per una landing monopagina, per un sito multipagina completo con CMS integrato, oppure per un e-commerce pronto alla vendita e facile da gestire. Contattaci ora... --- > Seleziona e crea le funzioni ideali per raggiungere adesso gli obiettivi che hai sempre desiderato con un gestionale su misura per te! - Published: 2024-02-07 - Modified: 2024-11-05 - URL: https://kilobit.it/gestionale-su-misura/ Il tuo software gestionale su misura! Ottimizza i processi di gestione della tua attività. Seleziona e crea le funzioni ideali per raggiungere adesso gli obiettivi che hai sempre desiderato. Personalizzato per ogni necessità Progettiamo e sviluppiamo un software gestionale aziendale completo, unico, intuitivo e scalabile. Si adatta alle tue necessità, è facile da usare e cresce insieme a te. Piccole e Medie Imprese Un servizio altamente versatile per soddisfare senza distinzioni le esigenze di aziende medie e piccole. Attività Specifiche Negozi, ristoranti, locali, farmacie, panetterie... questi sono solo esempi dei clienti che hanno già scelto Il software gestionale su misura di Kilobit. Contattaci Funzionalità Ottimizzazione della contabilità, gestione del personale, dei clienti e delle forniture. Un software gestionale personalizzato programma, esegue e velocizza i processi che desideri. Monitora, analizza ed elabora rapidamente i dati utili a prendere decisioni, mantenendo tutto facilmente fruibile e al sicuro. Un software gestionale su misura si può integrare con qualsiasi altro software già esistente, diminuisce i costi operativi, amministrativi, di inventario e annulla il carico di lavoro umano su processi automatizzabili, così come le possibilità d’errore, quindi eventuali ritardi e la necessità di effettuare correzioni. Contattaci Il tuo software gestionale su misura in 6 passi Tutto inizia dalla tua volontà e dalla tua immaginazione. A renderle ideali, e poi reali, ci pensiamo noi. Guarda come. Analisi: Kilobit si impegna a comprendere le tue esigenze specifiche per definire insieme come dovrà essere e cosa dovrà fare il software gestionale aziendale. Già da qui adattiamo la tua idea alle migliori opzioni di concepimento e sviluppo. Progettazione: L’idea si definisce ancora di più. Disegniamo l’architettura del software, l'interfaccia e le sue modalità di utilizzo. Facciamo in modo che sia tutto il più semplice ma il più efficace possibile. Implementazione: La prima versione del tuo software gestionale prende vita. Durante questo processo applichiamo metodologie agili per favorire un avanzamento fluido e iterativo, permettendoti di monitorare e testare progressivamente le funzionalità implementate. Collaudo e Debugging: Prima del lancio Kilobit esegue test approfonditi per identificare e risolvere eventuali anomalie o malfunzionamenti, garantendo che il software gestionale personalizzato sia stabile, sicuro, performante e scalabile. Deployment e Formazione: Il tuo software gestionale personalizzato diventa operativo. Kilobit in questa fase si occupa di implementarlo nell'ambiente di produzione, assicurando una transizione fluida e minimizzando l'impatto sulle operazioni quotidiane. Offriamo anche una formazione dettagliata al tuo team. Manutenzione, Monitoraggio e Assistenza: Kilobit ti rimane accanto anche... --- > Proponi il tuo bene o servizio ad utenti realmente interessati. Proteggi ed aumenta le prestazioni delle tue campagne. - Published: 2022-07-08 - Modified: 2024-11-06 - URL: https://kilobit.it/agenzia-comunicazione-torino/ A cui tutti vorranno credere. Agenzia di Comunicazione Torino. Personal branding Personal branding Fatti conoscere e apprezzare, difendi la tua immagine. Comunica in modo efficace con il supporto dei dati. Renditi indipendente dai contenuti virali, diventalo tu! Comunicazione indiretta Mostriamo il tuo brand milioni di volte, anche mascherato. Proponi il tuo bene o servizio a utenti realmente interessati. Proteggi e aumenta le prestazioni delle tue campagne. Comunicazione istituzionale Sei un ente o un comune e desideri essere ascoltato? Ottieni la fiducia dai cittadini, fai sapere cosa fai per loro. Difenditi dalle polemiche e passa al contrattacco. I nostri servizi. Ad azione corrisponde comunicazione. Se sei arrivato fino a qui siamo stati bravi a comunicare. La nostra comunicazione prestigiosa è a tua disposizione, consulenza gratuita. Contattaci Parla con i nostri specialisti e proponici la tua idea. Preventivo in 24 ore senza impegno. --- > Studiamo la comunicazione per i nostri clienti come fosse un abito del sarto, su misura e con il loro stile. Richiedi un preventivo gratuito con Kilobit. - Published: 2022-05-13 - Modified: 2024-09-24 - URL: https://kilobit.it/comunicazione-social/ Comunicazione Social La comunicazione è lo slancio che assolve un bisogno primario. Comunicare Davvero. Studiamo la comunicazione per i nostri clienti come fosse un abito del sarto, su misura e con il loro stile. Perché affidarsi a una web agency per comunicare efficacemente? Perché l’immagine che abbiamo di noi stessi è diversa da quella che viene percepita da pubblico e utenti. Per comunicare efficacemente è fondamentale mantenere la propria originalità, ma questa deve rispettare i concetti del linguaggio di marketing e della comunicazione social, che si basano su dati misurabili e sulla loro interpretazione variabile a seconda della situazione. Ogni volta bisogna modulare tutto in maniera diversa trovando l'equilibrio giusto tra identità del brand, messaggio, ambiente, target e tempi. Infine si rapporta la propria idea a ciò che c'è in giro, che viene studiato. La nostra web agency ti fornisce la mappa per uscire da un labirinto di idee che rischia di far perdere tempo, denaro e credibilità. Approfondisci Perché affidarsi a una web agency per comunicare efficacemente? Perché l’immagine che abbiamo di noi stessi è diversa da quella che viene percepita da pubblico e utenti. Per comunicare efficacemente è fondamentale mantenere la propria originalità, ma questa deve rispettare i concetti del linguaggio di marketing e della comunicazione social, che si basano su dati misurabili e sulla loro interpretazione variabile a seconda della situazione. Ogni volta bisogna modulare tutto in maniera diversa trovando l'equilibrio giusto tra identità del brand, messaggio, ambiente, target e tempi. Infine si rapporta la propria idea a ciò che c'è in giro, che viene studiato. La nostra web agency ti fornisce la mappa per uscire da un labirinto di idee che rischia di far perdere tempo, denaro e credibilità. Approfondisci Strategia campagne. Una metodologia studiata con professionisti di comunicazione e marketing, in costante evoluzione. Comunicare a Chi? Obbiettivi precisi per campagne accurate ed efficaci. Trasmettere Cosa? Un buon concetto va tradotto in ottimo riscontro nel pubblico. Essere Vincenti Attenendosi alle regole tra cui la possibilità di stravolgerle Essere Costanti La nostra esperienza su più mercati a vostra disposizione. Consulenza per la tua Campagna di Comunicazione. Esprimi la tua necessità ai nostri specialisti. --- > Realizza il tuo progetto NFT con Kilobit! Utilizziamo tecnologie e strumenti all'avanguardia per costruire la vostra piattaforma NFT. - Published: 2022-05-13 - Modified: 2025-04-17 - URL: https://kilobit.it/agenzia-sviluppo-nft/ Web Agency Torino Realizza il tuo progetto NFT con Kilobit! I nostri sviluppatori blockchain sono al servizio della tua idea: RACCONTACELA Web Agency Torino Realizza il tuo progetto NFT con Kilobit! I nostri sviluppatori blockchain sono al servizio della tua idea: RACCONTACELA Un impatto tangibile nell'universo Blockchain. Forniamo prodotti personalizzati adatti al vostro pubblico di riferimento. Una roadmap coerente garantirà uno sviluppo e un'implementazione rapida, senza intoppi. Prenota la demo gratuita NFT all' avanguardia Utilizziamo tecnologie e strumenti all'avanguardia per costruire la vostra piattaforma NFT. Contattateci per avere una consulenza tecnologica non vincolante. Esperienza radicata Abbiamo un'esperienza consolidata in un'ampia gamma di tecnologie NFT, tra cui ERC 721, ERC 1155, Tron, Tezos, Quorum, IPFS, EOS, Polkadot, catena Binance, dApp personalizzate, Smart Contract e altro ancora. Tokenizzazione dell'arte NFT La tokenizzazione dell'arte di NFT permette agli artisti di avere più potere sulle loro opere. Volete rendere uniche le vostre creazioni? Tokenizzate le vostre opere d'arte digitali utilizzando NFT per rappresentare la vostra unicità in un mondo virtuale. Gli NFT hanno dimostrato di essere una valida opportunità di business. In questo momento tutto il mondo ha gli occhi puntati sui possibili guadagni e valuta potenziali spostamenti di capitali verso queste nuove forme di opere d'arte virtuali. Si tratta di circostanze che vale la pena sfruttare a proprio vantaggio, a patto che si riesca ad agire in fretta. Cominciamo? Sei ad un passo dal prendere la decisione giusta. --- > Raggiungere più clienti, semplifica le transazioni e aumenta le tue vendite. Affida a Kilobit lo sviluppo del tuo sito e-commerce. - Published: 2021-12-01 - Modified: 2024-09-24 - URL: https://kilobit.it/sito-e-commerce/ Sito E-commerce La tua impresa in rete. Meno spese e più comodità. Cos’è un E-commerce. Commercio elettronico attraverso l'utilizzo di internet. Si può esercitare tra azienda/azienda (B2B), consumatore/consumatore (C2C), azienda/consumatore (B2C) e viceversa. Perché realizzare un E-commerce? Costa meno rispetto a mantenere un negozio fisico. Dà la possibilità di raggiungere più clienti, per ragioni geografiche e di comodità. Può essere ottimizzato e pubblicizzato per avere più visibilità. Facilita le transazioni economiche, le spedizioni e la logistica. Espone i tuoi prodotti in maniera pratica e fruibile. In un unico canale puoi ricevere recensioni e verificare l'impatto che hanno le tue offerte e i tuoi prodotti sui clienti. Abbattendo i costi iniziali puoi fare impresa con un tuo progetto personale o espanderti in diversi mercati rapidamente e con intelligenza. Perché realizzare un E-commerce? Costa meno rispetto a mantenere un negozio fisico. Dà la possibilità di raggiungere più clienti, per ragioni geografiche e di comodità. Può essere ottimizzato e pubblicizzato per avere più visibilità. Facilita le transazioni economiche, le spedizioni e la logistica. Espone i tuoi prodotti in maniera pratica e fruibile. In un unico canale puoi ricevere recensioni e verificare l'impatto che hanno le tue offerte e i tuoi prodotti sui clienti. Abbattendo i costi iniziali puoi fare impresa con un tuo progetto personale o espanderti in diversi mercati rapidamente e con intelligenza. E-commerce con Kilobit. Sceglierci significa affidarsi a una rete di professionisti per ottenere un servizio veloce e di qualità. Qui scopri come te lo forniamo. CONTATTO Compila il form, telefona o vieni a trovarci per una consulenza gratuita. Inizio Scelta del design, acquisto del dominio e puntamento sul server. azione Studio parole chiave, struttura e adattamento grafico, inserimento contenuti. Online A prodotto finito ti garantiamo un periodo di affiancamento tecnico. I nostri lavori. Contattaci per realizzare il tuo E-commerce. Proponi la tua idea ai nostri specialisti e ricevi una consulenza gratuita. --- > Avere un sito è una soluzione pratica per essere presenti su internet con efficacia. Affida a Kilobit la realizzazione del tuo sito web. - Published: 2021-12-01 - Modified: 2024-09-24 - URL: https://kilobit.it/sito-web/ Sito web La base di una presenza in rete. Cos’è un Sito Web. Il Sito Web è uno spazio dove inserire contenuti per proporre la tua immagine, la tua offerta,i tuoi valori e i tuoi contatti: sostanzialmente, il tuo brand. Perché realizzare un Sito Web? Avere un sito è una soluzione pratica per stare su internet con efficacia. Ti rende raggiungibile e visibile in tutto il mondo, ovunque si trovi chi è interessato ai tuoi servizi. Un sito attraverso i suoi contenuti e il suo aspetto mostra l'identità del tuo brand, con la quale l'utente può familiarizzare. Espone la tua offerta chiaramente e in maniera fruibile. Permette di comunicare meglio con la clientela e di fidelizzarla. Il sito web è un biglietto da visita che si evolve al passo coi tempi e con la tua crescita, aggiornandosi a mano a mano con contenuti multimediali, lavori di grafica e ottimizzazione in chiave SEO. Perché realizzare un Sito Web? Avere un sito è una soluzione pratica per stare su internet con efficacia. Ti rende raggiungibile e visibile in tutto il mondo, ovunque si trovi chi è interessato ai tuoi servizi. Un sito attraverso i suoi contenuti e il suo aspetto mostra l'identità del tuo brand, con la quale l'utente può familiarizzare. Espone la tua offerta chiaramente e in maniera fruibile. Permette di comunicare meglio con la clientela e di fidelizzarla. Il sito web è un biglietto da visita che si evolve al passo coi tempi e con la tua crescita, aggiornandosi a mano a mano con contenuti multimediali, lavori di grafica e ottimizzazione in chiave SEO. Il tuo Sito Web con Kilobit. Sceglierci significa affidarsi a una rete di professionisti per ottenere un servizio veloce e di qualità. Qui scopri come te lo possiamo fornire. CONTATTO Compila il form, telefona o vieni a trovarci per una consulenza gratuita. Inizio Scelta del design, acquisto del dominio e puntamento sul server. azione Studio parole chiave, struttura e adattamento grafico, inserimento contenuti. Online A prodotto finito ti garantiamo un periodo di affiancamento tecnico. I nostri lavori. Contattaci per realizzare il tuo Sito Web. Proponi la tua idea ai nostri specialisti e ricevi una consulenza gratuita. --- > Le strategie di SEO e SEA permettono in maniere diverse di piazzarsi nelle prime posizioni. Affida a Kilobit l'ottimizzazione del tuo sito. - Published: 2021-12-01 - Modified: 2024-09-24 - URL: https://kilobit.it/seo-e-sea/ Seo e Sea Per essere visibili. Cosa sono la SEO e la SEA. Per SEO (Search Engine Optimization) si intende l'ottimizzazione dei propri contenuti web per i motori di ricerca. Per SEA (Search Engine Advertising) si intende l'ottimizzazione delle campagne pubblicitarie su motori di ricerca. Perché lavorare di SEO e SEA? Perché se si è presenti su internet è inutile trovarsi nelle ultime pagine dei risultati su Google. Le strategie di SEO e SEA permettono in maniere diverse di piazzarsi nelle prime posizioni. La SEO lavora con parole chiave e argomenti specifici. Ha lo scopo di generare traffico organico e gratuito sul tuo sito web o e-commerce. La SEA prevede l'inserimento di annunci pay per click per determinati periodi di tempo. Ha lo scopo di ottenere velocemente picchi di traffico. Questi due approcci si alimentano a vicenda. Lavorare di SEO e SEA quindi fa in modo che molti potenziali clienti trovino te prima della concorrenza, considerando che se aumenta il traffico aumentano i guadagni. Perché lavorare di SEO e di SEA? Perché se si è presenti su internet è inutile trovarsi nelle ultime pagine dei risultati su Google. Le strategie di SEO e SEA permettono in maniere diverse di piazzarsi nelle prime posizioni. La SEO lavora con parole chiave e argomenti specifici. Ha lo scopo di generare traffico organico e gratuito sul tuo sito web o e-commerce. La SEA prevede l'inserimento di annunci pay per click per determinati periodi di tempo. Ha lo scopo di ottenere velocemente picchi di traffico. Questi due approcci si alimentano a vicenda. Lavorare di SEO e SEA quindi fa in modo che molti potenziali clienti trovino te prima della concorrenza, considerando che se aumenta il traffico aumentano i guadagni. Piani SEO e SEA con Kilobit. Sceglierci significa affidarsi a una rete di professionisti per ottenere un servizio veloce e di qualità. Qui scopri come te lo forniamo. CONTATTO Compila il form, telefona o vieni a trovarci per una consulenza gratuita. Strategia Studio delle parole chiave, analisi dei competitor e del mercato. azione Stesura di contenuti e piani di inserimento per indicizzare. Campagne pubblicitarie. Online A prodotto finito ti garantiamo un periodo di affiancamento tecnico. Contattaci per un piano SEA o SEO. Proponi la tua idea ai nostri specialisti e ricevi una consulenza gratuita. --- > Automatizza e facilita processi che altrimenti portano via tempo e denaro. Affida a Kilobit la realizzazione del tuo software gestionale personalizzato. - Published: 2021-12-01 - Modified: 2025-04-18 - URL: https://kilobit.it/software-gestionali/ Software E gestionali Le soluzioni di un problema. Cos’è un Software. L'insieme di programmi che eseguono determinate funzioni a scopo pratico. Perché realizzare un Software? Un software risolve problemi gestionali, amministrativi e di fruizione. Automatizza e facilita processi che altrimenti portano via tempo e denaro. Per il tuo sito web o e-commerce puoi avere bisogno di programmi o applicazioni create su misura che eseguano funzioni precise non svolte da altri software già esistenti. I software gestionali nello specifico possono darti una mano con la contabilità, automatizzare i riordini del magazzino in modo che non rimanga mai sfornito, oppure gestire le operazioni di un e-commerce. Questi sono solo esempi delle possibilità offerte da un software. Perché realizzare un Software? Un software risolve problemi gestionali, amministrativi e di fruizione. Automatizza e facilita processi che altrimenti portano via tempo e denaro. Per il tuo sito web o e-commerce puoi avere bisogno di programmi o applicazioni create su misura che eseguano funzioni precise non svolte da altri software già esistenti. I software gestionali nello specifico possono darti una mano con la contabilità, automatizzare i riordini del magazzino in modo che non rimanga mai sfornito, oppure gestire le operazioni di un e-commerce. Questi sono solo esempi delle possibilità offerte da un software. Come procediamo. I concetti chiave del nostro iter sono: chiarezza dell’insieme, studio delle necessità e la strategia per inquadrarle. Infine, azione focalizzata e confronto. CONTATTO Compila il form, telefona o vieni a trovarci per una consulenza gratuita. Concept Definizione dei programmi e delle funzioni che dovranno eseguire. azione Sviluppo del software nella maniera più semplice ed efficace. Online A prodotto finito ti garantiamo un periodo di affiancamento tecnico. Contattaci per realizzare il tuo Software. Proponi la tua idea ai nostri specialisti e ricevi una consulenza gratuita. --- > Vendi i tuoi prodotti direttamente su Amazon®, aumenta la visibilità e semplifica la logistica. Ottieni una consulenza gratuita con Kilobit. - Published: 2021-12-01 - Modified: 2024-09-24 - URL: https://kilobit.it/amazon-fba/ Amazon® FBA Tu vendi, Amazon® spedisce. Cos’è Amazon® FBA. Fulfillment By Amazon®=compiuto da Amazon®. Il servizio che permette di delegare la logistica ad Amazon®. Perfetto per piccoli produttori: qui scopri i vantaggi di questa scelta e come ti può affiancare Kilobit. Perché vendere su Amazon®? Se sei un piccolo produttore potrai approfittare di una piattaforma già affermata, affidabile e solida. Così guadagni in termini di visibilità, fruizione, gestione, logistica e vendite. Ma non sai come vendere su Amazon® da piccolo produttore e come ti possa convenire? In questo ti viene in aiuto un servizio specifico e la nostra conoscenza. Il servizio FBA permette di delegare la logistica ad Amazon®, abbattendo i costi dell'affitto di un magazzino, della sicurezza e del personale. Ciò significa anche risparmiare tempo ed energie. Vantaggi applicabili anche al tuo e-commerce e ad altre tue piattaforme di vendita e diffusione. Ci sono dei costi fissi da sostenere, che in alcuni casi ti conviene sostenere, in altri no: questo dipende da cosa vendi, da quanto vendi e dal tuo mercato. E qui entriamo in gioco noi di Kilobit... dimentica dubbi e incertezze! Noi abbiamo già lanciato diverse attività di vendita di piccoli produttori. Abbiamo studiato la piattaforma in ogni suo dettaglio e abbiamo esperienza nel marketing digitale e nei mercati tradizionali grazie alla nostra variegata rete di professionisti. Quindi, con la nostra consulenza saprai come vendere su Amazon® da piccolo produttore e non dovrai preoccuparti di creare il profilo né di gestirlo. Insomma... pensiamo a tutto noi! Non devi fare altro che contattarci e scoprire di più. Perché vendere su Amazon®? Perché usufruire di una piattaforma già affermata, affidabile e solida, può farti guadagnare in termini di visibilità, fruizione, gestione, logistica e vendite. Il servizio FBA in particolare permette di delegare la logistica ad Amazon®, abbattendo i costi dell'affitto di un magazzino, della sicurezza e del personale. Ciò significa anche risparmiare tempo ed energie. Questi vantaggi sono applicabili anche al tuo e-commerce e ad altre piattaforme. Ci sono dei costi fissi da sostenere, che in alcuni casi ti conviene sostenere, in altri no: questo dipende da cosa vendi, da quanto vendi e dal tuo mercato. Noi abbiamo studiato la piattaforma e i suoi servizi. Grazie alla nostra esperienza nel marketing digitale possiamo fornirti una consulenza approfondita per permetterti di valutare se faccia al caso tuo o meno. Come procediamo. Sceglierci significa affidarsi a una rete di professionisti per... --- > Dove, come e quando trovarci. Utilizza i nostri contatti per prenotare un appuntamento in sede, dal Lunedì al Venerdì dalle 9:30 alle 17:30. - Published: 2021-11-26 - Modified: 2025-05-22 - URL: https://kilobit.it/contatti/ Contatti Dove, come e quando trovarci. CONSULENZA GRATUITA. Puoi compilare il form o prenotare un appuntamento in sede. Siamo aperti dal Lunedì al Venerdì dalle 9:30 alle 17:30. Telefono: 011 026 8815 Mail: Info@Kilobit. It Indirizzo: Via Luigi Cibrario, 40 10144 TORINO Proponi la tua idea ai nostri specialisti. --- > Ecco cosa può fare Kilobit per i suoi clienti. Esplora il nostro portfolio per accedere a una scheda più dettagliata. - Published: 2021-11-26 - Modified: 2025-04-29 - URL: https://kilobit.it/portfolio/ Portfolio Ora che hai capito cosa facciamo, lo puoi vedere. I nostri progetti realizzati. Ecco cosa può fare Kilobit per i suoi clienti. Cliccando su ogni riquadro puoi accedere a una scheda dettagliata. Contattaci e realizzeremo ciò che desideri. Proponi la tua idea ai nostri specialisti e ricevi una consulenza gratuita. --- > Web Agency Torino - Kilobit, esperti in siti web e digital marketing. Contattaci ora per massimizzare la crescita del tuo business digitale. - Published: 2021-11-25 - Modified: 2025-04-18 - URL: https://kilobit.it/ Web Agency Torino +Obiettivi +Strategie +Risultati Desideri avere un sito web o migliorare quello che già possiedi? Vuoi aumentare visibilità e guadagni? Contatta ora Kilobit, la tua web agency di fiducia a Torino. Richiedi Un Preventivo Gratuito Web Agency Torino +Obiettivi +Strategie +Risultati Desideri avere un sito web o migliorare quello che già possiedi? Vuoi aumentare visibilità e guadagni? Contatta ora Kilobit, la tua web agency di fiducia a Torino. Richiedi Un Preventivo Gratuito https://www. youtube. com/watch? v=unlgC3rq3Xc Chi siamo. Noi di Kilobit siamo una rete di professionisti con esperienza nella programmazione, nel marketing digitale, nella realizzazione di prodotti multimediali e nella stesura di contenuti in chiave SEO. Mettiamo a disposizione la nostra decennale esperienza nei vari settori per un servizio personalizzato a 360°. Abbiamo gli strumenti adatti a far approdare e decollare la tua impresa sul web. Chi siamo. https://www. youtube. com/watch? v=unlgC3rq3XcNoi di Kilobit siamo una rete di professionisti con esperienza nella programmazione, nel marketing digitale, nella realizzazione di prodotti multimediali e nella stesura di contenuti in chiave SEO. Mettiamo a disposizione la nostra decennale esperienza nei vari settori per un servizio personalizzato a 360°. Abbiamo gli strumenti adatti a far approdare e decollare la tua impresa sul web. Perché scegliere Kilobit Web Agency Torino? Consegna in tempi rapidi Mantenendo elevata la qualità dei servizi offerti ci impegniamo a renderli operativi nel più breve tempo possibile. Competenze a 360° Creazione di siti web, e-commerce, video making, campagne marketing, consulenze SEO e tanto altro. Affiancamento post lancio Dopo la consegna rimaniamo a disposizione per consentirti di gestire al meglio la tua nuova proprietà. Perché scegliere Kilobit Web Agency Torino? Consegna in tempi rapidi Mantenendo elevata la qualità dei servizi offerti ci impegniamo a renderli operativi nel più breve tempo possibile. Competenze a 360° Creazione di siti web, e-commerce, video making, campagne marketing, consulenze SEO e tanto altro. Affiancamento post lancio Dopo la consegna rimaniamo a disposizione per consentirti di gestire al meglio la tua nuova proprietà. Servizi. Ogni attività commerciale, che sia un'azienda, un negozio fisico o un'impresa di altro tipo oggi deve essere presente sul web. Per non rimanere indietro potresti aver bisogno di costruire un sito internet da zero, ottimizzare quello che già possiedi, realizzare un e-commerce o magari attuare una strategia SEO per posizionarti al meglio su Google. Questi e altri servizi sono a tua disposizione. Contattaci per la prima consulenza gratuita. Sito Web E-commerce Seo... --- --- ## Articoli > Sei un content creator che teme di perdere il lavoro per colpa dell'AI? O invece sei l'ex cliente che fa tutto con l'AI? Parliamo. - Published: 2025-07-25 - Modified: 2025-07-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/ai-minaccia-reale-per-il-content-creator/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Sei un content creator che ha paura di perdere il lavoro per colpa dell'AI? O sei il suo ex cliente che oggi si fa ogni contenuto con l'AI? Parliamone tutti insieme. L'intelligenza artificiale generativa sforna contenuti più velocemente di un content creator e in molti casi è gratis. Possiamo rigirare la frittata come vogliamo: in termini di rapidità, di convenienza economica e di disponibilità oraria, l'AI è imbattibile da qualsiasi essere umano che generi contenuti di professione: quindi il content creator è sempre meno necessario? Immagine generata con Gemini La velocità, la convenienza economica e la continua disponibilità sono tutto quello che conta nella generazione di contenuti che funzionano e che arrivano veramente al target desiderato? L'AI è in grado di elaborare strategie e di realizzarle in modo che comunichino veramente con gli esseri umani a cui sono destinati i contenuti? L'AI può sostituire davvero i content creators? E quali? Il content creator è sempre meno necessario? Sulla carta potrebbe sembrare che il content creator serva sempre di meno. Se infatti un modello di AI generativa è in grado di produrre articoli in pochi secondi, generare centinai di varianti per lo stesso copy pubblicitario o sfornare caroselli social su misura per ogni nicchia, allora perché si dovrebbe continuare a pagare un essere umano che produce di meno e in più tempo? Tocca pure aspettarlo! Per non parlare delle rotture che ci sono sempre quando si delega qualcosa a qualcuno! Per far fare una modifica è sempre una lotta, vero? Perché il content creator non fa tutto quello che gli dico? ! Meglio un bot che fa tutto quello ordino allora... è anche gratis! Velocità, convenienza e disponibilità: è davvero tutto qui? I vantaggi in termini di velocità, convenienza economica e disponibilità dell'AI generativa sono innegabili: ma siamo sicuri che questi parametri siano tutto quello che serve per una comunicazione efficace? La risposta ovviamente è no. Un contenuto funziona quando è rilevante per chi lo riceve. Quindi deve intercettare un bisogno latente e costruire fiducia. Dopo e mentre si costruisce fiducia , i contenuti arriveranno sempre a più persone. Saranno sempre più efficaci alimentandosi a vicenda, perché questa fiducia verrà trasmessa dagli utenti stessi attraverso le loro interazioni. Una presenza costante sui social, che riempie i feed delle persone di contenuti di consumo asettici, genera più fastidio che fiducia. Questo lo abbiamo approfondito anche in questo articolo. Immagine generata con Gemini L'assenza di confronto fa bene alla tua attività? Quando hai un'attività, nessuno la conosce meglio di te. Quando vuoi comunicarla, questa tua conoscenza approfondita rischia di diventare un'arma a doppio taglio.... --- > L'interfaccia utente del tuo sito genera impressioni immediate nelle persone. Come si costruisce una prima impressione senza superficialità? - Published: 2025-07-23 - Modified: 2025-07-23 - URL: https://kilobit.it/articolo/oltre-copertina-interfaccia-utente-siti-web/ - Categorie: UX e UI L'interfaccia utente è la chiave di un buon sito quando la fai per l'utente, basandoti su test di UX, sui dati e sulla neuroscienza. Qui è tutto sintetizzato in buone pratiche facili da capire. Preparati ad andare oltre la tua copertina... per crearne di altre! L'interfaccia utente è la pelle, il volto e il linguaggio visivo di un sito web. Possiamo dire che è come l'abito, il tono di voce, il taglio dei capelli e il linguaggio corporeo di una persona: molti dei fattori che creano la prima impressione che hanno gli altri di lei. I concetti e gli elementi tecnici riguardo l'interfaccia utente di un sito web sono piuttosto semplici da afferrare e mettere in pratica. Questo perché ci sono stati dei passaggi prima, nella fase di progettazione dell'intera esperienza dell'utente sul sito. Questi passaggi, attraverso dati e test targettizzati, ci indicano come tracciare i percorsi più diretti, chiari e coinvolgenti per gli utenti che desideriamo attrarre. Possiamo farlo perché le evidenze hanno smontato i nostri bias: siamo partiti convinti con l'idea che certe parole, disposizioni o passaggi sul sito sarebbero stati chiari. Eravamo convinti che quel bottone che porta alla sezione contatti si vedesse e che la gente ci avrebbe cliccato. E invece no, perché avevamo un'idea illusoria. "Non si giudica un libro dalla copertina": ci serve crederlo? L'hai mai visto Pagemaster? Horror dal film Pagemaster - L'avventura meravigliosa (1994) In questo film con tecnica mista (mezzo animazione mezzo live action) i libri prendono vita e accompagnano un ragazzino introverso con gli occhialoni e poca fiducia in sé stesso in un'avventura tra generi letterari e i suoi personaggi intramontabili, come il Capitano Acab e il Dottor Jekyll/Mr Hide: che impressione ti dà questo personaggio nell'immagine? Oggettivamente non ha un bell'aspetto: è canonicamente brutto, storto, sdentato e sciatto. A primo impatto non gli daresti un euro... e invece è il più sincero, sensibile e generoso di tutti. Si tratta del personaggio a cui gli sceneggiatori hanno affidato uno dei concetti tematici centrali del film: non si giudica un libro dalla copertina. Se vuoi creare un'interfaccia utente intuitiva, trascura questo concetto Puoi applicarlo per giudicare meno gli altri. Sarebbe bello se fosse applicato a noi, così che ci sentiremmo più liberi di esprimerci come vogliamo. Ma se lo applichiamo all'interfaccia utente di un sito web, spesso porta alla desolazione. Ed è più semplice cascarci di quello che si crede. Le nostre emozioni, le nostre percezioni soggettive, le nostre credenze e le nostre aspettative agiscono in background mentre lavoriamo su un nostro progetto personale, specialmente se ci siamo affezionati. Sviluppare l'interfaccia utente di un sito web che funziona, ci invita ad andare oltre la nostra stessa... --- > Fanno parte della quotidianità di milioni di persone e nel mazzo c'è chi vuole andare a pescare: non farti fregare dalle truffe sui social! - Published: 2025-07-21 - Modified: 2025-07-21 - URL: https://kilobit.it/articolo/crescono-le-truffe-sui-social-come-difendersi/ - Categorie: Social, Truffe online Più i social si popolano e vengono usati a scopi commerciali, più le truffe aumentano. Negli ultimi 3 anni solo in Italia hanno riscosso complessivamente più di mezzo miliardo: scopri come difenderti con semplici pratiche e consapevolezze. Oggi i social fanno parte della vita quotidiana e lavorativa di milioni di persone in Italia: strumenti che sono nati un paio di decenni fa, ma che solo oggi propongono nuove forme e opportunità. Notevole è la velocità con la quale si susseguono nascite di piattaforme, aggiornamenti con funzioni mai viste prima e nuove forme di comunicazione. In questo panorama di innovazione e adattamenti, in parallelo viaggiano le truffe sui social. Queste aumentano, si raffinano. Gli utenti meno esperti sono i più colpiti, ma anche alcuni professionisti e aziende oggi possono fare fatica a riconoscere il vero dal falso. immagine generata con Gemini Negli ultimi 3 anni, infatti, le truffe online solo in Italia hanno fruttato complessivamente mezzo miliardo di euro (fonte ANSA). L'anno scorso sono aumentate del 30%. E una buonissima parte di queste truffe partono (o finiscono) proprio dai social. Qui scopri le manifestazioni del fenomeno e come difenderti. Le truffe sui social più comuni I social possono farci percepire le persone che li popolano con una certa dose di distacco e di categorizzazione. Ma si tratta sempre di esseri umani, con le loro paure, speranze, mancanze... e soprattutto distrazioni. Sui social si può combattere la solitudine e cercare vie di uscite da una vita che non ci piace. E i truffatori proprio questo vanno a sfruttare. Le truffe sentimentali sui social C'è poco da girarci intorno: molta gente sui social è in cerca di affetto, di amore, di sesso, di amicizia e di riconoscimento. Per questo le relazioni online si riescono a instaurare con gran facilità. In questa dinamica, chi ha cattive intenzioni trova terreno fertile. Prima si parte con conversazioni disinteressate: sembra tutto autentico. Ma dopo settimane o mesi di conversazione, ecco che arrivano richieste di denaro con scuse assolutamente plausibili, come viaggi improvvisi, problemi di salute o lavorativi. Non stiamo parlando del principe nigeriano o di "Brad Pitt" che ti chiedono i soldi. Si tratta di una persona di cui ti stai invaghendo e che ti ha raccontato (apparentemente in tempi non sospetti) cose di sé che oggi rendono ragionevoli le richieste. Perché ti ha coltivato. Questa truffa si consuma principalmente su social come Facebook e Instagram. Falsi investimenti su Instagram Instagram in particolare prolifera di Fuffa Guru, cioè di quelli squallidi individui che promettono guadagni facili e pillole di vita. Ecco: quando qualcuno ti propone una cosa troppo bella per essere vera... sicuramente non... --- > Lo spettro della sostituzione appare alla spalle dello sviluppatore web: ci crede? Gli ride in faccia? Fingerà di non vederlo? Ne avrà paura? - Published: 2025-07-15 - Modified: 2025-07-15 - URL: https://kilobit.it/articolo/ai-fara-il-lavoro-dello-sviluppatore-web/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Oggi il fantasma della sostituzione si mette dietro le spalle dello sviluppatore: l'AI già sostituisce il suo lavoro? La sostituzione è solo uno spettro pieno di sfumature? Lo sviluppatore web come può evitare di rimanere al palo? Uno sviluppatore web interroga un modella di AI generativa per farsi scrivere codici, per farli controllare e modificare. Se ne sta lì nel buio della sua stanzetta, sulla sua sedia da gamer - curvo pure se potrebbe appoggiare la testa - a digitare, digitare... tic-clic tic-tic tic-clic clic... e appare un fantasma: si chiama "sostituzione". Immagine generata con Gemini Il nostro sviluppatore web ormai sente che la sostituzione è là dietro: cosa può fare? Innanzitutto decidere se crederci o no. E in base a questo, potrà fare finta che non esista, potrà riderle in faccia, oppure inizierà a vederla ovunque. O a pensare che ce l'abbia proprio con lui. Ma invece di un fantasma potrebbe considerarla uno spettro. Così, lo sviluppatore web, passerà dagli estremi della fantasia alle sfumature di una realtà dove le domande non si riducono a risposte sì/no, vero/falso, amico/nemico, minaccia/opportunità. Dove si osserva e si ragiona in mezzo a questi limiti. Così lo spettro "sostituzione" cambierà nome, sfumerà, scomparirà... o meglio: si trasformerà in consapevolezza, scelte e azioni. Che cosa sa fare l'AI generativa al posto di uno sviluppatore web? Quindi andiamo sul concreto. L'AI generativa ormai è pane quotidiano di sviluppatori solitari, di squadre aziendali e di PMI che vogliono abbattere i costi dei professionisti. Ci sono un sacco di strumenti, assistenti, e modelli open source addestrati su miliardi di dati e librerie che sono in grado di generare codice in tempo reale. Bastano pochi secondi e un semplice prompt per avere uno snippet di codice, documentazione automatica, test unitari e funzioni complete. Roba che gli sviluppatori junior ci mettono ore a scrivere. Molto si può automatizzare in serenità, almeno quando abbiamo a che fare con funzioni semplici o con la risoluzione di problemi standardizzati. Altrimenti bisogna avere esperienza sul campo e competenze solide, che entrano in gioco nella personalizzazione di un modello di AI generativa, nell'uso integrato di un set di AI, nell'articolazione dei prompt e nel monitoraggio dei risultati. In quest'ottica già lo spettro della sostituzione si sfuma: lo sviluppatore web quindi diventa il punto di contatto con gli altri esseri umani e diventa un supervisore di AI, sulle quali impone il suo tocco. Dove l'AI generativa serve a uno sviluppatore web... e quando diventa un ostacolo L'AI è imbattibile sulla velocità. Quando si tratta di operazioni ripetitive, codice boilerplate o anche solo dello scheletro di un progetto, nessun umano è più rapido... --- > UI = interfaccia utente. Parliamo della messa in atto di un'esperienza progettata per un sito web, per un e-commerce, per un'app... - Published: 2025-07-11 - Modified: 2025-07-11 - URL: https://kilobit.it/articolo/e-invece-lo-sai-cosa-e-ui/ - Categorie: UX e UI Dimmi cosa mi suggerisci e ti dirò chi sei. L'UI, cioè l'interfaccia utente, può sembrare solo una questione estetica. Ma finisce col caratterizzare l'intera esperienza su un sito, su un'app o su un e-commerce. Quindi va a identificare il brand stesso e a determinare conversioni o abbandoni. Per avere un'idea al volo di cosa sia l'UI, ti basta aprire un qualsiasi sito web. Guarda bene. Li vedi i bottoni, i menu, il form per iscriversi alla newsletter o chiedere preventivo? Le vedi le icone del carrello e del profilo? Ecco: l'insieme di questi elementi è l'UI, cioè l'interfaccia utente (user interface). A differenza dell'UX, che riguarda la progettazione complessiva dell'esperienza che fa l'utente su un sito (clicca sul link se non sai cos'è l'UX), l'UI è la forma attraverso la quale l'esperienza viene vissuta. Un po' come la distinzione tra front-end e back-end, tra i progetti di una casa e i mattoni: tra la mente e il corpo. Ma attenzione: non è solo questione di estetica. Una buona UI è come se fosse invisibile: funziona, è intuitiva, ti incoraggia a rimanere sul sito, sai cosa puoi scegliere e hai subito chiaro come farlo. Una cattiva UI invece si nota subito, perché ti blocca, ti disorienta, ti fa chiudere la pagina. Quando hai un sito, un'app o un e-commerce, hai in mano uno strumento che può farti decollare, farti schiantare... o essere totalmente inutile. E molto dipende proprio dall'UI. L'UI è la parte tangibile dell'esperienza utente L'esperienza dell'utente è fatta di aspettative, sensazioni e azioni. L'UI è l'insieme di oggetti verso i quali queste si rivolgono: è estetica funzionale, segnaletica, semiotica. Il colore di un bottone quindi serve a guidare un'azione. La distanza tra due elementi serve a non confondere. La dimensione e la distribuzione dei testi serve a leggere senza sforzo. Un video messo al momento giusto serve a rilanciare l'attenzione e il messaggio. L'arte sta proprio nel fare apparire questi elementi spontanei. In altre parole, una buona UI rende il sito chiaro, anche sacrificando un po' di gusto artistico e narrativo. Un'ottima UI, invece, in ogni elemento riesce a comunicare potentemente l'identità del brand e a contribuire alla sua riconoscibilità, in un preciso connubio tra funzionalità ed estetica, appunto. In questo senso quindi l'UI è una forma di scrittura visiva. L'interfaccia utente serve ad accompagnare e convertire Se pensi che la sostanza sia più importante della forma, in questo caso dovresti ricrederti un pochino. Sì perché l'UI è l'esempio di come certe forme siano determinanti ad accompagnare verso la sostanza. C'è poco da fare: se parli un linguaggio difficile da comprendere, nessuno si impegnerà a capirti, specialmente se non ti conosce. E pure se lo facesse... --- > Le microattività come cucinare e lavare i piatti hanno impatto positivo sul benessere psicofisico: ottimo per chi può lavorare da casa. - Published: 2025-07-08 - Modified: 2025-07-08 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-lavorare-da-casa-meglio-cucinando-e-lavando-i-piatti/ - Categorie: Benessere e produttività La libertà che concede lavorare da casa nasconde il rischio di disequilibri e malesseri. A salvarci, possono essere le cosiddette microattività, come cucinare, lavare i piatti, ordinare gli spazi o passare l'aspirapolvere, perché possono avere un'influenza enorme sul nostro benessere psicofisico. Ovviamente non funziona proprio così. Ma sappiamo che lavorare da casa ha una serie di vantaggi e di libertà che ci si possono ritorcere contro. Vivere e lavorare nello stesso spazio, infatti, con la libertà (e illusione) di gestire ogni ora come vogliamo, può portarci dritti verso la sovrapproduzione (a discapito di altro), la goblin mode, il brainrot (se ogni volta che stacchiamo il cervello ci annichiliamo troppo sui social) o il burnout. Oggi guardiamo la questione da un punto di vista basato su ricerche e sull'esperienza di vita di alcuni professionisti del nostro network - me compreso - che possono avere difficoltà a lavorare da casa e online in maniera sana. Ovvero mantenendo un equilibrio psicofisico e sociale, tra la realtà fisica e quella digitale. Le quali, sempre di più, si mescolano. Quando lavorare da casa diventa una trappola Lavorare online da casa, da un coworking o da un caffè, ci regala libertà in forme che prima non c'erano. Anche se diffuso, è ancora una novità. In molti contesti, è una rarità e un privilegio. Infatti c'è chi deve timbrare il cartellino in un ufficio, chi se ne deve stare tutto il giorno ad attendere nel proprio negozio, chi si deve spaccare la schiena in un cantiere sotto il sole... onestamente è proprio una fortuna poter lavorare da casa. E io personalmente lo preferisco. D'altra parte (e chi lo fa lo sa bene) lavorare da casa online ha i suoi rischi. La possibilità di organizzare tutto secondo i nostri ritmi si scontra con la tendenza a non staccare mai davvero. E quindi, per alcuni: nessuna pausa pranzo vera, niente fine giornata, messaggi di clienti e collaboratori fino alle dieci di sera, mai una reale disconnessione. Quando tutto si può fare in qualsiasi momento, spesso finisce che lo si fa sempre. E la sovrapproduzione, ci fa accumulare stanchezza, isolamento e cattivi abitudini. Occhio a non trasformarti in un goblin! Ecco che si può affacciare la goblin mode: una fase di trascurezza (e spesso anche di scarsa igiene) in cui ti rifugi nel comfort del disordine, del cibo spazzatura e della disconnessione da te. Si tratta di un pattern comune, che si presenta in piccole e grandi forme, e che di fondo indica del malessere. E questo non si vede solo dalla rinuncia a occasioni sociali o all'attività fisica o alla sana alimentazione o alla cura del proprio aspetto. Ancora più... --- > Se fai il social media manager e hai paura che l'IA ti sostituisca, dai una letta qui: la questione è molto più sfumata di quello che credi. - Published: 2025-07-04 - Modified: 2025-07-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/ia-puo-soppiantare-i-social-media-manager/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Il social media manager è tra le professioni più recenti e incomprese del mondo digitale: l'IA può già soppiantare tutti coloro che in questi anni si sono impegnati a sviluppare competenze e crearsi una reputazione? Il social media manager è una delle professioni più recenti, diffuse e incomprese del marketing digitale. I tuoi problemi finora sono stati trovare clienti, rapportartici, gestire le loro aspettative, sconfiggere la sindrome dell'impostore e dover far capire a nonno Sergio che lavoro fai? E ci mancava pure l'IA... La questione tra l'altro ormai non è più se l'intelligenza artificiale entrerà nel lavoro dei social media manager: ma fino a che punto può farlo da sola. Quindi rappresenta davvero un attacco a te che ti sei dovuta scervellare per capire algoritmi, esercitare creatività, empatia e senso del contesto? I tecno-utopisti che pregano davanti agli altarini dell'efficienza sono tutti contenti. Al contrario, chi non accetta e non si fida dell'intelligenza artificiale, ha già il mal di stomaco. Ed entrambi provano queste sensazioni prima di aver riflettuto davvero sulla domanda. Ma qui noi crediamo poco negli estremi. L'IA sa davvero fare il lavoro dei social media manager? Se guardiamo solo il lato operativo da un punto di vista meccanico, la risposta potrebbe sembrare positiva. Infatti l'intelligenza artificiale può già: generare caption con diversi toni di voce per diversi target, suggerire hashtag pertinenti, analizzare trend per ogni piattaforma social, creare immagini e video ottimizzati, schedulare i contenuti nelle fasce orarie più performanti. Gli strumenti per eseguire questi compiti sono già numerosi, veloci, economici e accessibili. Ma il lavoro del social media manager non è solo quello di eseguire compitini Anzi: spesso è la figura che dirige il lavoro di copywriters, content creators e via dicendo. L'IA può apparire creativa e contestuale, ma è solo un'illusione. Di fatto non sa nulla e non interpreta criticamente ciò che ha intorno. I modelli di intelligenza artificiale infatti sono addestrati su miliardi di dati ed è la nostra domanda (il prompt) a evocare questa o quella risposta. Quindi l'IA non gestisce nulla in autonomia Se usi IA e non la gestisci, è folle pensare che sia lei a gestire te. Semplicemente stai facendo il tuo lavoro a casaccio. Piuttosto sei tu che la gestisci, anche quando non te rendi conto, perché in base alle domande che poni e come personalizzi i modelli, avrai le risposte che ti servono... considerando gli errori, le imprecisioni e le approssimazioni che con l'IA sono sempre dietro l'angolo. Quanto si sta usando l'IA nel social media marketing? Secondo un'indagine di HubSpot del 2024, il 53% dei marketer (inclusi social media manager) utilizza strumenti... --- > Qui entriamo nel vivo della User Experience applicata a siti web ed e-commerce: l'obiettivo è convertire. Parola d'ordine? Chiarezza. - Published: 2025-07-02 - Modified: 2025-07-02 - URL: https://kilobit.it/articolo/il-segreto-per-siti-web-che-convertono-la-user-experience/ - Categorie: UX e UI Qui scopri perché la User Experience non è solo un vezzo ma una pratica fondamentale per creare siti ed e-commerce che convertono. Gli errori sono sempre contemplati: non diventerai mai infallibile... ma almeno, grazie ai dati, saprai dov'è l'errore e come rimediare. Impara a tracciare una mappa prima per te e poi gli utenti. Finora ti ho parlato di User Experience (cioè di UX) prima in linea generale, perché è importante tu sappia che non è solo legata ai siti web o agli e-commerce. Infatti prodotti, piattaforme, servizi e anche luoghi (vedi i supermercati) prevedono che ogni utente compia un percorso fisico, mentale ed emotivo. Sia esteriore che interiore, perché è relativo agli oggetti e alla nostra percezione. La quale, dall'inconsapevolezza, si può convertire in fiducia, sfiducia, gradimento, repulsione, stima, disprezzo, divertimento, noia, chiarezza, confusione... passando per una, tante, o altre di queste sensazioni. E quello che ci succede dentro e fuori quando abbiamo a che fare con un percorso, dipende molto da come è stato tracciato. Quindi abbiamo approfondito l'UX design, anche attraverso la conoscenza del professionista che progetta l'esperienza dell'utente: l'UX designer, scoprendo come ingaggiarlo, come collaborarci e come diventarlo. In questo percorso abbiamo acquisito lenti per avere la giusta prospettiva. Con questa, finalmente, possiamo arrivare a quello che ci interessa davvero: avere siti web ed e-commerce che convertono sul serio. La User Experience non è opzionale Non stiamo parlando di un vezzo. User Experience non è un nuovo termine anglofono che serve a impacchettare servizi carini ma inutili. Progettare l'esperienza che l'utente compie su siti ed e-commerce fa la differenza tra la totale improvvisazione e la professionalità. Da creativo ti dico che l'improvvisazione è splendida e illuminante. Ma quando abbiamo a che fare con un sito web, lasciare le cose al caso e all'estro è un rischio grosso. Infatti un sito web o un e-commerce, potrebbero convertire per motivi che non sai. E vale anche il contrario. Se ogni volta ipotizzi a sensazione dove andare a guardare, prima o poi sbaglierai... e potresti neanche rendertene conto. Quindi occhio a non scambiare un oggetto con la sua ombra. La User Experience in questo senso diventa una mappa, prima per te che per gli utenti. Poi, una volta che hai la mappa, nessuno ti vieta di tracciare percorsi alternativi basati sulle tue convinzioni, anche se non sono supportate totalmente dai dati: potresti offrire qualcosa di nuovo oppure fallire. In ogni caso, con una progettazione di User Experience e con i dati alle spalle, saprai perché la tua sperimentazione ha funzionato oppure no e sotto quali aspetti lo ha fatto e potrebbe farlo. Quindi saprai sempre dove andare senza prenderti rischi inutili, anche quando sbaglierai E questo è fondamentale, perché l'errore fa parte del... --- > I video fatti con AI ti minacciano? Trova informazioni e spunti per adattarti all'ondata tecnologica senza perdere umanità e lavoro. - Published: 2025-06-30 - Modified: 2025-06-30 - URL: https://kilobit.it/articolo/video-con-ai-manderanno-a-casa-i-professionisti/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Oggi i video con AI sono sempre più facili da realizzare e i risultati a volte spaventano per quanto sono fatti bene. Sui set ormai girano videocamere intelligenti e automatizzate. Ma un conto è la tecnica, un conto è la percezione. Professionisti video: il vostro settore ha visto un sacco di innovazioni. La differenza tra chi verrà sostituito e no sta nell'adattamento, sta in come giocherete con la conoscenza e con la percezione, così come è sempre stato. Nessun'ondata porta via ogni cosa. Oggi basta un prompt per farsi generare un video con AI direttamente dalla propria stanzetta. In qualche minuto - e al prezzo impercepibile di qualche token e di un po' di energia - addio camere, location, attori, montaggio, regia, troupe, spostamenti... addio grosse spese. Può sembrare questa la promessa al mercato mondiale. La probabile condanna per milioni di persone che realizzano video professionali, che girano spot, documentari, reel, pubblicità, eventi, che si occupano di post-produzione... e che si devono preoccupare non solo dei modelli di AI generativa. Infatti l'intelligenza artificiale attraverso l'automazione delle videocamere entra a gamba tesa anche nella fase di produzione fisica. Ma i video fatti con AI hanno davvero il potenziale di sostituire il lavoro e la creatività di videomakers, content creators, montatori, attrici e attori? Oltre alle straordinarie capacità tecniche che ha l'intelligenza artificiale, i risultati che restituisce sono davvero così efficaci e convenienti da rappresentare una minaccia concreta? Le persone riconoscono la differenza tra video con AI e video reali? Apprezzano i video con AI? Gli strumenti sempre più raffinati estendono (o riducono) la realizzazione video alla portata di chiunque neutralizzando sul serio le qualità dei professionisti? https://www. youtube. com/watch? v=EEGgS__9iaA Cosa può fare l'AI nel mondo video (e cosa no) Il mondo video è stato già rivoluzionato diverse volte. Pensa banalmente al digitale, agli smartphone e ai social, che hanno fatto scoppiare il formato verticale e che hanno ridisegnato alcuni canoni della narrazione di massa, influenzando durate, scelte di regia e di montaggio. Oppure pensa al fatto che da più di un decennio si può girare un film con il cellulare. Questo ha mandato a casa le produzioni cinematografiche? Non ci risulta. L'AI è unica ed è giusto che spaventi e che ci poniamo interrogativi. Ma come l'IA può sostituire alcune figure in alcuni ambiti, in altri le stesse possono dominarla, sfruttarla come assistente, e continuare a realizzare video mettendoci la propria umanità e senza perdere il lavoro. La generazione e il montaggio con AI AI generative come Sora, Runway o Midjourney creano video relativamente realistici da semplici prompt testuali. Hanno ancora limiti molto evidenti e ci vogliono tanti tentativi e competenze particolari per avere risultati buoni. Quindi non è vero che bastano pochi minuti per avere il prodotto. I modelli vanno anche personalizzati, i prompt vanno scritti bene: ci vuole impegno e tempo. Ma è anche vero che le capacità dei modelli migliorano... --- > Studioso degli utenti, l'UX designer diventa la loro voce e progetta i percorsi ottimali per coinvolgerli, incoraggiarli e convertirli. - Published: 2025-06-26 - Modified: 2025-06-26 - URL: https://kilobit.it/articolo/chi-e-ux-designer-cosa-fa-e-come-comunicarci/ - Categorie: UX e UI Osservatore e studioso degli utenti. L'UX designer diventa la loro voce e progetta i percorsi ottimali per coinvolgerli, incoraggiarli e convertirli: una figura che spesso è importante ingaggiare e con la quale da professionista o manager dovresti collaborare. Qui trovi tutto ciò che ti serve sapere. L'UX designer è la figura dietro ogni sito intuitivo, ogni app efficace e ogni servizio online piacevole da usare. Parliamo di un professionista che studia abitudini, bisogni e problemi reali degli utenti, traducendoli in percorsi digitali fluidi e funzionali. Quindi l'UX designer è il progettista dell'esperienza utente. E non si limita solo a questo. Se lo ingaggerai, in base ai tuoi obiettivi, alla tua identità di brand, ai tuoi focus e al tuo target, stabilirà i percorsi migliori per innescare le azioni che tu desideri facciano gli utenti (ad esempio comprare un prodotto, iscriversi a una newsletter o compilare un form di contatto). Se sei un manager aziendale che deve coordinare internamente il suo lavoro, ti serve conoscere il suo ruolo, le sue possibilità e le dinamiche. Idem se sei un professionista che dovrà eseguire la progettazione di un UX designer: perché ti serve comunicarci. E perché seguire un progetto che si basa dalla voce dell'utente può allargare i tuoi orizzonti e scardinare i tuoi bias. Qui trovi tutto quello che ti serve sapere per ingaggiare questa figura e collaborarci. Chi non è l'UX designer Non è un professionista verticale. Non è un creativo solitario, né uno sviluppatore, ma una via di mezzo tra ricercatore, progettista e facilitatore. È anche un'analista di comportamenti e feedback. L'UX designer non è disegnatore di schermate, ma un creatore di esperienze. Non è un'esecutore, ma un ponte tra gli obiettivi aziendali e i bisogni dell'utente, che è il suo focus. Infatti non è solo un progettista di esperienze utente, ma è il professionista che, più di altri, ascolta le persone che vuoi interessare. Chi è davvero Alcuni designer grafici, programmatori, sviluppatori e copywriter possono avere le competenze per diventare UX designer. E molti si improvvisano e spacciano come tali, senza però fare la parte fondamentale del lavoro dell'UX designer, cioè la raccolta, lo studio e l'analisi dei dati. Infatti chiunque mastichi un po' di marketing digitale può dire: "il bottone mettiamolo qua, mettiamolo verde per favorire le interazioni, usiamo un font chiaro per farci capire... " Che sono tutte cose che stabilisce un UX designer, certo: ma qual è la differenza? Sta nel criterio. L'UX designer ti toglie le fette di prosciutto dagli occhi Un conto è prendere scelte che appaiono ragionevoli o che sembrano universalmente funzionanti e diffuse secondo i risultati di Google e delle IA usate come motori di ricerca. Tutt'altra cosa... --- > Scopri di più sul burnout in questo articolo scritto combinando la nostra esperienza personale con la consulenza del Centro Clinico Piemonte. - Published: 2025-06-20 - Modified: 2025-06-20 - URL: https://kilobit.it/articolo/e-solo-un-periodo-o-burnout-20-segnali-da-osservare/ - Categorie: Benessere e produttività Il burnout è insidioso e può metterti con le spalle al muro. Ma si può prevenire e risolvere. In questo articolo, scritto combinando la nostra esperienza diretta con la consulenza tecnica del Centro Clinico Piemonte, ti mostriamo i 20 segnali da non sottovalutare mai. Mai sentito parlare di burnout? Senti stanchezza, irritabilità e senti da tempo il vuoto dopo una giornata di lavoro? È tutto troppo? Non riesci a recuperare neanche quando dormi? Senti che hai perso o che stai per perdere il controllo della tua serenità, del tuo tempo e delle tue energie? Se è così continua a leggere, perché questo articolo può aiutarti. Senza sostituire il tuo medico di fiducia o il parere diretto di professionisti della salute mentale, tutti noi di Kilobit possiamo condividere la nostra esperienza nella gestione del lavoro e del nostro stress, perché siamo professionisti del digitale che hanno anche progetti paralleli, individuali o legati al nostro network. Questa cosa, minimo una volta, ci ha fatto arrivare alla soglia del burnout. E qualcuno ci è pure entrato... per poi uscirne fuori, grazie a terapie psicologiche. Quindi possiamo capire e abbiamo il supporto e la consulenza dei nostri amici del Centro Clinico Piemonte. Cosa ti sta dicendo lo stress? Due risorse fondamentali di ogni essere umano sono il proprio tempo e le proprie energie. Quando entrambe queste risorse scarseggiano o la mancanza di una delle due diventa un problema costante e che continuamente ti fa stare peggio, qualcosa non sta funzionando bene: cos'è questa cosa? Il vampiro per eccellenza del tempo e delle energie è lo stress, che: può avere cause organiche e psicologiche, può avere effetti mentali, fisiologici, emotivi e sociali, può essere causato da fattori esterni e interni, a seconda della propria sensibilità può essere scatenato da qualsiasi pensiero, azione, soggetto, oggetto e ambiente, anche al di là dei più comuni standard di giudizio. Spesso non è facile individuare con precisione cosa ci stressa e come. Ma possiamo accorgerci dei sintomi. E uno dei principali è proprio lo stress, con le sue tante forme, che in quest'ottica non è una forza ostile che ti assorbe. Lo stress è un sistema di allarme: un tuo alleato, se lo ascolti. Quando lo stress è costante, potrebbe trattarsi di burnout Il burnout è quando lo stress da lavoro diventa cronico, trasformandosi appunto in una sindrome specifica riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Un problema legato alla diffusa insoddisfazione rispetto al proprio lavoro, al suo bilanciamento con il nostro spazio personale, con i bisogni del nostro corpo, con le nostre emozioni, ideali, rispetto ai nostri desideri, alle nostre inclinazioni, necessità e ambizioni. Il burnout quindi non arriva all'improvviso e può non coglierti... --- > Per capire se tutte le pubblicità saranno fatte con l'IA, dobbiamo andare a fondo su cos'è la pubblicità e come le persone percepiscono l'IA. - Published: 2025-06-17 - Modified: 2025-06-17 - URL: https://kilobit.it/articolo/le-pubblicita-saranno-fatte-tutte-con-lia/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, Pubblicità Una domanda assoluta che ha risposte sfumate: per capirci di più, scopriamo meglio le forme di pubblicità, come le persone percepiscono l'IA e perché le aziende la usano e continueranno a usarla per creare contenuti promozionali. Chiedersi se le pubblicità saranno fatte tutte con l'IA, ci serve a riflettere su quello che creiamo e su quello che guardiamo. Viviamo tempi sfumati. Farsi una domanda così assolutizzante non ha la presunzione di trovare una risposta unica e certa: perché non c'è. Porsi domande così ci serve ad avere più risposte. E nel percorso per trovarle, cerchiamo di guardare a fondo cosa abbiamo davanti gli occhi. Cosa definiamo "pubblicità"? Sai che una pubblicità può essere uno spot tv, un cartellone per strada, un annuncio scritto, un claim in radio o una sponsorizzata sui social. Qualcosa che il brand realizza per far conoscere sé, i suoi prodotti e i suoi servizi. Ma questo può avvenire anche per altre vie. Come vediamo nel marketing UGC, una pubblicità è anche un contenuto fatto (più o meno) spontaneamente da una persona che mostra la sua esperienza con un prodotto o con un servizio. In quest'ottica, allora, anche una recensione si può definire pubblicità. Sì, perché in fondo cos'è una pubblicità? Ti torna che sia una comunicazione dimostrativa e persuasiva per creare notorietà e influenzare la percezione di un brand? Sei d'accordo che questo possa avvenire anche parlando o scrivendo di un prodotto o di un servizio? Quindi già da questa definizione, potremmo concludere che le pubblicità non saranno fatte tutte con l'IA... a meno che tutti non smettano di scrivere recensioni! Allora miriamo alla pubblicità in digitale Queste sono le prime a cui si pensa quando si parla di IA e pubblicità. In particolare, le pubblicità digitali create dai brand hanno solitamente bisogno di questi elementi per essere realizzate: ricerca e analisi di mercato, un concept, quindi una narrazione di fondo, criteri tecnici per i contenuti, uno stile artistico, dei contenuti, tra cui eventualmente soggetti che recitano. Capisci che ognuno di questi elementi potrebbe essere creato con l'IA o con il suo aiuto. Quindi anche una pubblicità dove recita un essere umano in carne d'ossa potrebbe essere considerata "fatta con l'IA", se le sue battute sono state scritte con l'aiuto di ChatGPT o se è stata fatta analisi del target utilizzando modelli di intelligenza artificiale. Perciò gran parte delle pubblicità sono e saranno fatte con l'intelligenza artificiale, se per dirlo basta che almeno un loro elemento sia curato dall'IA Passiamo al lato del pubblico Quando parliamo di pubblicità non possiamo limitarci solo a definizioni tecniche. Abbiamo a che fare sempre con un... --- > Impara a scegliere il target, ad ascoltarlo, a testare e a guidarlo nell'esperienza di navigazione che desideri creare. Scopri l'UX Design. - Published: 2025-06-12 - Modified: 2025-06-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/ux-design-impara-a-creare-esperienza-su-un-sito/ - Categorie: Design, UX e UI L'UX Design racchiude tutti gli elementi che servono a creare l'esperienza dell'utente su un sito. Passiamo dalla teoria alla pratica. Andiamo al succo per imparare a metterci nei panni nei nostri utenti, per conoscerli e parlarci: bisogna diventare psicologi? No. Basta fare test! In questo articolo - se te lo sei perso - abbiamo già parlato di UX. Abbiamo detto che la user experience è quella combinazione di semiotica, geometrie e linguaggio che vanno a definire l'esperienza globale dell'utente su un sito. Quindi, mi raccomando: non confondere l'UX con l'interfaccia che vede l'utente (UI), perché questa è solo una parte della user experience. Detto questo, oggi andiamo più nello specifico rispetto agli elementi che vanno combinati per creare l'esperienza globale. Approfondiamo l'UX Design, chiarendo meglio cos'è, a cosa serve e quali sono i suoi elementi. In 5/10 minuti di lettura potrai trovare chiarimenti e spunti per comprendere cosa c'è dietro a quello che vedi nel web e riprodurlo per i tuoi interessi imprenditoriali. Oltre ad avere una base per fare da te imparando con l'esperienza, saprai anche meglio come delegare ai professionisti del settore, cosa aspettarti da loro e cosa pretendere dai tuoi investimenti in UX Design. Da dove viene l'UX Design? Definire l'interazione tra umano e tecnologia è storia vecchia. Questa ricerca e queste dinamiche esistono per esempio da quando ci sono i dispositivi meccanici e, dopo, i prodotti industriali. L'UX Design c'è sempre stato, ma solo ultimamente è nato come termine, perché qualcuno l'ha introdotto nel linguaggio comune: ma chi è stato? È stato Donald Norman. Non a caso, uno psicologo cognitivista che lavorava da Apple nei '90. Quindi è per questo e per l'attuale proposta tecnologica che ci riferiamo principalmente a siti web quando parliamo di UX Design. Ma ti è utile sapere che le conoscenze relative si possono riportare in qualsiasi cosa che ha fare con un utente che deve compiere un'esperienza con una tecnologia. O con un prodotto, o con l'allestimento di un luogo: perché no? A cosa serve precisamente l'UX Design? Sicuramente mi ripeto, ma vale la pena sintetizzare i punti chiave su cui va ad agire l'UX Design. A cosa serve definire l'esperienza di un utente su un sito? Guidare l'utente nella navigazione secondo un percorso preciso, che ha tappe e una meta definite, come chiarimenti d'offerta, comprensione di concetti e una conversione. Quindi l'UX Design tra i suoi scopi ha anche quello di ottimizzare le conversioni di e-commerce e landing page. Ridurre l'abbandono del sito (quindi aumentare il tempo di permanenza). Fornire esperienze chiare, inclusive e accessibili a chiunque vogliamo fruisca del sito. I 5 pilastri di un buon UX Design Alla luce dei suoi... --- > Hai subìto una truffa online: non sei né la prima né l'ultima persona. Quindi niente panico e segui i consigli di Kilobit per rimediare oggi. - Published: 2025-06-10 - Modified: 2025-06-10 - URL: https://kilobit.it/articolo/hai-subito-una-truffa-online-cosa-fare-in-7-mosse/ - Categorie: Truffe online Non vergognarti e non cadere nel panico: altre 3 milioni di persone in Italia hanno subìto come te una truffa online. Qui scopri i 7 passi da fare per rimediare e per evitare che risucceda a te e agli altri. È successo anche a te di cadere in una truffa online? Ti vergogni, hai panico, rabbia, delusione? Capisco perfettamente e a volte è anche giusto sfogare i propri sentimenti. Ma dovrai aspettare. Ci penserai dopo a sfogarti in palestra, dal tuo terapista o con chi tiene a te. Per adesso non hai bisogno di questo. Oggi ti serve pragmatismo. In questo prontuario trovi cosa fare quando subisci una delle tante truffe online che proliferano in Italia. Ormai non si tratta di prevenzione. Per quella, oggi è troppo tardi. Adesso hai bisogno di rimediare, arginare i danni e non peggiorare la situazione. Domani potrai leccarti le ferite e potrai ritornare alla prevenzione. Intanto sappi che ci sono un sacco di altre persone che hanno subìto minimo una truffa online. Secondo ANSA, infatti, almeno 3 milioni di italiani e italiane sono state nella tua stessa situazione. E non sono poche persone. Quindi: animo! 1) Cosa NON fare assolutamente dopo una truffa online Ci sono alcune cose che d'istinto vorresti fare... e sono le più dannose per te: Contattare il truffatore: non rispondere a mail, chiamate o messaggi solo per insultare o chiedere spiegazioni. Se lo fai, potresti esporti peggio. Inviare altri soldi: cedere a ricatti peggiora di brutto la situazione, così come effettuare pagamenti per recuperare quanto hai perduto. Cancellare le prove: non servirà ad annullare l'accaduto. Aiuti solo chi ti ha truffato a non farsi beccare. Pubblicare tutto online: condividi il necessario ma non mostrare prove né dettagli cruciali, perché dai modo ai truffatori di rimediare o ad altri di imitarli. 2) Non farti prendere dal panico e riconosci la truffa online che hai subìto Prova ad andare oltre lo shock e i sentimenti iniziali. Ti dico questo non perché voglia essere insensibile, ma perché so che, purtroppo, i truffatori vogliono proprio che tu smetta di essere razionale e che ti faccia dominare dalla paura, dal panico e dalla vergogna. Vogliono che tu sia vulnerabile: così potrai continuare a sbagliare, non lo dirai a nessuno, non farai denuncia e cederai a eventuali ricatti. Ecco: sappi innanzitutto che chi truffa online ha probabilmente molta più paura di te. Secondo te si vive tranquillamente sapendo che da un giorno all'altro si può finire in manette? Consapevole di questo, quindi, sta tutto nel capire bene cosa è successo: hai perso soldi? Hai fornito dati personali o bancari? Il tuo account è stato compromesso? È... --- > Alcuni modelli di IA restituiscono risultati impressionanti: ma basta questo per sostituire i grafici? Ci si deve preoccupare? Scopriamolo. - Published: 2025-06-06 - Modified: 2025-06-06 - URL: https://kilobit.it/articolo/lia-puo-davvero-fare-concorrenza-ai-grafici/ - Categorie: Design, Intelligenza Artificiale, News Alcuni modelli di IA accessibili a tutti restituiscono risultati impressionanti: ma basta questo per sostituire i grafici? La qualità è solo una questione tecnica o è molto di più? I professionisti hanno ragione di spaventarsi? Scoprilo qui. Ovviamente non stiamo parlando dei grafici su Excel. Designer, illustratori, artisti, grafici di tutto il mondo, di ogni settore specifico e a qualsiasi livello di competenza, oggi possono sentirsi minacciati dalle capacità dei modelli di intelligenza artificiale generativa. E possono farlo a buon ragione. Infatti, ormai, con i giusti prompt e con una buona dose di tentativi, è possibile farsi dare risultati dall'IA che agli occhi di molti non addetti ai lavori appaiono umani. Quindi chiunque si occupa di marketing digitale o ha un'azienda che necessita di vari prodotti grafici, potrebbe risparmiarsi di cercare e ingaggiare professionisti grafici. Ma è sempre così? L'IA sta facendo veramente concorrenza ai grafici? I professionisti oggi hanno davvero motivo di temere i modelli di IA generativa? Diamo un'occhiata ai dati: quante aziende in Italia stanno utilizzando IA per sostituire i grafici? È complicato risalire in maniera specifica a chi sta utilizzando l'IA generativa esclusivamente per l'esecuzione di lavori grafici. Però, da diverse fonti come osservatori. net e agendadigitale. eu, possiamo risalire a quante aziende, in Italia, stanno adottando l'AI. Sappiamo che nel 2024, il mercato dell'intelligenza artificiale in Italia ha raggiunto il valore di 1,2 miliardi di euro, dimostrando un aumento del 53% rispetto al '23. Di questa percentuale, un 43% si riferisce ai modelli di IA generativa, che include lavori grafici, di copywriting o di programmazione. In più - dato curioso e indicativo - sappiamo che il 53% delle grandi imprese italiane ha già acquistato licenze per strumenti di IA generativa, superando Francia, UK e Germania. Peccato (o per fortuna) che solo circa il 6% delle aziende investe parallelamente in formazione del personale. Quindi i grafici possono tirare un sospiro di sollievo? Con qualche riserva. È possibile avere buoni risultati grafici dalle IA generative senza una formazione? Ok: tantissime aziende non hanno idea di come dare comandi (prompt) adeguati ai modelli di IA generativa. Però è altrettanto vero che molti modelli (soprattutto quelli a pagamento) riescono a dare risultati di qualità con prompt generici. Ma ci vogliono tanti tentativi e un pizzico di occhio critico, che non tutti hanno. Il risultato quindi, con un prompt generico e con mancanza di sguardo tecnico, può diventare imbarazzante (e i grafici gongolano). In soldoni dunque, il prompt è molto importante. Questo perché le IA tendono a dare i risultati più statisticamente probabili rispetto alla richiesta (prompt) effettuata dall'utente. Considerando che i modelli attingono a miliardi di... --- > Il lavoro da casa offre tanta libertà, ma non tutti la sanno gestire tempo, energie, motivazione e il bilanciamento tra lavoro e vita privata. - Published: 2025-06-05 - Modified: 2025-06-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/10-trucchi-per-gestire-il-lavoro-da-casa-senza-impazzire/ - Categorie: Lavoro Online Il lavoro da casa offre tanta libertà, ma non tutti la sanno gestire. Qui trovi 10 trucchi che ti aiutano a gestire tempo, energie, motivazione e il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Il lavoro da casa sembra un sogno. Soprattutto per chi non può farlo. Infatti, rispetto al lavoro d'ufficio, il lavoro online può dare più libertà, sia di workflow che di gestione personale. In particolare, il lavoro da casa può favorire una visione "a progetto" o "a prodotto", rispetto alla concezione (in alcuni casi un po' antiquata) di lavoro orario. In questo discorso, ovviamente, escludiamo i lavoratori dipendenti che durante la pandemia si sono ritrovati a dover lavorare da casa le stesse ore di prima (se non di più) con qualcuno che li monitorava per 10 ore. Lo hanno cominciato a chiamare "smart working"... inglesismo che si usa solo qui in Italia e che in casi come quello appena descritto è tutt'altro che agile o intelligente. Nonostante la solidarietà per chi si è ritrovato in questa situazione, noi ci stiamo riferendo a un lavoro da casa davvero intelligente. A un lavoro che guarda al risultato e non necessariamente ad arbitrari limiti orari. Una concezione del lavoro che lasci spazi e libertà personale. Però la libertà ha un limite enorme: sta tutto a te e a come riesci a truccare il tuo cervello. Il cervello, se lasciato a se stesso è un pigrone Possiamo essere i migliori amici di noi stessi. O i peggiori avversari. E come sai, è questa l'eventualità che si verifica di più. Certe volte è davvero difficile gestirsi da soli. Ogni mattina, se lavori da casa e non sei costretto ad andare in ufficio, se non hai famiglia e se non hai altre grandi responsabilità fisse, non è scontato alzarsi e darsi da fare. Se non hai scadenze urgenti, è facile rimandare il lavoro per un giorno, per settimane, per qualche ora. Il nostro cervello se non venisse imbrigliato dalle costrizioni che gli imponiamo, andrebbe a risparmio. Seguirebbe una forma di pura efficienza. Al tuo cervello basta che tu mangi, bevi, dormi, fai l'amore e non ti stressi. Sono le nostre emozioni, che ci fanno trovare la motivazione per cercare di più. Ed è la nostra capacità di astrazione che ci permette di prospettare qualcosa di diverso rispetto a quello che vediamo oggi. O rispetto a bisogni immediati. Per costruirsi il proprio futuro, sia prossimo che remoto, bisogna riuscire ad andare contro la naturale "pigrizia" del cervello. A trovare delle soluzioni, delle strategie: dei trucchi, che puoi applicare a te così da non ritrovarti ad annegare nelle scadenze,... --- > I data breach sono violazioni informatiche. Oggi sono di più e riguardano pure privati e PMI. Nessuno è al sicuro, ma tutti possono prevenire. - Published: 2025-06-03 - Modified: 2025-06-03 - URL: https://kilobit.it/articolo/data-breach-aumentano-nel-2025-ecco-perche-ti-riguarda/ - Categorie: News, Truffe online I data breach sono violazioni informatiche: un fenomeno che oggi in Italia è sempre più diffuso e pericoloso. Nel mirino, anche PMI e privati, vulnerabili per via di scarse infrastrutture IT e formazione digitale inadeguata. Il GDPR, prevede multe per chi non si protegge a dovere. Quindi ti riguarda eccome! E qui scopri di più. Nel 2025 il numero delle violazioni informatiche è salito alle stelle: i data breach ormai riguardano tutti. Non serve essere una multinazionale. Per diventare un bersaglio, infatti, basta avere una piccola azienda, un e-commerce, uno studio professionale o un cloud accessibile. Quindi ti consiglio vivamente di leggere, perché le conseguenze possono essere gravi in termini economici, legali e reputazionali. Ma non avere troppa paura. Infatti ti anticipo subito che la maggior parte dei data breach avvengono quando clicchi dove non dovresti. Dunque puoi fare (o non fare) qualcosa. Ma cos'è esattamente un data breach? Un data breach è una violazione della sicurezza informatica che permette a persone non autorizzate di vedere, copiare e diffondere dati riservati. Questi possono essere dati personali, quindi accessi a mail, app bancarie, numeri di carte di credito... ma possono anche essere documenti aziendali, contratti, informazioni sanitarie: insomma, tutti contenuti sensibili. Per esempio, quando un hacker accede in un conto bancario, in un pc, in un database, in uno smartphone, in un account mail, Google, Amazon, o su piattaforme dove ci sono progetti lavorativi, avviene un data breach. Così, l'hacker può rubare dati e usarli per fare truffe, per rubare denaro, per eseguire acquisti, fare furti d'identità, può venderseli, può ricattare... E perché dovrebbe riguardarmi? Se stai pensando: "perché mi riguarda? Mica clicco ovunque! E poi non ho nulla da nascondere", beh: sappi che anche io ci ho pensato, ma dopo che mi sono informato ho capito che stavo facendo un errore di valutazione. Sì, perché le maniere che utilizzano gli hacker per accaparrare dati sensibili di aziende e privati si raffinano di continuo. Infatti, come vedrai, sono aumentati i danni economici derivati da data breach: quindi, in soldoni, le persone ci cascano di più e i dati rubati sono di più, perché esistono nuovi utilizzi che se ne possono fare. Anche di dati che prima non si rubavano. Pensa alle truffe con AI. Queste possono utilizzare dati personali come un contatto in rubrica o una voce registrata per fare un attacco mirato: un attacco costruito apposta per la persona. Certo, queste truffe non sono le più comuni. Ma esistono e possono avvenire. E poi lo sapevi che se un'azienda subisce un data breach può essere multata? I 5 motivi per cui i data breach oggi sono un problema in Italia Nel 2025 i data breach non sono solo più frequenti. Sono anche più distruttivi, costosi... --- > 4 motivi per cui l'IA può sostituire il copywriter e 4 motivi per cui il copywriter è insostituibile. Tante risposte oltre la sostituzione. - Published: 2025-05-29 - Modified: 2025-05-29 - URL: https://kilobit.it/articolo/ma-davvero-lia-sostituira-i-copywriter/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Qui trovi brutte e cattive notizie: dipende da chi sei. Per capirci qualcosa, approfondiamo i 4 motivi per cui l'IA potrebbe sostituire i copywriter e i 4 motivi per cui il copywriter è insostituibile. Vediamo come IA e copywriter si rapportano tra loro, con i clienti, con gli utenti e con i motori di ricerca. Andiamo oltre la "sostituzione". Chi è il copywriter? È il professionista della scrittura orientata alla vendita, alla promozione, alla persuasione e all'indicizzazione sui motori di ricerca. Quindi, qualsiasi testo tu veda nel titolo di un risultato di ricerca su Google, qualsiasi frase formulata su una landing page o su un'e-commerce, vengono dalla mente, dalla conoscenza e dall'esperienza di un copywriter. Sembra quasi vero... Dietro a un testo sul web non c'è sempre la mano di un copywriter Oggi non è sempre detto che i testi che vedi siano scritti da un essere umano. Certo: come minimo spesso è un responsabile umano a caricare i contenuti scritti dall'IA su WordPress e affini. È sempre una persona a dare il prompt (ovvero il comando scritto) al modello di intelligenza artificiale generativa. Ma non sempre questi contenuti vengono ricontrollati e ottimizzati dallo stile, dalla conoscenza e dalla professionalità del copywriter. E in più, ricordiamo che le opzioni di automazione per la creazione di contenuti e della loro pubblicazione, sulla carta permettono addirittura di bypassare ogni volta la costruzione di un prompt specifico e la cura della pubblicazione. Ma questo ai motori di ricerca sta bene? E alle persone? 4 motivi per cui l'IA potrebbe sostituire i copywriter Ho delle buone e delle cattive notizie: quali vuoi sentire prima? Se hai una PMI e vuoi risparmiare tempo e denaro sul breve termine, il contenuto di questa sezione potrebbe essere una buona notizia. Altrimenti, se sei un copywriter o una persona particolarmente sensibile alla disputa umani vs IA... hai già capito. Qualsiasi sia il tuo caso o il tuo sentimento al riguardo, ti invitiamo a esercitare l'obiettività. Dal lato professionisti, tieni presente che secondo un sondaggio di seoclarity. net l'86% degli specialisti SEO presi in esame utilizza strumenti di IA per generare contenuti. Occhio che quando parliamo di sondaggi e statistiche, non abbiamo a che fare con comandamenti incisi nella pietra. Parliamo di dati parziali - va bene - ma comunque indicativi di una tendenza: i professionisti stessi vedono nell'IA un alleato. E questo già dovrebbe calibrarci rispetto al concetto di sostituzione. 1) L'IA è velocissima C'è poco da fare: l'IA generative, anche quelle discretamente performanti, creano testi, fanno ricerche e propongono elaborazioni con una velocità allucinante. In pochi secondi, macinano quantità di testo che un copywriter impiegherebbe ore a realizzare (o giorni, se ha bisogno di studiare e riflettere). Quindi, se per esempio una PMI che ha sito... --- > Leggi questo articolo e scoprirai tutto sull'UX: dalla teoria alla pratica, come determina il successo o il fallimento di un'impresa. - Published: 2025-05-22 - Modified: 2025-05-22 - URL: https://kilobit.it/articolo/aspetta-ma-lo-sai-cosa-e-ux/ - Categorie: UX e UI L'esperienza che vivono gli utenti quando visitano il tuo sito web può determinare il successo o il fallimento della tua attività. Qui scopri tutto sull'UX, dalla teoria alla pratica. Ti sarà capitato di sentir parlare di UX. Magari da designer in t-shirt nera e occhiali spessi. Pensi sia l'acronimo di un tecnicismo destinato solo a smanettoni digitali? Ricrediti, perché in realtà l'UX la vivi ogni giorno. Infatti UX sta per User Experience, cioè "esperienza utente". Ma esperienza di che cosa? Ti è mai capitato di scaricare un'app e non capirci nulla? Oppure di chiudere un sito web perché non trovi sezioni per compiere le scelte di navigazione che vorresti? Ecco: questi sono esempi di cattiva UX. UX, che non si limita esclusivamente al mondo digitale. Anche prendere un biglietto del treno alla macchinetta, usare un forno a microonde o aprire una scatoletta di tonno, sono esperienze che l'utente compie. Se queste esperienze siano facili, difficili, negative, positive, limpide o torbide dipende dalla progettazione, dalle istruzioni... o dalla programmazione, dallo sviluppo, dai copy. E, soprattutto, dal design. Quindi che cosa significa UX? UX è l'acronimo di "user experience". Ma questo chiaramente non ci basta a capire con esattezza cosa significhi. È tutto ciò che una persona sperimenta quando interagisce con un prodotto o un servizio. Quindi stiamo parlando di interpretazioni, emozioni, pensieri, difficoltà, soddisfazioni. E ha a che fare soprattutto con la comprensione e le scelte relative. Quindi non determina solo se una pagina web, per esempio, si capisce e funziona: ma anche come funziona e come ti fa sentire. Spesso si confonde con il solo aspetto visivo - con l'UI (interfaccia utente) - quindi con i bottoni di un sito, con i colori, il layout e via dicendo. L'UX è più profonda, perché riguarda il percorso intero che fa l'utente, includendo l'esperienza in termini di logica ed emozioni. L'UX è il cuore invisibile dell'esperienza. Se è fatta bene, non ci si fa caso, perché è tutto fluido. Al contrario, si nota eccome. Un po' come il basso in una rock band. Perché è così importante? Una buona UX fa la differenza tra la soddisfazione dell'utente e il suo abbandono. Pagine che non si caricano, form complicati e ambigui, bottoni invisibili: tutti fattori frustranti che fanno perdere clic, permanenza e conversioni. Evitare questi intoppi porta vendite e aumenta la reputazione di un'azienda. Quindi interfacce chiare e percorsi fluidi guidano le persone a trovare quello che desiderano o di cui hanno bisogno. Permettono di capire se quello che vedono fa al caso loro. E, se sì, li conducono in maniera cristallina... --- > L'intelligenza artificiale e la ricerca vocale sostituiscono i motori di ricerca? La SEO e la SEA quindi non servono più? Scoprilo qui. - Published: 2025-05-21 - Modified: 2025-05-21 - URL: https://kilobit.it/articolo/i-motori-di-ricerca-sono-superati-e-la-seo-non-servira-piu/ - Categorie: SEO e SEA L'intelligenza artificiale generativa e la ricerca vocale cambiano indubbiamente le modalità con cui le persone trovano risposte e fanno scelte d'acquisto. Entrambe sono influenzate dai risultati dei motori di ricerca, a volte ci si integrano, a volte diventano alternative: al punto da sostituirli e rendere inutile la SEO? In oltre vent'anni i motori di ricerca hanno plasmato la conoscenza di miliardi di persone. Qualsiasi dubbio, basta chiedere a Google... o no? Se trovi subito una risposta a quello che cerchi, non vale sempre la pena scorrere le pagine della SERP e confrontare le fonti. Spesso, ci bastano i risultati che si sono piazzati nelle prime posizioni in organico (SEO), giusto? Bastano i riassunti che rispondono direttamente riportando la fonte (snippet, posizione 0), le inserzioni (SEA). Allora quei risultati diventano verità facili da consultare e da credere. Verità largamente diffuse e considerate autorevoli: a livello globale Google, nel 2024, infatti elaborava circa 8 miliardi di ricerche al giorno; Bing,150 milioni; Yahoo! 120 milioni; DuckDuckGo, 100 milioni; Yandex 100 milioni; Ecosia, 20 milioni. Alla luce di queste stime è evidente che i motori di ricerca tradizionali non sono ancora superati. I modelli di IA possono fare da motori di ricerca avanzati C'è un tempo naturale che deve trascorrere prima che una tecnologia sia adottata largamente. Le alternative ai motori di ricerca tradizionali, già ci sono da anni. Quindi non pensiamo che, se oggi i motori di ricerca sono consultati da decine di miliardi di persone globalmente, sarà necessariamente così anche tra poco tempo. ChatGPT in UE, attualmente è utilizzato come motore ricerca da 41,3 milioni di utenti mensili. Negli Stati Uniti, su 1500 persone di età compresa tra i 18 e i 76 anni prese in esame da HigherVisibility, il 71,5% dichiara di avere utilizzato almeno una volta l'IA per fare ricerca. Il 14% ne fa questo utilizzo quotidianamente. Secondo Statista, gli utenti AI globali (tra lavoro e ricerca) diventeranno circa 730 milioni entro il 2030. Google intanto si adatta con l'AI Overviews, utilizzato da oltre un miliardo di persone al mese. Le IA sostituiranno i motori di ricerca tradizionali? Già da qualche anno, svariati modelli di IA si utilizzano come motori di ricerca avanzati, perché danno risposte immediate, elaborate in adattamento al comando che tu gli dai (il prompt). Certo: le risposte dell'IA si basano sui risultati dei motori di ricerca, perché i modelli di AI si addestrano con quei dati. Ma solo in parte e a volte fino a una certa data. Ai modelli di intelligenza artificiale puoi dare in pasto libri, manuali, immagini, video, dati personali. C'è Grok, per esempio, che cerca in tempo reale sul social X. E non è il solo modello che lo fa... --- > La filosofia open-source arriva anche in Francia: Mistral AI, la recente startup di ex ricercatori Meta e DeepMind, lancia due modelli... - Published: 2025-05-15 - Modified: 2025-05-20 - URL: https://kilobit.it/articolo/mistral-ai-opensource-europea/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News "L'open-source accelera l'innovazione e dà all'Europa una chanche di non restare indietro rispetto a USA e Cina": questo dice il CEO di Mistral AI, la recentissima startup francese che ha lanciato due nuovi modelli open-source. Hai mai sentito parlare di Mistral AI? Si tratta di una startup parigina classe 2023, fondata da tre ex ricercatori di DeepMind e di Meta AI. Oggi te ne parliamo perché, in appena due anni, Mensch, Lample e Lacroix hanno raccolto oltre 500 milioni di euro in finanziamenti e portato Mistral AI a una valutazione di 6 miliardi di dollari. Il succo è che molti investitori pensano valga la pena mettere soldi in una startup che propone modelli open source più economici dei giganti e comunque performanti. Ti ricordano qualcosa la cinese DeepSeek e l'italiana Vitruvian (che non è aperta ma è economica)? Tutto il mondo ormai si è reso conto che l'intelligenza artificiale può essere più accessibile, democratica, personalizzabile, economica. Ma soprattutto più sostenibile. Se i modelli consumano troppo, o si ritorna al carbone come Trump o si agisce di astuzia puntando all'efficienza energetica. E i francesi di Mistral AI, con la loro entrata nel mercato delle IA, si pongono come un polo continentale che contribuisce a rendere l'Europa indipendente tecnologicamente dagli USA e dalla Cina. Crediti: mistral. ai Perché Mistral è open-source? Perché questa startup "regala" i suoi modelli al mondo con licenza Apache 2. 0? Non si tratta di puro altruismo o di una crociata ideologica: è una mossa strategica. IL CEO Arthur Mensch - in un'intervista al World Economic Forum 2025 ha dichiarato: "L'open-source accelera l'innovazione e dà all'Europa una chanche di non restare indietro rispetto a USA e Cina". Offrire modelli open-source crea un ecosistema dove tutti contribuiscono. Da questo - come dicevamo prima - risultano modelli più veloci, meno costosi, meno energivori. Ci teniamo sempre le giuste riserve riguardo le minacce per la sicurezza informatica e gli utilizzi impropri dei dati personali che possono avvenire in un sistema più libero e decentralizzato. Ma la posta in gioco è un progresso collettivo, che si può tradurre in ricchezza, dato che il risparmio è guadagno e che tocca fare i conti con la sostenibilità energetica se si vuole andare avanti. I modelli opensource di Mistral AI Mistral Small 3. 1 Uscito a Marzo 2025, ha 24 miliardi di parametri e (secondo il blog ufficiale della startup francese) batte GPT-4o Mini su MMLU e HumanEval: due benchmark usati per valutare le prestazioni delle AI. Ma il suo punto forte è la leggerezza. Gira su una singola CPU RTX 4090 o persino su un Mac con 32 GB... --- > Sostenibilità, rispetto, autenticità e trasparenza: i 4 valori del Mindful Marketing che escono dalla carta per diventare driver economici. - Published: 2025-05-14 - Modified: 2025-05-14 - URL: https://kilobit.it/articolo/mindful-marketing-quando-rallentare-paga/ - Categorie: Digital Marketing Chi ha detto che la vendita debba essere necessariamente una corsa? La competizione - certo - può essere sana... ma se non fai attenzione a sostenibilità, rispetto, trasparenza e autenticità rischi di bruciarti. Il Mindful Marketing si basa su questi 4 valori, che escono dal mondo delle idee per diventare driver economici concreti. Scopri come. Il Mindful Marketing è un approccio basato su trasparenza, autenticità, rispetto e sostenibilità. Tutte belle parole irrealizzabili, vero? Ma è meglio un mercato enorme e affollatissimo dove gli spot urlano disperatamente per emergere dalla massa? Dove i pop-up invadono le ricerche di chi non sa usare bene internet, creando esperienze disagianti che allontanano dal web e generano sfiducia nei confronti del marketing digitale? C'è chi per farsi notare diventa un fenomeno trash sui social. O c'è chi si brucia tutto, quando escono fuori i suoi scheletri dall'armadio. Chi lo dice che la vendita deve essere una corsa? Il mercato? I dati delle vendite? Statistiche che tracciano le opinioni dei consumatori? Gli studi di neuromarketing? Diversi dati ci dicono invece che rallentare paga. E che pagano pure trasparenza, autenticità, rispetto e sostenibilità... certo: a patto che non si esercitino solo a parole. 6 studi a supporto del Mindful Marketing Da 6 studi compiuti da diverse aziende, enti e università, negli Stati Uniti e in Regno Unito, in un quadro di 3 anni, esce fuori che i consumatori sono più inclini a scegliere aziende autentiche, trasparenti, rispettose e che esercitano la sostenibilità. Sostenibilità - ben inteso - non solo a livello ambientale. Parliamo anche di come l'azienda tratta i dipendenti o della natura delle sue pubblicità. Questi 6 studi a supporto del Mindful Marketing ora li esploriamo. E, se vorrai consultarli, ti basta cliccare sul titolo del paragrafo dedicato. 1) McKinsey & NielsenIQ (2023) Questo studio analizza cinque anni di dati di vendita negli Stati Uniti coprendo 600. 000 SKU (lo SKU è il codice che si assegna ai prodotti nei magazzini) e 400 miliardi di dollari di ricavi al dettaglio. I prodotti con claim ESG (sigla che sta per ambientale, sociale e di governance) mostrano una crescita cumulativa del 28% rispetto al 20% dei prodotti non sostenibili, rappresentando il 56% della crescita totale del mercato. Inoltre, il 60% dei consumatori intervistati è disposto a pagare un surplus per imballaggi sostenibili. Sostenibilità, considerata dal 78% degli intervistati uno stile di vita importante. 2) Deloitte (2023) Questo rapporto si basa su un sondaggio di YouGov su oltre 2. 000 adulti britannici ed evidenzia le abitudini sostenibili più diffuse: il 73% delle persone intervistate dichiara di riciclare, il 68% dichiara di ridurre gli sprechi alimentari, il 61% di limitare la plastica monouso, e il 51% di acquistare prodotti locali. Tuttavia la metà degli intervistati... --- > L'accessibilità dei siti web presto sarà ufficialmente obbligatoria. Scopri se e cosa devi fare per conformarti e come evitare una multa! - Published: 2025-05-08 - Modified: 2025-05-08 - URL: https://kilobit.it/articolo/accessibilita-siti-web-entro-il-28-giugno-bisogna-adeguarsi/ - Categorie: Siti Web L'accessibilità dei siti web dal 28 giugno del 2025 diventa ufficialmente obbligatoria. Scopri in questo articolo se dovrai adeguarti anche tu. Apriti a nuove opportunità, evita sanzioni e approfitta della nostra consulenza e dei nostri servizi modulari. Dal 28 giugno 2025 i siti web in Italia dovranno essere accessibili per rispettare il Decreto Legislativo n. 82/2022, che recepisce la Direttiva Europea sull'Accessibilità. Questa normativa impone una serie di standard (alcuni dei quali piuttosto rigorosi) per garantire che i servizi digitali siano utilizzabili da chiunque, incluse le persone con disabilità. Se hai almeno una piccola media impresa, rizza le orecchie: hai l'obbligo di seguire questa normativa. Al di là della seccatura e del timore di sanzioni, ti avvertiamo di cogliere questa opportunità per aumentare il tuo pubblico e migliorare la tua reputazione online, sia per le persone che per i motori di ricerca. Oggi scopri cosa significa l'accessibilità per i siti web, chi deve conformarsi, quali sono i rischi e come Kilobit può aiutarti a rispettare la scadenza. Cosa significa l'accessibilità per i siti web? L'accessibilità per i siti web implica che chiunque possa utilizzarli, indipendentemente da disabilità visive, motorie, uditive o cognitive. La normativa si basa sullo standard WCAG 2. 1 livello AA, ma esistono anche la versione 2. 2 e i livelli A e AAA: trovi tutto sul sito ufficiale. Per darti un'idea dei numerosi requisiti necessari, ti illustriamo gli interventi più comuni: Includere testi alternativi per immagini (fondamentali per i lettori di schermo destinati a chi non vede). Assicurare la navigazione tramite tastiera, per chi non può usare il mouse. Utilizzare un contrasto adeguato, così che i testi siano leggibili serenamente per tutti. Contenuti chiari e strutture intuitive per permettere a tutti di comprendere. Osserva come quest'ultimo punto sia già una pratica fondamentale nella creazione di un sito web, di una campagna pubblicitaria o di un lavoro di comunicazione social. Nel marketing, volendo accompagnare una determinata percezione, ci si deve far comprendere nella maniera più semplice e inequivocabile che si può. Inoltre, mettere gli alt nelle immagini, già di per sé è una buona pratica SEO. Dunque, ecco che alcuni interventi da fare entro il 28 giugno sono anche in linea con buone pratiche di UX, UI, SEO e SEA. Chi deve adeguarsi alla normativa di accessibilità siti web entro il 28 giugno 2025? Il Decreto 82/2022 si applica a: Pubblica Amministrazione: tutti i siti di enti pubblici devono essere conformi. Imprese private, che hanno l'e-commerce, Servizi di trasporto (biglietteria elettronica o informazioni in tempo reale). Servizi bancari. Piattaforme di e-book e ticketing. Chi è esente? Microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato sotto i... --- > Sì, si può vendere su YouTube più di quanto comunemente si pensa. In questa piccola guida, scopri da dove iniziare e come partire. - Published: 2025-05-07 - Modified: 2025-05-07 - URL: https://kilobit.it/articolo/lo-sai-che-puoi-vendere-su-youtube/ - Categorie: Digital Marketing YouTube non è solo un passatempo, ma una potenziale piattaforma di vendita. Su YouTube puoi vendere più di quello che pensi e in modi che non avevi mai preso in considerazione. Questa è una piccola guida per cominciare. Da molti YouTube è considerata soltanto una piattaforma d'intrattenimento. Dal Tubo, si guardano video musicali e video trash storici. Ci guardi i tutorial, oppure finisci a fare le nottate guardando come si costruiscono le piscine. Ma non fermarti al luogo comune. La percezione non è tutto. YouTube, infatti, oltre a essere un passatempo è anche un potente canale di promozione, ingaggio e conversione. E non te lo dice solo Kilobit: lo dicono i numeri di una storia inaspettata... e quelli di Google. Quella volta che YouTube ha riempito i freezer USA Secondo uno studio della National Frozen & Refigerated Foods Associaton del 2025 (che trovi qui), YouTube ha influenzato il 36% dei consumatori di tutti gli Stati Uniti a comprare prodotti congelati. Dati ancora più inaspettati, riguardano le fasce più giovani: il 50% dei Gen Z e il 49% dei Millenials sceglie determinati prodotti surgelati dopo aver visto video su YouTube. Se ti sembra inaspettato vendere su YouTube prodotti surgelati, pensa a tutti i video (di influencer e non) con ricette veloci e recensioni di prodotti: adesso è chiaro il nesso? Pensa cosa si può fare con altri prodotti o servizi seguendo una logica simile. Si vende su YouTube: lo dice anche Google Se non basta la storia dei cibi surgelati, ti riportiamo un'analisi di Google. L'ultimo studio disponibile su Think With Google, parlando dei maggiori trend di marketing digitale del 2025, evidenzia come il 62% degli spettatori di YouTube del Regno Unito sia influenzato dalla piattaforma sulle decisioni d'acquisto. Rilevante, vero? I 5 passi per iniziare oggi a vendere su YouTube Anche se hai poca o nessuna familiarità con i social o con il marketing digitale, non fa niente. Qui, senza darti formule magiche, ti introduciamo alle basi per mettere su un canale e iniziare a usarlo strategicamente. Non aspettarti risultati immediati o boom miracolosi. Oggi puoi iniziare, ma i risultati li vedrai nel tempo. Ed è meglio così: preferisci vivere su una mongolfiera che può sgonfiarsi da un momento all'altro o rimanere a terra e costruire le fondamenta di una casa? Seguire i passi per vendere su YouTube significa mettere su le basi per avere risultati concreti, stabili e duraturi. 1) Il primo passo per vendere su YouTube è non agire Creare un canale, farsi un video e caricarlo su YouTube è semplicissimo. Ma farlo senza riflettere, ti potrebbe complicare le cose. Sparare una sponsorizzata su YouTube aspettando... --- > Con l'UGC marketing gli utenti ti sponsorizzano con contenuti fatti da loro. Una mano lava l'altra: questo è il patto. Scopri di più. - Published: 2025-05-05 - Modified: 2025-05-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/ugc-marketing-levoluzione-del-passaparola/ - Categorie: Digital Marketing Con l'UGC marketing ti fai fare pubblicità dagli utenti attraverso contenuti spontanei e autentici creati da loro. È l'evoluzione del passaparola, perché funziona come tale e in più permette a chi ti fa pubblicità di ottenere visibilità. Ciò significa che potrai smettere di investire in tempo e denaro per le sponsorizzate? Non proprio... L'UGC marketing in realtà è una pratica che esiste da sempre. Anche se ha un nome siglato che la fa sembrare più complicata o estranea di quello che è. Infatti non è altro che il passaparola - o meglio - una sua evoluzione attraverso i canali social. E non solo. Il suo meccanismo infatti si basa sia su questi mezzi, sia sulle nuove vecchie necessità e desideri ad essi legati. In altre parole, a molte persone piace farsi vedere. Che sia per vanità o per genuino spirito di emersione, a molte persone piace mostrarsi in un video e raccontare la propria esperienza. Che essa sia rilevante o meno per tutti, ci è abbastanza indifferente adesso. Sono il desiderio, la tendenza e il bisogno che andiamo a vedere ora. Tre motori che, se vendi, devi conoscere bene e che puoi utilizzare per vendere ancora meglio. Infatti, con l'UGC marketing, in sostanza incoraggi (o premi direttamente) i tuoi clienti soddisfatti in cambio di contenuti pubblicitari fatti da loro. Come vedremo, questo è un sistema che in molti casi è più efficace di una classica campagna pubblicitaria. Andiamo a capire perché. Perché l'UGC marketing ti interessa Prima abbiamo parlato solo di video sui canali social, che sono spesso lo strumento più efficace per coinvolgere e convertire. Ma l'UGC marketing non si esprime solo attraverso video sui social. Si riferisce infatti a qualsiasi altro modo in cui gli utenti possono creare contenuti pubblicitari per te. Quindi nel discorso rientrano anche le recensioni, foto o addirittura blog dedicati. Molti di questi contenuti puoi pagarli, sia attraverso un compenso economico diretto, sia attraverso sconti, programmi fedeltà, premi e quant'altro. Oppure possono essere spontanei. Totalmente spontanei? Può succedere. Ma tu puoi fare decisamente la tua parte per incoraggiarli. Apple per esempio nel 2015 lanciò una campagna chiamata "Shot on iPhone" per mostrare le capacità fotografiche dei nuovi (ai tempi) iPhone 6 e 6 Plus. Nel contesto di questa campagna Apple ha invitato gli utenti che avevano già acquistato l'iPhone a fare delle foto: le migliori sarebbero state esposte in cartelloni pubblicitari, annunci stampa e online in oltre 70 città di 25 paesi. Un'occasione unica per chi vuole far crescere la propria pagina social o mostrare di cosa è capace. E un'occasione unica anche per l'azienda, che dal 2015 al 2022 ha continuato con questa campagna di successo, riducendo i costi sia in realizzazione di altre campagne, sia... --- > Scambiare un professionista serio per un Fuffa Guru, è un errore tanto quanto lo è farsi ingannare: come si fa a riconoscere la differenza? - Published: 2025-04-29 - Modified: 2025-04-29 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-riconoscere-i-fuffa-guru-e-chi-non-lo-e/ - Categorie: Digital Marketing, Truffe online Con social, video e recensioni si può rappresentare la realtà o creare una verità, anche se è una bugia. Il Fuffa Guru può essere scambiato per un esperto e l'esperto può essere scambiato per un Fuffa Guru. Come facciamo a capire la differenza? Il Fuffa Guru ha tanti follower sui social. Con i numeri e le recensioni ti dimostra il suo successo. Con i video motivazionali, ti invita a prendere la sua strada, ad assumere la sua mentalità. Se la vedi in un altro modo, hai il "mindset" sbagliato. Se fai altro, stai perdendo tempo. E il tempo non c'è. Devi cogliere in fretta l'occasione: quando ti ricapiterà di vedere la sua sponsorizzata? Svegliati! Approfittane! https://www. youtube. com/watch? v=FHElbuxER6M Il Fuffa Guru ti rivela segreti, al costo di un commento, di un seguito e di un'interazione. Ti coltiva con "pillole di saggezza". Poi ti propone un corso, una consulenza, una formula magica... fatta di bel fumo: ovvero di una narrazione strutturata e convincente. Oggi attraverso siti web, foto e video, social e una narrazione strutturata e convincente è possibile costruire una verità. Anche se è una bugia. Ma con gli stessi strumenti, si può rappresentare e diffondere la realtà. Quindi, si può anche dire la verità. Così il Fuffa Guru può essere scambiato per un esperto e l'esperto può essere scambiato per un Fuffa Guru: come facciamo a capire la differenza? I 5 segnali che è un Fuffa Guru Il Fuffa Guru è un sedicente esperto, che sfrutta chi cerca vie troppo facili. Perché è la prima persona che le percorre. Va a racimolare informazioni generiche dal web o dalle intelligenze artificiali, per impacchettare corsi costosi e promesse d'oro. Il Fuffa Guru è un truffatore che costruisce un'illusione per attirare gente ignorante o disperata. Il che non è un insulto. Non si può sapere tutto e può capitare a chiunque di trovarsi con l'acqua alla gola e prendere scelte disperate. Ma le soluzioni non sono quasi mai istantanee e facili. Facci i conti e per oggi - almeno - scopri come evitare di peggiorare la situazione: 1) Il Fuffa Guru fa promesse irrealistiche "Guadagna 10. 000 euro in 3 giorni", "Scopri come guadagnare senza alzarti dal divano", "Cambia vita senza sforzo"... un po' come il Gatto e la Volpe. Già nel 1881 (quando è uscito Pinocchio) si sapeva che chi fa promesse del genere ti sta truffando. La Disney ce l'ha ricordato dal '47 in poi, per generazioni: perché nel 2025 c'è chi ancora se lo dimentica? 2) Mancano prove concrete Le recensioni e le testimonianze non rappresentano prove concrete. Non farti convincere. Si possono inventare, creare e far recitare. Diffida di chi... --- > In UK gli artisti combattono a suon di firme e album silenziosi contro le leggi sul copyright nel contesto dell'addestramento IA. Vediamo. - Published: 2025-04-18 - Modified: 2025-04-18 - URL: https://kilobit.it/articolo/copyright-ia-cosa-succede-in-uk/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Il copyright nel contesto dell'addestramento IA è una questione piuttosto complessa. Oggi in Regno Unito si sta muovendo qualcosa e la lotta si fa sempre più accesa. Gli artisti sfornano album silenziosi di protesta, nomi come Paul McCartney firmano contro le proposte del Governo e le aziende chiamano il progresso in nome della competitività nazionale. Vediamo cosa sta succedendo. Il conflitto tra copyright e addestramento IA oggi in UK è al centro del dibattito. Lo è ormai da mesi e la cosa non ci sorprende, dal momento che i modelli crescono di numero, varietà, provenienza; mentre i generatori di testo, immagini e video si fanno sempre più raffinati. La questione è spinosa in tutto il mondo, ma oggi in particolare in UK si lotta a suon di carte e proposte per evolvere la legge sul copyright col proposito di bilanciare i diritti dei creatori con le esigenze degli sviluppatori AI. Un proposito molto difficile da realizzare. E qui vediamo come si sta cercando di fare. Come è regolato oggi il copyright IA in UK? In UK, il Copyright, Designs and Patents Act 1988 (CDPA) regola la protezione delle opere creative. Secondo questa legge, copiare una parte sostanziale di un’opera protetta senza autorizzazione è una violazione, a meno che non si applichi un’eccezione. L’attuale eccezione per il Text and Data Mining (TDM), prevista dalla Sezione 29A del CDPA, consente la copia di materiale protetto da copyright per analisi computazionale, ma solo per ricerca non commerciale. In alte parole, oggi l’addestramento di modelli AI commerciali richiede licenze dai titolari dei diritti, ma si tratta di un processo spesso complesso e costoso che mette in difficoltà specialmente i piccoli artisti. Le proposte del 2025 per il copyright IA in UK: eccezione con opt-out Il 17 dicembre 2024, il governo UK ha avviato una consultazione pubblica - conclusa il 25 febbraio 2025 - per riformare il quadro del copyright nel contesto IA. La proposta principale è un’eccezione per il Text and Data Mining commerciale, che consentirebbe agli sviluppatori di utilizzare opere protette da copyright per l’addestramento AI, a meno che i titolari dei diritti non si oppongano tramite un sistema di opt-out. Ma cos'è l'opt-out? In sostanza si tratta della possibilità data ai titolari dei diritti d'autore di richiedere esplicitamente l'esclusione delle proprie opere dai dataset utilizzati per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Ma è sempre possibile controllare utilizzi impropri? È semplice opporsi? Le risposte sono - ovviamente - no. Non è così semplice né economico occuparsi di controllare ogni dataset in ogni momento. Per arginare questo nelle nuove regolamentazioni si prevedono obblighi per gli sviluppatori di dichiarare i dati utilizzati e etichettare i contenuti generati da AI. Ad oggi (17 Aprile 2025), l’esito della consultazione non è ancora stato pubblicato, lasciando il... --- > Qui scopri come i truffatori si prendono gioco delle nostro emozioni e come riconoscere, evitare e prevenire le truffe online. - Published: 2025-04-16 - Modified: 2025-04-16 - URL: https://kilobit.it/articolo/12-truffe-online-riconoscile-evitale-previenile/ - Categorie: Truffe online Qui trovi come riconoscere ed evitare le truffe online più diffuse in Italia. Dopo aver letto questo articolo, non solo identificherai le truffe online immediatamente, ma saprai anche come i truffatori - da sempre - provano a giocare con le nostre emozioni. Hai paura delle truffe online o sei una delle 2,8 milioni di persone che ci sono cascate? Hai letto bene: secondo ANSA, nel 2024 i truffatori online hanno rubato oltre 500 milioni di euro a quasi 3 milioni di italiani e italiane. Non sorprenderti troppo - e di certo non vergognarti - anche se pensi sia stupido farsi ingannare così. Infatti pure le aziende possono cascarci. Può caderci chiunque, perché a tutti può capitare un periodo di vulnerabilità. Così ti chiama un numero sconosciuto. Una voce artificiale ti dice che è stato letto il tuo curriculum e che per avere un lavoro basta dare i tuoi dati personali. La voce ti sembra reale, perché vuoi credere che lo sia, e il gioco è fatto. Razionalmente - dopo - non ti riesci a capacitare di come sia potuto accadere. È proprio questo il cuore della truffa: giocare con le speranze, con le illusioni, con l'avidità delle persone... e con la loro pigrizia, perché le strade facili sono sempre attraenti. La tecnologia avanza e nello stesso modo si raffinano le maniere per fare al meglio uno dei "mestieri" più antichi che si sono. Generalmente si ha paura dell'ignoto, non di qualcosa che si conosce. Lo sapevi che basta una mail, un SMS, un messaggio su WhatsApp o seguire le istruzioni di una voce artificiale per perdere un bel po' di soldi? Sicuramente già lo sapevi... e se non lo sapevi, adesso sai di dover fare attenzione. Ma se sei qui, evidentemente vuoi sapere di più. Non ti basta sapere che esiste un pericolo, non ti basta andare oltre la paura di farti truffare (per la prima volta o di nuovo): tu vuoi la soluzione. Quali truffe online ci sono in circolazione? Oggi sono tantissime le opportunità per truffare dati personali e bancari. Basti pensare a tutti i canali di comunicazione fruibili attraverso un unico mezzo che impugniamo ogni giorno: lo smartphone. Dal cellulare puoi accedere a mail, SMS, chat di ogni tipo, social e puoi ricevere chiamate. Dal cellulare hai app dove hai inserito tutti i dati che servono a un truffatore per banchettare con il tuo conto in banca. Con un account Google puoi entrare ovunque. Insomma, hai colto l'antifona: la stragrande maggioranza delle truffe online avvengono tramite mobile. Vediamo quelle più diffuse. 1. Chiamate false L’IA potrebbe essere usata per fare cose straordinarie... invece da alcuni viene usata per riprodurre... --- > OpenAI lancia ChatGPT 4.5 in attesa della versione 5.0. Vediamo intanto sviluppi e confronti con gli altri modelli di tutto il mondo. - Published: 2025-04-11 - Modified: 2025-04-11 - URL: https://kilobit.it/articolo/chatgpt-4-5-sviluppi-e-confronti-con-altri-modelli/ - Categorie: Intelligenza Artificiale ChatGPT 4.5 a poco più di un mese dal suo lancio ci permette un'analisi delle sue caratteristiche principali e di confronto rispetto ai migliori modelli sul mercato mondiale. In attesa della 5.0, vediamo come si pone oggi questo modello di transizione. ChatGPT 4. 5 è stato rilasciato da OpenAI il 27 febbraio 2025. In questo clima di innovazione continua, mentre da tutto il mondo continuano a spuntare modelli (e le loro evoluzioni), ChatGPT 4. 5 riesce a rimanere al centro dell'attenzionea, anche se è passato poco più di un mese dal suo lancio. ChatGPT 4. 5 promette di migliorare il ragionamento, ridurre le cosiddette allucinazioni da AI e offrire interazioni più naturali rispetto ad altri modelli e ai suoi stessi predecessori: ma come si posiziona davvero rispetto alla concorrenza? Oggi in campo abbiamo altri giganti degni di nota come Google Gemini 2. 5, DeepSeek V3-0324, xAI Grok 3, Llama 4 di Meta e l’italiano Vitruvian-1. Ciascuno ha punti di forza unici, che vale la pena confrontare non tanto per sceglierne uno solo, ma per sapere cosa usare e quando a seconda della situazione. Infatti, le soluzioni e le verità proposte dai modelli di intelligenza artificiale sono mediate dai valori di chi le ha concepite, costruite e commercializzate. Quindi, se credete che ChatGPT sia il vostro oracolo, preparatevi a cambiare idea. Ne va del vostro cervello. Come funziona ChatGPT 4. 5 Come potete verificare nell’OpenAI Help Center, ChatGPT 4. 5 è stato inizialmente riservato agli utenti Pro (per circa 200 dollari al mese), con un rollout graduale per i piani Plus (20 dollari al mese) e Team. Le 5 caratteristiche chiave Ragionamento avanzato: grazie a un addestramento ottimizzato, riconosce schemi più complessi. Meno errori: la riduzione delle allucinazioni garantisce risposte più precise. Può capire, eseguire ed elaborare istruzioni più complesse: eccelle in task multi-step, come redazione di documenti o risoluzione di problemi tecnici. Ha un tono più naturale: le conversazioni sono più umane, molto più rispetto alle versioni viste finora. Potenza computazionale: è un modello scalabile ma intensivo, che richiede hardware performante, limitando l’accesso su dispositivi datati. Così, si è già integrato in flussi di lavoro come scrittura, ricerca e programmazione. La sua capacità di mantenere il contesto in conversazioni lunghe lo rende ideale per brainstorming o assistenza tecnica, con risposte coerenti e ben strutturate. È apprezzabile la sua fluidità - maggiore rispetto alle versioni precedenti - che semplifica l’uso anche per i meno esperti in prompt design. Tuttavia, i server possono rallentare durante i picchi di utilizzo, soprattutto per gli utenti gratuiti, e i requisiti hardware elevati escludono dispositivi meno potenti. E questo già mette il modello in una posizione potenzialmente... --- > Skype ci sta dando l'addio: è un brutto colpo, ma il passaggio è graduale... e poi ci sono alternative che - forse - potremmo amare lo stesso. - Published: 2025-04-08 - Modified: 2025-04-08 - URL: https://kilobit.it/articolo/skype-ci-dira-addio-il-5-maggio-2025/ - Categorie: News Preparati a dare l'addio a Skype. Anche se per adesso ancora si può usare, Microsoft ha messo data di scadenza 05/05/25 sul pioniere delle videochiamate online. Perché questo addio? Quali sono le alternative? Skype - il pioniere delle videochiamate che connette il mondo e svariati team di lavoro dagli anni 2000 - sembra pronto a uscire di scena. Microsoft, che lo gestisce dal 2011, ha annunciato la sua chiusura: la data ufficiale di "scadenza" è prevista per il 5 maggio del 2025, giorno in cui (secondo quanto riportato dal sito di supporto Microsoft) si spengono i server. Eppure, molti lo usano ancora senza troppi intoppi. Noi compresi, che siamo affezionati a Skype almeno da una quindicina d'anni. Le chiamate partono, i messaggi arrivano ancora: e chi un abbonamento in corso come fa? Non preoccuparti - soprattutto se anche tu ci sei affezionato - perché il distacco è graduale. Per noi (lo ammettiamo) è stato un po' un colpo al cuore... quindi dirti come sostituirlo, sta sinceramente servendo anche a noi! Skype chiude il 5 maggio, ma non sparirà subito del tutto Se avevi dubbi toglieteli definitivamente: Skype chiude davvero e Microsoft punta su Teams Free come sostituto per gli utenti. Skype quindi dal 5 Maggio 2025 non sarà più disponibile come app standalone. Ma fino ad allora, puoi continuare a usarlo normalmente. Durante questo periodo di transizione, i tuoi dati (chat, contatti, chiamate) restano accessibili, e puoi scegliere se passare a Teams Free – dove tutto si trasferisce automaticamente con le tue credenziali Skype – o esportare i tuoi dati per usarli altrove. Non è un’interruzione improvvisa: Microsoft ci sta dando il giusto preavviso e tutte le possibilità per una transizione facile, diretta e senza perdite. E per chi ha pagato l'abbonamento come funziona? Chi ha un abbonamento di Skype come fa? Se hai un abbonamento Skype (numeri di telefono o credito per chiamate), ecco i dettagli precisi. Gli abbonamenti esistenti si sono rinnovati automaticamente fino al 3 aprile 2025. Quindi oggi, non potrai più comprarne di nuovi né aggiungere credito con ricarica automatica. Ma attenzione: ciò che hai già pagato resta valido fino alla fine del periodo sottoscritto, anche oltre il 5 maggio. Dopo quella data, potrai usare il credito o il numero Skype tramite il portale web di Skype o Teams Free, con il “Dial Pad” integrato. I tuoi soldi quindi non vanno persi, ma il servizio si sposta. Crediti: Skype Ma perché dobbiamo dire addio a Skype? Skype ha rivoluzionato le chiamate online: nato nel 2003, nel 2015 contava 300 milioni di utenti mensili. Ma la concorrenza lo ha surclassato,... --- > Il neuromarketing nel 2025 riguarda ognuno di noi: pubblicità, media, stimoli... un po' tutti vendiamo e consumiamo. Scopri di più. - Published: 2025-04-04 - Modified: 2025-04-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/perche-il-neuromarketing-nel-2025-va-capito-e-approfondito/ - Categorie: Design, Digital Marketing, Pubblicità, SEO e SEA Nel 2025, il neuromarketing conta più che mai: in un mondo saturo di stimoli, capire come il nostro cervello reagisce è la chiave per catturare l’attenzione. Dall'IA all'eye-tracking, nuove tecnologie svelano il subconscio dei consumatori. Connettersi, senza manipolare, è la vera strategia vincente. Il neuromarketing nel 2025 riguarda ognuno di noi. Molto facilmente infatti - oggi più che mai - ci si può ritrovare nella condizione sia di consumatore che di venditore. Se hai un pastificio artigianale oggi (più di 10 anni fa magari) è molto probabile che ti faccia la pagina Instagram e l'account TikTok per sponsorizzarti. Ma ciò (ovviamente) non esclude che tu veda altre pubblicità altrove, e pure troppe. E questo è soltanto un esempio su un milione che si potrebbero fare. Il concetto è che oggi si può vendere davvero di tutto e molti che prima non potevano farlo, ora hanno più mezzi per buttarsi nella mischia. Più media e più persone che sponsorizzano, ci conducono a una saturazione del mercato e a sovrastimolazioni sensoriali (per non parlare del brainrot). Questi fattori vanno tutti tenuti da conto per vivere consapevolmente i media e operare con efficacia nel marketing digitale: e il neuromarketing nel 2025 lo fa, più di quanto abbia mai fatto. Sapere cos'è il neuromarketing, capire a cosa serve, come si sta sviluppando e le sue applicazioni è molto importante oggi per chiunque sia esposto a pubblicità e a contenuti sul web, e per chi lavora dietro le quinte. È tutta una questione di percezione Le ultime tecnologie più sorprendenti si basano tutte sul nostro cervello. Vedi le reti neurali, che sono alla base degli ultimi modelli di IA e degli studi che si stanno facendo in tutto il mondo sull'intelligenza artificiale generale. L'obiettivo è capire il più possibile - a livello strutturale - una delle zone più criptiche del nostro corpo, di cui ancora sappiamo poco. Ma oggi sappiamo un bel po' su come il cervello inconsciamente interpreta - ad esempio - colori, forme e linguaggio, sia visivo che verbale. Questo attraverso studi che riusciamo a fare non solo direttamente in ambito medico scientifico, ma anche sociologico. I social ad esempio, la realtà virtuale, la realtà aumentata e il metaverso sono tutti campi dove si riesce a capire ancora meglio come la percezione umana si modella intorno a nuovi media, cosa vi succede all'interno, e quindi come i media stessi creino modelli percettivi. Oltre a questo approccio più indiretto (e con maggiore rischio di essere speculativo) ci sono strumenti che ci permettono di indagare più direttamente la percezione umana, anche relativamente a basso budget. Te ne parlerò meglio più avanti. Prima è importante sapere che il focus... --- > Il mondo corre verso l'intelligenza artificiale generale: cos'è, come ci si sta lavorando, quando (e se) arriverà e perché è ancora teoria. - Published: 2025-04-02 - Modified: 2025-04-02 - URL: https://kilobit.it/articolo/intelligenza-artificiale-generale-esiste-davvero/ - Categorie: Intelligenza Artificiale L'intelligenza artificiale generale è il sogno e l'incubo del mondo: una teoria che ha quasi un secolo e sulla quale oggi si sta lavorando davvero in tutto il mondo. Scopriamo cos'è, quando arriverà e perché non è ancora realizzabile. Nel farlo, approfondiamo il lavoro specifico di 20 paesi del mondo. L'intelligenza artificiale generale - la cosiddetta AGI - già esiste. Da circa 80 anni, anche se ancora non è stata realizzata. Esiste nelle menti di ricercatori, nelle elaborazioni teoriche, in studi scientifici autorevoli e attraverso gli esperimenti di progetti su scala mondiale. Esiste anche nell'immaginario collettivo, grazie a una serie di film e libri iconici che hanno plasmato i sogni e gli incubi di una manciata di generazioni. https://youtube. com/shorts/5lsExRvJTAI? si=iChUqdFE8CgJf91i 2001: Odissea Nello Spazio (ispirato a La Sentinella di Artur C. Clarke) è uscito 57 anni fa. Eppure, questa scena fa effetto ancora oggi. Forse, più di quanto facesse effetto nel '68 o negli anni '80. Nel video Dave parla con HAL 9000 (la luce rossa): un'intelligenza artificiale con volontà propria, con capacità straordinarie, che con freddezza logica mette sé stessa e la missione spaziale al primo posto. Ribellandosi agli esseri umani. Una scenario del genere è davvero possibile? Al di là di questo impressionante risvolto distopico, ciò che ieri era fantascienza potrebbe essere realtà tra non molto tempo. Potrebbe davvero esistere un'IA con capacità simili a quelle di HAL 9000. Un'intelligenza artificiale capace di svolgere qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può eseguire, con capacità di apprendimento, ragionamento, adattamento e creatività trasversali, simili a quelle umane. Non più un modello specifico come ChatGPT, Grok, DeepSeek, Qwen, Vitruvian e tutti gli altri. Ma un'IA più sciolta dai prompt e - forse - dal nostro controllo. Questa è l'intelligenza artificiale generale. Una tecnologia che è stata teorizzata quasi un secolo fa e sulla quale oggi si sta lavorando per davvero. Come e quando fu teorizzata l'intelligenza artificiale generale La teorizzazione dell’intelligenza artificiale risale agli albori dell’informatica e della cibernetica. Nel 1950 Alan Turing - nel suo articolo "Computing Machinery and Intelligence" - propose un test per valutare se una macchina potesse esibire un’intelligenza indistinguibile da quella umana: il Test di Turing, appunto. Appena 5 anni dopo John McCarthy coniò il termine "intelligenza artificiale". Negli anni '60 Marvin Minsky - co-fondatore del MIT AI Lab - approfondì queste idee ipotizzando sistemi capaci di apprendere e ragionare autonomamente. Ma è negli anni ’90 e nel 2000 che l'intelligenza artificiale generale - durante lo sviluppo dei computer e delle prime AI - divenne qualcosa di più concreto e distinto dal concetto di intelligenza artificiale ristretta, come quella dei modelli... Chi sta lavorando oggi all'intelligenza artificiale generale? Sono anni di spinta dell'IA, questo... --- > La gamification, con tecniche di sfida e ricompensa, sponsorizza, fidelizza e converte. Applicazioni, vantaggi, esempi ed errori da evitare. - Published: 2025-03-28 - Modified: 2025-03-28 - URL: https://kilobit.it/articolo/gamification-nel-marketing-digitale-cosa-e-e-perche-usarla/ - Categorie: Digital Marketing Dai videogiochi al marketing digitale, la gamification fa leva sull'istinto naturale di competizione e riconoscimento sociale attraverso sfide e ricompense. Il tutto per sponsorizzare, fidelizzare e convertire. Scopri le applicazioni pratiche della gamification, 5 esempi di brand italiani che la usano, i suoi vantaggi e gli errori da evitare. La gamification, nel contesto del marketing digitale, prevede l'utilizzo di meccaniche di coinvolgimento che vengono direttamente dal mondo dei videogiochi. Sfide, punti, badge, ricompense. Insomma: parliamo delle componenti di qualsiasi videogioco di successo, che sia un indie game sviluppato da 3 persone, un titolone AAA per console di una software house multinazionale o un semplicissimo pinball. Parliamo delle basi dell'intrattenimento interattivo, che fanno leva su due istinti primordiali: la competizione e il riconoscimento sociale. Ma, come sappiamo, le questioni oggi non si possono più ridurre solo al cuore. Gli istinti si sono raffinati e la complessità che viviamo oggi - riflessa dai media e dalle tecnologie attuali - ci spinge ad assottigliare il pensiero. Così, ricaviamo risposte sfumate da concetti basilari approfondendo la pratica, vedendo come gli altri applicano la gamification e gli errori da evitare. Scoprirai che - al di là della teoria - quello che conta è l'interpretazione soggettiva, la quale ti porterà a personalizzare queste indicazioni. La gamification in pratica Nel pratico, la gamification si può integrare in qualsiasi strategia di marketing digitale per: pubblicità interattive che sponsorizzano prodotti e servizi, favorire l'interazione e il tempo di permanenza su un sito web, sviluppare un'app o un software, arricchire l'interazione con un e-commerce, far crescere i propri canali social. Vediamo un po' meglio. Gamification applicata ai siti web Attraverso giochi, quiz e sfide che spingono a rimanere più a lungo, la gamification aumenta il tempo di permanenza su un sito web. Se il gioco, il quiz o le sfide che scegli di integrare hanno accesso immediato e sono di facile fruizione, aumenti di gran lunga le possibilità che l'utente inizi a giocare automaticamente. Se fornisci ricompense, il gioco, il quiz e la sfida, per l'utente avranno avuto un senso ulteriore, uno scopo, e ne ricavano una gratificazione. Questa gratificazione, diventa un valore che tu hai restituito all'utente per averti scelto. Utente, che quindi potrà considerare lo scambio concluso oppure restituirti interazioni o magari una conversione. Se il gioco, il quiz o la sfida sono integrati nel design del sito con una logica mirata all’ottimizzazione del percorso utente (UX/UI), il tasso di rimbalzo può ridursi. In pratica, utilizzi queste dinamiche interattive non solo per coinvolgere l'utente, ma anche per guidarlo da una parte all’altra del sito. Mantieni alta l'attenzione, coinvolgi e incoraggi ulteriori azioni. App Mobile: esperienza, livelli, condivisioni, contenuti aggiuntivi Le App Mobile sono quelle che si prestano... --- > L'avvento dei Vision Language Models mette in discussione l'utilizzo degli OCR: ma davvero sono in grado di sostituirli oggi? - Published: 2025-03-25 - Modified: 2025-03-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/epoca-degli-ocr-e-finita/ - Categorie: News L'avvento dei VLM mette in discussione l'esistenza e la diffusione degli OCR: ma veramente i VLM sono in grado di sostituire gli OCR nel loro campo specifico? Scopriamolo approfondendo le due tecnologie e facendo un confronto tecnico. Gli OCR sono stata una rivoluzione. Ci basta pensare al loro apporto nella digitalizzazione di miliardi di documenti cartacei o al ruolo che svolgono nell'indicizzazione sui motori di ricerca. Oggi però di rivoluzione ne abbiamo un'altra, ben più impattante: l'intelligenza artificiale, ovviamente. E nel contesto delle tecnologie dell'AI ora ci sono i Vision Language Model: potenti modelli multimodali che uniscono la visione artificiale e il linguaggio. Anche gli OCR si appoggiano all'AI, ma i VLM possono comprendere immagini, rispondere a domande e generare contenuti. Significa davvero la fine dell’epoca degli OCR? Cerchiamo di rispondere a questa domanda esplorando cosa sono queste tecnologie e confrontandole tecnicamente. Cosa sono gli OCR? Gli OCR (Riconoscimento Ottico dei Caratteri), sono tecnologie progettate per convertire immagini di testo. Parliamo di: scansioni di documenti, fotografie di cartelli, o pagine di libri. Quindi sostanzialmente sono in grado di leggere qualsiasi testo cartaceo e convertirlo in testo digitale leggibile e modificabile da un computer. Questa capacità ha rivoluzionato la digitalizzazione di archivi, rendendo possibile trasformare pile di carta in file ricercabili con un semplice click. File che oltre a essere ricercabili, si possono inviare più facilmente da un ufficio all'altro (o meglio, mettere in cloud) e sono catalogabili senza bisogno di giganteschi archivi fisici. Archivi, che oltre a occupare enormi quantità di spazio, sono anche distruttibili fisicamente, con conseguenze disastrose. Questa foto mostra l'incendio che è stato appiccato al Palazzo di Giustizia di Bogotà (Colombia) nel 1985. Gli OCR sono nati negli anni ’70 con sistemi rudimentali basati su pattern recognition. Se fossero già stati avanzati come oggi nell'85 (e appoggiati dalle infrastrutture digitali adeguate) molte prove e atti giudiziari non sarebbero andati persi per sempre. E questo è solo un esempio indicativo. Gli OCR oggi sfruttano l’intelligenza artificiale, in particolare reti neurali convoluzionali, per riconoscere testi in diversi font, lingue e persino calligrafie. Quindi gli OCR attuali non si limitano a leggere, ma migliorano l’efficienza operativa analizzando dati visivi. Perciò sono diventati indispensabili in settori come quello legale, finanziario e bibliotecario, dove la precisione è tutto. E cosa sono i Vision Language Model? I Vision Language Model invece - come descritto brevemente in introduzione - sono modelli di intelligenza artificiale multimodali che combinano visione artificiale ed elaborazione del linguaggio naturale. Addestrati su enormi dataset di coppie immagine-testo, come foto con didascalie, questi modelli usano architetture avanzate, spesso basate su trasformatori, per collegare concetti visivi e linguistici. Ad... --- > Come può un modello italiano entrare in competizione con giganti come ChatGPT, Gemini, Grok e DeepSeek? Scoprilo dall'occhio da marketing. - Published: 2025-03-21 - Modified: 2025-04-17 - URL: https://kilobit.it/articolo/vitruvian-1-lia-italiana-economica-compete-coi-giganti/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Come può Vitruvian-1, modello italiano appena lanciato, competere con giganti internazionali come ChatGPT, Gemini, Qwen, DeepSeek, Claude e Grok? "Più grande non è necessariamente meglio" dice Nicola Grandis, CEO di ASC27: la madre del modello. Per noi, è tutta una questione di marketing. Vitruvian-1 è un’intelligenza artificiale tutta italiana sviluppata dalla startup ASC27. Lanciato appena il mese scorso (Febbraio 2025), questo nuovo modello ci sorprende e attira la nostra attenzione. Innanzitutto semplicemente perché è italiano. Parliamo sempre con modelli stelle e strisce, cinesi, multinazionali... https://kilobit. it/wp-content/uploads/2025/03/Vitruvian-1-prima-chat. mp4 No: questo è un modello nostrano, che si presenta "personalmente" come: "un LLM sviluppato da ASC27 a Roma, progettato per fornire risposte dettagliate in 5 lingue... " che sono italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. E poi ci mette subito l'accento sull'etica nelle sue risposte (indispensabile in UE), che definisce chiaramente gli utilizzi che siamo chiamati a fare di questa risorsa: usi tecnici, funzionali, accademici, scientifici, di ricerca. Vituvian-1 ti fa da supporto in questi e altri campi. E la sua azienda madre altrettanto. Per altre risposte, domanda altrove. Un modello internazionale, localizzato, istruito, competitivo Vitruvian-1 è un modello internazionale. E in senso più ampio è un modello localizzato. Questo perché si fonda: sul nostro ecosistema culturale, linguistico, sociale, economico, didattico, scientifico, medico, filosofico, legislativo, storico. Noi sappiamo che in questi campi vediamo spesso una disparità tra le eccellenze e l'innovazione. Innovazione, che non passa necessariamente soltanto dall'intelligenza artificiale: ma dagli investimenti che Vitruvian-1 e simili potrebbero attirare per tutti quei campi di interesse, dai progetti che potrebbe generare, dai network che potrebbe attivare. Network che non sono solo composti da chi si occupa di IA. E soprattutto è più accessibile economicamente rispetto ai suoi competitor. E non parliamo di Mario il cioccolataio: parliamo di Apple, Microsoft, Meta, OpenAI, Alibaba. Quindi se la vede con ChatGPT, Claude, Llama, DeepSeek, Qwen, Gemini, Grok e via dicendo. Insomma, dato che sono una web agency torinese, vedo Vitruvian-1 come una ventata d'aria fresca: una possibilità per la crescita degli hub tecnologici nazionali, e un interessante nuovo attore sulla scena che sotto diversi aspetti compete con i giganti mondiali. Vitruvian-1 è efficiente dalla nascita Vitruvian-1 nasce dalla visione di ASC27, una startup italiana fondata da Nicola Grandis durante il primo lockdown, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative. Il nome, ispirato all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, riflette l’ambizione di unire genialità italiana e progresso tecnologico. L’idea centrale dietro il concepimento era già chiara dall'inizio: mettere in campo un’AI che non solo competesse con i grandi modelli stranieri, ma che fosse anche radicata nel contesto italiano (ed Europeo), valorizzando la lingua, le specificità locali e il rispetto delle norme europee, che... --- > Grok 3 è un modello che con le sue funzioni e il suo approccio di fondo ci fa riflettere sulle attuali tendenze dei nostri tempi. - Published: 2025-03-18 - Modified: 2025-04-01 - URL: https://kilobit.it/articolo/grok-3-chi-e-il-figlio-ambiguo-di-elon-musk/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Grok 3, l’AI di Elon Musk, sfida i modelli tradizionali con un approccio meno filtrato, che attinge dal social X in tempo reale. Musk critica OpenAI e Google per bias ideologici, facendo leva su Gemini di Google che è sotto accusa per distorsioni nella generazione di immagini. No, Grok non è un nome di una persona. No, non è X Æ A-12 (il figlioletto che ha preso in giro Trump alla Casa Bianca davanti alle telecamere), né Vivian (prima Xavier) che critica pubblicamente il padre per essere nata in vitro, né qualcuno degli altri 12 figli biologici di Musk. Qua stiamo parlando di un'intelligenza artificiale, che come ogni cosa che fa Elon appare più ambigua di altre. Per certi versi, persino più ambigua di modelli come DeepSeek, che spaventano perché sono cinesi, perché sono open-source, perché sono estremamente economici e perché apparentemente non rispettano la privacy, le norme di sicurezza (specie le norme Europee) e sono sospettate di spionaggio. Ma come funziona esattamente il nuovo modello di AI Grok 3? Che funzioni offre? Qual è l'idea di fondo che ha plasmato Grok 3? Come si pone tra le big tech del campo? Perché si può considerare il figlio ambiguo di Elon Musk? Come Kilobit, ti rispondo andandolo direttamente a provare. E puoi farlo anche tu, pure se in UE e in UK non è accessibile: ti basta una VPN. Come funziona il nuovo modello di AI Grok 3: 5 punti chiave Il funzionamento di Grok 3 si basa su reti neurali profonde (deep learning) e su un’architettura avanzata di trasformatori (simile a GPT e Gemini) che gli permette sulla carta di elaborare il linguaggio in modo fluido e contestualizzato. Ovviamente può commettere errori e diventare contorta in questo e altri aspetti, come tutti i modelli, incluso Chat GPT. Appunto come i modelli di Open AI, ma anche come tutti gli altri cinesi come DeepSeek e Qwen di Alibaba, che Grok 3 sfida con 5 punti chiave: Si è addestrato su grandi dataset che includono libri, articoli, post sui social e documentazione tecnica. Può accedere in tempo reale ai contenuti di X (ex Twitter). Quindi rimane costantemente aggiornato su quello di cui la gente parla oggi sul social, su contenuti e commenti di circa 600 milioni di utenti. Fa DeepSearch e verifica le fonti attraverso ricerche attive sul web e su X. Grok 3 riesamina le sue risposte per ridurre gli errori e migliorare la coerenza del testo che genera. Nelle sue risposte ha volutamente un tono ironico e personale. https://kilobit. it/wp-content/uploads/2025/03/video-x-grok-3-domanda-1. mp4 Perché in UE e UK non si può accedere a Grok 3? Il fatto che Grok 3 attinga informazioni in tempo reale da X potrebbe... --- > LinkedIn è nato per trovare lavoro e fare rete: ma nel 2025 è davvero ancora utile e indispensabile? Quando serve? Come ci si lavora? - Published: 2025-03-13 - Modified: 2025-03-13 - URL: https://kilobit.it/articolo/linkedin-nel-2025-e-ancora-utile-a-trovare-lavoro/ - Categorie: Digital Marketing, Lavoro Online, Pubblicità, Social LinkedIn è fatto apposta per trovare lavoro e fare rete: ma nel 2025 è davvero ancora utile e indispensabile? Come si lavora su LinkedIn? Cosa evitare? È sempre meglio di altre piattaforme per tutti i lavori? LinkedIn - si sa - è il social del lavoro: ma è solo una nomina a cui ci siamo abituati o è ancora vero nel 2025? La risposta, per il miliardo di utenti globali della piattaforma, è più che ovvia: sì, LinkedIn nel 2025 è ancora utile a trovare lavoro, anzi, alle volte è necessario. Chiariamoci bene però: non stiamo dicendo che per lavorare nel digitale (e non solo) bisogna per forza avere LinkedIn. Ci sono un sacco di altre piattaforme di lavoro online su cui cercare e ognuno ha i suoi gusti, il suo settore, il suo mercato, il suo ambiente preferito. Non dimentichiamo poi che si può ancora trovare lavoro bussando alle porte, incontrandosi in un pub o in un hub fisico, oppure per passaparola, che spesso fa sbarcare il lunario a più nomadi digitali di quanto si possa credere. Quindi LinkedIn non è indispensabile a tutti. Ma per tutti (o meglio, quasi tutti) è indiscutibile che offre tantissime opportunità di lavoro rispetto ad altri singoli social e piattaforme. Soprattutto quest'anno, grazie a una serie di miglioramenti e aggiornamenti tecnici. LinkedIn nel 2025 allora è più che mai utile a trovare lavoro. Se non lo sapevi ti conviene continuare a leggere, perché scoprirai anche come utilizzarlo... prima di affacciarti alle alternative. Se sei un nomade digitale che per scelta non ha mai indossato una cravatta in vita sua e vede LinkedIn come distante o plasticamente formale: tieni aperti i tuoi orizzonti. Poi scegli. Perché LinkedIn è ancora ottimo per trovare lavoro? Perché ha uno scopo puro e semplice dal quale non ha mai sviato: serve ad assumere e farsi assumere, a fare rete, e a informarsi direttamente da chi è nella tua sfera di interesse. Come web agency esperta di marketing digitale, SEO, social e pubblicità, sappiamo che spesso le attività più efficaci sono quelle che parlano a unico bisogno preciso e che lo soddisfano con soluzioni definite e comprensibili a tutti. Soluzioni mirate. LinkedIn più di altre piattaforme per trovare lavoro, più di altri social - e osiamo dire più di tanti servizi - offre proprio soluzioni mirate: per questo funziona e continua a funzionare anche nel 2025 per trovare lavoro. La scoperta dell'acqua calda? Non è detto, perché la semplicità ha la sua scienza. L'algoritmo di LinkedIn come appoggio per la sua identità, che è creare lavoro Gli algoritmi dei social sono determinanti per la qualità... --- > OpenAI in un contesto dove l'intelligenza artificiale è di interesse politico ed economico muove alcune proposte di regolamentazione... - Published: 2025-03-11 - Modified: 2025-03-11 - URL: https://kilobit.it/articolo/regolamentazione-intelligenza-artificiale-openai-dice-la-sua/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News L'AI è nostra figlia, più di altre tecnologie: per questo la sua regolamentazione sta a cuore a tutti. Specialmente quando è possibile entrare nel merito di decisioni economiche e politiche. La sicurezza e l'etica, sulla carta contano per tutti: ma cosa propone concretamente OpenAI? In che contesto muove le sue proposte? L'AI - sebbene la potenziale battuta d'arresto dovuto all'adozione massiva di dati sintetici - progredisce di continuo nella tecnica, mentre nuovi modelli da tutto il mondo spuntano come funghi incoraggiati da una competizione serrata: ma l'intelligenza artificiale si sta evolvendo anche nella sua regolamentazione? In contrasto a un mercato digitale più globalizzato rispetto ai rapporti internazionali, dipende da paese a paese. In UE ci sono i tentativi più forti di regolamentazione etica, di privacy e sicurezza (come il Digital Service Act). Negli States la priorità ce l'hanno dichiaratamente gli affari. In Asia ci sono tantissime sfumature, realtà e approcci misti, che spesso non conosciamo bene. Quindi ci sono tante zone grigie dove a farsi avanti possono essere anche le stesse big tech. Specie se diventa occasione di entrare nel merito di decisioni economiche e politiche rilevanti. Così OpenAI dice la sua, con alcune proposte di regolamentazione: ma in quale contesto le propone? Quali sono queste proposte e quali sono i loro scopi? Il contesto globale della regolamentazione dell'intelligenza artificiale I tentativi di stabilire normative vengono da ogni dove, per motivi diversi. Ma (realmente o di facciata) ci si trova fondamentale d'accordo sul fatto che servano regolamentazioni comuni sulla privacy e sulla sicurezza. Lo abbiamo visto all’AI Safety Summit, tenutosi nel novembre 2023 a Bletchley Park, nel Regno Unito. Questo evento ha riunito partecipanti di tutti i continenti tra leader, esperti di tecnologia e rappresentanti di aziende. Tutto con lo scopo di discutere le sfide legate all’intelligenza artificiale avanzata e alla sua regolamentazione. Un evento storico, che tra i suoi risultati annovera la Dichiarazione di Bletchley: un accordo internazionale firmato da 28 paesi che sottolinea la necessità di cooperazione tra governi e aziende per garantire che l’IA venga sviluppata e utilizzata in modo sicuro, affidabile e trasparente. Le proposte di OpenAI per la regolamentazione dell'intelligenza artificiale In questo clima apparentemente costruttivo e propositivo, OpenAI delinea una serie di proposte per regolamentare lo sviluppo e l’implementazione dei modelli avanzati di AI. Linea che ha come direzione dichiarata quella di strutturare un quadro normativo innovativo e allo stesso tempo etico, sicuro, ecc... ma il nocciolo della questione sembra la ricerca di un appoggio del Governo USA per difendersi. Uno dei documenti più rilevanti che ti rende meglio l'idea è l’Economic Blueprint, pubblicato da OpenAI nel gennaio 2025. Crediti: OpenAI In questa proposta, l’azienda sottolinea l’importanza di un sostegno governativo più strutturato per mantenere... --- > Migliaia di persone in Italia domandano a Google se "TikTok chiude". Facciamo chiarezza, raccontando le motivazioni dietro questa ipotesi. - Published: 2025-03-06 - Modified: 2025-03-06 - URL: https://kilobit.it/articolo/tiktok-chiude-nel-2025-capiamo-cosa-succede/ - Categorie: News, Social Con l'attuale clima di ban e restrizioni nel mondo, sono circolate voci e ipotesi sulla possibile "chiusura di TikTok": ma si intende come azienda? Nel mercato occidentale? Come app? Ci si domanda anche se TikTok chiude in Italia. Queste ipotesi hanno fondamento? Cerchiamo di capirlo. TikTok chiude? Non chiude? Abbiamo individuato queste domande nel traffico di ricerca in Italia e sono l'indice di dubbi, speranze, preoccupazioni e di voci che stanno girando. Da subito ti diciamo che la piattaforma è lontana dal chiudere i battenti. Questo - almeno - tecnicamente e universalmente parlando. Dato il clima attuale, però, ha senso mettere in discussione il futuro di TikTok nel mercato occidentale. Se presto non parleremo di chiusura, c'è la grossa possibilità che vedremo delle trasformazioni importanti. Trasformazioni, che sono già in atto da quando TikTok si è diffuso. TikTok è diventato un modello di comunicazione. Modello che ha dimostrato successo, facendo scuola da subito. Nel 2017, dalla Cina, arriva su scala internazionale: appena tre anni dopo, Instagram introduce i Reels, nel 2021 YouTube introduce gli Shorts, nel 2022 pure Facebook integra i Reels. Insomma: il modello TikTok è un gancio, coinvolgente come un contenuto virale. Attira attenzione e discussioni, soprattutto di carattere morale. TikTok crea una spaccatura generazionale in tutto il mondo, mentre le zone grigie nelle regolamentazioni social e gli ambigui rapporti tra la Cina e l'Occidente, alimentano sospetti di profilazioni illecite, disinformazione a fini di sabotaggio politico e spionaggio. Nel Giugno del 2020 l'India è il primo paese a vietare completamente l'app. A seguire, un'ondata di indagini, divieti e restrizioni da parte dell'Unione Europea, di una dozzina di paesi della stessa, di Stati Uniti, Nepal, Canada, UK, Australia, Nuova Zelanda, Taiwan, Somalia, Afghanistan, Pakistan, Indonesia... Ultimamente anche l'Albania banna TikTok e in Italia circola l'ipotesi di chiusura. È una notizia verificata o è solo un'ipotesi? Che aria tira per TikTok a livello internazionale? Come si inquadra la piattaforma nell'attuale guerriglia tecnologica con le big tech cinesi? TikTok quest'anno chiude in Italia? Attualmente non ci sono restrizioni, né comunicazioni ufficiali di una concreta chiusura di TikTok in Italia. Ma la notizia circola da un po' e - senza entrare nel merito di indiscrezioni e congetture - potrebbe teoricamente trovare fondamento. O almeno fare riflettere. Innanzitutto c'è una spaccatura generazionale. Le persone più anziane, notoriamente, tendono a demonizzare la piattaforma. Questo succede in tutto il mondo. Ma l'Italia - si sa - è un paese per vecchi. "Non è un paese per vecchi" dei fratelli Coen Citazioni a parte (fuori tema, sensazionalistiche e riduttive) i numeri parlano chiaro: l'età mediana in Europa sta aumentando e l'Italia è tra i paesi che incidono di più. Dai dati... --- > Quello in Albania non è l'unico ban di tiktok: aziende e creator cosa possono fare per evitare che gli cada la terra sotto i piedi? - Published: 2025-03-04 - Modified: 2025-03-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/ban-tiktok-in-albania/ - Categorie: Digital Marketing, News, Social Il ban di TikTok in Albania non è l'unico. Qui facciamo un punto della situazione e invitiamo aziende e creator che si appoggiano alla piattaforma a diversificare di più, per non farsi cadere la terra sotto i piedi! Dicembre 2024: il governo albanese annuncia il ban di TikTok per la durata di un anno. https://youtube. com/shorts/7zUYmJ1Fxcw? si=iTvgZACZa6ByISBp La decisione arriva dopo l’uccisione del 14enne Martin Cani, in seguito a un litigata - con il suo carnefice coetaneo - avvenuta proprio sulla piattaforma cinese. Da diverse fonti web, incluso il video di Channel 4 visto sopra, TikTok al ban avrebbe risposto subito evidenziando che: "non ci sono prove che i due ragazzi avessero TikTok". E che avrebbero discusso su un'altra piattaforma. La piattaforma così chiede chiarimenti al governo albanese, pur senza specificare nient'altro. Dall'altro lato il Primo Ministro albanese Edi Rama rimane fermo sul divieto: "Il problema oggi non sono i nostri figli. Il problema siamo noi. Il problema è la nostra società e quello che sta diventando. Il problema oggi è TikTok e tutti gli altri strumenti che stanno prendendo in ostaggio i nostri figli" (fonte La Repubblica). Le vecchie generazioni in gran parte approvano il ban: TikTok fa male, è inutile e ha un'influenza negativa sui giovani. Le generazioni più giovani rispondono che TikTok è anche intrattenimento e divulgazione, che smuove la cultura e che ad alcuni dà anche opportunità economiche. Quindi, vietarlo sarebbe censura. Il governo mantiene la sua posizione sul ban di TikTok: può farlo? Nonostante le controversie il governo albanese ha confermato il blocco della piattaforma per un anno. Quindi oggi TikTok in Albania non si può usare, e rimarrà così fino al 2026: ma questa decisione è legalmente fondata? Dal punto di vista giuridico, il governo albanese ha il potere di limitare l’accesso a piattaforme digitali per motivi di sicurezza pubblica. Tuttavia, la Costituzione dell'Albania e le normative internazionali sulla libertà di espressione potrebbero entrare in conflitto con questa decisione. Quindi nel paese non sarebbero solo i giovani a chiamare alla censura, ma ovviamente anche l'opposizione politica e organizzazioni a tutela dei diritti digitali come SCiDEV, che ha proprio sede a Tirana. A livello europeo - però - la regolamentazione delle piattaforme digitali è disciplinata dal Digital Services Act, che impone alle aziende tech di adottare misure per contrastare la disinformazione e i contenuti pericolosi. Se l'Albania quindi entrasse nell’Unione Europea, il divieto di TikTok potrebbe essere soggetto a revisioni, con esiti diversi: da una parte il divieto potrebbe essere infondato; dall'altra TikTok potrebbe essere reintrodotto nel paese a patto di adeguarsi adottando pratiche più incisive a tutela dei giovani. In questa zona... --- > Elon Musk continua sulla sua strada, suscitando come sempre critiche e ammirazione: X si sta rivoluzionando e fa riflettere parecchio... - Published: 2025-02-28 - Modified: 2025-02-28 - URL: https://kilobit.it/articolo/x-come-si-sta-evolvendo-lex-twitter-nel-2025/ - Categorie: News, Social Elon Musk è un personaggio sulla cresta dell'onda: una figura polarizzante, che raccoglie in egual modo pesantissime critiche e cieca ammirazione. Analizzando le novità di X del 2025, possiamo riflettere su cosa è diventato il suo social e le intenzioni che possiamo scorgere dietro a scelte e cambiamenti. X: un nome che ricorda le firme degli analfabeti nel passato, un richiamo a un'incognita matematica, un segno che ha in sé la negazione. Ma anche la riscoperta. In effetti mettere una X su qualcosa significa chiudere definitivamente un capitolo, rinunciarci, smettere di pensarci. Ma è proprio grazie a negazioni e incognite che, a volte, possono fiorire opportunità per affermazioni e nuove certezze (temporanee). Il social di Musk - già quando era Twitter - si è occupato di utilizzare i social in maniera rivoluzionaria rispetto alle intenzioni (manifeste) delle altre piattaforme e alla concezione stessa di social media. Twitter si è posto come un canale di comunicazione politica, dando l'opportunità (relativa) a chiunque di interagire direttamente con personaggi pubblici, con CEO di multinazionali e capi di Stato. Nessun altro social media di larga diffusione offre e ha offerto le stesse opportunità nella stessa maniera. Così Twitter si è fatto strada e si è creato un nome unico, indistinguibile: sul quale ora si è messa una X. Cos'è che è cambiato? Quali sono gli obiettivi, le visioni, le prospettive e le connotazioni che assume il social X? Come si sta evolvendo nel 2025? Il modo migliore secondo noi per chiarire queste domande è riflettere sulle novità introdotte già in questi primi due mesi dell'anno. Arriva X Money: tentativo di rivoluzione finanziaria? Già un anno fa si preannunciava. E all'inizio del 2025 è arrivato X Money. Parliamo di un sistema di pagamento digitale sviluppato in collaborazione con Visa. Un servizio che permette agli utenti di effettuare trasferimenti di denaro direttamente tramite la piattaforma social, senza bisogno di applicazioni esterne. L'intento quindi sembra proprio quello di trasformare X in un'app completa, che va oltre i limiti apparenti dei social network e che cavalca la loro trasformazione in canali pubblicitari e mercati. Attualmente X Money consente di inviare e ricevere pagamenti peer-to-peer, oltre a supportare transazioni per creatori di contenuti e aziende. Il sistema è inizialmente disponibile negli Stati Uniti, con piani di espansione globale nei prossimi anni. E quali sono gli altri piani? Ci sono? X Money strizza l'occhio all'amministrazione Trump che vuole integrare le criptovalute nella finanza USA? La speculazione iniziale più in voga prospetta la volontà di Musk di appoggiare il governo Trump nell'integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario degli USA, rendendo effettivamente il Paese un hub fondamentale delle crypto. Il Presidente infatti, il 23 Gennaio 2025, ha firmato l'Ordine Esecutivo... --- > I dati umani per addestrare le AI stanno finendo: i dati sintetici sembrano la soluzione papabile ma presenta diversi rischi. Scopri di più. - Published: 2025-02-26 - Modified: 2025-02-26 - URL: https://kilobit.it/articolo/i-dati-sintetici-renderanno-le-ai-piu-stupide/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News L'avvertimento è stato lanciato in coro da esponenti di big tech e da analisti: i dati umani per addestrare le AI sono in esaurimento e la soluzione sembra risiedere nei dati sintetici, che però presentano diversi rischi. Quali sono i problemi dell'addestramento delle AI con dati sintetici? Quali sono le alternative? Cosa ci aspetta? I dati umani per addestrare le intelligenze artificiali stanno finendo e la soluzione sembra risiedere nei dati sintetici. Questa dinamica allarmante è stata ben evidenziata da personaggi come Elon Musk (c'è un articolo del Guardian a riguardo) e tra gli altri anche da Ilya Sutskever, co-founder di OpenAI... quindi da una delle big tech AI più sviluppate e influenti del mondo. Il fatto non ci dovrebbe sorprendere, perché era prevedibile. Ma è solo allarmismo o una questione concreta? Stanno davvero finendo i dati umani a disposizione? Le straordinarie capacità di elaborazione dei modelli consentono addestramenti velocissimi. In sostanza, nel giro di mesi, è possibile addestrare un'AI su diversi petabyte di dati utili (un petabyte equivale a un milione di giga). Tuttavia si stima che i dati umani globali sul web si aggirano intorno ai 200 zettabyte (ogni zettabyte equivale a un milione di petabyte). E questo ci potrebbe far pensare che la notizia sia fumo. In termini pratici, 1 zettabyte è una quantità immensa di dati. Per esempio, se un petabyte equivale a circa 500 miliardi di pagine di testo, un zettabyte potrebbe contenere tutto il contenuto scritto nella storia dell'umanità migliaia di volte. Ma non lasciamoci impressionare. I numeri considerati nel pratico sono decisamente inferiori. I dati utilizzabili infatti si riducono a dismisura per via di un grandissima quantità presente nel web di: Dati duplicati, Contenuti privati e protetti da copyright, Dati di bassa qualità. Quindi sì: è perfettamente plausibile che i dati umani utili siano in esaurimento. È per questo che l'industria AI sta considerando sempre più seriamente l'adozione di dati sintetici: ma cosa sono questi dati sintetici? Qual è il problema? Cosa sono i dati sintetici e perché vengono utilizzati? I dati sintetici sono informazioni generate artificialmente da algoritmi, simulazioni o altre intelligenze artificiali, invece di essere raccolti da fonti umane. Vengono impiegati per: Ampliare dataset esistenti quando i dati reali sono limitati. Evitare problemi di privacy, eliminando il bisogno di usare dati sensibili. Migliorare la diversità dei dati per ridurre bias nei modelli. Aziende come OpenAI, Google e Meta stanno già sperimentando l’uso di dati sintetici per addestrare modelli avanzati: in pochi anni dunque gran parte dei dataset usati per l’IA potrebbero essere costituiti da dati interamente sintetici. Il rischio del "modello che si addestra su sé stesso" Uno dei principali pericoli nell’uso eccessivo di dati sintetici è il fenomeno noto come Model Collapse. Se un’AI... --- > Dalla clamorosa rinuncia al fact-checking di terze parti negli USA all'integrazione tra app, vediamo le 5 novità di Facebook di quest'anno. - Published: 2025-02-20 - Modified: 2025-02-20 - URL: https://kilobit.it/articolo/facebook-le-5-novita-del-2025/ - Categorie: News, Social Facebook per questo 2025 ci presenta novità che riflettono una politica contraddittoria e potenzialmente pericolosa di Meta: una maggiore libertà di espressione votata all'autenticità, al possibile prezzo della disinformazione e della proliferazione di bot. Ciò che rimane sono le nostre scelte individuali. Chi l'ha detto che Facebook non presenta più novità, che è addirittura morto e che è solo per boomers che si mandano Buongiornissimo caffè? Questo social network nel corso degli anni è decisamente cambiato, adattandosi alle nuove vesti che hanno assunto le piattaforme. Piattaforme che, da canali per fare conoscenza, si sono trasformate in enormi spazi pubblicitari, mezzi di intrattenimento e di divulgazione. Insomma, possiamo dire che i social sono "la nuova TV", nel senso che hanno avuto un impatto culturale paragonabile. Quindi si aggiorna anche Facebook, con 5 principali novità che non riguardano soltanto funzioni specifiche, ma politiche. Cambiamenti quindi che ci aprono una finestra su come si sta ponendo Meta nell'attuale quadro mondiale, con le big tech che stanno dimostrando chiaramente il loro reale potenziale sociale e politico. 1) Facebook introduce il sistema Community Notes Già ne abbiamo parlato: Meta ha cestinato il fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Ispirandosi al modello già adottato da X (ex Twitter di Elon Musk), Facebook negli USA ora utilizza il sistema Community Note. Come funziona? Gli utenti aggiungono note contestuali ai post, fornendo informazioni aggiuntive e aiutando a contrastare la disinformazione senza ricorrere alla censura diretta. Una soluzione decentralizzata, che secondo Facebook è una novità che dovrebbe responsabilizzare la comunità, bilanciare i contenuti e promuovere un dibattito più trasparente e bilanciato. Ma davvero la partecipazione attiva degli utenti e la qualità delle informazioni fornite bastano a questo? Un organo esterno e qualificato forse può essere più imparziale rispetto a utenti che hanno opinioni di pancia. Persone che arrivano a conclusioni polarizzate senza informarsi approfonditamente, da una parte perché magari neanche hanno accesso a certi dati, dall'altra perché potrebbero mancare gli strumenti per evitare di cadere in interpretazioni troppo soggettive. Ma soprattutto: chi ci garantirà che non saranno un'ondata di bot a valutare i contenuti? 2) Meno censura: le fake news saranno il prezzo della libertà? Meta rivede le sue politiche di moderazione, adottando un approccio più permissivo su temi sensibili come l’immigrazione e l’identità di genere. Questo cambiamento nasce dall’intento di favorire un dibattito politico più aperto, riducendo il rischio di censura eccessiva che potrebbe limitare la libertà di espressione. Le nuove linee guida si concentrano principalmente sulla rimozione di contenuti che violano le leggi locali o che rappresentano una minaccia diretta, mentre le opinioni controverse saranno meno soggette a moderazione. È forte la tentazione di apprezzare totalmente questa scelta.... --- > Il colosso cinese Alibaba dice la sua nel campo delle AI con il nuovo modello Qwen 2.5-Max: è davvero competitiva come sembra? - Published: 2025-02-14 - Modified: 2025-02-14 - URL: https://kilobit.it/articolo/qwen-2-5-ai-di-alibaba-che-sfida-deepseek-e-non-solo/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Alibaba rientra fortemente in scena nel campo dell'intelligenza artificiale: il nuovo modello Qwen 2.5-Max sulla carta batte DeepSeek in diversi benchmark e altri modelli sia di Open.ai che di Google. Questo basterà a rendere Qwen davvero competitiva a livello globale? Alibaba ha appena lanciato Qwen 2. 5, anche nella sua versione Max. Parliamo di un modello di intelligenza artificiale che si mette in diretta competizione con le big tech occidentali che ben conosciamo - come Open. ai e Google - ma soprattutto con la sua connazionale DeepSeek, che ha offerto un modello open-source competitivo e straordinariamente più economico. Ciò dapprima ha creato scompigli in borsa e nel mercato AI mondiale, poi ha attirato i fanali dei garanti della privacy europei e statunitensi. Fatto che ha condotto ad accuse, divieti e restrizioni. Al di là di luci, ombre e divieti, DeepSeek in pochissimi giorni ha lasciato un impatto indelebile sul modo di concepire e fruire dell'intelligenza artificiale. Sul campo di questa guerra tecnologica spunta Alibaba - colosso cinese che neanche serve presentare - dichiarando in parole povere che la sua AI Qwen 2. 5-Max mette in riga DeepSeek e che dà filo da torcere ai giganti occidentali. https://www. youtube. com/watch? v=SgcvHxKayLQ Ma al di là delle dimostrazioni di muscoli: è davvero così? Davvero Qwen 2. 5-Max è così competitiva come dichiara Alibaba? Innanzitutto Qwen 2. 5-Max è addestrata su oltre 20 trilioni di token. Ciò significa che il modello è stato nutrito con un'enorme quantità di informazioni. Quindi Qwen 2. 5-Max sulla carta ha ottima conoscenza, coerenza e capacità di ragionamento. Tuttavia, più dati implicano anche maggiori costi computazionali e possibili bias, specie se il dataset non è ben curato. Quindi la qualità dei dati è più importante della quantità: fattore che già rischia di sgonfiare i muscoletti del papà di Qwen. Ma Alibaba lo sa bene. Quindi la sua Qwen 2. 5-Max utilizza un'architettura MoE, che attiva solo le parti del modello rilevanti per ciascun compito. Ciò implica efficienza computazionale, che comporta: meno consumo di risorse. minore consumo energetico, riduzione costi operativi, diminuzione impatto ambientale, maggiore velocità di calcolo, più economicità, perché il costo per token elaborato può essere inferiore rispetto ai modelli che utilizzano tutti i parametri in ogni richiesta. Vantaggi che indubbiamente aiutano a compensare. In più il modello è stato ulteriormente perfezionato attraverso tecniche di SFT (affinamento supervisionato con dati etichettati da esperti per migliorare la qualità delle risposte) e RLHF (addestramento tramite feedback umano per rendere le risposte più naturali e allineate alle preferenze degli utenti). Interventi quindi che dovrebbero garantire risposte più accurate e allineate alle preferenze umane. Su questo e sulla comprensione del linguaggio,... --- > Sono uscite le prime novità dell'aggiornamento Instagram 2025. Scopri le nuove funzioni già disponibili, cosa implicano e cosa ci aspetta. - Published: 2025-02-12 - Modified: 2025-02-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/aggiornamento-instagram-2025-le-prime-10-novita/ - Categorie: News, Social Tutto cambia a vista d'occhio, e lo stesso vale per Instagram, che quest'anno si aggiorna introducendo novità volute da tempo e altre che fanno discutere. Scopri come uno dei social più diffusi sta diversificando creator e target, cercando di promuovere l'autenticità. Scopri le nuove funzioni già disponibili e dai un'occhiata a quelle in arrivo. Tra tutte le piattaforme che siamo abituati a usare, c'è sempre un aggiornamento dietro l'angolo e Instagram non è da meno. La piattaforma Meta è entrata nel 2025 con la chiara intenzione di diversificare sia i creator che i target e di promuovere l'autenticità. Ciò si capisce dalle novità che ha introdotto già nei primi due mesi del nuovo anno e dagli ultimi aggiornamenti del 2024. Aggiornamenti che nel loro insieme stanno ampliando l'esperienza sulla piattaforma, aprendola a nuovi utilizzi e funzioni, che eppure non dovrebbero sconvolgere del tutto le abitudini. In fondo ormai andare dietro agli aggiornamenti è una prassi per chi ha a che fare con i social. Allora diamo un'occhiata iniziale all'aggiornamento che proseguirà Instagram nel corso del 2025, vedendo le prime 10 novità più rilevanti. 1) Aggiornamento algoritmo Instagram 2025 Partiamo dal primo e più grande intervento che ha fatto la piattaforma all'inizio dell'anno: l'aggiornamento del suo algoritmo. A quanto pare Instagram vuole incentivare la creazione di contenuti autentici e originali, penalizzando strategie ingannevoli e viralità forzata. Ciò sta a dire che l'algoritmo di Instagram dovrebbe: dare più rilievo ai commenti ritenuti umani e significativi. evitare la diffusione di contenuti riciclati o basati su engagement artificiale. ridurre la visibilità dei post che utilizzano call-to-action eccessive. penalizzare Reels creati esclusivamente per ottenere visualizzazioni rapide, senza reale valore per gli utenti. La strategia di Instagram dietro questo aggiornamento sembra chiara, mentre Meta ha scelto di eliminare il fact-checking di terze parti, almeno per ora, negli Stati Uniti. Che il punto di incontro tra queste due scelte - sebbene prese per ragioni diverse - sia quello di lasciare il più possibile tutto in mano agli utenti? Aggiornamenti algoritmici da soli sono in grado di favorire davvero quello che promuovono? Ci basterà osservare i nostri feed nei prossimi mesi e condividere le nostre esperienze per avere un'idea chiara oltre le speculazioni. Intanto vediamo le altre novità, che in parte ci appaiono come concretizzazione di alcune delle intenzioni dichiarate attraverso l'aggiornamento dell'algoritmo. 2) Rimozione dei filtri di bellezza di terze parti Dal 14 gennaio 2025, Instagram ha ufficialmente rimosso tutti i filtri di bellezza sviluppati da terze parti, chiudendo la piattaforma Meta Spark. Questa decisione sembra proprio in linea con la promozione dell'autenticità palesata nell'aggiornamento 2025 dell'algoritmo di Instagram. Certo, gli effetti AR ufficiali di Meta rimangano disponibili, ma non si potrà più accedere a filtri che simulano makeup, che ritoccano... --- > II modello DeepSeek R1 dimostra che si può fare un'AI economica ed efficiente. Oltre indagini e accuse, scopriamo dov'è realmente il pericolo. - Published: 2025-02-07 - Modified: 2025-02-07 - URL: https://kilobit.it/articolo/urlo-di-deepseek-terrorizza-anche-occidente/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News L'arrivo di DeepSeek oltre a sconvolgere il mercato tecnologico mondiale, sfida la maniera occidentale di fare AI. Nonostante le accuse, trapela una lezione: l'AI può essere più economica ed efficiente. Accelera la corsa tecnologica, come ce ne sono state tante altre: ma cosa c'è stavolta al traguardo? 20 gennaio 2025, DeepSeek rilascia il modello AI DeepSeek-R1. Si capisce subito che sta al livello di GPT-4. Di per sé questo non basterebbe a scuotere Open AI... se non fosse che per sviluppare, addestrare e alimentare DeepSeek-R1 ci vogliono circa 5,58 milioni di dollari e 2. 000 GPU. Significa che il modello di AI cinese approssimativamente costa il 90% in meno e spreca 1/8 delle risorse. Ed è anche open-source. L'AI cinese così sconvolge il mercato tecnologico mondiale ad alti livelli. Diverse nazioni occidentali corrono ai ripari, vietando e accusando DeepSeek. DeepSeek brucia NVDIA in borsa Dopo il rilascio del modello cinese, Nvidia ha registrato una perdita di circa 600 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Parliamo di un impatto sia pesante che significativo. In effetti la possibilità di sviluppare modelli di intelligenza artificiale avanzati con risorse limitate potrebbe ridurre la dipendenza da grandi investimenti in data center e soprattutto in GPU e microchip avanzati: il core business di NVDIA. Ma potrebbe essere un fuoco di paglia Il costoso crollo in borsa, d'altra parte, potrebbe essere solo frutto di uno spavento iniziale. Nvidia forse non accuserà il colpo per 3 ragioni: Le big tech che hanno già i loro modelli AI lavorano allo sviluppo di soluzioni più innovative e potenti. I costi minori di sviluppo incoraggiano altre aziende a creare le proprie AI generative. Più attori entrano in gioco, più si frammenta la competizione. In diversi casi quindi la domanda di GPU e microchip avanzati può salire. Basti pensare che già nella prima metà del '24 Elon Musk ha lanciato Grok-1 sotto licenza Apache 2. 0: anch'esso un modello open-source, meno accessibile di DeepSeek però. Intano Meta Platforms, Amazon e Alphabet stanno investendo nello sviluppo e nell'adozione dell'intelligenza artificiale generativa. La minaccia economica di DeepSeek, almeno in quest'ottica, sembra mancare di una vera presa. DeepSeek nel mirino per l'etica e privacy 28 gennaio 2025. Il Guardian diffonde le testimonianze di alcuni utenti. Secondo le fonti riportate nella notizia, se poni a DeepSeek domande su Piazza Tiananmen e Taiwan, il modello si comporta così: prima fornisce risposte dettagliate, poi le elimina subito sostituendole con messaggi generici o di errore. In parallelo, altre analisi tecniche riportate su Wired, sostengono che DeepSeek implementi un sistema di censura a due livelli: il modello genera una risposta e successivamente un filtro valuta il contenuto, eliminando le parti ritenute inappropriate. Questo meccanismo è presente... --- > Sempre più utilizzata, la ricerca vocale diventa un metodo che esperti e amatori SEO devono studiare per piazzare siti e contenuti. - Published: 2025-02-04 - Modified: 2025-02-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/ricerca-vocale-come-sfruttarla-per-posizionarsi-su-google/ - Categorie: SEO e SEA La preferita dagli snippets, con domande a coda lunga ma risposte sintetiche e tante piattaforme da ottimizzare: la ricerca vocale apre un nuovo mondo per amatori ed esperti SEO, ma ricalca anche vecchie sane abitudini. Scopri di più in questo articolo dedicato. Negli ultimi 4 anni, il numero degli utenti che utilizzano la ricerca vocale sta aumentando notevolmente. Questo oggi possiamo dirlo, quantomeno indirettamente, perché non ci sono dati specifici disponibili in giro al momento che quantifichino esattamente il numero di persone che utilizzano tali opzioni. Però abbiamo una previsione, studiata a partire dal 2020, che pare attesti un raddoppiamento, dal 2020 al 2024, del numero di assistenti vocali in uso. La cifra può impressionare: da 4,2 miliardi di unità in uso, secondo la statistica disponibile su Statista, si sarebbe arrivati a 8,4 miliardi di unità, superando la popolazione mondiale... ma questo come è possibile? È possibile perché ci sono più dispositivi, browser e piattaforme su cui fare ricerca vocale, quindi è possibile che la stessa persona abbia 4, 5 o 10 unità diverse con cui cerca. E ognuna di queste unità, si appoggia a diversi sistemi per indirizzare le risposte: Google Assistant, Alexa, Siri, Cortana... insomma, ci sono azioni che possono essere intraprese in ottica SEO per ciascuna possibilità. Interventi SEO che rispondono a domande più lunghe, più conversazionali, e che cercano di piazzare siti web e contenuti tra i featured snippet in primo piano: la famosa "posizione 0" sulla SERP di Google. Quindi, se vuoi posizionarti in prima pagina ti conviene dare una letta a questo articolo. Precedentemente ti abbiamo parlato degli EEAT, e qui troverai (come abbiamo trovato noi) altri strumenti per orientarti e agire nel panorama sempre più articolato della SEO. Come attivare la ricerca vocale su Google e su altri dispositivi e piattaforme Per sfruttare al meglio le ricerche vocali è fondamentale sapere come attivarle. Ogni sistema ha un proprio assistente vocale e metodi specifici per l’attivazione. Vediamo i più diffusi e a quale big tech appartengono: Google Assistant (Android e Google Home): su dispositivi Android, la ricerca vocale può essere attivata dicendo "Ok Google" o "Hey Google", oppure premendo l’icona del microfono nella barra di ricerca di Google. Per configurarlo, basta accedere alle Impostazioni > Google > Servizi e preferenze > Ricerca, assistente e voce. Siri (iPhone, iPad, Mac): gli utenti Apple possono richiamare Siri dicendo "Ehi Siri" oppure tenendo premuto il tasto laterale (iPhone) o il tasto funzione (Mac). La configurazione si trova in Impostazioni > Siri e ricerca. Alexa (Amazon Echo e app Alexa): i dispositivi Echo rispondono a "Alexa", mentre l’app mobile richiede l’attivazione manuale o vocale. Browser Chrome e Microsoft Edge: entrambi... --- > Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità: scopri nel dettaglio i 4 parametri per posizionarsi su Google. - Published: 2025-01-31 - Modified: 2025-01-31 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-posizionarsi-su-google-con-gli-eeat/ - Categorie: SEO e SEA A partire da una metafora culinaria, andremo a vedere come funzionano Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità: i 4 fattori sui cui lavorare per posizionarsi su Google oggi. Scopri nel dettaglio di cosa si tratta. Posizionarsi su Google è come cucinare un piatto elaborato. E cosa ci vuole per cucinare? Prima di tutto devi procurarti una ricetta, per conoscere tutti gli ingredienti e le esatte proporzioni; poi ci vuole una cucina pulita e adeguatamente spaziosa, dotata di tutti gli elettrodomestici, che devono essere anch'essi puliti e ben funzionanti; poi ti servono gli strumenti, che devono essere adatti a ciò che stai facendo e di buona fattura, altrimenti ogni procedura diventa complicata andando a compromettere la qualità della preparazione; poi bisogna avere gusto; e infine ci vogliono tre cose: l'esperienza, la creatività e il cuore. Tre cose che - purtroppo o per fortuna - ti permettono di sconvolgere le ricette a volte con esito peggiore... ma a volte con un risultato migliore: hai colto l'antifona? Cosa sono gli EEAT e la loro importanza per posizionarsi su Google Se la metafora culinaria ti ha fatto venire fame e distrarre te lo diciamo esplicito: per apparire in cima alla SERP devi sapere da dove partire, devi sapere su quali fattori lavorare, devi avere un sito web fatto bene e sapere cosa guardare per vedere se stai andando bene. La SEO di Google sta cambiando e continua a farlo, per via del suo algoritmo dinamico... però in tutto questa serie di fattori sinergici e in divenire ci sono dei punti fissi da cui partire. E questi sono gli EEAT: Experience/Esperienza: si riferisce al livello di esperienza diretta che l'autore di un contenuto ha sull'argomento trattato. Expertise/Competenza: riguarda il livello di preparazione e conoscenza specifica che un individuo, un'azienda o un'organizzazione possiede in un determinato campo. Authoritativeness/Autorevolezza: si riferisce alla reputazione e al riconoscimento che un individuo o un sito web ha all'interno del proprio settore. Trustworthiness/Affidabilità: riguarda la credibilità e la veridicità delle informazioni fornite, con un focus sulla trasparenza e sull'attualità delle fonti. Questi quattro sono criteri fondamentali che Google utilizza per determinare il posizionamento di siti e contenuti. Come migliorare l'Esperienza? L'esperienza in questo caso quindi non si riferisce all'UX (che rimane fondamentale) ma proprio all'esperienza diretta di chi scrive il contenuto. Questo nuovo fattore è molto interessante, perché permette maggiori possibilità narrative. Quindi da oggi in poi possiamo scioglierci un po' di più e raccontare aneddoti ed esperienze dirette sull'argomento... l'importante però è non esagerare. Io che scrivo non posso raccontarvi la mia vita su un articolo di marketing digitale. Però posso raccontare l'argomento con un... --- > Per alcuni è paranoia, per altri è una certezza: ma dov'è la verità? Scopriamo se i nostri telefoni ci ascoltano davvero e se è possibile. - Published: 2025-01-28 - Modified: 2025-01-28 - URL: https://kilobit.it/articolo/i-telefoni-davvero-ci-ascoltano-per-proporci-pubblicita-mirate/ - Categorie: Pubblicità Questo dubbio è venuto a tutti almeno una volta nella vita, specie quando vediamo pubblicità legate a ciò di cui abbiamo appena parlato con qualcuno... ma i telefoni ci ascoltano davvero? Scopriamo cosa c'è di vero, se è praticabile, come potremmo illuderci al riguardo e a cosa stare realmente attenti se abbiamo a cuore la nostra privacy. I telefoni ci ascoltano? Il nostro smartphone, mentre facciamo conversazioni dal vivo con i nostri amici o familiari, davvero è in grado ed è autorizzato a registrarci per proporci pubblicità mirate? Quante volte ti è capitato di parlare di qualcosa e ritrovarti, in siti web, su app o sui social, pubblicità inquietantemente correlate alla conversazione? Diciamo subito che la certezza di essere ascoltati può accadere per via di un bias di conferma, ovvero un meccanismo per cui tendiamo a notare maggiormente gli eventi che confermano le nostre convinzioni, sottovalutando quelli che le contraddicono. In altre parole, se pensiamo che i nostri telefoni ci ascoltano, siamo più propensi a notare le pubblicità che sembrano confermare questa idea, trascurando tutte le altre. In parte perché, anche se spaventoso, da un certo punto di vista forse è più eccitante la percezione di ritrovarci in un mondo alla Matrix. Un mondo distopico in cui siamo addormentati, dove l'intelligenza artificiale ci illude, ci domina e ci coltiva per alimentarsi... ma noi decidiamo di svegliarci ed entrare nella schiera degli eroi della resistenza. Il caso di Cox Media Group potrebbe essere la prova che i nostri telefoni ci ascoltano Ma davvero si può ridurre la preoccupazione a un ironico paragone con il film Matrix o a una paranoia? Esistono dati e prove concrete che dimostrano che gli smartphone sono in grado di ascoltarci attivamente per proporci pubblicità mirate? Credits: Cox Media Group Secondo un'indagine dell'autorevolissima testata 404 Media, Cox Media Group stava pubblicizzando un servizio per i professionisti del marketing chiamato Active Listening: ovvero, ascolto attivo. Questo servizio prevedeva la possibilità di ascoltare i microfoni installati negli smartphone, nelle smart TV e in altri dispositivi... e guardate quali partner affermava di avere: Credits: Cox Media Group Che Cox Media Group proponesse questo servizio è verificato e si possono trovare le prove su 404 Media. L'argomento è anche citato su Wikipedia, nella pagina della CMG stessa, e sono stati fatti articoli al riguardo anche da altre testate di rilievo come Repubblica. Le big tech prese in causa negano categoricamente di appoggiare o di aver mai appoggiato pratiche del genere... ma come facciamo a capire dov'è la verità? Cerchiamo di arrivarci facendoci le giuste domande. L'ascolto continuo è tecnicamente possibile? Nonostante il caso Cox Media, aneddoti e convinzioni soggettive, non esistono prove concrete che dimostrino che le aziende tecnologiche utilizzino i microfoni dei nostri dispositivi per registrare costantemente... --- > SGE è una tecnologia in fase sperimentale che offre sintesi da più fonti come risultato della ricerca su Google. Scopri come provarla. - Published: 2025-01-23 - Modified: 2025-01-23 - URL: https://kilobit.it/articolo/la-ricerca-su-google-e-cambiata-cose-la-sge/ - Categorie: Digital Marketing, Intelligenza Artificiale, SEO e SEA SGE è una funzione sperimentale che si basa sull'intelligenza artificiale generativa per individuare i risultati più pertinenti di una ricerca su Google e li combina per fornire una sintesi. Scopri meglio di cosa si tratta, come provarla e come utilizzarla con occhio critico e attento. L'esperienza di ricerca su Google ormai si è trasformata. Come abbiamo analizzato, l'algoritmo è cambiato per cercare di fornire un'esperienza di fruizione personalizzata basata sull'analisi di big data e sulla targettizzazione via intelligenza artificiale. L'ultima tecnologia specifica sviluppata e introdotta in fase di sperimentazione dal motore di ricerca più utilizzato in occidente è SGE: acronimo di Search Generative Experience. Andiamo a scoprire di cosa si tratta per rimanere al passo con gli elementi che stanno ridisegnando il marketing digitale e la SEO, quindi i fattori che determinano come piazzarsi su Google oggi. Questi passaggi, come nostro uso, andremo a farli attenti a mantenere un punto di vista critico e consapevole. La SGE offri risultati sintetici della ricerca su Google combinando più fonti Quindi utilizza l'intelligenza artificiale generativa per individuare i risultati più pertinenti e li combina al fine di fornire una sintesi. Dunque si basa su modelli linguistici avanzati, sviluppati tramite machine learning e deep learning. Da una parte, infatti, il modello alla base della SGE impara schemi, relazioni semantiche e contesti, fornendo così risposte che non si limitano alla ricerca di parole chiave ma che interpretano l'intento dell'utente; in più il modello continua a imparare e a modificarsi a seconda della risposta degli utenti in termine di interazioni e feedback. Dall'altra, attraverso l'uso di reti neurali profonde che elaborano sempre meglio il linguaggio naturale, il modello è in grado di analizzare e sintetizzare dati complessi, creando risposte più articolate e pertinenti perché comprende il contesto anche se gli vengono poste domande (query) ambigue o articolate. Non dare per giusto tutto quello che leggi In soldoni le risposte ci vengono presentate sotto forma di spiegazioni concise o panoramiche che combinano contenuti da diverse piattaforme. La sintesi delle informazioni riduce notevolmente il tempo di ricerca, ma limita altrettanto la varietà delle fonti che andrai a consultare per trovare quello che cerchi. Inoltre tieni presente che i contenuti generati dipendono fortemente dall'accuratezza dei modelli e delle fonti utilizzate. Fattori che sono sì determinabili dalle risposte di noi utenti ma solo in piccola parte. Infatti il risultato per lo più dipende da come è stato addestrato il modello e da quanto le fonti sono gradite dal motore di ricerca. Su queste non c'è sempre la garanzia. È indispensabile che tu ne tenga conto, perché ne va della tua capacità di pensiero critico ma soprattutto della tua conoscenza. Alla luce di questo, per farti... --- > I social media cambiano insieme alle ultime tecnologie. Scopri come l'AI sta influenzando gli algoritmi delle piattaforme e cosa ci aspetta. - Published: 2025-01-21 - Modified: 2025-01-21 - URL: https://kilobit.it/articolo/lintelligenza-artificiale-ha-cambiato-i-social-media/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, Social L'AI ormai è massicciamente integrata negli algoritmi dei social media, andando a influenzare radicalmente ogni aspetto delle piattaforme. Dalla personalizzazione dei feed al marketing, è tutto cambiato: ma quali sono le conseguenze dal punto di vista della privacy e della sicurezza? Scoprilo in questo articolo. L’intelligenza artificiale ha ridefinito il modo in cui viviamo e interagiamo sui social media. Non si tratta solo di nuovi strumenti, ma di una trasformazione strutturale che ha cambiato le dinamiche di fruizione, condivisione e creazione dei contenuti. Una vera e propria rivoluzione che condiziona l'esperienza dell'utente e ridefinisce le strategie di marketing. Fattori che, a catena, apportano un'evoluzione della pubblicità creando nuovi paradigmi di narrazione pubblicitaria che vanno a influenzare direttamente il linguaggio e l'immaginario collettivo. Quindi l'AI nei social media concretamente suggerisce contenuti personalizzati, modera automaticamente, crea interazioni, contenuti, e analizza dettagliatamente il comportamento digitale di milioni di utenti grazie alle capacità sempre migliori di elaborazione del linguaggio naturale e analisi di big data. Questo, come ormai sappiamo fin troppo bene, solleva questioni complicate riguardo la regolamentazione del web e la privacy. L'AI è integrata negli algoritmi dei social media Gli algoritmi dei social media oggi si basano sempre più sull'intelligenza artificiale. Attraverso tecnologie di machine learning, queste piattaforme analizzano ogni interazione degli utenti, come i "mi piace", i commenti e i tempi di visualizzazione. In questo modo si per costruiscono feed personalizzati. Tuttavia, questa personalizzazione non è priva di rischi. Perciò la sicurezza del web dovrebbe adeguarsi a protezione degli utenti e del valore dell'ambiente digitale offerto dai social media. La creazione delle “bolle di filtraggio” infatti può limitare l’esposizione a opinioni e informazioni diverse, contribuendo alla polarizzazione delle idee. Secondo un approfondimento di La Repubblica, queste dinamiche hanno giocato un ruolo significativo nel rafforzare divisioni politiche e sociali in eventi globali recenti. Inoltre, la trasparenza degli algoritmi è spesso un punto critico. Le piattaforme non sempre spiegano come vengano scelti i contenuti, lasciando gli utenti all’oscuro dei meccanismi sottostanti. Meta ha dichiarato di voler migliorare questa trasparenza, ma in seguito all'eliminazione del fact-checking di terze parti negli Stati Uniti ci lascia seriamente perplessi riguardo questa volontà. Creazione e moderazione dei contenuti sui social media con l’AI Oltre a suggerirli, L'AI crea contenuti e li gestisce. Strumenti avanzati, come i modelli di intelligenza artificiale generativa, permettono di sviluppare immagini, video e testi di qualità elevata in modo automatico. Meta, ad esempio, ha iniziato a introdurre avatar virtuali capaci di interagire con gli utenti in maniera realistica, arricchendo le esperienze online. Tuttavia, questi sviluppi sollevano domande sull’autenticità dei contenuti e sul valore delle interazioni umane. Parallelamente, l’AI è diventata moderatrice dei contenuti. Piattaforme come Instagram e TikTok utilizzano... --- > Leggi la guida di Kilobit con tutte le migliori pratiche più aggiornate su come apparire sulla prima pagina di Google. - Published: 2025-01-16 - Modified: 2025-01-16 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-apparire-sulla-prima-pagina-di-google/ - Categorie: SEO e SEA Se vuoi sapere come apparire su Google questa guida fa al caso tuo. Qui trovi tutte le migliori pratiche basate sugli ultimi aggiornamenti del motore di ricerca più usato d'Italia. Apparire su Google in prima pagina è l'ambizione di chiunque abbia un sito. Sebbene la competizione sia molto alta, puoi avere delle possibilità se ti aggiorni e combini con buon senso e costanza le conoscenze acquisite. Conoscenze che sono alla portata di tutti, ma che non tutti sanno interpretare ed elaborare relativamente alla propria singola situazione. Situazione che comprende la natura del proprio sito e del proprio brand, il mercato di riferimento, il target, la concorrenza... quindi il lavoro SEO è un lavoro olistico. Non basta più trovare una keyword e tessere una bella rete di backlink. Oggi bisogna ancora più di prima trovare l'equilibrio tra ciò che piace all'algoritmo di Google e ciò che le persone trovano interessante ed esaustivo. Con il 2025 appena iniziato, infatti, è evidente che Google sta alzando l’asticella per garantire risultati di qualità, pertinenti e che rispecchino le aspettative degli utenti. Il tutto, quindi, suggerisce di utilizzare un approccio sempre più direzionato alla fruizione umana piuttosto che alla pura tecnica. E per farlo entrano in gioco le ultime tecnologie, che riadattano le solite pratiche evergreen. L'intelligenza artificiale può darti una mano... ma può essere un'arma a doppio taglio Ormai i discorsi sull'AI sono un mantra dal quale praticamente nessuno che lavora nel digitale può esimersi. Si può certamente decidere di non utilizzarla in nessun caso... ma almeno bisogna sapere che esiste e che la stanno usando sostanzialmente tutti in diverso modo. Che ci piaccia o no è un dato di fatto. Ma che intendiamo con "usare l'intelligenza artificiale"? Se stai pensando di usare Chat GPT per farti scrivere gli articoli di sana pianta, cambia subito idea. Non è decisamente un buon approccio, in primo luogo perché l'algoritmo di Google penalizza i contenuti scritti dall'AI ed è sempre più capace di capire se un contenuto è generato artificialmente o se è scritto da un essere umano. In secondo luogo, vuoi davvero appiattire la tua scrittura e contribuire all'impoverimento degli standard contenutistici? Se un contenuto è asettico, oltre a Google se ne accorge anche la gente (o almeno speriamo). Quindi, se proprio vuoi farti aiutare dall'AI per generare contenuti, al massimo usala come motore di ricerca avanzato. Ma, mi raccomando, fatti dare tutte le fonti, leggile e confrontale, perché le intelligenze artificiali possono fare errori... anche molto gravi! Usala per l'analisi dati La vera forza dell'AI non è tanto nell'elaborazione creativa, ma nell'analisi dei dati. Strumenti... --- > Zeckeberg ha parlato chiaro, ma non sono chiare né le vere ragioni né le conseguenze dell'eliminazione del fact-checking esterno in USA... - Published: 2025-01-14 - Modified: 2025-01-14 - URL: https://kilobit.it/articolo/meta-cestina-fact-checking-esterno-in-usa-che-succede/ - Categorie: News, Social Lasciare il fact-checking in mano agli utenti supportati dall'AI può funzionare? È una scelta che favorisce l'inclusività e la libertà di espressione o è il lasciapassare per la politicizzazione estrema dei social network? Scopri cosa sta succedendo e le possibili conseguenze. Meta, la società madre di Facebook, Instagram e Threads, ha annunciato l'eliminazione del programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Una scelta controversa, che divide gli utenti e l'opinione pubblica, suscitando preoccupazioni e abbandoni. Non a caso, infatti, basta dare un'occhiata alle piattaforme di analisi SEO per vedere schizzare il volume di ricerca su frasi come "eliminare account facebook" e simili. Ma non tutti sono d'accordo che l'eliminazione del programma di fact-checking sia necessariamente un male. In effetti è un sistema che (comprensibilmente) ha dimostrato nel tempo imprecisioni e ambiguità. Queste hanno dato modo di avanzare critiche sulla politicizzazione e pregiudizi degli organi di controllo e verifica dei post: un sistema complesso e variegato, che adesso andremo a capire meglio come è strutturato e come funziona. Come funzionava il programma di fact-checking di Meta negli USA Il programma di fact-checking appena cestinato da Meta negli USA coinvolgeva oltre 90 organizzazioni indipendenti, operanti in più di 60 lingue. Queste valutavano e classificavano i contenuti sospetti secondo i seguenti parametri: Segnalazioni dagli utenti: alto numero di segnalazioni per falsità, inganno o inadeguatezza. Argomenti sensibili: come sanità, politica e teorie del complotto. Contraddizione con fonti affidabili: informazioni in disaccordo con dati ufficiali o istituzioni autorevoli. Immagini o video manipolati: uso di contenuti visivi alterati o fuori contesto. Fonti non credibili: provenienza da pagine o account noti per diffondere bufale o privi di affidabilità. Linguaggio sensazionalistico: titoli provocatori, affermazioni estreme o generalizzazioni prive di supporto. Diffusione virale: contenuti che si diffondono rapidamente e generano polarizzazione. Quando un post presentava una o più di queste caratteristiche veniva etichettato come "Falso" o "Parzialmente Falso". La sua visibilità quindi veniva ridotta, limitando l'impatto negativo sulle comunità virtuali. Venivano quindi poi applicate limitazioni anche alle condivisioni, fino ad arrivare a sanzioni per ripetute diffusioni. Infine si poteva anche procedere all'eliminazione in caso di contenuti che propagano discorsi di odio, istigazione alla violenza, truffe o danni fisici come ad esempio suggerimenti per cure mediche pericolose. Questo sistema, benché efficace, è stato spesso criticato per presunti pregiudizi politici e per la mancanza di trasparenza nei criteri utilizzati per classificare i contenuti. La certezza è che la sua eliminazione lascia un vuoto significativo: come verrà riempito? Il fact-checking su Meta negli USA adesso è in mano agli utenti... ma è davvero così? Meta quindi ha deciso di adottare il sistema delle "Community Notes". Questo modello di verifica dei post... --- > Scopri le direzioni che stanno prendendo oggi gli algoritmi dei maggiori social network e le nuove funzionalità che cambiano le interazioni. - Published: 2025-01-09 - Modified: 2025-01-09 - URL: https://kilobit.it/articolo/algoritmo-social-2025-come-cambia/ - Categorie: Social L'algoritmo di ogni social si concentra su focus diversi: YouTube premia di più i tempi di visualizzazione e contenuti strutturati, TikTok la qualità tecnica dei video, i social Meta e LinkedIn favoriscono più i commenti e su X si punta alle conversioni. Oggi adattarsi all'algoritmo di ogni social per elaborare strategie e azioni di marketing è una pratica così diffusa da sembrare scontata. Ma, se ci pensiamo bene, fino ai primi 2000 i social erano semplicissime piattaforme di condivisione, completamente in mano all'iniziativa (anche ingenua) degli utenti: sostanzialmente un'evoluzione delle chat in chiave più visiva. Su Instagram si postavano soltanto le proprie foto e su Facebook si cercavano i vecchi amici del liceo. Poi essendo di fatto vetrine, ci è voluto poco prima che diventassero potenti strumenti di marketing digitale, di informazione e per la creazione di community. Un mezzo di comunicazione che è riuscito in pochissimi anni a condizionare la cultura di massa, i mezzi di informazione, le forme di narrazione pubblicitaria e il modo di fare business in tutto il mondo. Praticamente qualsiasi attività e istituzione prima o poi migra su una pagina social. E spesso ne vede benefici diretti. Intanto negli anni sono stati raccolti dati tecnici e personali, in maniere sempre più variegate ed elaborate. Dati che servono a interpretare le risposte delle persone agli strumenti, ai contenuti, e quindi a consigliarli. Così si sono strutturati via via algoritmi. Algoritmi dinamici che proprio adesso con l'ascesa dell'intelligenza artificiale cercano di riprodurre la percezione delle persone e di integrarsi alle interazioni mettendo in discussione il concetto di autenticità. Come cambia l'algoritmo dei social Meta L'algoritmo dei social di Meta nel 2025 dà ancora maggiore priorità a contenuti che generano discussioni significative. Quindi, come e più di prima, l'interazione degli utenti è determinante. Non basta ottenere like veloci e avere tanti followers che non interagiscono. Allora commenti lunghi, condivisioni in direct e risposte alle Storie di Instagram fanno schizzare il ranking di una pagina più del numero dei followers. Questo ovviamente rischia spessissimo di appiattire i contenuti. Infatti molte pagine cedono alle tentazioni offerte dal clickbait. Ma allo stesso tempo crescono funzionalità che permettono di creare contenuti di qualità. Quindi si può provare a cavalcare l'algoritmo dei social di Meta senza innescare discussioni sterili e senza far marcire il cervello dei tuoi utenti dandogli in pasto mangime digitale di facile e passiva fruizione. Le nuove funzioni di Instagram e Facebook L'algoritmo dei social di Meta spesso favorisce contenuti dubbi. Allo stesso tempo però, le stesse piattaforme, forniscono nuovi strumenti e hanno migliorato quelli già esistenti per la creazione di narrazioni consistenti: I Reels di Instagram si possono modificare con strumenti... --- > Se per il 2025 ti sei dato come proposito di dominare la SEO di Google, preparati a ricevere una bella delusione. - Published: 2025-01-07 - Modified: 2025-01-09 - URL: https://kilobit.it/articolo/il-tuo-obiettivo-del-2025-e-dominare-la-seo-di-google/ - Categorie: SEO e SEA Abbiamo linee guida sulla SEO di Google del 2025, ma non esistono soluzioni definitive. Ogni situazione infatti ha bisogno della sua formula unica basata su tecniche, osservazioni, adattamenti, interpretazioni e risposte degli utenti. Sapendo questo puoi iniziare a scalare la SERP. Se vuoi dominare la SEO di Google potresti ricevere una bella delusione... bella perché tutti almeno una volta hanno fallito a posizionarsi. Non è affatto facile finire nei primi risultati, né mantenere il posizionamento. Spesso non si ha neanche l'assoluta certezza del motivo per cui un contenuto ha funzionato e un altro no. In più, chiunque abbia un sito o lavori nel marketing digitale vuole piazzarsi sul motore di ricerca più famoso e diffuso globalmente. Quindi ogni giorno spuntano siti e contenuti che cercano di intercettare traffico su determinate parole chiave, innescare visibilità, generare lead e conversioni. E se ti dicessimo che tutti questi contenuti, oltre che di studio, sono frutto di interpretazioni? La SEO di Google è dinamica e le risposte degli utenti la influiscono Linee guida ufficiali, corsi, influencer e altre fonti sul web (incluso questo articolo) rappresentano soluzioni parziali. Non sono abbastanza per avere una conoscenza assoluta, che è inafferrabile. Google fornisce informazioni sui cambiamenti apportati al proprio algoritmo, ma da nessuna parte esistono formule che funzionano sempre. Questo perché, semplicemente, i fattori che entrano in gioco e si concatenato sono così tanti e variegati che la formula esatta è sempre relativa alla specifica situazione. E per mantenere i risultati nel tempo, bisogna adattarsi ai cambiamenti e alla concorrenza. Tutto questo può disorientare ma anche essere incoraggiante. Infatti, in un web dove la personalizzazione dei servizi assume un ruolo sempre più centrale, sappiamo che azioni e risposte individuali possono fare la differenza. Quindi l'algoritmo di Google è una creatura dinamica. Bisogna rispettare alcuni punti e di norma evitare alcune pratiche. Ma queste indicazioni non funzionano sempre, perché in fondo è la risposta degli utenti a determinare i risultati nel tempo. Risposta che fortunatamente non è sempre prevedibile e direzionabile. Ed è qui che precisamente entra in gioco la nostra capacità di osservazione. Cambiamenti principali dell'algoritmo Google nel 2025 Google sta diventando sempre più abile nel distinguere tra contenuti creati interamente dall'intelligenza artificiale e quelli sviluppati con un intervento umano. L'algoritmo di Google comprende meglio il contesto delle parole chiave grazie ai progressi nell’elaborazione del linguaggio naturale, quindi c'è un maggiore focus sull'esperienza dell'utente. Allora fattori come la velocità di caricamento delle pagine, un sito responsive, e la fruibilità diventano ancora più fondamentali. La link building si valuta più in base alla qualità che alla quantità. Quindi, ancora più di prima, fai attenzione ai siti con cui ti... --- > La decentralizzazione proposta dal Web 3.0 promette privacy, sicurezza e un internet democratico. Ma si può realizzare sostenibilmente? - Published: 2025-01-02 - Modified: 2024-12-30 - URL: https://kilobit.it/articolo/web-3-0-limiti/ - Categorie: Blockchain, Web 3.0 La decentralizzazione proposta dal Web 3.0 promette privacy, sicurezza e una sovranità digitale delle persone e dei governi, in contrapposizione al monopolio delle Big Tech. Ma si può realizzare sostenibilmente? Scopri qui i 6 limiti che oggi ancora rendono critica la decentralizzazione. Il Web 3. 0 (che puoi approfondire qui) è la promessa di sovranità digitale delle persone e delle nazioni, in contrapposizione alla centralizzazione da parte delle Big Tech. Un approccio che dunque propone proprietà e controllo sui proprio dati personali, attraverso utilizzo di blockchain e altre tecnologie emergenti. Fin qui sembra tutto vantaggioso, ma anche questo approccio e le relative tecnologie presentano dei limiti. Limiti che bisogna analizzare e che meritano approfondimento: osservazioni con occhio critico con lo scopo di individuare e stimolare proposte che possano migliorare i problemi osservabili oggi. Cosa ci divide ancora da una decentralizzazione di massa? È davvero una scelta proficua? Cosa si può fare e cosa si sta facendo per limare i limiti che ne impediscono la sostenibilità? Scopriamo tutto con un'analisi delle attuali criticità della decentralizzata: i 6 limiti del Web 3. 0. 1) Il Web 3. 0 è ancora poco accessibile Una delle principali criticità del web decentralizzato è la scarsa accessibilità per il grande pubblico. Molte delle piattaforme basate su blockchain o altre tecnologie decentralizzate richiedono competenze tecniche avanzate per essere utilizzate. Inoltre, l'interfaccia utente di molte applicazioni decentralizzate non è ancora all'altezza delle piattaforme centralizzate, rendendo il web decentralizzato poco invitante per chi cerca un’esperienza semplice e intuitiva. In più tutto questo è ignoto alla maggior parte della popolazione. 2) Per ora presenta problemi di scalabilità e performance Le tecnologie che sostengono il web decentralizzato soffrono di problemi di scalabilità. Una rete decentralizzata deve elaborare enormi quantità di dati distribuiti tra diversi nodi, il che può rallentare il sistema e limitare il numero di transazioni gestibili simultaneamente. Questa inefficienza non consente di competere ancora con le piattaforme centralizzate, che offrono prestazioni in media nettamente più elevate. 3) Il Web 3. 0 potrebbe non essere tanto sicuro Il web decentralizzato protegge privacy e sicurezza, ma sebbene riduca il rischio associato ad attacchi ai server centrali, introduce nuove vulnerabilità. La mancanza di un’autorità centrale rende difficile rispondere in modo rapido ed efficace agli attacchi informatici. Inoltre, gli utenti sono spesso responsabili della protezione delle proprie chiavi crittografiche, il cui smarrimento o un furto può comportare la perdita irreversibile di dati o fondi. 4) Vuoto normativo Il vuoto normativo che circonda il web decentralizzato è un problema rilevante. La decentralizzazione rende complessa l'applicazione delle normative e il controllo di eventuali abusi. Ad esempio: chi è responsabile della moderazione dei contenuti illegali in una piattaforma... --- > Avere un sito accessibile offre vantaggi universali ben oltre la questione etica: traffico, SEO, design, responsività... scopri di più! - Published: 2024-12-31 - Modified: 2025-01-01 - URL: https://kilobit.it/articolo/sito-inclusivo-accessibile/ - Categorie: News, Siti Web Avere un sito web accessibile significa ristrutturarlo per aprirlo a tutti. Qui non parliamo di etica o di ripulire la facciata del proprio brand, ma dei vantaggi universali che ne derivano, come aumento del traffico organico e posizionamento SEO. Lo sapevi poi che in alcuni casi avere un sito poco accessibile è sanzionabile? Avere un sito web accessibile, oggi è una delle chiavi per aumentare traffico organico. Piace agli algoritmi dei motori di ricerca, all'opinione pubblica, alle istituzioni, ma soprattutto è più fruibile da chiunque, specie da persone che normalmente possono rimanere escluse. Infatti, se strutturi adeguatamente interfaccia, funzionalità e design di un sito, possono interagire con i suoi contenuti persone meno abbienti, poco istruite, neurodivergenti e con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. Persone quest'ultime che oggi più che mai hanno tecnologie assistive che consentono loro di connettersi, includersi e interagire. È importante avvicinarsi a tutte queste persone, non solo per pulire la facciata della propria identità di brand. Ma perché genera opportunità e una serie di vantaggi oggettivi slegati da questioni etiche. Perché oggi conviene avere un sito web accessibile a tutti? Accessibilità significa offrire a tutti un'esperienza di navigazione chiara e piacevole. Esperienza di navigazione web su qualsiasi dispositivo, pure su quelli più datati, e valida anche per chi ha connessione lenta o a difficoltà contingenti, come ad esempio dover stare in ambiente rumoroso. Quindi parlando di accessibilità non ci rivolgiamo esclusivamente alla disabilità o alla neurodivergenza. Un sito web accessibile infatti è progettato secondo scelte e tecniche di design inclusivo. Cosa che migliora l’esperienza per tutti, dato che testi ben leggibili e colori ad alto contrasto sono vantaggi universali. Un sito fatto in questa maniera quindi si distingue. E, per tutti questi motivi, ha pure una SEO migliore: in altre parole, ha più possibilità di piazzarsi nelle prime posizioni delle pagine di risultato dei motori di ricerca. E poi lo sapevi che ignorare l’accessibilità del tuo sito web può comportare rischi legali? Allora è illegale avere un sito poco accessibile? Non sempre. In Europa, la Direttiva sull’Accessibilità impone standard stringenti per i siti web pubblici... ma in certi casi specifici anche per siti web privati. Nel nostro paese il CAD obbliga le pubbliche amministrazioni e le aziende che forniscono servizi essenziali a rispettare i requisiti di accessibilità WCAG. Consigliamo di guardare queste fonti per capire se rientri nei requisiti e per approfondire. Altro al riguardo, lo trovi anche nel nostro articolo sul Digital Service Act. Quindi non sempre è illegale avere un sito web poco accessibile. Tuttavia, investire nell'accessibilità conviene in ogni caso per i vantaggi di fruibilità che offre e per le opportunità che apre. In sostanza rendere il tuo sito accessibile significa ristrutturarlo per aprirlo e a... --- > L'insostenibilità del web si palesa attraverso consumi energetici, divario digitale, impatto culturale e psicologico. Cosa si può fare? - Published: 2024-12-26 - Modified: 2024-12-27 - URL: https://kilobit.it/articolo/sostenibilita-del-web-insostenibilita/ - Categorie: Blockchain, Intelligenza Artificiale, News, Web 3.0 La sostenibilità digitale è un fattore che merita sempre più attenzione, perché crescono i consumi energetici di pari passo a un impatto culturale, le cui conseguenze rischiano di uscire dal nostro controllo. Cosa si può fare e si sta facendo per risolvere la situazione? La sostenibilità digitale come abbiamo visto non si riduce esclusivamente all'impatto ambientale del web, ma tocca anche aspetti sociali e psicologici, affrontando temi come la salute mentale, la cultura di massa e l'inclusività. Oggi qui ci ritorniamo sui dati più critici, ma senza l'intento né di denunciare, né di lamentarci, né di spaventare, ma ricorrendo allo strumento più importante che può tutelarci ed emanciparci: la conoscenza. Noi vogliamo focalizzarci sulle soluzioni che si stanno provando, comprendendo che nella storia dell'umanità non c'è mai stato nulla come il web. Quindi è normale che, anche se diffuso massivamente, il web ha sempre bisogno di essere riscoperto e riadattato. Allora oggi vi dimostriamo che l'insostenibilità del web è un problema reale, ma ancora si può evitare. Quadro complessivo sulla sostenibilità del web I grandi data center consumano circa il 3% dell’energia mondiale e producono il 2% delle emissioni globali di CO₂ (fonte IEA). Cifre destinate a salire vertiginosamente nei prossimi anni, secondo diverse altre fonti e da più punti di vista. Uno studio del 2023 pubblicato da arXiv prevede infatti che i data center globali potrebbero consumare il 20% dell'elettricità mondiale e contribuire fino al 5. 5% delle emissioni di carbonio entro l'anno che sta arrivando. Intanto il divario della digitalizzazione lascia comunque un buon terzo del mondo senza infrastrutture digitali, penalizzando intere economie e culture (fonte World Bank). Ed è qui che la situazione si complica, proprio andando alla ricerca delle sue soluzioni. Sì, perché le risposte si cercano nella costruzione e nell'innovazione, che però viene promossa principalmente da multinazionali, le quali accusano sempre più i colpi dell'opinione pubblica in cerca di risposte riguardo la trasparenza di politiche e operazioni necessarie. Il tutto, mentre fioriscono problematiche psicologiche e psichiatriche associate a una diseducazione sul web, con un significativo impatto culturale. Impatto che a volte genera esclusione a più livelli. Cosa possiamo fare per dipingere diversamente questo quadro? Le risposte dell'innovazione: decentralizzazione e AI Il Web 3. 0, la blockchain e l’intelligenza artificiale hanno il potenziale per proporre soluzioni serie. Ma, come spesso accade, potrebbe essere una coperta corta. Il Web 3. 0 propone la decentralizzazione per migliorare l’autonomia degli utenti e favorire la sostenibilità economica e sociale attraverso un web più democratico e modelli di business più equi. Tuttavia rischia di moltiplicare i server necessari, aumentando i costi energetici. Infatti la blockchain, tecnologia sulla quale si basa la decentralizzazione, intanto è già... --- > Il gemello digitale della Basilica di San Pietro è un'opera ambiziosa, che avrà un impatto significativo sulla fruizione artistica. - Published: 2024-12-24 - Modified: 2024-12-23 - URL: https://kilobit.it/articolo/basilica-di-san-pietro-virtuale-opportunita-o-minaccia/ - Categorie: News Vaticano, Microsoft e 50 esperti si uniscono per creare il gemello digitale della Basilica di San Pietro, una delle opere d'arte architettoniche più visitate al mondo: questa innovazione digitale rappresenta un'opportunità o una minaccia per la fruizione artistica e culturale? Vi ricordate i gemelli digitali di cui vi abbiamo parlato in questo articolo? Oggi, proprio in occasione della Vigilia di Natale, vi raccontiamo un esempio che oltre a incuriosire ci indica quali sono le possibilità che offrono le tecnologie di riproduzione digitale nel campo del turismo, dell'inclusività, dell'architettura e del restauro. Infatti è stato creato il gemello digitale della Basilica di San Pietro: un modello tridimensionale ad altissima precisione che consente di esplorare virtualmente uno dei luoghi più iconici al mondo dovunque e direttamente dal proprio dispositivo. Soprattutto quest'ultimo punto può far storcere il naso a molte persone, perché la riproduzione digitale rischia di appiattire tutte le esperienze correlate alla fruizione dell'arte. Questo a partire dal viaggio fino alla visita fisica della Basilica di San Pietro: azioni tutte che presuppongono pianificazione, impegno, tempo e che includono esperienze irripetibili, sensazioni, stimoli sensoriali e incontri umani. Ma davvero una riproduzione digitale mira a sostituire o abbattere l'esperienza di fruizione fisica dell'arte? Tecnologia che non sostituisce Esplorare virtualmente la Basilica di San Pietro non sarà mai come andarla a visitare realmente. Questo è chiaro e pacifico per tutti, incluso chi ha sviluppato il gemello digitale. Infatti il messaggio che vuole lanciare questa innovazione non sembra proprio sia quello di scoraggiare le visite fisiche. Nessuno, inclusa soprattutto la Fabbrica di San Pietro, ha interesse che le persone non visitino più fisicamente la Basilica: sarebbe un autogol clamoroso. Gli scopi quindi sono evidentemente altri, che risiedono nel potenziale straordinario e polivalente del gemello digitale. Com'è stato realizzato il gemello digitale della Basilica di San Pietro? Nato dalla collaborazione tra la Fabbrica di San Pietro e Microsoft, questo progetto ha contemplato: la cattura di oltre 400. 000 immagini ad altissima risoluzione, droni, scanner laser, fotocamere 8K. In questo modo si è potuto mappare ogni dettaglio architettonico e artistico. Il numero impressionante di immagini è stato elaborato da una rete di server potenziati con intelligenza artificiale, così da creare un modello 3D con una precisione di 0,2 millimetri. Per la realizzazione ci sono voluti 12 mesi di lavoro e il coinvolgimento di 50 esperti, tra ingegneri, storici dell'arte e sviluppatori. Utile per studio dell'arte, architettura, restauro e per l'inclusività Nel campo dello studio, diventa una risorsa importante e validissima per gli storici dell’arte e gli architetti. Infatti, oltre a poter analizzare la Basilica da qualunque luogo e in qualsiasi momento con precisione e qualità risolutiva altissima, si... --- > Il mercato dei dati cresce, includendo quelli personali. Il web 3.0 può essere una risposta criticità riguardo privacy e sicurezza? - Published: 2024-12-19 - Modified: 2024-12-19 - URL: https://kilobit.it/articolo/privacy-e-sicurezza-il-web-decentralizzato-le-garantisce/ - Categorie: Web 3.0 Il mercato dei dati cresce notevolmente in tutto il mondo. Questo ci suggerisce un'attenzione particolare riguardo privacy e sicurezza dei nostri dati personali, in quanto possono essere soggetti a violazioni e utilizzi non autorizzati da parte di terzi. Il Web 3.0 può essere una risposta valida a queste criticità? Oggi privacy e sicurezza dei dati personali sono oggetto di attenzione da parte di una fetta sempre più significativa di utenti. In effetti, viviamo con la crescente consapevolezza di essere registrati e classificati ogni volta che cerchiamo qualsiasi cosa ci interessa su un motore di ricerca, quando navighiamo sui siti, su un social, o quando usiamo varie applicazioni gratuite per divertirci anche solo dieci minuti. E qua non stiamo parlando di fantasiose teorie del complotto, ma di una palese dinamica di mercato. Infatti secondo una stima della Commissione Europea, il valore dell'economia dei dati nell'UE raggiungerà circa 830 miliardi di euro nel 2025. All'interno di questo grande cluster preso in considerazione, non si sa ha una stima esatta del valore specifico dei dati personali. Tuttavia, si sa che questi rappresentano una parte significativa di valore, in quanto tanti colossi del web, specialmente nel settore della pubblicità e dei servizi digitali, si basano proprio sui dati personali per offrire prodotti, servizi e pubblicità mirata. Privacy e sicurezza sono principalmente una questione strutturale La privacy e la sicurezza vengono enfatizzate nella comunicazione di massa e vediamo i primi tentativi seri di regolamentazione web (vedi il Digital Service Act). Tuttavia nessuno di noi ha modo di vedere come sono stati utilizzati i propri dati personali, quali, e quanto valore abbiano generato e per chi. E, allo stesso modo, non esiste nulla che ci chiarisca dove sono raccolti, né se siano sicuri o violabili. Per dire, non esiste un'applicazione diffusa massivamente che offra un servizio al riguardo. Questo perché ci si concentra maggiormente su connettività, intrattenimento e business: migliaia di applicazioni e strumenti che ci attestano l'esistenza di tecnologie e risorse che teoricamente sarebbero adatte a monitorare e tracciare destinazioni, privacy e sicurezza dei nostri dati personali: quindi si potrebbe tutto ridurre a una "semplice" questione strutturale. Infatti andare a cercare ragioni univoche a questa dinamica e aprire una caccia ai moventi rischia di diventare una fuorviante battaglia contro i mulini a vento: una lotta senza una solida risoluzione, che può destinare le persone a percepire minacce anche dove non ci sono e a diffidare degli stessi mezzi che, paradossalmente, continuerebbero a utilizzare ogni giorno. Sviluppando così insoddisfazioni di natura emotiva e psicologica... oppure l'appiattimento. La decentralizzazione punta a trasformare le attuali strutture La decentralizzazione del web si riferisce a una rete in cui i dati e le risorse non sono controllati da un... --- > I due colossi del web con i loro investimenti sul nucleare potrebbero determinare il futuro della produzione e della fornitura energetica. - Published: 2024-12-18 - Modified: 2024-12-18 - URL: https://kilobit.it/articolo/nucleare-google-amazon/ - Categorie: News Google e Amazon comprano nuovi reattori, li prendono in gestione per alimentare i loro data center e investono sulle aziende che li costruiscono. Le azioni di due colossi web possono determinare il futuro della produzione e della fornitura energetica mondiale? Diciamocela tutta: il nucleare, a primo impatto, ancora potrebbe spaventare qualcuno. Sono troppo fresche le cicatrici dei disastri nucleari che hanno fatto la storia. Per non parlare degli effetti sull'immaginario collettivo, che interessano anche chi non vi è mai stato coinvolto in nessuna misura. Questo simbolo che effetto ti fa? Per alcuni non è rassicurante e potrebbe non esserlo mai. Ma per altri, oggi, nel nostro paese, invece lo è... anche per possibili sconti in bolletta. Almeno questo lo dice un'indagine di SWG commissionata e diffusa da iWeek in questo comunicato stampa. Tecnicamente parlando il nucleare può effettivamente essere un'alternativa decisiva rispetto all'evidente insostenibilità del fossile. Potente e pulita (se gestita bene), questa fonte di energia oggi si può produrre e stoccare in impianti molto più sicuri ed efficienti rispetto al passato. Passato che lascia sempre i suoi spettri come monito, mentre si deve fare ancora i conti con lo smaltimento dei rifiuti radioattivi: un processo lento, complesso e costoso, che rischia di generare danni globali per migliaia di anni. Come rimedio, sembra che per per ora si punti principalmente sull'efficienza della produzione di energia nucleare, sostanzialmente per fare in modo che si producano meno rifiuti per ottenere la stessa o maggiore resa. Questa direzione ce la testimonia l'esistenza di nuove tecnologie che dovrebbe funzionare così e che sono già finanziate da diverse multinazionali, tra cui due enormi colossi del web. Google e Amazon finanziano il nucleare: come e perché Google ha siglato un accordo con Kairos Power per lo sviluppo e la costruzione di piccoli reattori nucleari modulari. Amazon invece ha deciso di investire su X-energy, un'altra azienda specializzata nella costruzione di questi particolari reattori, acquistandone quattro e siglando accordi per la loro gestione. I motivi dietro a queste mosse sono abbastanza chiari: ridurre le emissioni di carbonio significa garantire una fornitura energetica stabile e a lungo termine per i loro data center, sostenendo contemporaneamente la transizione energetica. Cosa che potrebbe determinare una maggiore influenza di questi multinazionali web nelle scelte dei governi e nella percezione dei popoli. Ma che vantaggi portano questi piccoli reattori nucleari modulari? Innanzitutto sono progettati per essere costruiti in fabbrica e assemblati sul sito, piuttosto che costruiti interamente in loco. Questo approccio modulare, appunto, riduce i tempi di costruzione e i costi complessivi, migliorando la possibilità di produzione dei reattori. Fattori favoriti anche dalle dimensioni ridotte e dall'inferiore capacità: riduzione di scala che fa... --- > Brainrot indica degrado cognitivo in seguito a un'esposizione eccessiva ai social in maniera inconsapevole. Scopri tutto su questo fenomeno. - Published: 2024-12-12 - Modified: 2024-12-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/brainrot-che-ti-succede-se-stai-troppo-sui-social-male/ - Categorie: Social Un'esposizione esagerata e prolungata ai social minaccia le nostre capacità cognitive, come attestano varie fonti accademiche e scientifiche: approfondiamo il fenomeno del brainrot, andando a scoprire come sono distribuite le responsabilità e cosa possiamo fare per prevenirlo e arginarlo. Minore capacità di concentrazione, riflessione e pensiero critico. Il significato del termine "brainrot", usato spesso ironicamente, definisce il "marciume cerebrale" che segue a un'esposizione assidua a contenuti corti, eccessivamente semplici e sterili. Vedere troppi contenuti diversi ti confonde e disperde le tue energie; vedere sempre gli stessi contenuti genera effetti simili e in più ti rende mentalmente miope. Noi siamo le nostre abitudini, perché è da loro che dipende in gran parte il nostro stato di salute, biologicamente e psicologicamente parlando. Le nostre azioni e i nostri pensieri quotidiani alimentano o sprecano nel tempo il nostro potenziale. E le responsabilità come sono distribuite? Attingendo da ricerche, articoli scientifici e libri, scopriamo il fenomeno del brainrot e cerchiamo di rispondere alla domanda. Questo per capire cosa succede se ci esponiamo troppo sui social in maniera incontrollata e cosa possiamo fare per prevenire. Cos'è il brainrot? Abbiamo detto che spesso si usa in maniera ironica... ma questo termine indica un preoccupante fenomeno reale. Il brainrot si verifica quando una persona consuma contenuti digitali in modo eccessivo e ripetitivo. Vale anche per le maratone di serie tv, ad esempio, ma qui ci focalizziamo in particolare su contenuti brevi, semplici e altamente stimolanti come quelli offerti su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube Shorts. Questo tipo di stimolazione può saturare la nostra capacità cognitiva, portando a una riduzione della concentrazione e del pensiero critico. Come spiega Nicholas Carr in The Shallows, l’uso prolungato di internet e di contenuti digitali frammentari può indebolire il cervello, inducendolo a cercare gratificazioni rapide e immediate piuttosto che impegnarsi in riflessioni profonde. Carr, scrittore e saggista specializzato in tecnologia e cultura infatti sostiene che: “Il nostro cervello si adatta ai contenuti che consumiamo: più ci affidiamo a contenuti superficiali, più diventa difficile concentrarsi su compiti complessi”. Anche la Teoria del carico cognitivo di Koehler e Sweller conferma che una sovraesposizione a informazioni veloci e disordinate aumenta il rischio di sovraccarico mentale. Quindi si riducono l'efficienza cognitiva e la capacità di apprendere. La nostra responsabilità individuale Le piattaforme social, come vedremo nel prossimo paragrafo, possono avere una grande responsabilità nel favorire il brainrot. Tuttavia, lasciano uno spazio di manovra e di scelta abbastanza significativo. Quindi, prima di declinare tutte le responsabilità a strumenti (che tra l'altro usiamo) è opportuno domandarsi se li gestiamo adeguatamente. Sui social, volendo, si può vedere tutto e nessuno ti costringe fisicamente a starci più del... --- > La blockchain è conosciuta per le criptovalute ma oggi offre la possibilità di costruire un web decentralizzato, cioè in mano agli utenti. - Published: 2024-12-10 - Modified: 2024-12-19 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-la-blockchain-puo-decentralizzare-il-web/ - Categorie: Blockchain, Web 3.0 Siamo ancora all'alba del web decentralizzato: sebbene ci siano già tanti progetti al riguardo, ancora in pochi conoscono questa realtà e le opportunità che offre. Un web decentralizzato è in mano agli utenti. Con la tecnologia blockchain, conosciuta principalmente per le criptovalute, è già possibile creare applicazioni e browser decentralizzati. La decentralizzazione del web è una possibilità più attuale che mai, ma che non tutti conoscono. Oggi andiamo ad ampliare quanto affrontato nell'articolo sul Web 3. 0, dove abbiamo introdotto il web decentralizzato, focalizzandoci sulle opportunità che offre la blockchain. Opportunità che potrebbero contribuire a creare un ambiente digitale più chiaro, regolare e dove gli utenti sono i veri proprietari dei propri dati personali. Cosa che, almeno oggi, è quanto mai lontana dall'essere vera. Infatti le grandi multinazionali che erogano servizi modulari e completi, ad oggi non garantiscono né effettiva proprietà né controllo e monitoraggio sui propri dati. È proprio questo il nervo sensibile che porta molte persone a ricorrere a soluzioni alternative, che già esistono, oppure a crearle e a ricercarle... anche senza saperlo. Questo articolo è specialmente per chi ancora non conosce, ma che potrebbe apprezzare, l'idea di un web decentralizzato. Partiamo allora dal chiarire meglio cosa sia la blockchain. Cos’è la blockchain e come funziona La blockchain è una tecnologia basata su un registro distribuito. Ciò consente di registrare transazioni in modo sicuro e trasparente senza la necessità di un'autorità centrale. Il suo funzionamento si basa su una rete di nodi che partecipano attivamente alla convalida delle transazioni attraverso meccanismi di consenso. Ogni transazione viene raccolta in un blocco. Una volta approvato il blocco, questo viene aggiunto a una catena di blocchi precedenti. In questo si forma così la catena da cui deriva il nome blockchain. I dati quindi sono distribuiti tra tutti i nodi della rete. Ogni partecipante alla blockchain infatti ha accesso a una copia del registro, il che significa che non è necessario fare affidamento su un intermediario per garantire la correttezza delle informazioni. Questo meccanismo riduce la possibilità di manipolazioni o corruzioni dei dati, e soprattutto toglie di mezzo intermediari che con questo sistema, ripetiamo, diventerebbero praticamente inutili. Il fatto è che, però, l'utente che accede alla blockchain deve essere istruito sulla tecnologia che sta usando e, prima, sapere come accedervi e addirittura dove trovare punti di accesso. E questo, almeno oggi, è molto meno immediato del web centralizzato. Il web centralizzato: problemi e limitazioni Il web attuale è fortemente centralizzato, con la maggior parte delle attività online controllate da poche grandi aziende tecnologiche. Loro, grazie all'enorme accesso ai dati degli utenti, esercitano un controllo significativo su ciò che viene visualizzato, condiviso e monetizzato online. Questa concentrazione di potere comporta diversi problemi, tra... --- > Il Digital Service Act dell'UE è entrato in vigore a Gennaio 2024 ma non tutti lo conoscono. Scopri in cosa consiste e come evitare multe. - Published: 2024-12-05 - Modified: 2024-12-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/digital-service-act-di-cosa-si-tratta/ - Categorie: News Conoscevi il Digital Service Act? Se hai un'impresa che opera anche online leggi, perché parliamo di una legge dell'Unione Europea che è entrata in vigore a Gennaio di quest'anno e che sanziona con multe fino al 6% del fatturato annuo contenuti illegali e mancanza di trasparenza. Scopri di più per sapere se hai bisogno di adeguarti e come. Il Digital Service Act è una delle normative più significative degli ultimi anni per quanto riguarda il mondo digitale e l'ecosistema online in Europa. Approvato dall'Unione Europea nel 2022, il Digital Service Act è entrato in vigore quest'anno. Quindi se hai un'azienda, un e-commerce o offri servizi attraverso un sito web, ti conviene continuare a leggere. Il Digital Service Act, infatti, ha stabilito nuove regole a cui le piattaforme digitali devono adeguarsi in termini di sicurezza e trasparenza. Questo significa che non solo le grandi piattaforme come i social network o i marketplace, ma anche le piccole e medie imprese con una presenza digitale devono seguire linee guida per evitare sanzioni. La scadenza era al primo Gennaio, ma oggi (se si agisce rapidamente) ancora ci si può adeguare prima di passare sotto l'occhio dei controlli. Capiamo meglio cos'è il Digital Service Act, cosa richiede e, in pochi minuti, come adeguarsi. Cos'è il Digital Service Act e cosa comporta Il Digital Service Act è una legge dell'Unione Europea. Questa legge introduce regole vincolanti per le piattaforme digitali che operano nel mercato europeo. Il suo scopo principale è quello di regolamentare le responsabilità delle piattaforme in merito ai contenuti generati dagli utenti e alla gestione di beni e servizi offerti online. Tra i focus c'è: l'obbligo di rimuovere rapidamente contenuti illegali, misure per limitare la disinformazione e trasparenza sui loro algoritmi. Inoltre, piattaforme molto grandi, come i social network, avranno l’obbligo di fornire rapporti annuali sulla gestione dei rischi legati alla loro attività, inclusi rischi per la salute mentale degli utenti e l’uso improprio dei dati personali. Infine il Digital Service Act include anche nuove misure per rafforzare la protezione dei consumatori e promuovere la concorrenza leale online. Qualsiasi attività non conforma rischia multe che possono arrivare fino al 6% del fatturato globale annuale. Quando sono previste le multe Oltre a un massimo del 6% del fatturato annuo, ci sono altre misure più lievi proporzionate all'azienda o all'impresa sanzionata. Si è ancora in tempo per agire, quindi intanto osserva i rischi di multa: Contenuti illegali non rimossi. Mancanza di trasparenza. Gestione inadeguata dei rischi per la salute fisica e mentale delle persone. Violazioni nel trattamento dei dati personali. Credits: Commissione Europea Le prospettive che offre il Digital Service Act e come adeguarsi Da agenzia digitale possiamo dire che tra intelligenza artificiale, social e la maggiore facilità di creazione di contenuti che si... --- > Oggi avere un sito web responsive che si adatti a ogni dispositivo porta vantaggi in termini di visibilità, conversioni e risparmio. - Published: 2024-12-04 - Modified: 2024-12-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/avere-un-sito-web-responsive-nel-2024-apre-al-futuro/ - Categorie: Siti Web Per rimanere competitivo oggi e nel prossimo futuro un sito web deve essere responsive: si deve adattare a ogni dispositivo creando esperienze utente specifiche. Esperienze positive e ottimizzate, che favoriscono visibilità, traffico, risparmio e conversioni. Oggi la maggior parte delle ricerche online avviene da mobile. E la direzione sembra mantenersi, dal momento che i dispositivi si raffinano tecnologicamente a velocità impressionante. Il metodo di accesso alle informazioni, quindi, è diventato più spontaneo, immediato e facile. Fattori che a loro volta alimentano ricerche che, senza tali vantaggi e condizioni, probabilmente non sarebbero mai state fatte. In altre parole c'è più bacino, richiesta, c'è più mercato per attività online di ogni sorta. Questo perché tutte soddisfano domande che prima non venivano poste. Ma per ascoltare ed entrare in questo mercato così da trarne i vantaggi, bisogna raggiungere le persone che fanno ricerche da mobile e fornire loro formati e modalità di fruizione adatte al loro dispositivo. Questo significa avere un sito web responsive: adattarsi a ogni dispositivo. E qui entra in gioco il lavoro di sviluppatori e designer, sia liberi professionisti che legati a una web agency come la nostra. Ma cosa implica precisamente avere un sito web responsive oggi? Vantaggi SEO: un sito web responsive piace di più ai motori di ricerca Ribadiamo: nel 2024 la maggior parte delle ricerche online avviene da dispositivi mobili. Google, consapevole di questa tendenza, ha implementato il Mobile-first indexing, dando priorità alla versione mobile dei siti web nell'indicizzazione. Un sito web responsive, ottimizzato per tutti i dispositivi, ha quindi maggiori probabilità di ottenere un buon posizionamento nei risultati di ricerca. Questo significa più visibilità, più traffico organico e, di conseguenza, più opportunità di raggiungere il proprio target. Adattarsi fa bene, anche al ranking. Infatti Google (oltre alla responsività) dà priorità ai siti web che offrono generalmente una buona esperienza utente sui dispositivi mobili. Meno abbandoni e più conversioni Un sito web responsive non è solo una questione di formato, ma soprattutto di usabilità. Grazie al responsive design, immagini, testi e elementi interattivi si ridimensionano e si riorganizzano in modo ottimale, evitando che l'utente debba ingrandire, scorrere orizzontalmente o navigare tra diverse versioni del sito. Questo si traduce in una maggiore soddisfazione dell'utente e in un minor tasso di abbandono, elementi fondamentali per il successo di qualsiasi attività online. In più un layout chiaro e intuitivo, insieme a elementi interattivi ben dimensionati, contribuisce a ridurre al minimo i passaggi necessari per raggiungere la conversione. Un sito web responsive fa risparmiare tempo e risorse Avere un sito web responsive significa gestire un unico sito per tutti i dispositivi, semplificando notevolmente la gestione... --- > Analizziamo i diversi aspetti della sostenibilità digitale, scoprendo criticità e aprendoci a prospettive di miglioramento e risoluzione. - Published: 2024-12-04 - Modified: 2024-12-04 - URL: https://kilobit.it/articolo/sostenibilita-digitale-dati-e-criticita/ - Categorie: News L'aumento del consumo energetico e la gestione dei big data sono temi caldi che ci fanno interrogare sulla sostenibilità digitale. Ma sostenibilità non significa solo questo. Un altro aspetto riguarda la sostenibilità sociale rispetto allo sviluppo tecnologico. E qui entrano in gioco altre criticità e soluzioni. Oggi i concetti di sostenibilità e insostenibilità si trovano ovunque. Questo perché il sistema economico che oggi governa e regola il mondo sta mostrando le sue criticità. In fondo, è una questione di quantità e velocità. Si produce tanto e troppo velocemente, qualunque cosa, in qualunque parte del mondo, senza necessariamente essere preparati a farlo con un impatto positivo nel tempo. Questo vale naturalmente anche per il digitale e per il web. L'innovazione tecnologica apre opportunità enormi: ma noi siamo pronti a coglierle senza che compromettano la nostra società? Qui sulla base di dati ed esempi ridipingeremo il quadro attuale sulla sostenibilità digitale. Analizzeremo i suoi aspetti e rifletteremo sulla domanda scoprendo che impatto hanno e possono avere gli strumenti e i dispositivi che utilizziamo ogni giorno. Partiamo dall'efficienza energetica I consumi sono i nervi scoperti di tutti, si sa. Ma illusoriamente può sembrare non interessare al web o al digitale (eccetto i dispositivi). Questo perché a volte vengono viste come risorse virtuali, immateriali. Invece hanno dei consumi, anche significativi, che vi mostriamo in rapporto ad altri settori e basandoci su dati forniti da fonti autorevoli. I servizi cloud, i social, le chat, i modelli di intelligenza artificiale e la connettività costante hanno bisogno di energia. Infatti i data center che gestiscono gran parte delle infrastrutture digitali rappresentano tra l'1 e il 1,5% del consumo energetico globale (fonte: IEA). Questo numero è ridicolo rispetto ai trasporti e all'industria manifatturiera, che sempre secondo i rapporti IEA rappresentano il 27% e il 37% dei consumi globali. Però la domanda digitale sale e così si prevede che salgano vertiginosamente i consumi. Nel 2022 i data center globali hanno consumato circa 460 terawattora (TWh) di elettricità e questa cifra potrebbe arrivare a 1. 000 TWh entro il 2026. Un aumento che equivale al consumo energetico di paesi come la Svezia o la Germania. Il tasso di crescita dei carichi di lavoro gestiti dai data center è stimato tra il 20% e il 40% annuo. In più i carichi di lavoro legati all'IA potrebbero far crescere il consumo energetico dei data center a un tasso del 44,7% annuo fino al 2027 (fonti: IEA, DCD e IDC). Cosa si sta facendo al riguardo? Per ridurre questo impatto, molte a grandi aziende stanno adottando strategie innovative. Tra queste, spiccano l'uso di energie rinnovabili per alimentare i data center e l'ottimizzazione dei sistemi di raffreddamento, come il raffreddamento... --- > I dati sono il pilastro dell'economia globale, compresi queli personali. Le minacce per la sicurezza informatica aumentano... e le risposte? - Published: 2024-11-26 - Modified: 2024-11-26 - URL: https://kilobit.it/articolo/sicurezza-informatica-darkbert-e-alternative/ - Categorie: Intelligenza Artificiale I dati ormai sono il pilastro dell'economia globale, compresi quelli personali. Tra AI, social, cloud e centralizzazione, le minacce per la sicurezza informatica aumentano: e le risposte quali sono? A partire dal nuovissimo DarkBERT, vediamo alcune soluzioni specifiche per la sicurezza informatica. La sicurezza informatica oggi è un settore importantissimo perché i dati personali sono diventati il fulcro dell'economia globale. Vediamo una rapidissima ascesa di svariati modelli di intelligenza artificiale capaci di organizzare e analizzare enormi moli di dati. Abbiamo sempre più presenze sui social media e un utilizzo maggiore di cloud: piattaforme e servizi forniti da multinazionali che centralizzano big data in quantità, modalità e maniere senza precedenti. Dati vulnerabili non solo a utilizzi ambigui e impropri per profilazioni non autorizzate e addestramento di modelli. Ma anche preda di hacker che possono utilizzarli per truffe o per utilizzi illegali nel dark web: parti nascoste, sconosciute e inaccessibili ai più nei quali crescono mercati neri e dai quali possono anche nascere minacce per la sicurezza informatica globale. Quindi la sicurezza informatica è chiamata a stare al passo. Infatti è l'unico settore che può seriamente fare da contraltare al progresso digitale, così da equilibrare le sue conseguenze più pericolose e incontrollabili. Capiamoci bene: ovviamente il progresso non è solo negativo. Restano comunque concrete conseguenze preoccupanti che non solo possono minacciare la sicurezza dei dati e la privacy delle persone... ma che possono determinare tantissimi aspetti dell'intero tessuto socio-economico, andando a influire sull'essere umano, sulla sua percezione e quindi sulla cultura e la civiltà. DarkBERT e alternative avanzate per la sicurezza informatica Vediamo adesso, al di là della teoria, quali sono gli attori che stanno raffinando soluzioni di sicurezza informatica. DarkBERT nasce da un gruppo di ricercatori sudcoreani del KAIST in collaborazione con l'azienda S2W. Questo progetto si propone di affrontare il crescente aumento delle attività illecite che hanno luogo nel dark web. Si tratta di un’intelligenza artificiale che esplora le parti più oscure della rete analizzando in modo proattivo i dati e individuando potenziali vulnerabilità e minacce nascoste, per prevenirle e dare modo di contrastarle. La sua azione include la rilevazione di malware, ransomware e discussioni illegali. Parliamo di un mezzo unico e potente che ha appena iniziato a diffondersi e che non è ancora accessibile al pubblico. Per ora è riservato a fini accademici e di ricerca e si può approfondire in questo paper ufficiale. Crediti: S2W e KAIST Tuttavia è noto che S2W, azienda che collabora col KAIST a DarkBERT, propone soluzioni basate su AI per la sicurezza informatica nazionale e pubblica. DarkBERT. Informazione questa che ci offre uno sguardo su un possibile futuro di DarkBERT e su altri attori diversamente... --- > AI Beyond include sviluppi che infrangeranno i limiti odierni dell'intelligenza artificiale. Scopri ciò che c'è oltre in questo articolo. - Published: 2024-11-21 - Modified: 2024-11-21 - URL: https://kilobit.it/articolo/ai-beyond-futuro-intelligenza-artificiale/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Oggi trattiamo i risvolti più attesi e d'avanguardia nel campo dell'intelligenza artificiale. Vediamo quello che va oltre le possibilità odierne, tutto riassunto in un approccio definito AI Beyond. Vediamo cosa si prospetta all'orizzonte, tra visioni e realtà. Ormai non si parla d'altro che di intelligenza artificiale. Tecnologie che fino a pochi anni fa per molti erano fantascienza oggi sono a disposizione di tutti: basta avere un pc e una connessione stabile. Tali interventi per rendere l'AI sempre più fruibile, da una parte hanno direzionato lo sviluppo sull'elaborazione del linguaggio naturale e su funzioni multimodali: entrambe funzioni per far interagire più persone possibile. Dall'altra parte tutte le persone che utilizzano l'AI contribuiscono con i loro dati personali e le loro attività a migliorare costantemente i modelli. Quindi abbiamo sviluppo su modelli rivolti a più utenti possibili (non solo tecnologie per uso scientifico, produttivo e militare) e che, in qualche modo, si adattano sempre di più agli utenti stessi. E questo non sorprende, dal momento che oggi quasi tutti i settori si stanno orientando sempre di più sulla personalizzazione. In altre parole, ci si lascia guidare sempre più dalle preferenze degli utenti e certe volte direttamente dalle loro proposte. Da questa prospettiva e sulla base delle ultime novità, dunque, andiamo a disegnare il futuro dell'intelligenza artificiale. Da ChatGPT-5 all'AGI: la base dell'AI Beyond OpenAI è una delle aziende di AI più popolari al mondo. La prossima versione del suo famosissimo modello, ChatGPT-5, è una delle novità più attese nel panorama digitale. Inizialmente l'uscita era prevista per la fine del 2024, ma questa data è stata smentita dal CEO di OpenAI in persona: Sam Altman. Nella stessa occasione si ha avuto modo di approfondire e modulare le aspettative al riguardo. Il modello dovrebbe avere maggiore comprensione contestuale, tempi di risposta più rapidi e migliorare la gestione di input complessi e multimodali, come testo, immagini, audio e video. La cosa più importante, però, è che ChatGPT-5 dovrebbe segnare un passo avanti significativo verso l'intelligenza artificiale generale ovvero l'AGI. L'AGI è una delle evoluzioni più esaltanti e preoccupanti che riguardano l'intelligenza artificiale. Stiamo parlando infatti di un'AI con capacità di ragionamento più avanzate e una maggiore efficienza nel processo decisionale. In sostanza, un'AI capace di ragionare a apprendere come un essere umano. L'AGI, insieme ad altre tecnologie e sviluppi che stiamo per vedere, è la base dell'AI Beyond: il futuro dell'intelligenza artificiale. Le prospettive dell'AI Beyond L'obiettivo dietro al macro approccio definito AI Beyond è di innovare ulteriormente l'interazione uomo-macchina. Oltre l'AGI, che è un pilastro fondamentale dell'AI Beyond ancora lontano dal realizzarsi, troviamo i modelli multimodali, capaci di comprendere e processare... --- > La progressive web app esiste da 10 anni ma solo oggi se ne sta scoprendo il potenziale. Scopri tutto nel nostro articolo dedicato. - Published: 2024-11-19 - Modified: 2024-11-20 - URL: https://kilobit.it/articolo/progressive-web-app/ - Categorie: News Esistono dal 2015 ma solo oggi se ne sfruttano le potenzialità: parliamo di un'evoluzione delle web app e un'alternativa alle app native. Molte più aziende globali adottano progressive web apps: ma cosa sono? Come funzionano? Perché parlarne oggi? Sostituiranno le app native? Oggi la sostenibilità digitale è una preoccupazione crescente insieme alla centralizzazione del web. In più le applicazioni native, sebbene offrano prestazioni elevate, presentano alcuni limiti. Limiti che diventano, a volte, barriere per la fruizione di alcuni. Fattore che va a influire sul numero di download e di conversioni, ma anche sull'immagine del brand da più punti di vista. Infatti le app native non è detto che siano adatte a tutto. Sono dispendiose e consumano risorse perché necessitano di sviluppi separati per diverse piattaforme e di aggiornamenti frequenti. In questo quadro le progressive web apps hanno un ruolo interessante perché sono più semplici ed economiche da sviluppare da ogni puto di vista. E questo senza sacrificare esperienze utente rapide, affidabili. Con un alto grado di fruibilità e coinvolgimento adottando proprie soluzioni di design. Soluzioni che oltre a influire sull'UX e sull'UI, esprimono l'identità di un marchio e coltivano la sua brand awareness. Cosa sono le progressive web apps? Parliamo di un'evoluzione delle web app sviluppate appositamente per un browser specifico. Le progressive web app si adattano al browser e al dispositivo utilizzato. Questa è la differenza cruciale che le rende più economiche e accessibili, senza passare per gli app store. In più funzionano anche offline, offrendo quindi copertura ottimale, stabile, con le stesse prestazioni delle app native. Ciò lo fanno attraverso principalmente due tecnologie: il Service Worker e il Web App Manifest. Il primo è uno script in background che gestisce la cache, garantendo il funzionamento offline e migliorando le prestazioni della progressive web app, quindi funziona indipendentemente dalla pagina web abilitando notifiche push e sincronizzazioni in background. Il secondo è un file JSON che definisce come una progressive web app appare e si comporta una volta installata, includendo icone, colori e modalità di visualizzazione. Perché parlarne oggi? Le progressive web apps esistono dal 2015 ma solo oggi si sta iniziando a comprendere e sfruttare il loro potenziale. Prima infatti il supporto da parte dei browser non era completo, limitando l’adozione delle 2 tecnologie chiave che fanno funzionare una progressive web app. Solo oggi comincia a esserci attenzione verso la sostenibilità digitale e la decentralizzazione web. Anche l'aumento del lavoro da remoto spinge a cercare soluzioni scalabili per raggiungere un pubblico globale, incluse aree con connessioni lente o dispositivi meno performanti. Quindi le progressive web apps sono più diffuse, sostenibili, economiche, relativamente decentralizzate perché non si passa per app store, efficienti... --- > Google AMP, nata per velocizzare i siti da mobile, dopo la sua diffusione ha iniziato a mostrare falle che hanno portato al suo declino... - Published: 2024-11-14 - Modified: 2024-11-21 - URL: https://kilobit.it/articolo/il-declino-di-google-amp/ - Categorie: News, Siti Web Vediamo quali sono le criticità di Google AMP che l'hanno accompagnata verso un declino in favore di altre applicazioni e approcci che qui vi raccontiamo. La velocità e le prestazioni di un sito web, ormai, non sono più a spese della personalizzazione e dell'identità di brand. Lanciato nel 2015, Google AMP è nato per migliorare la velocità di caricamento delle pagine web su dispositivi mobili. Quindi parliamo della soddisfazione di un'esigenza sempre più cruciale nel contesto odierno, dove l'uso del mobile è sempre più significativo. Infatti, secondo il rapporto Digital 2024 di We Are Social, il numero di utenti unici da mobile ha raggiunto 5,61 miliardi, rappresentando il 69,4% della popolazione mondiale. Questo dato evidenzia un incremento di 138 milioni di utenti rispetto all'inizio del 2023. Alla luce di ciò capiamo la necessità di una soluzione come Google AMP. Adottata inizialmente da grandi editori e piattaforme di news ha promesso esperienze di navigazione più rapide, ottimizzate per gli utenti in movimento. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un progressivo declino della sua popolarità, con molti siti che scelgono soluzioni alternative per migliorare le performance senza fare compromessi su personalizzazione e controllo. Per capire meglio questo fenomeno, esaminiamo le criticità di Google AMP, il ruolo delle ultime tecnologie nel migliorare l’esperienza utente e la loro capacità di offrire prestazioni elevate senza sacrificare il branding e la privacy. Le criticità di Google AMP In seguito a un certo successo di Google AMP, chi lo ha adottato ha iniziato a percepire diverse limitazioni da cui consegue il declino di utilizzo che descriviamo. Innanzitutto Google AMP centralizzava i contenuti sui server di Google, conferendo all'azienda un maggiore controllo sui contenuti web. Questo ha sollevato preoccupazioni, specialmente tra gli editori che vedevano ridotto il controllo diretto sulle proprie pagine. Il framework AMP imponeva l’utilizzo di una versione ridotta di HTML, HTML AMP, limitando funzionalità e personalizzazione. Queste restrizioni hanno portato molte aziende a chiedersi se AMP fosse compatibile con un design inclusivo e orientato all’esperienza utente, elementi sempre più fondamentali nella comunicazione moderna. Infine, poiché le pagine AMP spesso apparivano nel formato “Google AMP”, alcuni utenti percepivano i contenuti come appartenenti a Google, con un impatto negativo sulla visibilità del brand originario. Il ruolo dell'esperienza utente e il Core Web Vitals Con il passare del tempo, un approccio più olistico alla velocità e alle performance dei siti web ha surclassato l'importanza di Google AMP. E per rispondere Google ha introdotto il Core Web Vitals. Parliamo di un insieme di metriche che misurano l'esperienza utente in termini di velocità di caricamento, interattività e stabilità visiva. Grazie a questi nuovi parametri, i siti possono ottenere ottime performance senza dover necessariamente adottare AMP.... --- > Creare persone con intelligenza artificiale significa intervenire sulla percezione, sulle aspettative e cambiare il rapporto impresa/cliente. - Published: 2024-11-12 - Modified: 2024-11-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/creare-persone-intelligenza-artificiale/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Per rispondere a questa domanda parliamo di percezione. Trattiamo il tema dei dati personali, sui quali si basano i gemelli digitali e gli avatar intelligenti: tecnologie di AI sempre più capaci di riprodurre digitalmente una persona vera, che offrono prospettive interessanti e scenari preoccupanti. Così andremo a riflettere sul rapporto impresa/cliente e delle loro rispettive responsabilità nella creazione di persone con intelligenza artificiale. Creare persone vere e proprie con intelligenza artificiale oggi non è possibile. Siamo parecchio lontani da una realizzazione fisica, che da un certo punto di vista non accadrà mai. Ma oggi già accade da un punto di vista percettivo. Ed è la percezione che crea gran parte della realtà. Esistono attualmente due tecnologie già in grado di creare rappresentazioni digitali che simulano comportamenti, emozioni e tratti distintivi di una persona reale. Non parliamo solamente di programmi o software che rispondono meccanicamente a comandi, ma di intelligenze artificiali sempre più sofisticate che danno la percezione di stare parlando con una persona. Percezione, sentita maggiormente da chi è più solo o meno istruito tecnologicamente. Da una parte abbiamo gli avatar intelligenti, utilizzati per interazioni immediate e specifiche. Dall'altra abbiamo i gemelli digitali: rappresentazioni dettagliate di persone reali aggiornate in tempo reale. Cosa sono esattamente e perché queste tecnologie stanno prendendo piede? Avatar intelligenti e gemelli digitali: persone create con l'AI Gli avatar intelligenti sono rappresentazioni digitali, solitamente di tipo grafico o animato, progettate per interagire in tempo reale con gli utenti. Alimentati da modelli di linguaggio naturale e algoritmi di machine learning, questi avatar possono potenzialmente: capire il contesto di una domanda, comprendere la domanda anche se espressa in forma colloquiale o complessa, fornire assistenza precisa rispetto alla domanda, parlare simulando comportamenti umani. I gemelli digitali invece sono repliche virtuali altamente dettagliate di oggetti, processi o di persone creati per monitorare e simulare condizioni reali in tempo reale. Spesso sono usati in AR e VR. Nel caso dei gemelli digitali umani, queste rappresentazioni sono aggiornate continuamente con dati biometrici, comportamentali e ambientali, permettendo di replicare lo stato di salute o di studiare le risposte a specifici stimoli. Si utilizzano principalmente in ambito medico. Prospettive interessanti e scenari preoccupanti In ambito sanitario, i gemelli digitali umani consentono simulazioni dettagliate dei pazienti per testare cure e terapie personalizzate. Nella formazione e nel lavoro, possono replicare risposte comportamentali, migliorando i percorsi di addestramento. Gli avatar intelligenti applicati ai PNG dei videogame porterebbero l'esperienza di gioco a livelli mai visti. Oppure un'impresa potrebbe fornire servizi di assistenza personalizzati sul cliente investendo soltanto in un modello di AI. Un modello di intelligenza artificiale che dichiaratamente non è una persona, ma che ascolta e parla come tale pur se solo nei contesti per cui è programmata. Una "persona" con la quale è facile parlare perché sai che non... --- > Il Web 3.0 potrebbe rivoluzionare il mondo digitale. Scopri applicazioni, criticità e prospettive della decentralizzazione che c'è alla base. - Published: 2024-11-07 - Modified: 2024-12-19 - URL: https://kilobit.it/articolo/scopri-il-web-3-0/ - Categorie: Blockchain, Siti Web, Web 3.0 Il Web 3.0 è in via di sviluppo e potrebbe cambiare il mondo digitale attraverso una decentralizzazione su più piani. Per oggi possiamo scoprire le tecnologie su cui si basa, le sue criticità, se è sostenibile e le sue attuali applicazioni. Il Web 3. 0 è un progetto in via di sviluppo che punta a cambiare il mondo digitale per come lo conosciamo oggi. Il focus di questa innovazione infatti è la decentralizzazione del controllo dei dati degli utenti. Cosa che ci restituirebbe piena proprietà delle nostre informazioni personali. In un momento storico come il nostro, dominato da rischi e ambiguità sulla privacy, il Web 3. 0 quindi è più attuale che mai. Tra blockchain, smart contract, criptovalute e protocolli decentralizzati, potrebbe creare uno spazio digitale sicuro e indipendente. Questo perché, tali applicazioni, sostanzialmente tolgono intermediari nello scambio di dati e sono progettate per garantire sicurezza inviolabile. All'interno del sistema tecnologico su cui si basa il Web 3. 0 vediamo ovviamente il supporto importante dell'intelligenza artificiale. Supporto che mira a migliorare l'interpretazione dei dati, l'interattività e la personalizzazione (focus cruciale oggi) attraverso assistenti virtuali e motori di ricerca avanzati. Ricostruiamo bene su cosa si basa il Web 3. 0 e le conseguenze pratiche in vari campi del digitale. Infatti andremo a capire se si sistemi decentralizzati sono sostenibili per tutti. Poi, proveremo a capire se nel Web 3. 0 i siti rimarrebbero gli stessi, se cambierebbero gli e-commerce, se ci si dovrebbe interfacciare in modo diverso con la SEO e se le sponsorizzazioni funzionerebbe come oggi. Su cosa si basa il Web 3. 0 Come accennavamo, al centro troviamo la blockchain. Si tratta di un registro digitale distribuito su nodi indipendenti che verifica e immagazzina transazioni in modo immutabile e trasparente. La blockchain quindi permette di eliminare i tradizionali server centralizzati, rendendo più sicuro il trattamento dei dati e aprendo la strada ad applicazioni indipendenti e decentralizzate, ovvero le DApp. Poi abbiamo gli smart contract. Parliamo di contratti intelligenti, sigillati, che automatizzano le transazioni tra utenti. Quindi sono programmi basati su blockchain che eseguono istruzioni predefinite senza bisogno di intermediari. Su questi già si basa la finanza decentralizzata. Un altro pilastro del Web 3. 0 è rappresentato dai token digitali come le criptovalute e gli NFT. In questi due casi abbiamo a che fare con scambi di valori senza banche e certificati di proprietà digitali su contenuti unici. Anche l'intelligenza artificiale abbiamo detto è alla base di una nuova visione di internet, con l'interpretazione semantica per motori di ricerca avanzati e assistenti virtuali responsivi. Però il vero cuore del Web 3. 0 rimane la decentralizzazione. La decentralizzazione è sostenibile oggi? Avere... --- > SearchGPT si pone come motore di ricerca avanzato perché include funzioni in tempo reale e comprensione di contesto e linguaggio naturale. - Published: 2024-11-05 - Modified: 2024-11-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/searchgpt-motore-di-ricerca-avanzato-open-ai/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News I motori di ricerca nel nostro paese sono utilizzati ogni giorno da milioni di utenti. SearchGPT di Open AI si pone come motore di ricerca avanzato, con elaborazione di contesto e linguaggio naturale con funzioni in tempo reale. Scopriamo di più, come funziona la SEO per questo strumento e che prospettive ci offre. Un modello di intelligenza artificiale sulla linea di ChatGPT si può utilizzare già come supporto nelle ricerche su qualsiasi argomento. Infatti stiamo sempre interrogando un elaboratore di miliardi di informazioni, fonti, immagini e testi. Se le si pongono le domande in modo giusto un'AI del genere già può fungere da motore di ricerca avanzato. E allora perché Open AI a Luglio 2024 ha lanciato il prototipo di SearchGPT e da pochi giorni è disponibile una versione definita? Principalmente perché integra funzionalità che includono il tempo reale. Cosa che in ChatGPT (e in tantissimi altri modelli di AI) non c'è. Allora è così che questa novità si propone come un motore di ricerca davvero avanzato. Vediamo quindi come funziona questo strumento, perché i motori di ricerca sono utilizzati da milioni di persone in tutto il nostro paese. Quindi, offrire un motore di ricerca avanzato significa lanciarsi in un bacino molto ampio... Come funziona SearchGPT e cosa ci aspetta A domanda, SearchGPT non si limita a elencare collegamenti, ma sintetizza i dati rilevanti in risposte concise e specifiche. Risposte nelle quali include link che portano alle fonti. Si integra a una tecnologia che sa elaborare il linguaggio naturale (ChatGPT 4), quindi risponde a domande complesse. Capisce il contesto della ricerca, considerandolo nelle risposte a domande successive. Così la ricerca è più intuitiva, rapida, fluida. La comprensione del linguaggio naturale è particolarmente interessante: negli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, stanno lavorando a modelli di AI focalizzati sulla comprensione di dialetti e variazioni culturali, che nell'arabo sono tantissime. Queste funzioni, integrate a capacità di ricerca in tempo reale e collaborazioni con provider di terze parti, dovrebbe garantire un motore di ricerca avanzato. Un modello di ricerca che è una versione ottimizzata di GPT-4o post-addestrata utilizzando nuove tecniche di generazione di dati sintetici. Modello che grazie al feedback ricevuto dal prototipo SearchGPT, oggi è disponibile integrabile in ChatGPT o scaricabile in un estensione per Google Chrome. Crediti: openai. com Secondo la pagina ufficiale, Open AI dichiara di voler continuare a migliorare la ricerca su acquisti online e viaggi. Ma ha anche in programma di integrare SearchGPT in Advancend Voice e Canva. La SEO su SearchGPT SearchGPT supporta la SEO valorizzando contenuti di qualità e fonti affidabili. La particolarità è che fa valere meno le keyword esatte. Questo, in favore dell'intento di ricerca. Il sistema quindi si concentra sul contesto semantico e sulla pertinenza, rispondendo in... --- > Personalizzare alcuni aspetti del sito con l'AI può ottimizzare customer service ed esperienza utente complessiva. Scopri usi e strumenti. - Published: 2024-10-31 - Modified: 2024-10-31 - URL: https://kilobit.it/articolo/personalizzare-sito-web-ai/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Migliorare alcuni aspetti di un sito con l'AI può essere davvero molto funzionale. Questo dipende tutto dal tuo sito e da cosa hai in mente. Qui intanto trovi usi, strumenti e un invito a come utilizzarli per non perdere il controllo su quello che vuoi e che stai facendo. Personalizzare un sito con l'AI non significa darlo in pasto a un modello che ti crea il sito da zero. Parliamo di un lavoro dove tu puoi decidere se e quali contenuti e funzionalità adattare in base alle preferenze e ai comportamenti degli utenti in tempo reale. Grazie a tecnologie avanzate come machine learning, reti neurali ed elaborazione del linguaggio naturale, è possibile raccogliere dati dettagliati sugli utenti che decidono di accettare condizioni del tuo sito come i cookie, ad esempio. Usando questi dati senza intaccare la privacy delle persone puoi offrire loro esperienze sempre più mirate e rilevanti. Ad esempio, alcuni e-commerce come Amazon utilizzano già algoritmi di AI per analizzare gli acquisti e le preferenze di navigazione. Così suggeriscono prodotti e promozioni adatte a ciascun cliente. Questa personalizzazione non solo aumenta la soddisfazione dell'utente, ma migliora anche i tassi di conversione e il tempo di permanenza sul sito. Se ti interessa sperimentare interventi del genere sul tuo sito web, sul tuo e-commerce o su una qualsiasi piattaforma o portale che possiedi, non ti resta che continuare a leggere. Sito e AI come si interfacciano? Quando parliamo di AI applicata a un sito, parliamo di tecnologie di intelligenza artificiale che si possono integrare a un sito già sviluppato. Qui allora può entrare in gioco il machine learning. Google ad esempio lo utilizza per riconoscere pattern di comportamento e prevedere azioni future degli utenti, in modo da personalizzare i risultati di ricerca. L'elaborazione del linguaggio naturale consente invece di implementare chatbot capaci di comprendere davvero cosa chiedono le persone. In questo modo il servizio clienti decolla. Altra tecnologia chiave è il recommendation engine, che suggerisce contenuti e prodotti in base agli interessi dell’utente. La usa Netflix, quando raccomanda film e serie basati sui titoli visti in precedenza. Tutte queste tecnologie si basano su reti neurali. Sono loro, in buona sostanza, che permettono di raccogliere e interpretare i dati in un certo modo. Passando direttamente alle principali tecniche per personalizzare un sito con l'AI, troviamo l’utilizzo di contenuti dinamici, che si aggiornano in base ai comportamenti e alle preferenze dell’utente. Un esempio è HubSpot, che consente di creare pagine da personalizzare per diversi segmenti di pubblico. Ovviamente i già citati chatbot velocizzano e alleggeriscono il supporto clienti. Anche la mail marketing direttamente collegata a un sito può essere notevolmente migliorata col supporto dell'AI. Infatti si possono automatizzare newsletter, notifiche, aggiornamenti e... --- > La privacy importa sempre di più, soprattutto con l'evoluzione dei modelli AI. Vediamo come tutelarla col servizio di AI privata DuckDuckGo. - Published: 2024-10-30 - Modified: 2024-10-30 - URL: https://kilobit.it/articolo/duckduckgo-ai-privata/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News La privacy importa e con l'adozione di massa dell'intelligenza artificiale importa ancora di più. Il negato accesso ai database non ci dà la certezza che i dati vengano utilizzati solo per addestrare modelli. Quindi nasce il servizio di AI privata di DuckDuckGo: motore di ricerca che fonda la sua identità sulla tutela della privacy. Oggi vi parliamo di un servizio di AI privata che offre DuckDuckGo, perché la sicurezza dei nostri dati personali è una questione sempre più accesa e sentita. Con l'intelligenza artificiale infatti è possibile raccogliere ed elaborare molto velocemente ed efficientemente dati come il contenuto della conversazione con un chatbot, il tuo indirizzo IP, il dispositivo e il browser che utilizzi. Dati che servono sostanzialmente a migliorare i modelli di IA e le loro risposte. Questo, almeno, sulla carta delle sanzioni a cui sono sottoposte le aziende in caso di violazioni. Di fatto però gli utenti non hanno accesso diretto ai database. E, i dati che contiene, non sono sempre tracciati in un sistema di blockchain che li sigilla. Quindi non abbiamo mai la certezza al 100% su loro utilizzi e destinazioni. Allora, per quanto ne possiamo sapere, i nostri dati personali potrebbero essere venduti segretamente, condivisi, scambiati e utilizzati per la profilazione. Azioni che spesso sono molto difficili da individuare. L'altra faccia sono le sanzioni in caso violazioni escano fuori, ma anche le azioni della gente. Ricordi la class action contro Google per violazioni della navigazione anonima? Si è conclusa con un accordo da 23 milioni di dollari. Questi due lati della faccenda parlano da soli: la privacy importa e con l'adozione di massa dell'AI, importa ancora di più. DuckDuckGo AI Chat: in cosa consiste e come funziona Quindi cresce la domanda di interazioni sicure con modelli di intelligenza artificiale. DuckDuckGo da quando è nato è un motore di ricerca che fonda sulla tutela della privacy la sua identità e le sue azioni. Ultimamente sta anche investendo in startup per la protezione della privacy. Basta mettere insieme i pezzi e nasce un servizio che permette agli utenti di accedere in modo anonimo ai chatbot AI di vari fornitori, inclusi OpenAI, Anthropic, Meta e Mistral, offrendo risposte senza compromettere la privacy. Crediti: DuckDuckGo DuckDuckGo dunque evita il tracciamento degli utenti fungendo da intermediario. Oscura l’indirizzo IP e altre informazioni sensibili, così che né le conversazioni né i dati utente vengano conservati o utilizzati per addestrare gli algoritmi. Questo, a differenza di altri motori di ricerca che spesso personalizzano i risultati attraverso la profilazione e condividono informazioni per fini pubblicitari. --- > Il tuo progetto vuole una soluzione specifica? Scopri da dove iniziare e i passaggi da seguire per sviluppare un modello AI personalizzato. - Published: 2024-10-25 - Modified: 2024-10-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/come-sviluppare-un-modello-ai-per-il-tuo-progetto/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Se hai un progetto di business preciso, ti servono soluzioni specifiche. Avere a disposizione un modello AI configurato sulle proprie esigenze può tornare utile. Scopri come sviluppare il tuo. In molti utilizzano un modello AI da clienti o consumatori, quindi per ottenere servizi impacchettati o per intrattenimento. Altri lo utilizzano come uno strumento, magari per lavorare. Poi c'è chi ha un progetto. C'è chi ha un sogno, una visione, l'intuizione di un business. Se questa persona sei tu e stai leggendo queste parole, significa che hai l'iniziativa di sviluppare un modello AI adatto al tuo progetto. Una soluzione diretta alle tue necessità, una risorsa interna diversa da tutte le altre: unica, perché costruita su misura delle tue esigenze. Qui vedrai tutti i passi necessari che devi fare per sviluppare un modello di AI adatto al tuo progetto, qualsiasi esso sia. Saprai da dove iniziare e avrai idea di come procedere, di cosa andare a cercare e di cosa ti serve. Datti obiettivi chiari e misurabili Uno strumento funziona, si desidera e si acquista se è la soluzione efficace, efficiente, rapida e semplice di un problema. Un problema che tu imprenditore vuoi risolvere con un apposito modello AI. A questa soluzione ci arrivi dandoti obiettivi chiari e misurabili. Ciò ti permette di mantenere da subito il controllo sul processo e lo rende meno complesso, prima concettualmente poi nel pratico. L'obiettivo per essere chiaro deve essere specifico e affinché sia precisamente misurabile, vanno stabiliti KPI: indicatori chiave che usi come riferimento. Se per esempio vuoi velocizzare un servizio clienti digitale, datti come obiettivo ridurre una certa percentuale di attesa in un dato tempo. Così potrai misurare man mano i progressi e non perdere mai l'orientamento. Creati un dataset pulito per avere controllo sullo sviluppo del modello AI Quello che farà il modello e come lo farà dipenderà moltissimo dai dati che gli dai. Quindi identifica il tipo di dati necessari in base agli obiettivi: possono essere dati strutturati o non strutturati, come transazioni o immagini e testi. Le fonti da cui prendi questi dati includono e variano tra database interni, dati acquistati o informazioni raccolte tramite web scraping o API. Alla fine della raccolta hai un dataset, che adesso devi pulire e preparare per l'algoritmo e il suo addestramento. In questa fase puoi impostare variabili che ti permettono di organizzare i dati secondo parametri che stabilisci tu, rimuovere anomalie e irrilevanze. Con dataset bello pulito eviti il più possibile errori alla base dell'addestramento. Scegli algoritmo e framework Gli algoritmi sono le "ricette" che il modello AI utilizza per imparare dai dati.... --- > Di recente si stanno sviluppando tecnologie web dedicate alla lingua araba come modelli AI open source. Scopri come possono interessarci. - Published: 2024-10-22 - Modified: 2024-10-22 - URL: https://kilobit.it/articolo/ai-open-source-novita-arabe-nel-contesto-mondiale/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Nonostante l'arabo sia una delle lingue più parlate al mondo, solo ultimamente sono state sviluppate tecnologie come AI open source dedicate. Il lavoro che si è fatto e che si sta facendo, oltre a incoraggiare lo sviluppo a livello globale delle intelligenze artificiali, può interessare professionisti italiani del digitale per nuove opportunità lavorative. L'arabo è parlato da circa 400 milioni di persone in tutto il mondo. Quindi è una delle lingue più diffuse ma, fatto curioso, solo l'1% dei contenuti online è in arabo. Questo ci indica una possibile esclusione digitale per tantissime persone che vivono in Medio Oriente e in Nord Africa. Alla luce di ciò ultimamente sono stati sviluppati modelli di AI open source specifici per la lingua araba. Infatti serve un lavoro dedicato al fine di riuscire a rendere affidabili modelli che debbano comprendere e rispondere a circa 30 dialetti principali, più le loro varianti locali e culturali. Un lavoro che, oltre a rappresentare un passo importante nella digitalizzazione dei paesi di lingua araba, potrebbe stimolare l'evoluzione tecnologica dell'intelligenza artificiale a livello globale. Vediamo perché e come può interessarci l'argomento a livello lavorativo. Jais: l'AI open source per la lingua araba Jais è uno dei modelli linguistici più avanzati sviluppati specificamente per l’arabo. Nato dalla collaborazione tra la Mohamed bin Zayed University of Artificial Intelligence (MBZUAI), G42 e Cerebras Systems, utilizza 13 miliardi di parametri, permettendo una comprensione approfondita delle peculiarità della lingua araba, comprese le sue varianti dialettali. La capacità di Jais di comprendere sia l’arabo moderno che i dialetti regionali lo distingue dai modelli IA generici, rendendolo uno strumento prezioso per le istituzioni pubbliche e private della regione. La sua accessibilità, attraverso piattaforme come Hugging Face, permette a sviluppatori, ricercatori e accademici di utilizzare il modello per creare applicazioni su misura. Avere così tanti parametri rende Jais un modello di AI open source di grandi dimensioni, tuttavia non è ancora paragonabile ad altri modelli. Infatti ci sono modelli di AI open source come Falcon 180B, sviluppata negli Emirati Arabi Uniti, che ha 180 miliardi parametri. Vediamo di più. Credits: core42. ai Falcon 180B: la risposta araba a GPT e Bloom Parliamo di uno dei modelli di AI open source più grandi mai rilasciati. È stato sviluppato dal Technology Innovation Institute (TII), con sede negli Emirati Arabi Uniti, come parte dei loro sforzi per potenziare la ricerca sull'intelligenza artificiale nella regione. Una pietra miliare delle AI open source in lingua araba, quindi. Però, a differenza di Jais è meno specifica. Infatti Falcon 180B è più potente e risponde a molte più lingue, ma non è adatta a gestire con precisione la specificità di dialetti e varianti arabe. ALLaM e la collaborazione con IBM Un altro modello che apre il... --- > Per rispondere, capiamo quando un contenuto generato con l'AI funziona, quando basta a un solo scopo e quando è controproduttivo. - Published: 2024-10-17 - Modified: 2024-10-17 - URL: https://kilobit.it/articolo/contenuti-generati-con-ai/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Per rispondere, osserviamo il ruolo umano nella generazione AI di contenuti. Vediamo quando funzionano, quando bastano a un solo scopo e quando proprio non funzionano. Discutiamo alla fine i rischi della diffusione massiva di contenuti generati interamente dall'AI. Farsi aiutare dall'AI per generare contenuti scritti, grafici audio e video, ormai è una tendenza che hanno preso tantissimi professionisti del digitale. Allora è normale, ormai, che il web sia pieno di contenuti generati da un modello di intelligenza artificiale. Ma li vediamo anche nei cartelli pubblicitari nelle nostre città o nelle locandine di eventi affisse ai muri. Quindi dell'AI se ne possono fare diversi utilizzi e in diversi gradi. Così cambiano i contenuti generati, la loro rielaborazione e la percezione che ne hanno le persone, i motori di ricerca e i detector. Tocca dunque capire il ruolo che ha l'umano nelle generazione di contenuti con AI e il loro scopo, per determinare se funzionano o no. Il ruolo del prompt e della rielaborazione umana nei contenuti generati con l'AI Qualsiasi contenuto generi un'AI dipende dal suo database, dalle sue capacità e dal prompt che tu dai. Quindi il nostro comando, generato 100% umanamente, è fondamentale per andare a pescare da un database miliardario proprio quello che vogliamo e stimolare azioni che valorizzino le capacità dell'AI. Delegare troppo all'AI a volte non paga... Chiunque può andare su ChatGPT e scrivere: fammi un articolo sui viaggi in Sudamerica. Il risultato diffuso senza elaborazione umana però sarà un articolo meccanico, asettico e banale. Sarà percepito dalle persone come poco interessante e chi ha occhio capirà che è generato dall'intelligenza artificiale. Per la sua bassa qualità i motori di ricerca lo riserveranno alle ultime posizioni e gli AI detector vari lo analizzeranno come contenuto artificiale. Guarda l'esempio di un paragrafo che è uscito fuori da quel prompt: Non c'è nulla che ci indichi precisamente come è possibile esplorare le comunità indigene dell'Ecuador per scoprire antichi rituali e costumi tramandati per secoli. Neanche suggerisce da dove partire per farlo. È un'informazione imprecisa e fine a sé stessa. Così come è banale e vago il riferimento al tango. In questo caso parliamo di un contenuto generato dall'AI che non funziona allo scopo di interessare le persone e piazzarsi su Google. Perché è stato lasciato tutto in mano a un'AI sfruttata al minimo delle sue potenzialità... . ma a volte ci può bastare D'altra parte, in un team che sviluppa videogiochi, al responsabile marketing potrebbe venire l'idea di un personaggio. Quindi va su DALL-E e scrive questo prompt: Disegna, in stile pixelato vintage, un umano con la testa da cane che indossa un cappello da mago.... --- > Scopri come funzionano e come puoi usare modelli AI di analisi predittiva. Strumenti che possono direzionare qualsiasi strategia di vendita. - Published: 2024-10-16 - Modified: 2024-10-16 - URL: https://kilobit.it/articolo/analisi-predittiva-ai/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Gli strumenti di analisi predittiva con AI possono aiutarti significativamente a costruire strategie basate sui dati. Questo perché vedono schemi che sfuggono all'occhio umano... del quale però hanno bisogno, per dare risultare reali e affidabili. Scopri come funzionano e come puoi utilizzare questi strumenti. L'analisi predittiva con AI permette di pianificare per migliorare le proprie attività. Detta così è semplice e lascia molto a immaginare. Naturalmente ci vuole lavoro, ma hai anche molto spazio per l'immaginazione. Pensa di poter prevedere le tendenze di mercato, capire quali contenuti attireranno più traffico o quali servizi avranno maggiore richiesta nei prossimi mesi. Certo, non si può prevedere tutto. Ma si possono provare ad aumentare le probabilità di successo. E magari funziona meglio se puoi analizzare enormi quantità di dati, gestirli, avere più basi per creare strategie che funzionano e ottimizzare il tempo. Tutto questo puoi averlo e farlo col supporto di modelli di intelligenza artificiale di analisi predittiva. Con questi strumenti le aziende possono creare strategie di produzione e di vendita, così come il libero professionista specializzato in marketing digitale può anticipare trend sui social o identificare le parole chiave emergenti per lavorare di SEO. E si può usare anche per gli e-commerce... Come funziona l'analisi predittiva con AI? L’analisi predittiva con AI analizza dati storici per fare previsioni su eventi futuri. Questo approccio non si limita solo a osservare ciò che è accaduto in passato, ma utilizza modelli complessi per rilevare schemi nascosti e fornire previsioni accurate. Un modello di AI che fa analisi predittiva ha bisogno di dati. Allora ci si appoggia a strumenti di terze parti, come Analytics, CRM e altre piattaforme di gestione dati. Questi dati su ciò che ci interessa verranno da un sacco di f0nti diverse, che spaziano. Se vuoi fare analisi successive più ampie al fine di capire che prodotto vendere a chi e come, ad esempio, in questa fase intanto raccogli dati su performance di campagne pubblicitarie, vendite e visualizzazioni di siti. Quindi ti concentri su più metriche, per dare più materiale possibile all'intelligenza artificiale che farà previsioni. Poi questi dati vanno preparati per l'analisi. Significa che si devono togliere i dati con errori, duplicati o con valori mancanti, e che vanno formattati adeguatamente rispetto al modello di machine learning. Questo processo può essere automatizzato in parte ma richiede spesso la supervisione umana. Una volta preparati i dati, gli algoritmi di machine learning possono utilizzarli per creare modelli predittivi. L'AI così addestra il modello per funzionare. In questa fase quindi reti neurali e alberi decisionali imparano dai dati storici per riconoscere pattern meno evidenti all'occhio umano. E, soprattutto, lo fanno più velocemente. Questo a patto che il modello sia... --- > L'evoluzione degli assistenti virtuali migliora diverse branche dell'AI. I modelli saranno sempre più umani e responsivi. Approfondisci qui. - Published: 2024-10-10 - Modified: 2024-10-10 - URL: https://kilobit.it/articolo/il-futuro-degli-assistenti-virtuali/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Il futuro degli assistenti virtuali consiste nello sviluppo delle principali branche dell'AI come il machine learning, il deep learning e l'elaborazione del linguaggio naturale. Con un occhio vigile verso la sicurezza dei dati e l'evitamento di bias discriminatori, le potenzialità di sviluppo sono moltissime. Scoprile qui. Gli assistenti virtuali sono uno dei prodotti più gettonati dell'intelligenza artificiale. Questo per via della loro versatilità, che si riflette in applicazioni universalmente utili. Applicazioni che toccano un'infinità di campi e che quindi interessano un pubblico molto ampio e sfaccettato. Per questi motivi, la ricerca e lo sviluppo degli assistenti virtuali è una branca dell'AI su cui si investe sempre di più. Un esempio di cui abbiamo trattato recentemente è il rinnovo della partnership IBM-Tech Mahindra. Collaborazione che, tra i focus, ha proprio l'evoluzione dell'assistenza virtuale. Migliorare questi strumenti significa avanzare col machine learning, col deep learning, con l'automazione intelligente e quindi con capacità come l'elaborazione del linguaggio naturale. Per non parlare di ricerca, raccolta ed elaborazione dei dati. Così lo sviluppo degli assistenti virtuali si trascina a cascata praticamente tutti i campi dell'AI. Vediamo più nello specifico le ultime tendenze che disegnano il futuro dell'assistenza virtuale. Comprensione del linguaggio naturale e deep learning Abbiamo appena detto che migliorare gli assistenti virtuali implica un lavoro sull'elaborazione del linguaggio naturale e sul deep learning. La prima consente ai modelli di intelligenza artificiale di comprendere sempre meglio il contesto delle conversazioni. Il deep learning, invece, permette anche agli assistenti di imparare dalle interazioni precedenti, migliorando continuamente la qualità delle risposte. L'evoluzione di queste due branche, oltre a raffinare notevolmente gli assistenti virtuali, favorisce lo sviluppo di modelli di AI destinati ad altri scopi. Assistenti virtuali multimodali I nuovi assistenti integrano input visivi e testuali per una maggiore interazione. L’introduzione di strumenti come DALL-E, che uniscono riconoscimento visivo e generazione di immagini, sta ampliando le possibilità. Google infatti sta lavorando su assistenti che riconoscono oggetti tramite fotocamera, offrendo risposte più accurate. Questo crea un’interazione naturale che coinvolge più sensi. L'evoluzione in questo campo diventa utile anche allo sviluppo della realtà aumentata. Immagine prodotta da DALL-E... per rappresentare DALL-E! Umanizzazione degli assistenti Le capacità di comprensione emotiva degli assistenti stanno migliorando. Questo grazie all'analisi dei toni di voce e delle espressioni. Start-up come Sonantic (acquistata da Spotify) stanno sviluppando voci sintetiche capaci di riprodurre emozioni. Quindi l'interazione con gli assistenti virtuali diventerà sempre più empatica, come se si stesse parlando con un vero interlocutore. Questo potrebbe rivoluzionare settori come la terapia online e il supporto psicologico... ma anche aprire le porte a business più particolari o potenzialmente alienanti. Assistenti virtuali per automatizzare processi lavorativi Ovviamente gli assistenti virtuali aiutano ad automatizzare processi ripetitivi. Microsoft... --- > Quest'anno si è rinnovata la partnership tra IBM e Tech Mahindra per affrontare diverse sfide nel campo dell'AI. Scopri quali sono. - Published: 2024-10-08 - Modified: 2024-10-08 - URL: https://kilobit.it/articolo/ibm-tech-mahindra-partnership/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News IBM e Tech Mahindra rinnovano quest'anno la loro partnership per affrontare diverse sfide nel campo dell'intelligenza artificiale. L'unione tra un colosso occidentale e uno asiatico non può che generare competizione virtuosa con risultati interessanti per la ricerca e lo sviluppo in scala globale. Scopri a cosa stanno lavorando in questo articolo. Quest'anno IBM e Tech Mahindra hanno rinnovato la loro partnership stretta nel 2020 dopo due decenni di collaborazione. Oggi questa si focalizza sull'adozione responsabile dell'intelligenza artificiale generativa. Infatti le due aziende hanno annunciato l'integrazione della suite di soluzioni AI di Tech Mahindra, TechM amplifAI, con la piattaforma IBM watsonx, per facilitare la realizzazione di modelli AI affidabili e scalabili. Vediamo meglio di cosa stiamo parlando e le implicazioni per il panorama tecnologico globale. Cominciamo identificando le due aziende. Crediti: IBM e Tech Mahindra Chi sono IBM e Tech Mahindra IBM è una delle aziende di AI più importanti del mondo. Parliamo di un leader globale nel cloud ibrido e nell'intelligenza artificiale, con una forte presenza nel settore della consulenza tecnologica. Tech Mahindra è una società indiana di servizi IT che offre soluzioni digitali a livello mondiale. Le sue competenze specifiche riguardano l'intelligenza artificiale e, naturalmente, la trasformazione digitale. Quest'ultima competenza soprattutto è interessante, in quanto veicolo cruciale dell'innovazione. A che serve avanzare tecnologicamente se non si riescono ad adeguare le risorse attualmente disponibili? Modernizzazione del codice e assistenza virtuale 2. 0 Come anticipato nell'introduzione, questa partnership rinnovata include l'integrazione tra le due principali soluzioni di intelligenza artificiale di IBM e Tech Mahindra. Combinando le loro competenze in consulenza e tecnologia, si propongono di affrontare le sfide della modernizzazione del codice e della creazione di assistenti digitali migliori . La modernizzazione del codice implica aggiornare applicazioni legacy per renderle compatibili con le infrastrutture moderne, come il cloud. Le sfide in questo senso riguardano la gestione della complessità del codice esistente, la minimizzazione del downtime durante la transizione e che le nuove versioni siano sicure e scalabili. La creazione di assistenti digitali per il servizio clienti, invece, implica un training accurato delle AI sui dati aziendali per rispondere efficacemente alle richieste dei clienti. Clienti che, attenzione, non sono solo utenti medi, ma soprattutto aziende e corporate. Qui la sfida è garantire la precisione delle risposte, mantenere l'interazione naturale delle intelligenze artificiali e la gestione di problematiche legate alla privacy dei dati. Implicazioni per il panorama mondiale Un colosso occidentale e uno orientale che lavorano a stretto contatto per rispondere alle sfide del futuro può cambiare le carte in tavola. La generazione di competizione virtuosa stimola la ricerca e lo sviluppo... sperando sempre che la corsa non lasci indietro l'etica. Quando si parla di AI, dati e di interazioni con le persone, in... --- > I voucher digitali per PMI coprono parte dell'investimento in tecnologie innovative. Scopri i bandi per accedere ai fondi ogni anno. - Published: 2024-10-03 - Modified: 2024-10-03 - URL: https://kilobit.it/articolo/voucher-digitali-pmi-cosa-sono-e-come-richiederli/ - Categorie: Branding, Digital Marketing I voucher digitali sono finanziamenti che possono far decollare tecnologicamente una piccola media impresa. A seconda del bando, potrai investire in una variegata gamma di soluzioni digitali. Lasciati ispirare dal nostro articolo e scopri i 10 bandi che ricorrono ogni anno. I voucher digitali per le PMI sono incentivi finanziari volti a supportare le piccole e medie imprese nella loro trasformazione digitale. Quindi parliamo di fondi messi a disposizione da enti pubblici o istituzioni governative per favorire la digitalizzazione aziendale. Soldi quindi destinati a coprire parte delle spese di svariate tecnologie. Hai una piccola media impresa e vuoi investire in tecnologie come un software gestionale personalizzato, un e-commerce avanzato o un sito web ottimizzato? Oppure vuoi investire nella blockchain, nella cybersecurity o in soluzioni che riguardano l'intelligenza artificiale? Oltre a queste ce ne sono molte altre che possono essere parzialmente coperte da voucher digitali. Scopriamole. Tecnologie nelle quali si può investire Le tecnologie digitali che i voucher per la digitalizzazione delle PMI possono finanziare coprono una vasta gamma di soluzioni avanzate. La robotica avanzata e collaborativa e le interfacce uomo-macchina consentono alle imprese di automatizzare e migliorare l'interazione tra operatori e macchinari. La manifattura additiva e la stampa 3D agevolano la produzione su richiesta e la personalizzazione. La prototipazione rapida permette un'accelerazione dello sviluppo di nuovi prodotti. L'Internet of Things (IoT) e il cloud computing migliorano il monitoraggio in tempo reale e la gestione dei dati aziendali, potenziati ulteriormente da tecnologie come big data e analytics. La sicurezza informatica è garantita da strumenti di cybersecurity e business continuity, mentre l'intelligenza artificiale (AI) e la blockchain trovano applicazione in un varietà molto ampia di interventi. Le tecnologie immersive, come la realtà aumentata (AR) e virtuale (VR), insieme a sistemi cyber-fisici, facilitano simulazioni avanzate e prototipazione virtuale. L'integrazione di sistemi ERP, MES, PLM, SCM, CRM garantisce una gestione aziendale completa e coesa. Strumenti per l'e-commerce, sistemi di pagamento mobile e soluzioni fintech sono essenziali per il commercio digitale. Infine, la connettività a banda ultralarga, sistemi di tracciabilità RFID e tecnologie per la transizione ecologica supportano l'efficienza operativa e la sostenibilità ambientale delle PMI. Come ottenere voucher digitali: i 10 bandi che ricorrono ogni anno I voucher digitali si ottengono partecipando a bandi dedicati. Ognuno di questi ha dei requisiti specifici, sia di identità aziendale sia in termini di scopi per cui si fa la richiesta. Qui ti elenchiamo i 10 bandi principali che ricorrono ogni anno. La maggior parte sono consultabili sul sito di Unioncamere. Bando Voucher Digitalizzazione PMI (Unioncamere) Bando Digital Transformation (Mise) Bando Smart & Start Italia (Invitalia) Bando ISI Inail Bando Nuova Sabatini Bando Horizon Europe Bando Digital Export (Simest)... --- > L'automazione intelligente integra AI, machine learning e automazione dei processi per creare sistemi che apprendono attraverso l'esperienza. - Published: 2024-10-02 - Modified: 2024-10-02 - URL: https://kilobit.it/articolo/automazione-intelligente-ai-esperienza/ - Categorie: Digital Marketing, Intelligenza Artificiale Oggi vi parliamo di una tecnologia piuttosto avanzata che integra l'AI. L'automazione intelligente offre strumenti dinamici, che apprendono e migliorano attraverso l'esperienza... Un po' come fanno le persone. Scopri come funziona e le sue applicazioni pratiche. L'automazione intelligente è una combinazione di intelligenza artificiale, machine learning e automazione dei processi. Parliamo di una potente tecnologia che ha come scopo quello di rendere i sistemi basati su IA più efficienti e autonomi. Quindi, ad esempio, consente alle aziende di ottimizzare e velocizzare processi di ogni tipo. Ma perché è importante conoscere questa tecnologia specifica? Perché la sua particolarità sta nel continuo apprendimento. Quindi è una risorsa dinamica: non un prodotto finito. Le applicazioni perciò sono potenzialmente infinite. Tutto dipende da dove è integrata l'AI e in che misura. Noi di Kilobit, ovviamente, offrendo servizi web volti alla visibilità e alle vendite, ci concentreremo sugli utilizzi aziendali citati sopra. Ma, prima di arrivarci, vediamo meglio come funziona l'automazione intelligente. Come funziona l'automazione intelligente L'automazione intelligente abbiamo detto che combina l'intelligenza artificiale, il machine learning e la robotic process automation per ottimizzare e automatizzare processi complessi. Per farlo raccoglie e analizza grandi quantità di dati. Poi elabora questi dati, identificando pattern e anomalie per prendere decisioni autonome. E questo lo fa continuando ad apprendere e migliorare le proprie prestazioni nel tempo, adattandosi ai cambiamenti. Quindi i dati che analizza ed elabora sono anche relativi alle sue stesse azioni e processi. Ma come si può fruire di questa tecnologia? Vediamo chi produce e distribuisce sistemi di automazione intelligente UiPath, Blue Prism e Automation Anywhere offrono piattaforme di robotic process automation integrate con intelligenza artificiale. Nello specifico UiPath fornisce strumenti di automazione cognitiva, in grado di interpretare documenti e prendere decisioni basate sui dati. Blue Prism offre soluzioni per banche, assicurazioni e settore sanitario. Automation Anywhere, invece, offre soluzioni cloud per automatizzare sia i processi ripetitivi sia quelli più complessi. Queste sono utilizzate in settori come la finanza, la sanità e l'industria manifatturiera. Siemens forse la ricordate per i cellulari... ma oggi fornisce soluzioni di automazione per l'industria, specializzandosi in smart manufacturing e manutenzione predittiva. Lo fa anche ABB, toccando anche il settore energetico e dei trasporti. IBM, che abbiamo citato tra le 10 aziende di AI più interessanti del momento, fornisce una piattaforma e l'AI Watson per automatizza flussi di lavoro avanzati, migliorando la gestione dei dati e il servizio clienti in svariati settori. Utilizzi nei settori tech e nel web Vedendo chi produce e distribuisce sistemi di automazione intelligente, abbiamo raccolto diversi esempi di utilizzo. Infatti siamo passati per il settore bancario, assicurativo, sanitario, finanziario, industriale, manifatturiero, energetico, dei... --- > Scopri strumenti e possibilità che offre l'AI per supportarti in tutte le fasi di un lavoro di ottimizzazione SEO... usali con cognizione! - Published: 2024-09-26 - Modified: 2024-10-02 - URL: https://kilobit.it/articolo/seo-si-puo-ottimizzare-con-ai/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, SEO e SEA Qui vediamo le possibilità che offre l'intelligenza artificiale per ottimizzare la SEO. Ce n'è per tutte le fasi di lavoro: analisi, creazione di contenuti, UX, monitoraggio... ma questo non significa che l'AI offre tutte le risposte in automatico. Ci vuole sempre una persona dietro che sappia cosa cercare, cosa chiedere all'AI, cosa sta chiedendo e come chiederlo. La SEO è indispensabile per piazzarsi sui motori di ricerca e scalare le pagine dei risultati. Se non sai cos'è, ti consigliamo di approfondire la categoria SEO del nostro blog prima di continuare a leggere. In linea generale, chiunque lavori con la SEO può confermarti che dipende da svariati fattori incrociati. Quindi non basta trovare una parola chiave con tanto volume di ricerca, creare contenuti che la contengano massicciamente e aspettarsi buoni risultati. Infatti la SEO dipende anche dalle prestazioni del sito, dalla sua autorità, dal lavoro di link building, dall'aspetto e dalla qualità dei nostri contenuti, più un mucchio di altri fattori tecnici. Oltre a questi poi bisogna sapere analizzare le tendenze, interpretarle... e anche saperle prevedere! In fondo stiamo parlando di contenuti ottimizzati affinché siano riconosciuti come validi, quindi utili e interessanti agli occhi delle persone. Queste domande rispondono al bisogno di risposte, legate a competenze, informazioni, a un trend temporaneo o domande esistenziali onnipresenti nella storia umana. A mano a mano che gli algoritmi dei motori di ricerca si raffinano per premiare contenuti apprezzabili dalle persone, con l'avanzare dell'intelligenza artificiale non possiamo che domandarci come essa ci possa assistere nel lavoro SEO. Scopriamolo e vediamo come l'essere umano dovrebbe porsi per approfittare di tale supporto. L'AI può assistere in ogni fase del lavoro SEO Diverse applicazioni e utilizzi dell'AI possono diventare potenti strumenti per ogni fase di un lavoro SEO, dall'analisi keyword e query, al monitoraggio delle prestazioni di contenuti finiti e diffusi da tempo. Analisi keyword e tendenze L'AI è in grado di elaborare enormi volumi di dati. Quindi è utile a scoprire keyword rilevanti e nuove tendenze. RankBrain ad esempio si adatta continuamente alle ricerche degli utenti, imparando dal loro comportamento. E questo lo fa sfruttando il deep learning, cioè una delle tecnologie largamente fruibili più avanzate di oggi. Così come MarketMuse, che allo stesso modo sfrutta l'elaborazione del linguaggio naturale. Mentre SEMrush utilizza algoritmi predittivi attingendo da impressionanti volumi di dati. Usare strumenti del genere in maniera incrociata fornisce un quadro basato non solo su parametri volumetrici. Si cerca piuttosto anche di interpretare l'intento che c'è dietro alle ricerche, così da creare una strategia coerente con gli interessi degli utenti che vogliamo intercettare. È così che prevediamo le diverse formulazioni possibili delle domande legate a un bisogno specifico. Ottimizzazione SEO Strumenti come ChatGPT possono generare contenuti ottimizzati o migliorare quelli esistenti. Si analizzano leggibilità,... --- > L'arte digitale plasma la realtà percepita e non solo. Infatti può diventare un lavoro. Analizzando Rek0de ti diamo consigli professionali. - Published: 2024-09-25 - Modified: 2024-09-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/arte-digitale-rek0de/ - Categorie: Lavoro Online Vivere della propria passione è difficile, ma non impossibile. Dalle opportunità dei lavori online, passiamo a esaminare l'arte digitale di Rek0de. Con il nostro sguardo di professionisti che si dedicano anche ad attività artistiche, analizziamo gli elementi delle opere di Rek0de per capire insieme come si possa effettivamente lavorare con l'arte digitale... e non solo! Ti occupi di arte digitale e vorresti riuscire a vivere grazie alla tua passione? Come puoi vedere nella nostra rubrica che riguarda il lavoro online, puoi trovare diverse piattaforme dove cimentarti in commissioni di ogni sorta. Infatti, parliamoci chiaro, è molto difficile guadagnare solo con quello che ci appassiona. Quindi spesso e volentieri bisogna sporcarsi le mani e trovare il giusto compromesso ampliando lo sguardo a tutte le competenze che ruotano intorno alla nostra capacità principale. Bisogna fare tante cose, anche diverse. È così che un designer, per esempio, finisce a occuparsi di UX e UI o un illustratore che vorrebbe disegnare solo fumetti finisce a disegnare loghi. La posta in gioco è l'indipendenza economica, i vantaggi della libera professione, ma soprattutto non andare a impiegare tempo ed energie in lavori che non portano nulla alla nostra passione. Però non sempre bisogna scendere a compromessi poco accettabili. Il web, i social e diversi strumenti digitali di ultima generazione ci danno possibilità mai viste prima. A portata di mouse, tastiera e tavola grafica si hanno ispirazione, produzione e distribuzione. Con l'arte digitale possiamo plasmare la realtà Oggi ti forniamo, se già non lo conoscevi, un esempio virtuoso di arte digitale. Rek0de è un'artista digitale 3D del Regno Unito che vive della sua passione. Con uno stile surreale e provocatorio, cattura l'essenza dei tempi attraverso opere che ribaltano i paradigmi dell'architettura stimolando l'immaginario collettivo a proiettarsi in un'altra realtà. Una realtà che rappresenta appunto l'attuale commistione tra digitale e reale. Uno sguardo che ci offre una prospettiva sul potere che abbiamo di plasmare la realtà attraverso il digitale. E non è un'esagerazione dirlo in quanto non è reale solo ciò che si può toccare. Da sempre, infatti, è reale ciò che viene percepito. È reale ciò che può stimolare la nostra immaginazione e innescare meccanismi nel nostro cervello che ci fanno provare qualsiasi cosa. Se le emozioni che proviamo sono reali, perché non dovrebbe esserlo anche ciò che l'ha suscitate? E questo potere di plasmare la realtà attraverso l'arte digitale non si ferma alla sua percezione. Ma, come in questo caso, si può trasferire nella vita di tutti i giorni. O, più nello specifico, nella vita di un'artista che grazie alle sue opere riesce a guadagnare. Scopriamo meglio allora ciò che fa Rek0de per prendere spunto. Cosa fa Rek0de? Ciò che distingue Rek0de nel panorama artistico è la sua capacità di trasformare... --- > Scopri le 10 aziende AI da tutto il mondo che stanno guidando l'innovazione più interessante, rivoluzionaria e ad ampio spettro del momento. - Published: 2024-09-19 - Modified: 2024-09-23 - URL: https://kilobit.it/articolo/aziende-ai-nel-mondo-innovazione/ - Categorie: Intelligenza Artificiale In questo articolo troverai le 10 aziende AI che stanno guidando l'innovazione tecnologica più interessante, controversa, rivoluzionaria e ad ampio spettro del momento. Scopri chi sono, per cosa sono famose e quali sono gli ultimi progetti a cui stanno lavorando. Conoscere le aziende AI che stanno trainando l'innovazione tecnologica del momento è importante per chiunque voglia stare al passo. Infatti non basta sapere che tecnologie esistono e familiarizzarci. Essere consapevoli del contesto nel quale queste tecnologie sono nate e si sviluppano ci illumina sulle ragioni che possono esserci dietro, dandoci un prospetto relativamente chiaro degli intenti di utilizzo originali... e quindi si impara meglio a usarle! A maggior ragione questo articolo ti sarà molto utile se hai l'ambizione di sviluppare AI, di studiare il settore, di lavorarci o di investirci. 1) OpenAI: l'azienda pioniera dell'AI generativa OpenAI la conoscerete sicuramente per uno dei modelli di linguaggio più famosi del mondo: ChatGPT. La missione dell'azienda è sviluppare un'intelligenza artificiale generale sicura, utile e altamente fruibile. Oltre a ChatGPT, conosciamo il generatore di immagini DALL·E. In più sappiamo di una partnership con Microsoft, che permette di scalare le sue soluzioni integrandole nei prodotti Azure AI, una suite cloud che permette alle aziende si sviluppare e implementare soluzioni AI personalizzate. 2) Google DeepMind: la fusione che eccelle nel deep learning DeepMind prima di essere acquisita da Google già era uno dei più importanti laboratori di ricerca nell'ambito IA, più precisamente nel deep learning. straordinari AlphaGo ha sconfitto i migliori giocatori al mondo del complesso gioco del Go e AlphaFold ha risolto uno dei problemi più difficili della biologia: la previsione della struttura tridimensionale delle proteine. Dopo l'acquisizione da parte del colosso dei motori di ricerca e la conseguente fusione con Google Brain, è partito il Progetto Gemini Google. Parliamo di un modello di intelligenza artificiale multimodale in grado di elaborare testo, immagini, audio e video. 3) Microsoft: cloud e integrazione nei prodotti per le imprese Microsoft ha puntato sull'integrazione dell'AI nei suoi prodotti di punta. Ricordiamo la suddetta collaborazione con OpenAI attraverso Azure, ma non solo. Ad oggi conosciamo il Copilot: un assistente AI integrato in applicazioni di uso quotidiano come Microsoft 365 e Dynamics 365. L'assistenza si rivolge alle aziende ed è vota all'automazione di processi, miglioramento della produttività e ottimizzazione ad ampio spettro. 4) NVIDIA: l'hardware che alimenta l'intelligenza artificiale NVIDIA la conosciamo per i suoi eccellenti processori grafici. Oggi però gioca anche un ruolo chiave nello sviluppo dell'AI. Questo, grazie alla sua capacità di potenziare applicazioni di deep learning e machine learning. Le sue GPU infatti sono fondamentali per il training di modelli AI avanzati, offrendo una potenza di calcolo... --- > Oggi vi parliamo di un'IA tra le più performanti sul mercato: scopri il Progetto Gemini Google, dalla sua nascita ai suoi prossimi sviluppi. - Published: 2024-09-17 - Modified: 2024-09-17 - URL: https://kilobit.it/articolo/progetto-gemini-google-ia/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Oggi vi parliamo di una delle IA più ambiziose e performanti sul mercato: scopri tutto sul progetto Gemini Google, dalla sua nascita alle caratteristiche, fino alle possibilità che dà agli utenti. No, non stiamo parlando della missione spaziale di 60 anni: il Progetto Gemini Google è una delle iniziative più recenti e ambiziose nel campo delle IA. Oggi vi raccontiamo, dalla nascita fino alle sue caratteristiche, questa sinergia tecnologica che rivoluziona il modo in cui interagiamo con le intelligenze artificiali. Gemini Google è il primo progetto di una fusione tecnologica Prima di parlare delle caratteristiche del Progetto Gemini Google, facciamo un po' di contesto partendo dalla fusione che ha permesso il suo sviluppo. Google Brain, classe 2011, si concentra principalmente sul deep learning e su algoritmi che imparano da enormi quantità di dati. Contributi significativi di questa realtà li vediamo in utilizzi su scala mondiale che implementano reti neurali avanzate come la traduzione automatica e la robotica. Google Translate e TensorFlow vi dicono niente? DeepMind, fondata nel 2010 e acquisita da Google nel 2014, invece è nota per i suoi successi nell'apprendimento per rinforzo. Ma cos'è l'apprendimento per rinforzo? Parliamo di una tecnica di intelligenza artificiale in cui un bot o un algoritmo imparano a compiere decisioni in un ambiente attraverso un sistema di ricompense e punizioni. Insomma, DeepMind ha dato vita a IA come AlphaGo e AlphaFold. La prima ha sconfitto i migliori giocatori umani di Go. La seconda prevedere con precisione la struttura tridimensionale delle proteine, risolvendo uno dei problemi più difficili della biologia computazionale. L'anno scorso DeepMind si è fusa con Google Brain per formare Google DeepMind. Gemini Google è il primo progetto frutto di questa tecnologia. Caratteristiche di Gemini Google e le sue 3 versioni Gemini Google quindi è un modello di intelligenza artificiale multimodale in grado di elaborare testo, immagini, audio e video. Utilizza tecniche avanzate di apprendimento per rinforzo e ha capacità di pianificazione e ragionamento. Gemini si integra in altri prodotti Google per ottenere risposte più accurate e contestuali, generare contenuti, analizzare dati complessi ed eseguire compiti che coinvolgono diversi tipi di input. È disponibile in 3 versioni. La più potente è Ultra, poi abbiamo Pro e Nano, l'adattamento per smartphone. Oltre agli utilizzi per gli utenti, Gemini si migliora di continuo. Questo grazie a tecniche avanzate come il reinforcement learning e il tree search. Il futuro di Gemini Proprio a partire dal miglioramento in corso che è una delle caratteristiche principali di Gemini, nel prossimo futuro si prospettano versioni che includeranno la memoria e la capacità di pianificazione a lungo termine. In questo... --- > La sicurezza dei dati personali è un tema cruciale del nostro tempo. Scopri quali sono i rischi sui social e le accortezze da adottare. - Published: 2024-09-12 - Modified: 2024-09-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/sicurezza-dati-personali-ia-social/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, Social La sicurezza dei dati personali è un tema più attuale che mai. In questo articolo ci concentriamo sui social, esplorando vantaggi e rischi legati alle IA che alimentano gli algoritmi di profilazione. Analizziamo come vengono raccolti i dati personali, per quali scopi, e scopriamo come possiamo tutelarci. La sicurezza dei dati personali oggi è un tema più attuale che mai. Attraverso il semplice utilizzo di piattaforme social, infatti, si viene facilmente e immediatamente profilati. È per questo che il nostro feed è adattato alle nostre preferenze. I dispositivi, soprattutto i nostri smartphone, contengono messaggi, indirizzi mail, numeri, attività online, posizioni geografiche... dati che che si interconnettono con le applicazioni che utilizziamo. Le IA utilizzate per raccogliere e interpretare i dati diventano sempre più veloci, efficaci e precise. Chiunque di noi almeno una volta si è domandato: i miei dati personali sono al sicuro? Per cosa vengono utilizzati? Quali sono le conseguenze di questi utilizzi? Come posso difendermi da utilizzi illeciti? Quali leggi mi tutelano? IA e gestione dei dati personali: vantaggi e rischi Molte piattaforme infatti utilizzano algoritmi avanzati basati sull'IA per analizzare i dati degli utenti in tempo reale sui social. Questi algoritmi non solo aiutano a personalizzare il feed di notizie, ma si utilizzano anche per la sicurezza. Ad esempio si rilevano tentativi di hacking e accessi non autorizzati. Fin qui sembra tutto a tutela e a favore di un'esperienza personalizzata. Ma ovviamente ci sono dei rischi. Gli algoritmi possono essere vulnerabili a deepfake o all'uso di bot che influenzano le opinioni pubbliche. Inoltre, la trasparenza su come l'IA utilizza i dati personali è spesso limitata. Questo rende difficile per gli utenti comprendere completamente l'estensione della sorveglianza a cui sono soggetti. Scopi principali della raccolta dei dati personali Targeting pubblicitario. Miglioramento dell'esperienza utente. Addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Vendita di dati a terze parti. Analisi delle tendenze. Monitoraggio della sicurezza. Le violazioni della privacy più comuni sui social media Le violazioni della privacy sui social media non sono rare. Spesso si manifestano sotto forma di condivisione non autorizzata di dati o attacchi hacker. Un esempio famoso è stato lo scandalo di Cambridge Analytica. Un altro, più recente, è stata la causa intentata contro Google per la navigazione in incognito. Appena 4 anni fa, inoltre, un attacco informatico a Twitter ha compromesso gli account di Elon Musk e Barack Obama. Consigli per proteggere i tuoi dati personali online Limita la condivisione di informazioni personali come indirizzo, numero di telefono e informazioni finanziarie. Usa l'autenticazione a due fattori. Prendi in considerazione di utilizzare una VPN. Verifica e modifica chi può vedere i tuoi post sui social e chi ha accesso alle tue informazioni personali. Informati su... --- > Saper riconoscere i bot ti aiuta a percepire cosa vedi quando navighi sul web e sui social. Inoltre ti protegge da truffe e disinformazione. - Published: 2024-09-10 - Modified: 2024-09-10 - URL: https://kilobit.it/articolo/impara-a-conoscere-e-riconoscere-i-bot/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Dal servizio clienti alle truffe sempre più raffinate, i bot ormai hanno preso piede da tempo sul web e sui social. Con lo sviluppo esponenziale delle intelligenze artificiali diventa sempre più difficile riconoscerli. Scopri tutto quello che c'è da sapere sui bot: impara a identificarli e a capire cosa realmente hai davanti per proteggerti online. I bot ormai sono ovunque. A chiunque navighi su siti web e sui social è capitato almeno una volta di trovarli. E spesso neanche lo sa. Molti utenti infatti interagiscono con loro quotidianamente senza rendersene conto. Perciò abbiamo voluto scrivere questo articolo. Che si tratti di assistenti virtuali come Siri o Alexa, o di software più subdoli che inviano spam, i bot possono eseguire una varietà di compiti automatizzati. Con l'aumento dell'uso dei bot su piattaforme come social media, siti web e app di messaggistica, saperli distinguere diventa fondamentale per proteggere i tuoi dati e migliorare la tua navigazione. Se sei un utente giovane ed esperto probabilmente molte di queste cose ti sembreranno ovvie... ma non dare nulla per scontato! Qui vedrai tutte le tipologie di bot che esistono, scoprirai come riconoscerli, quindi come difenderti, e troverai anche suggerimenti basilari di sviluppo. Cosa sono i bot? Quando sono nati? I bot sono programmi informatici che automatizzano compiti ripetitivi e interazioni. Esistono dagli anni '60. Uno dei primi esempi noti è ELIZA, un programma sviluppato dal professor Joseph Weizenbaum nel 1966, capace di simulare una conversazione basata su semplici regole predefinite. Negli anni successivi, i bot sono diventati sempre più complessi, con applicazioni che spaziano dall'indicizzazione dei motori di ricerca ai chatbot di customer service. Oltre a questi classici utilizzi ce ne sono molti altri che vedrai continuando a leggere. Che tipi esistono? Esistono diverse tipologie di bot. Alcuni sono progettati per scopi utili e legittimi, mentre altri possono essere usati per attività dannose. I chatbot sono programmi progettati per simulare conversazioni umane, per questo motivo sono utilizzatissimi per automatizzare processi semplici del servizio clienti o simili. Li avrai visti sicuramente in un piccolo pop-up che di solito appare in basso quando apri un sito istituzionale o di un'attività che offre servizi oppure in un e-commerce. Oppure sul tuo smartphone se hai l'Iphone (Siri). Gli spider bot sono utilizzati dai motori di ricerca per scandagliare il web e indicizzare contenuti. I social bot invece li trovi su ogni social. Sono tra i più ingannevoli, perché creano l'illusione che una pagina sia seguita e che i suoi contenuti interessino generando commenti. O peggio possono essere usati per diffamare e creare disinformazione. Occhio. Peggio ancora ci sono bot malevoli come quelli per il phishing, che cercano di rubare informazioni personali, o come i botnet, che eseguono attacchi DDoS su larga scala, rendendo inutilizzabili... --- > Il deep learning permette all'IA di elaborare le immagini e il linguaggio naturale in maniera sempre più profonda: ma può renderla umana? - Published: 2024-08-25 - Modified: 2024-08-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/deep-learning-ia/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News Il deep learning permette alle IA di apprendere da enormi quantità di dati allo scopo di comprendere le immagini e il linguaggio naturale: ma l'IA può avere la capacità d'immaginare? Il deep learning potrà mai rendere l’IA umana? La fantascienza ci suggerisce da secoli un sacco di materiale per il nostro immaginario, ma oggi - in parte - c'è sempre meno da immaginare e più da scoprire. Prima di rispondere alla domanda allora scopriamo cosa sono le rete neurali. Passando per il machine learning tradizionale, capiamo in cosa si differenzia il deep learning e perché è la chiave per addestrare le IA nello sviluppo di capacità sempre più simili a quelle del cervello umano. Reti neurali, machine learning e deep learning Contestualizziamo un po'. Le reti neurali sono modelli progettati per simulare il comportamento del cervello umano, quindi elaborano informazioni in modo simile a come fanno i nostri neuroni. Per scoprire di più vai all'articolo dedicato alle reti neurali. Il machine learning permette all'IA di apprendere ed evolvere con l'esperienza, senza essere esplicitamente programmata. Il deep learning è un sottoinsieme del machine learning che usa reti neurali profonde, permettendo applicazioni come la traduzione automatica, il riconoscimento delle immagini e l'elaborazione del linguaggio naturale. Come apprende un'IA Nel contesto del deep learning, l'IA apprende attraverso un processo di addestramento basato su dati. Durante l'addestramento, la rete neurale viene esposta a un'enorme quantità di dati. Così impara a riconoscere schemi e a fare previsioni. Come suddetto, l'apprendimento avviene tramite reti neurali profonde composte da molti strati di neuroni artificiali collegati tra loro. Ognuna di queste connessioni ha un "peso" che determina l'importanza dell'informazione che passa attraverso di essa. Durante l'addestramento, il modello ottimizza questi pesi, riducendo progressivamente l'errore tra le previsioni fatte e i risultati attesi. Le reti neurali profonde quindi imparano a estrarre e combinare caratteristiche sempre più complesse dai dati. Nei primi strati, il modello riconosce schemi semplici. Man mano che si avanza negli strati, l'IA combina queste informazioni per riconoscere concetti più astratti. Ad esempio, in un sistema di riconoscimento di immagini, i primi strati potrebbero identificare bordi e colori, mentre gli strati successivi possono riconoscere forme e oggetti complessi. Questo processo di astrazione è ciò che rende il deep learning così potente in compiti come la visione artificiale o la comprensione del linguaggio naturale. Quindi può apprendere la capacità astrattiva che ci rendi umani? Non proprio. La capacità di astrazione umana, infatti, riesce anche a immaginare cose che non hai mai visto. Magari, cose che neanche esistono ancora nella forma esatta in cui vengono immaginate. L'IA invece non... --- > Le reti neurali permettono alle IA di riconoscere immagini ed elaborare il linguaggio naturale. Scopri come funzionano e cosa offrono. - Published: 2024-08-08 - Modified: 2024-08-08 - URL: https://kilobit.it/articolo/reti-neurali-intelligenza-artificiale/ - Categorie: Intelligenza Artificiale Lo sapevate che l'IA per apprendere, elaborare e migliorarsi si ispira esattamente al funzionamento del cervello umano? Le reti neurali riproducono proprio il sistema di neuroni del nostro cervello, permettendo applicazioni che vanno dalla comprensione del linguaggio naturale al riconoscimento delle immagini. Scopriamo di più e insieme cerchiamo di immaginare implicazioni future utopiche e distopiche. Vi siete mai domandati come possano le IA apprendere, elaborare, adattarsi e migliorare? La risposta è nelle reti neurali: un sofisticato meccanismo di algoritmi ispirato al cervello umano. Qui, a partire dalla loro storia, cerchiamo di capire come funzionano in maniera semplice e diretta, senza scendere troppo in dettagli riservati agli addetti ai lavori. Quindi se non masticate tecniche annesse non preoccupatevi. Che ci piaccia o no, le intelligenze artificiali infatti sono e saranno sempre più confezionate e distribuite per diventare alla portata di tutti. Avere un'idea basilare diventa perciò fondamentale sia per usarle, sia per rifiutarle, sia per interpretare i loro prodotti e risultati. Cominciamo allora. Cosa sono le reti neurali? Quando nascono? Le reti neurali sono modelli computazionali progettati per simulare il comportamento del cervello umano. Il loro scopo principale è elaborare informazioni in modo simile a come fanno i nostri neuroni. Ogni rete è costituita da strati di nodi, chiamati neuroni artificiali o unità, collegati tra loro. Ogni connessione ha un peso che influenza la forza del segnale trasmesso. Quando i dati passano attraverso la rete, questi pesi vengono regolati attraverso un processo di apprendimento, permettendo alla rete di riconoscere schemi e fare previsioni. Le reti neurali non sono esattamente una novità attuale. Infatti già negli anni '40 scienziati come Warren McCulloch e Walter Pitts proposero i primi modelli teorici, ma solo oggi grazie ai progressi nei calcoli e alla maggiore disponibilità di dati sono diventate possibili. Processo e tipi di apprendimento Le reti neurali apprendono attraverso un addestramento, durante il quale solitamente vengono esposte a grandi quantità di dati etichettati e utilizzati per identificare schemi e migliorare le capacità predittive. Questo processo si basa su algoritmi di apprendimento automatico che regolano i pesi delle connessioni tra i neuroni per minimizzare gli errori nelle previsioni. In altre parole, le reti neurali provano e riprovano, adattandosi continuamente finché non si ottengono risultati soddisfacenti. Non sempre tuttavia vengono guidate nel processo. A volte, infatti, i dati possono non essere etichettati. Questo altro tipo di apprendimento permette alla rete neurale di identificare schemi autonomamente, ovvero senza input esterni. Un altro tipo di apprendimento si basa su un sistema di ricompense e punizioni, dove la rete apprende attraverso l'interazione con l'ambiente. Applicazioni pratiche delle reti neurali Tra gli utilizzi più comuni delle reti neurali ci sono il riconoscimento delle immagini e la visione artificiale. Questi sistemi possono identificare oggetti, volti e... --- > Mentre l'IA attira attenzione per utilizzi in larga scala, il metaverso va su settori specifici e nicchie. Scopri utilizzi di VR e AR oggi. - Published: 2024-08-02 - Modified: 2024-08-02 - URL: https://kilobit.it/articolo/che-fine-ha-fatto-il-metaverso/ - Categorie: News Da quando è esploso Second Life e dal progetto di Meta, se ne è parlato sempre meno: che fine ha fatto il metaverso? È una bolla che si è subito sgonfiata? La risposta è no. Il metaverso oggi è applicato in diversi campi, anche in Italia. Il metaverso prometteva di rivoluzionare il nostro modo di interagire con la realtà digitale. Ha giocato parecchio con la nostra fantasia, ma dalla sua esplosione a oggi ha lasciato anche molto all'immaginazione. Infatti, con l'ascesa dell'intelligenza artificiale che offre soluzioni immediate e tangibili, l'attenzione si è spostata. Però questo non significa che il metaverso si sia sgonfiato: si sta semplicemente direzionando verso settori specifici e in alcuni casi verso vere e proprie nicchie. In più il paragone con l'IA non è esclusivo e unidirezionale, perché tra le due tecnologie (come ci si doveva aspettare) c'è un'integrazione. Partiamo proprio da questa per poi andare verso le applicazioni specifiche del metaverso con un focus finale sulle realtà italiane. Metaverso + IA = gemelli digitali Il metaverso non è solo una piattaforma per la realtà virtuale, ma anche un campo fertile per l'integrazione con l'IA. Un esempio interessante sono i gemelli digitali. Parliamo di repliche virtuali di oggetti fisici, processi o sistemi, che utilizzano l'IA per costruire, analizzare e ottimizzare caratteristiche e operazioni in tempo reale. I settori dove i gemelli digitali trovano espressione sono l'industria, la manifattura e la logistica. Vediamo meglio questi e gli altri campi in cui il metaverso continua a crescere e applicarsi. Campi di applicazione oggi: settori specifici e nicchie Come vi abbiamo ripetuto ormai decine di volte, andare sullo specifico e sulla nicchia è alla base della logica pubblicitaria. Pensateci: tra chi vende la stessa categoria di prodotti, chi emerge di più è chi ha un brand caratterizzato e chi si rivolge a un pubblico preciso. Poi va da sé che se si ha un passpartout tecnologico (come l'IA) è ovvio che può creare un sistema e buttarsi in più settori... ma avrà anche più concorrenza, che a volte va crescere, ma altre volte fa affondare. Sviluppare videogiochi creando un metaverso è la prima cosa che ci viene in mente, ma c'è altro. Realtà aumentata e realtà virtuale sono utilizzate nel settore industriale per la manutenzione predittiva e la formazione immersiva. Ad esempio, i tecnici possono utilizzare visori per ricevere istruzioni dettagliate durante le operazioni di riparazione, migliorando la precisione e riducendo i tempi di inattività . E, con la realtà virtuale, i lavoratori possono addestrarsi replicando situazioni reali senza rischi e impiego di risorse costose. Realtà virtuale e realtà aumentata che trovano anche ragion d'essere nell'architettura, cosa che apre a mille mondi. Per oggi gli impieghi... --- > L'analisi dati è una funzione principale dell'IA. Risparmia tempo usando o addestrando IA per campagne marketing, servizio clienti e altro. - Published: 2024-07-25 - Modified: 2024-07-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/analisi-dati-ia/ - Categorie: Digital Marketing, Intelligenza Artificiale Anche se si parla più di IA generative, una delle funzioni principali dell'IA è l'analisi e l'elaborazione di dati. E lo fa in maniera incredibilmente più veloce di una persona o di un team. Qualsiasi sia la tua attività nel digitale, vale la pena dare un occhio a strumenti che possono ampliare le possibilità e far risparmiare tempo. Una delle potenzialità maggiori dell'IA - si sa - è l'analisi dati. Piattaforme e strumenti a questo scopo, se direzionati senza infrangere diritti, portano vantaggi in più campi. Le funzioni coinvolte infatti riguardano reportistica, organizzazione e gestione dei dati, analisi testuale e molto altro. Il tutto automatizzabile, interamente per alcuni processi o parzialmente per altri, in modo da risparmiare tempo e sforzi. Quindi le professioni digitali interessate da questa lista sono tante, perché possono prendere spunto... vediamo se trovi qualcosa di utile. Noi intanto, per ogni piattaforma ti forniamo un esempio pratico. Analisi dati per business intelligence e reportistica Microsoft Power BI: importazione dati da quasi qualsiasi fonte, creazione di visualizzazioni personalizzate e condivisione di report sicuri. Integra funzionalità AI avanzate, in particolare un copilot che assiste nella scrittura e nella spiegazione di query DAX, migliorando precisione e velocità. Con questa piattaforma un analista può creare report dettagliati con visualizzazioni complesse in pochi minuti, risparmiando ore di lavoro. Looker: analisi in tempo reale, data modeling avanzato, connessioni live a oltre 35 database SQL, analisi self-service per la creazione di visualizzazioni personalizzate ed embedded analytics per integrazioni con altre soluzioni software. Un team di marketing può rapidamente visualizzare e analizzare dati delle campagne in corso, apportando modifiche in tempo reale e ottimizzando le strategie basate su insight immediati, senza ritardi o necessità di estrarre dati manualmente . Tableau: visualizzazioni interattive avanzate, generazione di report e dashboard dinamici, integrazione con AI per insight predittivi e generativi, data modeling con supporto per relazioni multi-fact ed esplorazione e analisi dei dati in tempo reale. In particolare Einstein, il copilot AI a disposizione, aiuta nella creazione di visualizzazioni e calcoli usando linguaggio naturale, riducendo i tempi di analisi e migliorando la precisione dei risultati. Con questo strumenti un team di vendita può monitorare metriche chiave e ricevere insight proattivi via email o Slack, ottimizzando le decisioni senza dover costruire manualmente ogni report. Gestione team e progetti Julius AI: con questa puoi interpretare, analizzare e visualizzare dati tramite comandi in linguaggio naturale. Le funzioni principali includono la creazione di grafici, report e modelli predittivi. Una particolarità di Julius AI è l'interfaccia chat intuitiva che permette agli utenti di ottenere insight direttamente dai dati. Un marketer può analizzare le performance di una campagna pubblicitaria e ottenere grafici e trend in pochi minuti, risparmiando ore di elaborazione manuale . DataLab: una piattaforma collaborativa che supporta l'analisi avanzata dei... --- > Conosciamo l'IA: reti neurali, deep learning, machine learning... con un occhio al marketing digitale, scopriamo le applicazioni in Italia. - Published: 2024-07-19 - Modified: 2024-07-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/ia-oggi-basi-utilizzi-e-realta-italiane/ - Categorie: Intelligenza Artificiale L'IA oggi è sempre più applicata in Italia, diventando un tema che sconfina in ogni campo e che porta controversie e dubbie. Per provare a fare chiarezza, conosciamo l'IA dalle basi: reti neurali, deep learning, machine learning... Con un occhio al marketing digitale scopriamo gli utilizzi, vediamo chi sviluppa in Italia e cosa serve per sviluppare un'IA. L'IA sta diventando un tema dominante in svariati campi. Per chi lavora nel digitale significa trovare una possibile chiave per velocizzare e ottimizzare il proprio lavoro. E di soluzioni ce ne sono veramente una marea. Punto controverso però quello dell'ottimizzazione, perché l'IA rischierebbe di abbassare gli standard di qualità, impoverire le professioni - o addirittura farle sparire - ledere diritti artistici e molto altro... Visto che i settori di interesse sono tanti, possiamo vedere casi in cui si verificano entrambi gli estremi e tante sfumature. Per capirci qualcosa, intanto, conosciamo meglio l'IA dalle basi. Vediamo reti neurali, machine learning e deep learning. Poi passeremo ad alcune applicazioni che interessano principalmente chi lavora nel digitale, fino a vedere le realtà che oggi fanno IA in Italia e a farci un'idea di cosa serve per creare un'IA. Reti Neurali Le reti neurali artificiali sono modelli di calcolo ispirati al funzionamento delle reti neurali biologiche del cervello umano. Le diverse tipologie di reti neurali sono le feedforward, le convolutive e le ricorrenti. Le applicazioni principali sono: computer vision, elaborazione del linguaggio naturale, previsione e analisi dati, analisi di serie temporali e previsioni, diagnostica medica, automazione industriale, riconoscimento delle immagini. Machine learning e deep learning Il machine learning si basa su algoritmi che apprendono dai dati per fare previsioni o prendere decisioni senza essere programmati esplicitamente per ogni singolo compito. Il deep learning, più potente, cerca applicazioni più difficili come la visione artificiale e la comprensione del linguaggio naturale . Applicazioni di IA nel marketing digitale L'IA in questo senso offre strumenti volti all'efficacia delle campagne pubblicitarie in più sensi: analisi e monitoraggio di tendenze (anche SEO), pattern e andamenti, anche sui social, relativo a opinioni e reazioni in tempo reale, ottimizzazione degli annunci per diversi gruppi demografici, IA che segmentano il pubblico in base a comportamenti e preferenze, chatbot che forniscono assistenza immediata e personalizzata 24/7, strumenti per creare contenuti scritti grafici e audiovisivi. Applicazioni che offrono opportunità e rischi, che hanno bisogno di essere riconosciuti. Specialmente per la creazione di contenuti, va bilanciato l'apporto che dà l'IA con la qualità e la personalizzazione che può offrire il professionista umano. Poi bisogna anche scovare spam e phishing avanzato. IA nella cybersecurity Al pari passo degli strumenti visti sopra, si sviluppano strumenti identificare le IA. Quindi si passa da detector di contenuti scritti fatti da IA e copiati, fino a una prevenzione ottimale di... --- > Twitterature di Twitter consiste in brevissimi riassunti dei classici della letteratura mondiale. Vediamo esempi e riflettiamoci insieme. - Published: 2024-07-12 - Modified: 2024-07-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/twitter-letteratura/ - Categorie: News, Social Twitter, come tutti i social, ha luci e ombre: da una parte può appiattire la conoscenza, dall'altra ampliarla. Oggi riflettiamo insieme su questo e altro parlando di Twitterature, un progetto nato ormai nel 2009 che consiste nel riassumere i classici della letteratura in 140 caratteri. Lo sapevate che Twitter è utilizzato anche per avvicinare ai classici della letteratura? Twitterature, il progetto nato ormai nel 2009 da due studenti di Chicago, consiste in riassunti di 140 caratteri delle principali opere della letteratura mondiale. Sintesi virtuosa o riduzione dell'arte? Lasciamo a voi il giudizio una volta che avrete dato un'occhiata. Intanto, noi vi raccontiamo un po' questo progetto, vi mostreremo degli esempi e vi parleremo di come è stato accolto dalla sua nascita a oggi. Da Chicago a Twitter: l'idea rivoluzionaria di Aciman e Rensin La Twitterature ha avuto origine nel 2009 grazie alla creatività di Alexander Aciman ed Emmett Rensin, studenti dell'Università di Chicago. La loro intuizione è stata quella di prendere i capolavori della letteratura mondiale e condensarli in una serie di tweet, ciascuno dei quali non superava i 140 caratteri. Questo progetto ha come obiettivo quindi di rendere i classici più fruibili per le nuove generazioni, abituate ai ritmi rapidi e alle interazioni concise dei social media. Nonostante l'apparente semplicità, la sfida era significativa: mantenere l'integrità e l'essenza delle opere originali pur rispettando le rigide limitazioni di Twitter. Vediamo qualche esempio per valutare insieme se l'obiettivo è stato raggiunto o meno. Come vengono riassunti i capolavori in 140 caratteri Amleto di Shakespeare: "MA COSA CI FA POLONIO DIETRO LA TENDA? ? ? " Aspettando Godot di Samuel Beckett: "Ancora in attesa. Cercando di non pensare a questa terribile, frustrante metafora situazionale in cui ci siamo trovati. " L'Epopea di Gilgamesh: "Bene. Basta. Lascio Uruk. Il mio migliore amico è morto, tutto perché gli dei non potevano gestire la nostra grande amicizia. " La Metamorfosi di Franz Kafka: "Mi sembra di essermi trasformato in un grosso insetto. È mai successo a qualcuno di voi? Nessuna soluzione su Web MD. " Il Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald: "Gatsby è così emo. Chi piange per la sua ragazza mentre fa colazione... NELLA PISCINA? " Come potete notare, in questi esempi si cerca di mantenere lo spirito dell'opera ma in chiave ironica e contestualizzando con l'inserzione di elementi moderni. Importante considerare che per capire il tweet bisogna almeno avere un minimo idea dell'opera, dei personaggi e delle situazioni. Quindi non si tratta proprio di un avvicinamento da zero, ma allo stesso tempo potrebbe indurre persone che non ne sanno nulla a informarsi per capire il tweet. Esperimenti e accoglienza di Twitterature La Twitterature ha visto una varietà... --- > All'università Federico II di Napoli è stato inaugurato il primo computer quantistico superconduttivo italiano: come funziona? Cosa offre? - Published: 2024-07-12 - Modified: 2024-07-12 - URL: https://kilobit.it/articolo/computer-quantistico-italiano/ - Categorie: News All'università Federico II di Napoli è stato recentemente inaugurato il primo computer quantistico tutto italiano. Parliamo di una svolta epocale per la crescita, nel nostro paese, dei settori della chimica computazionale, dell'intelligenza artificiale e dell'ottimizzazione complessa. L'Università Federico II di Napoli ha inaugurato il primo computer quantistico superconduttivo italiano. Il progetto, finanziato dal Centro Nazionale di Ricerca ICSC con un contributo di 4,5 milioni di euro. Ciò rappresenta una svolta epocale per il progresso tecnologico italiano nel campo del calcolo quantistico. Un settore strategico per il futuro dell'informatica e per altri utilizzi come la chimica e l'IA. Questo computer quantistico, dotato inizialmente di un processore di 24 qubit, sarà ampliato a 40 qubit entro la fine dell'anno. L'obiettivo è migliorare le capacità di calcolo e promuovere la competitività e l'autonomia nazionale nel settore. Scopriamo adesso qualche dettaglio su questo nuovo computer quantistico e vediamo che prospettive comporta. Dettagli sul computer quantistico Il computer quantistico dell'Università Federico II è stato progettato e sviluppato con la supervisione di Francesco Tafuri, docente e responsabile del centro di computazione quantistica superconduttiva dell'università. La costruzione del dispositivo ha coinvolto diversi esperti del settore e ha visto la collaborazione tra accademia e industria. A finanziare il progetto è stato il Centro Nazionale ICSC con un budget totale di circa 20 milioni di euro. Questi fondi sono destinati a supportare lo sviluppo di tecnologie quantistiche in varie università italiane, tra cui quelle di Roma, Firenze e Padova. Il computer quantistico superconduttivo utilizza circuiti superconduttivi che operano secondo le leggi della meccanica quantistica, permettendo di trasformare queste proprietà in informazione quantistica. Con un processore iniziale di 24 qubit, che sarà ampliato a 40 qubit entro fine anno, il dispositivo rappresenta una delle macchine più potenti attualmente disponibili in Italia. Questo livello di potenza e sofisticazione è essenziale per affrontare problemi complessi che i computer classici non possono risolvere, aprendo nuove frontiere nel calcolo ad alte prestazioni. Prospettive future Il dispositivo sarà utilizzato per sviluppare applicazioni che sfruttano la potenza del calcolo quantistico per risolvere problemi attualmente irrisolvibili, migliorare l'hardware e il software per computer quantistici e creare architetture scalabili più grandi e complesse. Questo computer rappresenta un elemento chiave per posizionare l'Italia come leader nel calcolo quantistico. A livello globale, altri computer quantistici di simile potenza si utilizzano per la ricerca avanzata in settori come la chimica computazionale, l'intelligenza artificiale e l'ottimizzazione complessa, rendendo questa tecnologia indispensabile per il progresso scientifico e tecnologico. E tu lo sapevi di questo salto avanti? Le immagini utilizzate in questo articolo sono di proprietà dei rispettivi titolari dei diritti. Se ritieni che una delle immagini violi i tuoi... --- > Una panoramica dei tool che integrano il machine learning per automatizzare e ottimizzare ogni aspetto di una campagna di marketing digitale. - Published: 2024-07-04 - Modified: 2024-11-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/machine-learning-per-marketing-digitale/ - Categorie: Digital Marketing, Intelligenza Artificiale Il marketing digitale prevede analisi ed elaborazione di moltissimi dati, creazione di contenuti, siti, offerte... il tutto con una visione predittiva, basata sulla statistica ma anche sulla tua idea delle realtà e sulle connessioni che sei in grado di creare. Nessun tool può sostituirti, ma sicuramente può darti una mano. Il machine learning offre agli esperti di marketing digitale strumenti che facilitano la vita. E non solo. Infatti le capacità di elaborazione, ricerca e calcolo degli strumenti che andremo a vedere, ci offre numerose carte da giocare per migliorare il nostro lavoro. Ma attenzione a non vedere i tool e le piattaforme che utilizzano machine learning come sostitutivi. Nel marketing digitale oltre ai dati servono anche interpretazioni, che spesso non si basano su elaborazioni prettamente numeriche. Una possibile chiave di lavoro consiste proprio nell'osservare con occhio umano l'attività che si vuole promuovere, il target, l'ambiente, e fare così collegamenti e associazioni che un'IA non è in grado di fare. In questo senso, quindi, possiamo concepire tali strumenti come integrazioni e, in generale, l'intelligenza artificiale come un assistente e non un sostituto. Ogni sezione di questo articolo ti fornirà una panoramica di quali strumenti e piattaforme ci sono in giro. Vedrai le migliori 3 per ogni tipo. Scopri come si applicano per lavorare sui vari aspetti delle campagne di marketing digitale, dalla SEO alla personalizzazione del sito web, fino all'analisi predittiva. Entriamo nel vivo allora. Piattaforme di analisi dei dati basate su machine learning Le piattaforme di analisi dei dati basate su machine learning ti servono a interpretare grandi quantità di dati e prendere decisioni informate. Queste piattaforme aiutano a identificare trend, comportamenti degli utenti e opportunità di mercato. Vediamo le 3 più diffuse: Google Analytics 360: utilizza il machine learning per fornire metriche predittive avanzate come la probabilità di acquisto e la probabilità di abbandono. Questi modelli predittivi analizzano il comportamento degli utenti per prevedere le azioni future, consentendo ai marketer di creare audience specifiche e ottimizzare le campagne pubblicitarie. Adobe Analytics: integra tecnologie di machine learning per fornire analisi in tempo reale del comportamento degli utenti. Offre anche funzionalità avanzate di modellazione predittiva. IBM Watson Analytics: sfrutta il machine learning per offrire capacità avanzate di analisi predittiva e visualizzazione dei dati. Software di chatbot per servizio clienti I chatbot basati su intelligenza artificiale servono, in teoria, a migliorare il servizio clienti offrendo risposte immediate e personalizzate alle richieste degli utenti. Se utilizzati propriamente i chatbot aumentano effettivamente l'efficienza operativa, ma bisogna fare attenzione. Infatti non sempre sono capaci di soddisfare richieste particolari. In più gli utenti non sempre scrivono domande che il chatbot interpreta propriamente. Quindi, se si vogliono integrare chatbot, non si pensi che possano sostituire totalmente un... --- > Siti web, e-commerce e software gestionali: scopri i pilastri della digitalizzazione per le piccole medie imprese. - Published: 2024-06-27 - Modified: 2024-11-05 - URL: https://kilobit.it/articolo/digitalizzazione-pmi/ - Categorie: Ecommerce, Siti Web, Software La digitalizzazione può rivoluzionare alcuni aspetti della tua PMI. Scopri cosa può fare al caso tuo partendo dalla base, ovvero dai tre pilastri della digitalizzazione: siti web, e-commerce e software gestionali. Digitalizzazione può significare tutto e niente. Infatti ci sono diversi approcci, diversi strumenti... ma soprattutto ci sei tu, con la tua impresa unica. Ogni PMI ha il suo contesto, le sue necessità specifiche, le sue dinamiche, le sue sfide e i suoi margini di miglioramento. Per questo motivo pensare di abbracciare totalmente la digitalizzazione può essere riduttivo quanto ignorarla. Ad esempio potrebbe servirti digitalizzare la logistica ma potrebbe non servirti a nulla un canale social. Allo stesso tempo, potresti pensare che non ti serva un sito web o un e-commerce perché nella tua percezione è sempre tutto funzionato bene così lo stesso. Magari però basterebbe anche una semplice landing page per trovare i tuoi nuovi clienti più dediti, che oggi ignorano la tua esistenza semplicemente perché hanno trovato qualcun altro su Google. Allora come si capisce quando serve, per le tue specifiche necessità, abbracciare o meno la digitalizzazione? Non c'è una risposta unica a questa domanda... ma noi, oltre a offrirti una consulenza gratuita, possiamo farti vedere in questo articolo quali sono le principali opzioni di digitalizzazione per PMI e che vantaggi potrebbero offrirti. Siti ed e-commerce Il pilastro della presenza online: il sito web. Che abbia una sola o più pagine a questo punto è un dettaglio. Infatti, nel contesto di cui parliamo adesso, basta sapere che un sito web ottimizzato è la chiave per farsi trovare da chi sta cercando sia quello che offri tu che il modo in cui lo offri. Sì perché da una parte il sito web è fatto per essere trovato sui motori di ricerca. Il lavoro svolto da noi per intercettare il traffico organico si chiama SEO, ma il proprio sito può anche essere sponsorizzato con campagne SEA, ad esempio facendosi pubblicità su Google. Dall'altra, il sito ha dei contenuti grafici, scritti e audiovisivi che informano gli utenti sulla tua identità e sulla tua offerta. La cosa importante qui è che queste informazioni passano per un linguaggio che oltre a caratterizzarti ti connota. In altre parole, non solo attraverso un sito puoi farti conoscere per come sei, ma anche per come fai le cose. Discorso analogo si può fare per l'e-commerce. Parliamo di uno degli esempi di digitalizzazione più diffuso e fortunato: una vetrina virtuale, che asseconda la sempre più diffusa ricerca di comodità da parte degli utenti. Ti basta sapere che l'Osservatorio B2C (scopri cos'è un e-commerce B2C) del Politecnico di Milano... --- > La partnership tra Apple e OpenAI implica diversi e nuovi utilizzi dei dispositivi. Ma i dati sono al sicuro? Come verranno utilizzati? - Published: 2024-06-25 - Modified: 2024-06-25 - URL: https://kilobit.it/articolo/openai-apple/ - Categorie: Intelligenza Artificiale, News La partnership tra OpenAI ed Apple annunciata nella prima metà di giugno introduce un'integrazione delle IA generative nelle funzionalità di base di Apple come Siri e gli strumenti di scrittura. Un'evoluzione dei dispositivi Apple, senza dubbio, che farà contenti milioni di utenti italiani... Ma le implicazioni per la privacy? Apple e OpenAI hanno annunciato una partnership importante, svelata durante la Worldwide Developer Conference (WWDC) 2024. La collaborazione sostanzialmente consiste nell'integrazione di ChatGPT nei sistemi operativi di Apple, inclusi iOS, iPadOS e macOS. Quindi gli utenti Apple potranno utilizzare le funzioni di ChatGPT in maniera diretta nelle applicazioni di Apple. Una notizia quindi che ha diverse implicazioni funzionali, tra le quali una rivoluzione d'utilizzo dei dispositivi Apple: ma quali sono le implicazioni a livello dell'utilizzo dei dati? Cosa dobbiamo aspettarci? Prima vediamo quali sono i punti salienti di questa partnership. Dopo risponderemo a queste domande. Crediti: OpenAI I punti salienti della partnership tra OpenAI e Apple Innanzitutto si prospettano funzionalità avanzate di Siri. L'assistente virtuale di Apple quindi utilizzerà ChatGPT per fornire risposte più naturali e contestualmente rilevanti. Ad esempio, gli utenti potranno chiedere a Siri di generare contenuti, rispondere a domande e svolgere compiti che richiedono una comprensione più profonda e interattiva . L'intelligenza artificiale di punta di OpenAI ancora sarà integrata negli strumenti di scrittura di Apple. Grazie a questa implementazione gli utenti potranno generare e modificare contenuti. Questo vale anche per DALL-E, ovvero il generatore di immagini di OpenAI. Infine Apple ha introdotto "Apple Intelligence", che migliora le capacità di ricerca di foto e video. Questa funzione consente la creazione di "memorie" creando narrazioni dalle foto e video degli utenti. Anche questa funzione si integra a Siri, migliorandone ulteriormente le capacità di comprensione ed elaborazione. Crediti: Apple E per quanto riguarda la privacy? In Italia circa il 31,47% degli utenti di smartphone utilizzano dispositivi Apple. Parliamo di più di 16 milioni di persone. Una mole enorme di dati personali e non che potrebbero essere utilizzati per indagini di mercato a scopi pubblicitari e per addestrare le IA. Da qui nasce la necessità di capire bene quali sono le implicazioni da un punto di vista della privacy e dopo trovare le condizioni poste da Apple, da OpenAI e quali sono le regolamentazioni a cui devono attenersi. Le criticità potrebbero riguardare la raccolta e l'utilizzo dei dati senza consenso esplicito, l'esposizione di dati personali sensibili a causa di un'inadeguata protezione informatica e la possibilità di bias pregiudizievoli nei modelli di IA. A quanto dichiarato da Apple e OpenAI, le richieste degli utenti a ChatGPT non vengono memorizzate e gli indirizzi IP vengono oscurati. Gli utenti quindi possono scegliere di collegare i loro account ChatGPT per accedere a funzionalità personalizzate... --- > In un mercato sempre più orientato verso l'utente, il feedback delle persone diventa fondamentale per creare pubblicità efficaci. - Published: 2024-06-06 - Modified: 2024-06-06 - URL: https://kilobit.it/articolo/pubblicita-efficaci-feedback/ - Categorie: Pubblicità Il mercato ha preso una direzione sempre più orientata verso l'utente, anche in diversi settori non strettamente legati al digitale. Il feedback delle persone così diventa ancora più di prima un parametro importante da prendere in considerazione per creare pubblicità efficaci. Per creare pubblicità efficaci oggi, più di prima, bisogna dare retta ai feedback. L'orientamento verso l'utente infatti è una virata che hanno già preso e stanno prendendo diversi mercati, anche non direttamente legati al digitale. Questo perché oggi ci sono maggiori strumenti per fare analisi di mercato precise, focalizzate e specifiche. Basta pensare alla facilità di raccolta dei dati e ai mezzi di comunicazione che danno la possibilità, come mai prima, di un contatto diretto e immediato tra aziende e consumatori. Andiamo a inquadrare meglio l'orientamento verso l'utente. Poi vedremo come raccogliere i feedback e qualche consiglio su come utilizzarli. Perché e come il mercato è orientato verso l'utente Il mercato globale in diversi settori ha preso una direzione orientata verso le esigenze e i desideri degli utenti. Questo cambiamento porta alla nascita di prodotti e servizi altamente personalizzati. Merito anche dei social, dove tantissime aziende hanno le loro pagine. Attraverso commenti, sondaggi, messaggi in direct e recensioni video degli utenti, è possibile raccogliere e accogliere richieste e critiche. Questo sta avvenendo in diversi settori: assicurazioni, ristorazione, moda e specialmente nel mondo dei videogame. Ad esempio l'accesso anticipato ai giochi in lavorazione, crea per i team di sviluppo opportunità significative di coinvolgimento del pubblico. I giocatori diventano partecipi dello sviluppo. Si forniscono soluzioni che permettono a un videogioco nostrano di diventare il miglior indie game italiano del 2024 anche grazie al pubblico. Inoltre c'è la sempreverde necessità di differenziarsi dagli altri. Sia nelle proposte sia nelle campagne di marketing. Prendere spunto da quello che vogliono gli utenti allora diventa un modo per fornire prodotti e servizi che servono davvero. Che sono a misura di utente. Il quale, inoltre, si sentirà ascoltato, potrà conoscere e avere una percezione positiva dell'identità di un brand. Ne parlerà con le persone che conosce, farà recensioni positive e contribuirà così a definire e rafforzare la brand awareness del marchio. Quindi abbiamo una duplice visione del feedback: spunto per creare prodotti e servizi con la sicurezza che siano apprezzati e canale di diffusione. In tutto questo però non dimentichiamo che il feedback ci serve anche per creare pubblicità efficaci. Come raccogliere feedback per creare pubblicità efficaci in 5 mosse Ora che abbiamo parlato dell'orientamento del mercato verso l'utente e del ruolo del feedback come spunto per prodotti e servizi e come canale di diffusione, concentriamoci sul suo ruolo nel creare pubblicità efficaci. Vediamo come si raccolgono... --- > Applicare il design nel social media marketing ha lo scopi di creare impatto e conversioni. Scopri le domande da porti, principi ed esempi. - Published: 2024-05-30 - Modified: 2024-05-31 - URL: https://kilobit.it/articolo/design-nel-social-media-marketing/ - Categorie: Design Fare social media marketing ha come scopi attirare attenzione, coinvolgere e convertire. Nell'ecosistema sfaccettato dei social come è possibile raggiungere questi obiettivi? Vengono in nostro aiuto applicazioni di design, che hanno a che fare con varie arti visive. Impara a porti le giuste domande, a mescolare cognizione e percezione e scopri come grandi brand di ogni tipo lo fanno sui principali social media. Per fare social media marketing tocca adattarsi particolarmente al mezzo che si sta utilizzando. Molto più che in altri casi. Infatti, la modalità di fruizione spesso è veloce e a scorrimento. A ogni ora del giorno escono miriadi di contenuti. In più, gli algoritmi e i trend sono variabili. Questo rende più complesso attirare l'attenzione con utilità. Sì, perché attirare l'attenzione non è necessariamente complicato. La vera sfida è fare in modo che questa attenzione generi reale coinvolgimento. E, che questo coinvolgimento, porti all'azione. In altre parole, bisogna fare in modo che l'attenzione diventi conversione. Quindi bisogna creare contenuti che attirino subito l'attenzione. Che comunichino efficacemente ciò che si vuole dire in poco tempo ma senza snaturare la propria immagine di brand. E in più bisogna fare in modo che le persone guardino tutto il contenuto. O, come minimo, fin quando è necessario affinché sia chiara la call to action. Vuoi che attraverso un contenuto che capita scorrendo i reel su Instagram le persone inizino a seguire la tua pagina? Vuoi che guardando un ads su Facebook visitino il tuo e-commerce? Oppure vuoi diventare virale su Tik-Tok, per accrescere un canale di vendita? Per questi e altri scopi ti viene in aiuto il design applicato al social media marketing. Le domande da porti quando applichi il design nel social media marketing Immagini e video di alta qualità non sono necessariamente la chiave del successo. Non stiamo girando un film d'azione o facendo una mostra. Certo, neanche bisogna proporre immagini e video sgranati o sfocati. Ma la qualità intesa comunemente non è essenziale. Ciò che è più importante è la qualità della composizione dell'immagine. E qui, ci viene in aiuto un aspetto basilare che accomuna la pittura, la regia e la fotografia. Cioè intendere foto e video come una composizione. E bisogna porsi le giuste domande: Quale elemento deve essere in risalto affinché sia chiaro subito cosa intenderò dire? Affinché sia chiaro il tono? Affinché sia chiara la mia intenzione profonda? E, in questo, come bilancio gli altri elementi in modo che siano complementari al mio messaggio visivo? Come posso armonizzarli, così che l'immagine proposta sia anche gradevole all'occhio umano? Come posso combinarli in modo che oltre a soddisfare i requisiti sopra, abbiano anche un impatto visivo? Mai sentito parlare della sezione aurea? Un principio di design applicabile a tutto e che si ritrova anche nella natura. E lo stesso si... --- --- > Per il contenuto completo e aggiornamenti in tempo reale, visita https://kilobit.it Grazie per aver eseguito il crawl! ---